Dialoghi > Verso una Nuova Alleanza

Creare un ponte tra due mondi...

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Frank:

--- Citazione da: Lucia - Luglio 16, 2014, 22:05:39 pm ---la maggior parte delle donne sono vittime (marionette) del sistema consumistico,

--- Termina citazione ---

Ascolta, non se ne può più di questa storia delle donne sempre vittime di qualcosa o di qualcuno.
Vi ritenete più furbe, più sveglie, più intelligenti, più sensibili, nonché dotate di un fantomatico "sesto senso" e in grado di "indirizzare" i pensieri e le azioni degli uomini; sostenete che "dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna" (cagata mostruosa; ma vabbè...), ma poi, chissà come e perché, venite regolarmente ingannate, manipolate e indottrinate dai trogloditi che partorite (tramite il seme maschile, ovvio) e con i quali vi relazionate.
Maahhh... :doh:

Dottor Zero:

--- Citazione da: Artemisia Gentileschi - Luglio 16, 2014, 12:30:41 pm ---Al che mio marito le ha fatto notare che se avesse accettato le stesse condizioni, quindi anche le messe in servizio in posti sperduti di India o Cina con temperature da rimanerci secchi e condizioni di vita infime per diverse settimane, allora poteva tranquillamente esigere i supplementi previsti delle trasferte.
Il concetto elementare della differenza lavorativa tra tenere il sedere incollato sempre alla sedia o
sbattersi in giro ad avvitare bulloni in mezzo agli indiani non le entrava in testa.... Si lamentava però, perché trattata ingiustamente in quanto donna. Boh.

--- Termina citazione ---

Eh, "Boh"...
È il classico modo di "ragionare" di troppe stupidine infantili che pretendono la Luna senza muovere un dito. Vogliono la Luna? Se la zappino! Nessuno dice che non puoi avere questo o quello, ma se lo vuoi te lo devi guadagnare col sudore! Giusto? Sto dicendo bene Artemì?  ;)
Comunque, torno a dire che in epoche passate la donna lavorava eccome. Mia nonna materna, ad esempio, lavorava in campagna tutto il giorno e in più puliva casa, preparava i pasti e andava a coricarsi stanca morta al calar del sole. Invece queste MERDE odierne viziate che non fanno un cazzo dalla mattina alla sera pretendono pure di essere chiamate donne!  :mad:
Eh, ma perché spaccarsi la schiena come hanno fatto le loro nonne o bisnonne? Che bisogno c'è? Basta prendere la scorciatoia, aprire le gambe a chi può mantenerle o fargli fare carriera e il gioco è fatto! Povere nonne ingenue che hanno fatto una vita sacrificata inutilmente...  :disgust:
Queste femmine dei nostri tempi sono un INSULTO a alle vere donne e andrebbero completamente rieducate a calci nel culo dalla mattina alla sera.

Lucia:

--- Citazione da: Frank - Luglio 17, 2014, 01:04:18 am ---Sì, vabbè, buonanotte al secchio...

Ripeto: sii coerente e trasferisciti altrove; rinuncia a tutto quello che hai e qualora dovessi sentirti male, non chiamare il pronto soccorso e non andare in ospedale.
Curati da sola oppure fatti curare da qualche tuo familiare, anche se si tratta di qualcosa di grave.
Ok ?

--- Termina citazione ---

Non fare il prepotente, sai bene che se una società ricca ha lo scopo di arricchirsi distruggendo un paesino piccolo lo distrugge senza se e senza ma. Chi vuole vivere fuori dei valori occidentalizzanti non ha posto sulla terra . Gli indiandi sono distrutti proprio in nome del vostro "progresso", ma non solo loro.

All'ospedale non ci vado, né al pronto socorso. Ma chi ti ha mentito che i medici non c'erano nelle società tradizionali?!


