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Fikasicula, il Ricciocorno e Maschile Plurale

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Salar de Uyuni:

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Re:Fikasicula, il Ricciocorno e Maschile Plurale
« Risposta #4 il: Oggi alle 12:47:03 »
Citazione
Caro Vnd, non confondiamo il femminismo con (tutte) le femministe. Che il primo sia un fenomeno deleterio e dannoso è indubbio.
Ma che tutte le femministe siano delle misandriche in malafede, qui concedimi qualche dubbio. Anche qualcuna di loro potrebbe
cambiare idea e rendersi conto della deriva totalitaria e suprematista del femminismo e regolarsi di conseguenza. Lo ha fatto la Erin Pizzey, lo ha fatto la Badinter, perchè non potrebbe farlo Fikasicula? Suggerirei di offrirle un tavolo di confronto e chissà
che non riusciamo ad acellerare il suo percorso di critica al femminismo com'è oggi diventato che mi pare sincero e autentico.
Se non sarà così, ci ricrederemo sul suo conto. Ma ti faccio notare che se i cristiani non avessero accettato la conversione di
Saulo di Tarso perchè era stato per anni fariseo, non avrebbero mai avuto un apostolo Paolo. Dovremmo schifare e respingere il
dialogo (forse utile) con Fikasicula perchè per tanto tempo è stata femminista e ha scritto e detto le cose che ha scritto e detto?
P.S.: e se tifa schifo parlare con lei, non è un problema: non farlo. Ci parlo io.
--- Termina citazione ---

A me sta bene un nuovo tavolo di dialogo,anche perchè la fikasicula di adesso è cambiata.
Comunque io le avevo dedicato un articolo del blog,ovviamente non ha risposto.

http://www.questionemaschile.org/?p=1213

vnd:

--- Citazione da: Massimo - Luglio 19, 2014, 12:47:03 pm ---Caro Vnd, non confondiamo il femminismo con (tutte) le femministe. Che il primo sia un fenomeno deleterio e dannoso è indubbio.
Ma che tutte le femministe siano delle misandriche in malafede, qui concedimi qualche dubbio. Anche qualcuna di loro potrebbe
cambiare idea e rendersi conto della deriva totalitaria e suprematista del femminismo e regolarsi di conseguenza. Lo ha fatto la Erin Pizzey, lo ha fatto la Badinter, perchè non potrebbe farlo Fikasicula? Suggerirei di offrirle un tavolo di confronto e chissà
che non riusciamo ad acellerare il suo percorso di critica al femminismo com'è oggi diventato che mi pare sincero e autentico.
Se non sarà così, ci ricrederemo sul suo conto. Ma ti faccio notare che se i cristiani non avessero accettato la conversione di
Saulo di Tarso perchè era stato per anni fariseo, non avrebbero mai avuto un apostolo Paolo. Dovremmo schifare e respingere il
dialogo (forse utile) con Fikasicula perchè per tanto tempo è stata femminista e ha scritto e detto le cose che ha scritto e detto?
P.S.: e se tifa schifo parlare con lei, non è un problema: non farlo. Ci parlo io.

--- Termina citazione ---

Forse hai ragione tu, non lo so....
Io... non riesco a fidarmi.

La ragione è sempre la stessa i siti che fanno capo a lei sono pieni di contenuti offensivi e persecutori verso uomini e anche verso i bambini.

Prima di prendersi il compito di pulire il mondo, la gente farebbe meglio a pulire casa propria.

Angelo:
Parlateci voi, io per rispetto al forum mi asterrò.

COSMOS1:
siamo sempre e comunque fuori tema! perchè? narcisismo? egocentrismo?  :hmm:

il punto non è nè un supposto dialogo di FS con noi (quel che dovevamo dirci ce lo siamo detti, punto. Altro sarebbero chiacchiere buone per il thè) nè contribuire ad una supposta rottura del fronte femminista.

Il punto è capire che ci stiamo a fare qui, noi!

