Autore Topic: Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi  (Letto 7571 volte)

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Offline Animus

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Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« il: Luglio 20, 2014, 15:03:55 pm »
Ho visto un uomo morire d’infarto al termine di una vita di stenti: burattino legato ad una catena (di montaggio), non potè mai togliersi una soddisfazione.
Non ci fu un solo familiare non affranto, non afflitto in lacrime: aveva smesso di soffrire.

Paul Cezanne, al pari di Van Gogh, da vivo, riuscì a vendere un solo dipinto.

Schopenhauer giustificava l’ostracismo intellettuale verso la sua filosofia sostenendo che “il suo pubblico era ristretto perchè lui non scriveva per gli imbecilli”.

Nietzsche, che ha influenzato il ’900 come nessun altro e che conosceva l’umano come pochissimi altri, riguardo le possibilità di essere “Riconosciuto in vita”, non si faceva alcuna illusione: “Questo libro si conviene ai pochissimi. Forse di questi non ne vive ancora nessuno … A me si confà unicamente il giorno seguente al domani. C’è chi è nato postumo.”

In realtà, se essere riconosciuti “grandi” – anche se solo da morti – è privilegio di pochi, l’essere valutati migliori da morti che da vivi, è un destino comune a tutti.

Il rispetto per i morti, qualunque morto, per chiunque passi a “miglior vita“, è sempre superiore di quello che gli si attribuiva … quando era in vita!
Infatti, è solo da morto che, rispetto, onori e riconoscimento, non gli possono servire a nulla...

http://anticristo.org/2014/07/20/il-rispetto-per-i-morti-e-il-dispetto-per-i-vivi/
« Ultima modifica: Luglio 20, 2014, 15:17:22 pm da Animus »
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Online Massimo

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Re:Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« Risposta #1 il: Luglio 20, 2014, 18:56:44 pm »
E direi di più: chi è morto non rompe più i coglioni, non ci minaccia più, non ci da più fastidio, non è più un rivale o un competitore.
Riconoscergli grandezza e meriti non ci costa nulla. E' anzi un ringraziamento per essersi tolto dai piedi.

Offline Dottor Zero

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Re:Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« Risposta #2 il: Luglio 20, 2014, 19:14:00 pm »
Nietzsche, che ha influenzato il ’900 come nessun altro

Nietzsche era ateo, e in quanto tale non aveva capito una mazza della vita. E anche tu.

Offline André Linoge

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Re:Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« Risposta #3 il: Luglio 20, 2014, 22:50:49 pm »
Nietzsche era ateo, e in quanto tale non aveva capito una mazza della vita. E anche tu.
Quindi capire la vita sarebbe prerogativa esclusiva dei creduloni che credono nelle favole - frottole religiose?
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Online Frank

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Re:Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« Risposta #4 il: Luglio 21, 2014, 01:22:06 am »
Nietzsche era ateo, e in quanto tale non aveva capito una mazza della vita. E anche tu.

Ascolta, anch'io son ateo e benché di Nietzsche abbia letto ben poco, son del parere che costui avesse capito molto di questa assurda vita.
Non prendertela ma il problema dei credenti è quello di esser fortemente intolleranti nei confronti di chi credente non è. Intolleranza che al contrario non gradiscono assolutamente, perché partono dal presupposto "di sapere tutto e di aver compreso tutto".
Ora, io non credo di "aver compreso tutto della vita", ma parecchio sì.
E se permetti non mi reputo un imbecille solo perché non credo a certe indimostrabili favole.
Anzi, dal mio punto di vista potrei pensare il contrario, solo che prendo atto del fatto che su questo schifoso mondo ognuno è fatto a modo suo.

@@

ps: ci tengo a precisare che non mi interessa "litigare" per certe questioni, non fosse altro per il fatto che non avrebbe alcun senso, poiché si tratta di posizioni inconciliabili.

Offline Vicus

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Re:Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« Risposta #5 il: Luglio 21, 2014, 02:29:45 am »
Citazione
Nietzsche era ateo, e in quanto tale non aveva capito una mazza della vita. E anche tu.
Dottor 0, ce la fai a non insultare gli altri utenti?
Citazione
ma il problema dei credenti è quello di esser fortemente intolleranti nei confronti di chi credente non è
Non so quale sia stata la tua esperienza con altre persone (a parte Dottor 0...), ma come altri cristiani che conosco sono amico di non credenti, senza per questo annoiarli per convincerli di qualcosa.
Non ritengo che essere credenti equivalga ad appartenere ad un'altra specie che nega il raziocinio, o ha quanto al resto convinzioni diverse dagli altri.
Citazione
Anzi, dal mio punto di vista potrei pensare il contrario, solo che prendo atto del fatto che su questo schifoso mondo ognuno è fatto a modo suo.
Già ma molte questioni, compresa quella maschile, potranno risolversi quando ci renderemo conto che non siamo così diversi e che dispute su religione o politica sono futili.
« Ultima modifica: Luglio 21, 2014, 08:12:32 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Dottor Zero

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Re:Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« Risposta #6 il: Luglio 21, 2014, 06:52:52 am »
Quindi capire la vita sarebbe prerogativa esclusiva dei creduloni che credono nelle favole - frottole religiose?