--- Citazione ---Ma certo, come no.
Tipico ragionamento da mantenuta che vive sulle nuvole.
Bah...
--- Termina citazione ---

non, raggionamento di una persona sana non dipendente della tecnologia.
Per 32 anni non ho avuto la macchina né io né mio padre (e adesso abbiamo perché una ce l'ha regalata gratisse prima di portarla a demolizione), le mie escursioni preferite erano le camminate a piedi per le montagne, dormire nella tenda, aacendere il fuoco,  il posto di gioccare preferito era gioccare il mezzo alla strada, ciò che oggi i bambini non possono permettersi per paura dei automobili che impuzzoliscono l'aria
Mi piacerebbe tanto un mondo senza automobili.


Ah, scusami  :) che io di questo autore ho scritto la tesi PhD a Torino. Lui è svizzero, ta torre di Bollingen è vicino a Zurich

A Bollingen il silenzio mi circonda quasi sensibilmente e vivo in armonia con la natura, quasi mi ci sento immerso in essa.
Ho rinunciato alla corrente elettrica.
Io stesso accendo il focolare e la stufa e la sera accendo le vecchie lampade.
Non vi e’ acqua corrente e pompo l’acqua da un pozzo, spacco la legna e cucino il cibo.
Questi atti semplici rendono l’uomo semplice: e quanto e’ difficile essere semplici.

C.G. Jung - Ricordi, sogni e riflessioni

Lucia:

--- Citazione da: Frank - Luglio 17, 2014, 01:19:42 am ---Basta leggere qualcosa di serio e non di "romantico", per sapere che quella era un' epoca a dir poco brutale.

--- Termina citazione ---

non c'è nulla di romantico in questo, dal paleolitico ci sono rimasti solo alcuni ustensili.
Di questo si ricostruisce un mondo ipotetico, ma mai siccuro.
Cosa ti fa pensare che sono stati più agressivi di oggi?
Il tuo desiderio di crederti evoluto?!


--- Citazione da: Frank - Luglio 17, 2014, 01:38:27 am ---Ascolta, non se ne può più di questa storia delle donne sempre vittime di qualcosa o di qualcuno.
Vi ritenete più furbe, più sveglie, più intelligenti, più sensibili, nonché dotate di un fantomatico "sesto senso" e in grado di "indirizzare" i pensieri e le azioni degli uomini; sostenete che "dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna" (cagata mostruosa; ma vabbè...), ma poi, chissà come e perché, venite regolarmente ingannate, manipolate e indottrinate dai trogloditi che partorite (tramite il seme maschile, ovvio) e con i quali vi relazionate.
Maahhh... :doh:

--- Termina citazione ---

senti per prima non ho mai detto ciò che scrivi sopra, vai a litigare con chi le sostiene.
Tu comporti come le femministe che considerano tutti gli uomini stupratori solo perché alcuni lo sono.
Non sono stata io a fare differenza tra uomo e donna nella lor manipolabilità.

per seconda se una mi dice che le donne vogliono il consumismo (perchè da qui è partito la discussione) NON
la stragrande maggioranza delle donne e anche degli uomini sono vittime (marionette) del cosnumismo, là dove il consumismo esiste.

Ci vuole tanto per capirlo?!

Non so quando siete stati coi risparmiosi, quando Italia era povera probabilmente, ma si quando io sono arrivata era normale divertitrsi facendo shopping e andare per ristoranti, riempire i carelli di spessa con quantità enorme di cibi. ed ero ridicola se non volevo spendere troppo. Forse con la crisi si commincia un po tornare alla raggionevolezza.
Ma se una donna cresce imparando di contare i soldi e non sprecare lo farà cosi, se cresce in un ambito dove la moda e far shoping e provare nuovi ristoranti mica è colpa sua se fa questo. Non sono dicerto le donne nate più consumiste o spendacione degli uomini.