Il femminismo è ciò che ha posto le condizioni della QM: noi M siamo naturalmente in competizione tra noi, la civiltà di cui "godiamo" è in gran parte frutto di una sospensione della nostra reciproca conflittualità. Ad esempio il matrimonio monogamico presuppone la rinuncia del più forte ad appropiarsi di tutte le donne. Il matrimonio monogamico ha rappresentato evidentemente un vantaggio competitivo per la civiltà indoeuropea.

Il femminismo è venuto a mettere in crisi la nostra identità maschile e la QM rappresenta una temporanea sospensione delle ostilità in attesa di comprendere e/o eliminare il nemico comune.

Va bene.

Ma a questo punto nel quale siamo, osserviamo che il femminismo produce sofferenza non solo sul lato M o F, ma anche sul piano ideologico: gli attori e attrici del femminismo patiscono la crudeltà interna dell'ideologia che avrebbe dovuto, dal loro punto di vista, salvare il mondo.

Ci sono sicuramente dinamiche psicologiche che spiegano questa sofferenza, non psicopatologiche ma normalmente psicologiche. La paura dell'esclusione, dell'abbandono, il distacco dalla mamma. Deve essere terribile l'esperienza interiore di una femminista che esperimenta la paura di essere abbandonata dalla grande Madre!

Eppure forse è proprio questa una sofferenza liberante: se il bambino si lancia nel vuoto e trova le braccia del padre ad attenderlo.

In questa prospettiva in realtà non conta tanto chi include e chi esclude, l'esperienza dell'abbandono non è tale perchè Il paucineuronico Lizzi abbia un qualche titolo ad escludere, ma perchè la figura femminile è in sè una figura totalizzante (totalitaria): la mamma è una sola, essere rifiutati in parte da una parte significa essere rifiutati del tutto da tutti. Ma la sofferenza è patrimonio solo di chi dipende psicologicamente dalla madre: dubito fortemente che il Lizzi e il Riccicorno vivano alcuna sofferenza: si tratta infatti solo di opportunisti pronti al salto della quaglia non appena il vento soffierà altrove. Loro non si sentono in alcun modo feriti dal mancato riconoscimento della grande Madre.

Queste dinamiche interne al femminismo sono importanti per noi MM, perchè anche noi abbiamo bisogno di capire chi siamo, a chi apparteniamo, chi ci ama e chi amare. Suppongo che come il matrimonio monogamico e la proibizione dell'adulterio hanno posto un limite al potere dei potenti, così oggi si tratterà forse di concepire e realizzare una Nuova Alleanza che sia anzitutto una Alleanza Maschile.

COSMOS1:
Ma seguiamo allora cosa succede di là. Elettra Daiana interviene nella faccenda a sostegno di Fikasicula.
La parte a mio parere più interessante non è la pars destruens, ma bensì la pars costruens.
Noi sappiamo che il limite della QM è la pars costruens: siamo in grado di smascherare la regina nuda con la sua di lei pretesa di normare il mondo proponendo una gerachia sociale rovesciata rispetto ai propri femministi incubi: come loro favoleggiano di un patriarcato nel quale le donne erano represse e sfruttate, così vorrebbero imporre la repressione e lo sfruttamento maschile.
Fin qui è facile. Va bene, ci sono delle deficenti che non lo capiscono, come le demeti di MdM  di cui abbiamo detto ieri: vedi. Ma la parte migliore del femminismo, quella che ci deve preoccupare perchè ha delle ragioni, appunto, quella ha colto le nostre critiche e sta andando oltre.
Ora, con quel femminismo è arduo e urgente confrontarsi, ed è appunto la pars costruens della Elettra:


--- Citazione ---Cara Eretica, il femminismo è stata un’esperienza dell’umano, non un incipit metafisico, non l’epifania di un nuovo mondo. Solo un’esperienza dell’umano femminile, ma poderosa e dirompente, che ha cambiato il gioco delle parti, messo al mondo l’inaudito, condensato, per fare un esempio a me caro, nel dissacrante gesto della vagina, ostentato negli spazi pubblici a sfida del patriarcato. Ha insomma sbaragliato l’ordine del discorso dominante e alcune donne vi hanno contribuito con una particolare lucidità del pensiero e forza dell’azione, che va loro riconosciuta. Ma come tale – come esprienza dell’umano – il femminismo ne porta intrinsecamente i limiti, quelli per cui non si esce dalle ricorrenti follie umane o se ne esce in forma claudicante e provvisoria.
--- Termina citazione ---