Hai detto bene caro André: moltissimi "credenti" sono solo dei creduloni.  :)

Offline Dottor Zero

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Re:Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« Risposta #7 il: Luglio 21, 2014, 07:14:55 am »
Non prendertela ma il problema dei credenti è quello di esser fortemente intolleranti nei confronti di chi credente non è. Intolleranza che al contrario non gradiscono assolutamente, perché partono dal presupposto "di sapere tutto e di aver compreso tutto".

No carissimo, non me la prendo affatto. La mia, se vogliamo, era solo una critica mossa ad Animus, che basa tutte le sue "credenze" su speculazioni filosofiche e nient'altro, assolutamente incapace di ragionare con la propria testa.
Ed è vero che molti "credenti" (notare sempre il virgolettato) sono intolleranti. Io parlerei più di creduloni fanatici che credenti. Ti dico la verità: io non credo esista l'ateo. Tu non sei davvero ateo, e non lo è neanche Animus. La posizione di ateo è solo di comodo, come nascondere la testa sulla sabbia. Perché le prove dell'esistenza di Dio sono dappertutto, basta saper osservare e ragionare.
Se tu sei qui a scrivere con un PC, e per realizzare questo PC c'è voluta una mente, come puoi dire che il tuo corpo, il tuo cervello, il tuo sistema nervoso, i tuoi occhi ecc., infinitamente più complessi di un PC, si siano formati da soli? È follia allo stato puro!
Nietzsche era un niente, esattamente come tantissimi altri personaggi storici. L'unico che ha saputo dare un vero contributo all'umanità, che ha dato un senso alla nostra vita, è stato Gesù Cristo.
Personaggio talmente importante che dopo 2.000 anni se ne parla ancora diffusamente in tutto il mondo. Personaggio che ha saputo cambiare la vita della gente anche da morto...
Quindi, quale Nietzsche? Mi ci pulisco il culo con i suoi scritti.
Vi vorrei incontrare quando avrete 90 anni, per vedere se credete ancora che l'universo si sia auto-generato. Sapete, quando si arriva alla vecchiaia, di solito si pensa di più a cosa ci sarà dopo e che senso abbia una vita di nascita-sofferenza-morte. C'è chi ci pensa solo prima di schiattare e chi ci pensa dalla nascita. Io appartengo alla seconda categoria. Ma c'è un vantaggio: quando imposti la tua vita sul Creatore vivi senza paura, paura del mondo, paura della gente, paura del futuro. Vivi con la perenne consapevolezza che non sei solo e che il tuo viaggio non si fermerà qui.
« Ultima modifica: Luglio 21, 2014, 08:09:54 am da Vicus »

Offline Lucia

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Re:Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« Risposta #8 il: Luglio 21, 2014, 10:20:13 am »
A perte che tu drzero di Nietzsche non puoi capire niente perché sei troppo limitato,
anche Gesu è più rispettato da quando è morto di quanto lo era quando era vivo.

Perché nel nome dei morti si può fare qualsiasi cosa.

Offline Animus

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Re:Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« Risposta #9 il: Luglio 21, 2014, 10:49:20 am »
La mia, se vogliamo, era solo una critica mossa ad Animus.... assolutamente incapace di ragionare con la propria testa.
Quindi, quale Nietzsche? Mi ci pulisco il culo con i suoi scritti.

Dunque....
C'è un grandissimo "misunderstanding" intorno al pensiero e la figura di Nietzsche, alimentato e portato avanti, come si può ben immaginare, dai suoi nemici "giurati", cioè, dal clero.
Di cose potrei dirne tante, che se dovessi dirle tutte, finirei stasera, ma almeno le seguenti, le prime 4 che mi vengono alla mente, mi preme dirle:

1- Nietzsche non ha mai detto che Dio non esiste (nel senso degli A-tei)/non è mai esistito.
Ha invece detto che Dio è morto, è che "noi" siamo i suoi assassini.
Se uno dice che qualcuno è morto, significa che era vivo.
Da questo punto di vista, Nietzsche non si può dire ateo: certo, una volta che "uno" è morto, bisogna prendere atto che non c'è più.
Cmq, la furia di Nietzsche contro il cristianesimo è dovuta proprio e soltanto al fatto che lui ritiene responsabile della morte di Dio, il cristianesimo.
Secondo lui, è la Chiesa, la deicida e conseguentemente la "parricida".
Cosa che ai credenti sembra paradossale, e di fatto, non riescono a capire.