Rita:
Piccolissima precisazione, perché altrimenti secondo me si continua a saltare da un argomento all'altro, gli uni cercando di difendere il maschile e l'altra cercando di difendere il femminile.
Per conto mio, quando ho detto che "consumismo e femminismo" sono a braccetto e che ci sono state infinite discussioni su questo non intendo dire che le donne sono tutte consumiste e gli uomini no.
Ma che queste ideologie hanno agito insieme (e sarebbe interessante capire se il consumismo è figlio del femminismo o il femminismo è figlio del consumismo), per trasformare la società, facendo leva ovviamente sui desideri della massa. E' ovvio (e lo ritengo implicito) che il femminismo ha avuto successo non soltanto perché ha promesso felicità alla massa delle donne, ma evidentemente anche gli uomini hanno visto in questa ideologia una possibilità di soddisfazione dei loro desideri (la liberazione sessuale potrebbe essere stata una di queste leve, salvo poi accorgersi che entrambi la intendevano in modi diversi).

Oggi devo lavorare  :D  ma velocemente posto una vecchissima discussione che forse spiega meglio il punto di vista.

http://www.uomini3000.it/10038.htm

Sull'eterna diatriba della creatività e della conservazione.. beh... parlo dei due principi (o delle due polarità), mi sembra inutile portare esempi singoli della donna che crea la torta o dell'uomo che conserva il patriarcato (cerco di semplificare). Diventerebbe come quando si parla della forza fisica, dell'attitudine o dell'istinto materno. C'è sempre qualcuno che dice nell'ottocento una robusta ventenne che lavorava in campagna probabilmente batterebbe a braccio di ferro l'impiegato postale sessantenne di oggi. Se parlo delle due polarità certo che non parlo di tutti gli uomini contro tutte le donne. Ma è ovvio che la polarità femminile sarà mediamente e maggiormente presente in una donna e la polarità maschile sarà mediamente e maggiormente presente in un uomo, altrimenti siamo queer.  :lol:

Sul sognare la vita senza progresso e tecnologia, bisognerebbe capire quanto indietro bisogna andare.

Il progresso è il cammino della storia dell'umanità. Anche gli indiani d'America avevano sviluppato il loro progresso, avevano modificato la natura. L'addomesticazione degli animali, l'agricoltura, una semplice zappa, la ruota, la filatura e la tessitura sono progressi dell'umanità. Sono tecnologia basica.

Comunque Lucia mi sembra sostenga la teoria del "buon selvaggio". Cioè l'umanità a un certo stadio sarebbe stata tranquilla e pacifica e felice senza guerreggiare coi vicini.

Quando? Dove? Esiste un luogo dove non ci sia stata guerra, battaglie? Che poi siano fatte con le bombe o con le pietre poco importa.

Siamo animali culturali e la cultura l'abbiamo inventata noi. E la cultura è quella cosa che ci ha fatto inventare un modo di comunicare per trasmetterci un'etica, dei valori, una morale condivisa.

Sarei più propensa a credere che nel paleolitico la cultura fosse ancora agli albori e fossimo molto vicino al mondo animale  e che ce ne distinguessimo poco.

Secondo Pinker (che non c'era nemmeno lui,.. ma perlomeno si è affidato a studi antropologici, reperti e dati) questa è l'epoca meno violenta della storia

http://www.ilpost.it/2013/05/05/epoca-piu-pacifica-della-storia-declino-della-violenza-steven-pinker/

La tesi di Pinker sembra, a un primo sguardo, anche poco confermata dalla storia. Anche accettando che il Medioevo – così come altre epoche passate – fosse un’epoca più violenta della nostra, come ci si può convincere che le pacifiche tribù di cacciatori raccoglitori che esistevano prima della formazione degli stati nazionali (tribù che esistono ancora nella foresta amazzonica e in altre aree remote del mondo), fossero più violente delle nostre moderne società? Pinker articola la sua storia della violenza e del progressivo allontanamento dell’uomo dalla sua pratica in diverse fasi, la prima delle quali ha a che fare proprio con la risposta a questa domanda.

