Ma infine, cos'era quel patriarcato che è fumo negli occhi al femminismo?
Il Patriarcato nel proprio stato puro, intendo, in quella società preistorica dove il Pater Familias (qui Famili
as sta per genitivo arcaico, complemento di specificazione che altrimenti sarebbe stato Famili
ae, a testimonianza dell'antichità dell'istituzione) domina senza alcuna limitazione nè interna nè esterna. Un uomo e il proprio mondo, per il quale mondo quell'uomo era:
- sacerdote: leggeva la volontà divina nel volo degli uccelli o nelle ceneri del mattino. Da Giove - Iuppiter traeva la legge - Ius
- monarca: unica fonte del potere, unico principio e fondamento della vita della famiglia
- giudice, di conseguenza, ca va sans dire.
Ma, ora, quel patriarcato come è finito? Da cosa è stato soppiantato, sostituito, limitato?
Ebbene: quando i vari clan famigliari riconobbero la necessità di consorziarsi per accordarsi e non esaurirsi in guerre infinite e nello stesso tempo per difendersi da nemici esterni, come si accordarono i poteri assoluti di ciascun Pater con quelli degli altri? Se un pater vede nel volo degli uccelli l'infallibile e inconfutabile volontà divina di andare a nord mentre un altro vi legge altrettanto certamente il comando di spingersi a sud, se uno si appropria delle mogli o delle bestie o delle cose dell'altro, come si accordarono quegli eroi?
Ebbene, al patriarcato nel proprio stato originario è succeduto il DUELLO! Come dice il Vico: "protestavano Dio testimone e si richiamavano a Dio giudice dell'offesa... se essa parte oltraggiata vi cedesse mai vinta, reputavasi rea". Cioè la soccombenza nel duello era la fonte del diritto!
I duelli oggidì son proibiti, in quanto si ritiene che il diritto si debba far valere con carte bollate e giudici e avvocati e leggi. Chi si facesse giustizia da sè non sarebbe considerato giusto perciò stesso, anzi, la sola intenzione di regolare da sè i propri affari è indice sicuro di reità, si dice.
Epperò capita che un giudice condanni a 7 anni, e un altro assolva per lo stesso fatto e in base alle stesse leggi. Aprendo la strada ad infiniti ricorsi così come il giocatore incallito si gioca alla roulette anche l'ultimo bottone della camicia. La sorte girerà, pensa l'imputato, e mi darà ragione.
Sembra un racconto umoristico, una barzelletta, se non fosse proprio tutto vero.
Con il femminismo che in tutto questo gioca una parte non da poco conto.
Incapaci di duellare da sè, le donne si rivolgono ai tribunali per avere giustizia, cioè per appropriarsi della Ius, per dimostrare a sè e al mondo che Gott mitt Uns.
Non sarebbe forse meglio domandarsi se era meglio il Pater Familias che scrutava il volo degli uccelli, piuttosto di quello che urla incollerito che "va tutelata anzitutto la dignità delle donne"?