2. Pur avendo riversato fiumi di inchiostro conto la Chiesa, e il cristianesimo, in tutti i testi di Nietzsche, non si trova una frase, che sia una, contro Cristo.
Anzi, dove ne scrive...ne scrive bene.

3. Nietzsche non pensava che il mondo si era fatto da solo. Non ho su questo punto dati certi (non è un tema che gli interessava, tenderei a dire che quasi non ne ha parlato, o io non me lo ricordo), ma se dovessi dirne una, credo che faceva sua la concezione greca: "il mondo nessun uomo, nessun dio fece, sempre è stato, è, e sarà".
Significa che non esiste nessuna creazione, nè una creazione dal nulla (questa è una visione nichilistica, ma in fondo è quella giudaico-cristiana, che pone un Dio, che poi però crea il mondo....dal nulla, e quindi anche secondo Emanuele Severino che il maggior filosofo italiano oggi in vita, e di fama internazionale, anche se in maniera diversa da Nietzsche, il nichilismo va addebitato al cristianesimo), ma che l'universo è sempre esistito...da sempre:nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.

4. Un conto sono le posizioni di Nietzsche, sul quale si continua a gettar fango ed alimentarne il fraintendimento per screditarne il pensiero antiecclesiastico (che io sposo completamente), un conto è il mio che lo uso come uso altri, appunto per imporre il mio pensiero, che, non salva nemmeno Cristo.
Su Dio, mi pare di non averne detto mai male....
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Offline Salar de Uyuni

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Re:Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« Risposta #10 il: Luglio 21, 2014, 11:19:28 am »
Tornando in topic,il cosiddetto rispetto per i morti è funzionale all'atavica paura per la morte stessa,e anche per i morti...
dove sono i morti?
Anche nell'era del razionalismo,questa domanda provoca un brivido.
Esistono migliaia di storie che affrontano il tema della paura ancestrale dell'uomo per i defunti,da quelle sui vampiri,a quelle sui fantasmi.

La religione più primitiva che probabilmente sia mai esistita,era basata sul culto dei morti(gli antenati),ed era per così dire universale:
dall'antica Cina,all'antica Roma con i suoi Lari...
Nell'antica Cina in particolare,se una qualche disgrazia colpiva la famiglia,si diceva che c'era un antenato che era stato ''dimenticato''...
Durante la cerimonia in omaggio agli antenati,se il calderone cadeva per terra per distrazione dell'officiante era ritenuto segno di sventura,perchè appunto,l'officiante aveva mancato di riverenza nei confronti degli avi.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Lucia

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Re:Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« Risposta #11 il: Luglio 21, 2014, 11:31:47 am »
Quindi:

"125. L’uomo folle. Avete sentito di quel folle uomo che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: “Cerco Dio! Cerco Dio!”. E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. “È forse perduto?” disse uno. “Si è perduto come un bambino?” fece un altro. “Oppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?” gridavano e ridevano in una gran confusione. Il folle uomo balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: “Dove se n’è andato Dio?” gridò “ve lo voglio dire! L’abbiamo ucciso – voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto questo? Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino all’ultima goccia? Chi ci dette la spugna per cancellare l’intero orizzonte? Che mai facemmo per sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov’è che si muove ora? Dov’è che ci muoviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all’indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto più freddo? Non seguita a venire notte, sempre più notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di più sacro e di più possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli; chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo noi lavarci? Quali riti espiatori, quali giuochi sacri dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo noi stessi diventare dèi, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai un’azione più grande: tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtù di questa azione, ad una storia più alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!”.
(Nietzsche-Gaia scienza)

Non dice che l'ha fatto il clero, ma noi tutti.
Neanche secondo me Gesu non doveva essere crocifisso.

Se questa è ateismo  :doh:


Offline Salar de Uyuni

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Re:Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« Risposta #12 il: Luglio 21, 2014, 11:45:33 am »
Se vi ricordate c'era una novella molto bella di Gogol,in cui c'era uno di questi pendolari silenziosi della vita,ignorato da vivo,si accorgono della sua morte solo parecchio tempo dopo la sua morte,il suo capoufficio gli manda un emissario a minacciarlo di provvedimenti disciplinari se non torna immediatamente a lavoro,''come osa?''
E la risposta dell'emissario è ''egli decisamente non può tornare a lavoro''
''Come sarebbe a dire?Come si permette?Gli farò assaggiare la disciplina...''
''E' come motiva dunque la sua assenza?''
''E' morto''
Attimo di silenzio...
''Da quanto?''
''Da più di 2 mesi''
Solo allora i suoi superiori si vergognarono del loro comportamento...potere della morte...