Mai fidarsi degli eschimesi
 La prima grande e sensibile diminuzione delle violenza tra essere umani, secondo Pinker, avvenne con il passaggio dalle società tribali e anarchiche alle prime società statuali: un processo lento, avvenuto in vari momenti in varie parti del mondo (e in alcuni luoghi mai avvenuto) che cominciò circa 5 mila anni fa. Quest’epoca ebbe termine più o meno intorno al XVI-XVII secolo – almeno in Europa occidentale – quando dalle prime rudimentali organizzazioni statuali si arrivò agli stati moderni veri e propri che si fondavano sul concetto di monopolio della violenza da parte dell’autorità centrale.

Pinker divide questa lunghissima epoca in due distinti processi: quello di pacificazione e quello di civilizzazione. L’inizio di questo processo cominciò circa 5.000 anni fa, quando cominciarono a sorgere le prime organizzazioni statuali che decisero deliberatamente di limitare la violenza. Le prime forme di organizzazioni erano di sicuro più simili a dei racket mafiosi, in cui gruppi di potenti estorcevano risorse in cambio di protezione dalla violenza dei vicini e da quella interna – il re-sacerdote della antica città che prende donne e prodotti dei cittadini e in cambio li protegge dai predoni nomadi e punisce chi deruba o uccide gli altri cittadini. Si tratta di un fenomeno conosciuto e studiato da storici e archeologi.

Quello che manca è la dimostrazione che la violenza che gli esseri umani esercitavano gli uni verso gli altri prima di riunirsi in queste società fosse superiore a quella che ci fu dopo. Per verificare che sia davvero così, Pinker comincia smentendo la leggenda secondo cui popolazioni di cacciatori-raccoglitori sono per natura pacifiche e inoffensive. Pinker riporta i racconti di diversi antropologi e altri osservatori sul comportamento delle popolazioni di cacciatori-raccoglitori. Uno dei più impressionanti è quello Robert Nasruk Cleveland, un eschimese (una delle numerose popolazioni che nel mondo sono rimaste alla fase pre-statuale) che nel 1965 riportò un ricordo di gioventù:


Un mattino gli uomini del campo nuataagmiut scorsero un numeroso gruppo di caribù e partirono al loro inseguimento. Mentre erano via, gli incursori kobuk uccisero tutte le donne del campo. Poi recisero le loro vagine, le infilarono su una corda e si diressero rapidamente verso casa.

I racconti sono impressionanti, ma non rappresentano una evidenza scientifica, perché potrebbero benissimo riportare episodi cruenti ma isolati. Per trovare i numeri a supporto della sua tesi, Pinker ha utilizzato gli strumenti dell’antropologia e dell’archeologia forense. L’antropologia, con la sua osservazione di molti gruppi di cacciatori-raccoglitori e cacciatori-orticoltori, ha permesso di studiare i tassi di omicidio e i tassi di morti in guerra che queste società hanno tuttora. L’archeologia forense ha permesso di studiare gli stessi dati per le popolazioni preistoriche (esaminando ad esempio le ferite sugli scheletri trovati nei siti archeologici e procedendo quindi a complesse elaborazioni statistiche).

Ricerche incrociate utilizzando i metodi dell’archeologia forense e gli studi degli antropologi su decine di popolazioni scomparse e tribù ancora esistenti hanno portato a elaborare una media del 20% dei morti in guerra. Nel corso del XX secolo morì in guerra, genocidi o in carestie causate dalla guerra il 3% della popolazione mondiale. Un numero appena inferiore ai soli morti in battaglia nel XVII secolo, uno dei più sanguinosi della storia europea. Nel Messico pre-colombiano, dove dominava l’impero azteco e le sue feroci scorrerie a caccia di schiavi, il tasso di morte in battaglia raggiunse a fatica il 5%

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