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Fikasicula, il Ricciocorno e Maschile Plurale

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Vicus:

--- Citazione ---La donna forte che considera rinuncia tutto ciò che non la riguarda in prima persona,  persino i figli.
--- Termina citazione ---
Eccellente sintesi.

utentessa cancellata:
tempo fa ho provato a intervenire sul blog abbattoimuri, ma la titolare non ha smoderato il mio commento in cui alludevo alla sua frequentazione dei blog qmmisti- mi sembrava giusto che dicesse quale fosse stata la sua palestra e dove avesse approfondito e riflettuto su certi temi (come  certamente non aveva potuto fare sui siti e i blog femministi da cui sarebbe stata bannata come troll, provocatrice, commentatrice compulsiva, ecc.). Mi spiegò che non poteva pubblicare il mio commento perché, sai, le compagne non capirebbero, non servirebbe alla causa, ecc.
Ah, be', ho pensato. Però molti dei suoi argomenti "critici" - rispetto al femminismo mainstream  di terza ondata - li aveva presi, pari-pari,  da lì. Mi è sembrato poco onesto non dichiararlo: non dichiarare che solo sui siti e sui blog della QM si parlava di violenza delle donne, per esempio, argomento tabù nel mondo femminile/femminista.

Più tardi, una nota blogger femminista - che credevo in rotta con FS, data l'apparente diversità di posizioni - un bel giorno mi rivelò che invece erano amicone e si presentavano libri a vicenda. Come dire: scemotta, ci sei cascata.
E ho ri-pensato: ah, be'.

Chi si definisce, oggi, femminista - critica o non critica - continua a nuotare nello stesso brodo narrativo del complotto patriarcale, di vittime e carnefici, di violenza di genere, femminicidio, e via dicendo. Non vedo ancora grosse differenze tra le varie voci in campo.
Si sono fermate a Eboli, mi pare.

La nuova campagna #Idon'tneedfeminism sta suscitando polemiche, però. Emergono piccole differenze, qualche piccolo scontro. Io dico bene, non perché mi interessi vedere stroncato un movimento (che avrà pure avuto i suoi meriti in passato), ma perché significa che la vecchia strada degli errori sta diventando sempre più impercorribile.

utentessa cancellata:
Abbattoimuri: Una cosa sono le donne che mettono in discussione il femminismo egemone perché esigono di potersi autorappresentare e un'altra gli uomini che lo disprezzano perché vorrebbero imporre la propria visione morale alle donne. Di uomini che nel tempo ci hanno detto cosa fare ne abbiamo avuti fin troppi. E in questo siamo tutte d'accordo, a prescindere dal femminismo che ci piace. Le nostre regole le stabiliamo noi.

L'impressione è sempre quella che stia dando un colpo al cerchio e uno alla botte.
Un po' per sopravvivere, e un po' perché dalla gabbia uomini vs donne è difficile uscire.
Ma è paradossale rivendicare per sé la libertà di dire quello ceh si pensa di qualcosa, mentre la si nega ad altri.
La libertà resta sempre a senso unico...

Stendardo:
Signori , sono pronto a scommettere che stiamo assistendo al più grande bluff di tutta la storia del femminismo italiano .

Quello che sta succedendo deriva dal fatto che il potere di cui godono le femministe  in Occidente fa in modo che una parte di esse siano diventate così arroganti e boriose di se da ammettere pubblicamente e sfacciatamente quali siano i loro veri obiettivi prefissati , mentre l’altra parte , composta da femministe che vorrebbero apparire  innocue ma che in realtà sono più scaltre , continuano nella loro tiritera bugiarda affermando che , in qualche modo , esse sono addirittura amiche degli uomini…così buttano l’amo ed i pesci abboccano…
In sostanza queste ultime femministe hanno il compito di veicolare all’opinione pubblica un femminismo “buono” , a tratti quasi caritatevole verso gli uomini e le donne (mi asciugo le lacrime… :'() , allo scopo di indottrinare meglio al femminismo le masse meno abbienti le quali saranno poi sufficientemente lobotomizzate per essere successivamente assoggettate alle prime  appartenenti al femminismo istituzionale – internazionale .
Si crea così un meccanismo secondo il quale le une e le altre mettono in scena una commedia la cui trama riguarda unicamente gli spetti applicativi e metodologici attraverso i quali esse possano  :
1 - piazzare meglio sul mercato il “prodotto femminismo” ,
2 - rifilare la sola denominata “femminismo” ,
3 - trarre da esso il maggior profitto personale e carrieristico ,
ma non bisogna affatto dubitare sulla intima adesione di entrambe le tipologie di femministe alla dottrina femminista .
In realtà alle femministe non gli passa minimamente per la testa di mettere in discussione alcunché né tantomeno il femminismo , esse cercano soltanto un punto di appoggio per veicolare meglio il femminismo alle masse oppure per sottrarsi eventualmente di fronte alle proprie responsabilità nel caso in cui la situazione volgesse al peggio . 

utentessa cancellata:
@stendardo
siccome non credo alle teorie del complotto, in generale, non credo neanche alla teoria del complotto femminista. Almeno non a un complotto così "strutturato". Che suona come l'altra faccia del complotto maschilista.
Più che a una volontà di dominio e sopraffazione, penso a una scelta (consciamente o inconsciamente) opportunistica. Per esempio. Chi vive dell'ideologia che professa ha una ragione in più per non essere completamente onesto con se stesso (e con gli altri): il mutuo da pagare. Poi ci sono le gratificazioni non strettamente economiche (psicologiche, sociali, umane e via dicendo) legate al fatto di avere un seguito. Ecc. Difficile rinunciarci solo perché qualcosa, nella tua teoria, fa acqua. Meglio riaggiustare/riformulare la teoria, che perdere un seguito, uno status, una fonte di sicurezza.

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