Nessuno se ne era accorto in 2 mesi dell'assenza di Akakj Akakjevic...

Paolo Villaggio creerà il personaggio,di Fantozzi,che per definizione della stessa intellighenzia russa di allora,sarà l'autore che si avvicinerà di più a Gogol...
ricordo molto bene l'intervista di Paolo Villaggio,in cui spiega che se Fantozzi morisse,nessuno nella megaditta se ne accorgerebbe.

Se per Fantozzi nemmeno il paradiso gli è di consolazione (se vi ricordate era come allo stadio,tutti contemplavano Dio,ma lui era dietro a una colonna e non vedeva niente),per Akakj Akakjevic la sorte sarà diversa:
''egli diventerà un fantasma e tormenterà i vivi,in particolare il suo capo,per riavere il suo cappotto che gli era stato rubato''

Ignorato da vivo,sbeffeggiato,temuto da morto.


Caro animus,io solo per il fatto che Gogol era cristiano,io concederei al Cristianesimo almeno una cosa:
ha posto all'attenzione del mondo queste figure.
E tu anche se non lo ammetterai mai,fai parte di queste figure.
La morale aristocratica,caro animus,lasciala agli aristocratici...
Ed è inutile rifugiarsi nella propria supposta superiorità intellettuale,perchè ergersi su una torre d'avorio non servirà a molto...
L'aristocrazia è una cosa di nascita,chi nasce plebeo,potrà anche avere 160 di qi,ma sarà sempre un plebeo.
Poi per carità su altri aspetti hai ragione,ma questo aspetto dovresti considerarlo con più attenzione.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Animus

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Re:Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« Risposta #13 il: Luglio 21, 2014, 12:14:20 pm »
Non dice che l'ha fatto il clero, ma noi tutti.

Sì, ok, però non si può dire tutto in 20 righe.
Ad es. in quest'altro Nicce chiarische bene che ritiene responsabili, in primis, i "filosofi della fede" (i teologi) della morte di Dio  causata dall'aver dato alla divinità una rappresentazione "corrotta".
Tutta la sua filosofia/critica, è conseguente.


“Il concetto cristiano di Dio – Dio come divinità degli infermi, Dio come spirito – è uno dei più corrotti concetti di Dio che siano mai stati raggiunti sulla terra; esso rappresenta forse, nello sviluppo discendente dei tipi di divinità, addirittura il grado dell’infimo livello.
Dio degenerato fino a contraddire la vita , invece di esserne la sua trasfigurazione.
In Dio è divinizzato il nulla, è consacrata la volontà del nulla!
(…)
Laddove declina in qualsiasi forma la volontà di potenza si verifica ogni volta pure un’involuzione fisiologica, una décadence.

La divinità della décadence, mutilata delle sue virtù e i suoi istinti virili, diventa necessariamente il Dio dei deboli.
Essi non dànno a se stessi il nome di deboli, ma quello di buoni.”


Citazione
In Dio è divinizzato il nulla, è consacrata la volontà del nulla!

E Nicce capisce anche che questa "consacrazione del nulla" di riduzione di Dio a divinità degli infermi, di cui il cristianesimo (almeno come si è declinato in occidente) sarà anche causa del nichilismo:

“Ciò che descrivo è la storia dei prossimi due secoli.
Io descrivo ciò che viene […]: l’insorgere del nichilismo. […].
Che cosa significa nichilismo?

Significa che i valori supremi si svalutano.
Manca lo scopo.
Manca la risposta al “perché?”.
[…Dunque] non possiamo porre nessun aldilà o un “in sé” delle cose.
Manca il valore, manca il senso. […].
Risultato [di questa svalutazione]: i giudizi morali di valore sono […] negazioni: la morale è volgere le spalle alla volontà di esistere.”


Insomma, esattamente il contrario di quello che la Chiesa sostiene e vuol far credere..
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Re:Il rispetto per i morti e il dispetto per i vivi
« Risposta #14 il: Luglio 21, 2014, 12:21:36 pm »
infatti Nietzsche dice che potrebbe credere solo in un Dio che ama danzare.

@Salar, Gli anticlericali hanno fatto almeno altrettanto per la cultura italiana  quanto la chiesa se non di più.

Nei tempi di internet ci potrebbe succedere molto bene di litigare virtualmente con qualcuno che fratempo è morto. E tragico ma è cosi.
« Ultima modifica: Luglio 21, 2014, 12:32:29 pm da Lucia »