Dunque il femminismo sarebbe una esperienza dell'umano, solo sembra sottintendere per escludere attese troppo alte. Solo una semplice esperienza umana, ma una esperienza che ha messo al mondo l'inaudito.
Ora: io fatico a capire cosa sia una esperienza umana che mette al mondo l'inaudito, che realizza storicamente una novità assoluta, se non una esperienza epifanica. Cioè, da dove e cosa  il femminismo avrebbe realizzato quel che avrebbe realizzato se ciò che ha realizzato è altro rispetto al mondo (patriarcale) senza con ciò stesso essere epifanico? Se metti nell'acquario un pesce nuovo, non puoi pescarlo laddove lo vuoi inserire, mi sembra banale.
Non c'è dubbio: le femministe hanno percepito la loro esperienza in modo epifanico, la manifestazione di un mondo altro.

Utile, in questa prospettiva la "preghiera" a Maria pubblicata proprio in questi giorni da Abbatto i Muri. Estrapolo:


--- Citazione ---Vergine delle brame che sei pura voglia,
 pura libertà e pura speranza,
 fa’ che non s’estingua in me, in noi,
 il desiderio della felicità,

Virgen de los Deseos que eres puro deseo,
 pura libertad y pura esperanza
 Haz que nunca muera en mi y en nosotras
 el deseo de ser feliz
--- Termina citazione ---

[sorvoliamo sulla forzatura di tradurre desiderio con brame e voglia, muera con estinguere etc, Ad ogni modo io avrei tradotto così:

Vergine dei Desideri che sei puro desiderio,
pura libertà e pura speranza,
Fai che non muoia mai in me e in noi
il desiderio di essere felici

!]

Ora: dobbiamo prendere sul serio l'affermazionde dell'esperienza epifanica. In un certo senso il problema dell'assimilazione del femminismo parte proprio da questa mancata comprensione dell'esperienza che l'ha sostenuto. Di fatto abbiamo contrapposto un ragionamento ad una esperienza.
Il ragionamento cuoce la carne dell'esperienza, senza la quale carne resta solo il fumo.
Credo che questo sia un punto dal quale si debba ripartire in modo radicale.
Perchè ad esempio non rileggere nella mistica dell'aborto il riafforare dei sacrifici ancestrali con i quali a fondamenta delle città si mettevano i propri figli sacrificati?
Il femminismo ha rappresentato la ripresa di contatto con l'esperienza in sè, in quanto tale, la ripresa di contatto con il corpo, il reale. Per quanto debole fosse il ragionamento che ne scaturì, era sempre più forte di quei ragionamenti esangui (=senza sangue, capitemi!) che gli si opponevano.

Ripartire perciò dall'esperienza, dal corpo, dal reale, rifiutando qualsivoglia verità o dogma che non abbia un immediato, carnale corrispettivo, perchè se si tratta di pietà o di collera, di orgoglio o di empatia, si tratta sempre, solo e comunque di esperienze che passano attraverso stati corporei, sensazioni fisiche, ed espressioni fisiche.

In questa prospettiva credo che il femminismo possa essere compreso come una risorsa dell'intera umanità nella misura in cui rappresenta per tutti noi una ripresa di contatto con la vita e non si riduce essostesso ad una volgare ed asfittica logica di potere. Se, appunto, la vita è più forte del potere e delle convenzioni, se dal proprio corpo e dal proprio sangue passa l'epifania del vero sacrale, assoluto, allora in definitiva nessun potere ha catene sufficenti per una sola persona libera.
Va da sè che l'appercezione immediata, corporale del vero, necessita di uno scardinamento di quelle stesse sovrastrutture femministe che oggi si sono sclerotizzate a soffocarlo.
Va da sè anche che la ierofania maschile ha molta più storia e molta più strada e futuro, se la sapremo recuperare, di questi neoterici balbettii.

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