Autore Topic: Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo  (Letto 7287 volte)

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Offline Cavalier Serpente

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #15 il: Luglio 18, 2014, 13:09:52 pm »
Quanto segue richiede un po’ di attenzione, ..............

Ti ho letto con molto interesse, pu tuutavia nella tua conclusione debbo dare credito a Lucia


Non, gli integralismi emergono perché la gente non può vivere senza una verità assoluta, nel cui nome escudere qualcuno e sentirsi migliori.

E' la sintesi del "chi ce l'ha più lungo" tra i maschi e del "chi è la più bella del reame" tra le femmine, cioè la lotta per la sopravvivenza che non può essere che a discapito di ciò che ci circonda.
"Mors tua, vitae mea"...affermavano alcuni tipastri latini..

Non vi può essere "pace" sulla terra, in nessun ambito. Ma si può tendere alla pace.
E' l'ineludibile caretteristica entropica dell'universo come ci suggerisce tanto la fisica che alcuni concetti filosofico-religiosi in varie correnti (forse tutte) dell'Hinduismo, dove un sistema in perfetto e ddefinitivo equilibrio è inerte, morto, estinto.



ps
Lucia, scusami se ti ho dato ragione ti prometto che non lo farò mai più. :sleep:
Mi chiedete se ho mai pensato al matrimonio? Mai!!
E che so' diventato matto?
E che faccio, mi metto un'estranea* dentro casa? (cit. Alberto Sordi)
*Nota personale: "NEMICA" è più consono ed adatto. "Estranea", per uno degli strani casi del destino potrebbe anche essere una brava persona.

Offline Lucia

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #16 il: Luglio 18, 2014, 13:22:37 pm »
Ti ho letto con molto interesse, pu tuutavia nella tua conclusione debbo dare credito a Lucia

E' la sintesi del "chi ce l'ha più lungo" tra i maschi e del "chi è la più bella del reame" tra le femmine, cioè la lotta per la sopravvivenza che non può essere che a discapito di ciò che ci circonda.
"Mors tua, vitae mea"...affermavano alcuni tipastri latini..

Non vi può essere "pace" sulla terra, in nessun ambito. Ma si può tendere alla pace.
E' l'ineludibile caretteristica entropica dell'universo come ci suggerisce tanto la fisica che alcuni concetti filosofico-religiosi in varie correnti (forse tutte) dell'Hinduismo, dove un sistema in perfetto e ddefinitivo equilibrio è inerte, morto, estinto.



ps
Lucia, scusami se ti ho dato ragione ti prometto che non lo farò mai più. :sleep:

se mi dai raggione senza avermi capito non dirmi poi che sono io a cotraddirmi.  :dry:
A me piacerebbe se essitesse un mondo dove davvero nessuno è escluso, ma purtroppo sempre si inventano nuovi capri espiatori per poter fondare nuove erità e divisioni. La "Verità" è colo una macchina di esclusione (Michel Fouacult-La storia della sessualità)
Io non voglio che ci sia escluso nessuno, sto bene anche senza verità assoluta in nihilismo e relativismo .

Offline Cavalier Serpente

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #17 il: Luglio 18, 2014, 14:01:57 pm »
se mi dai raggione senza avermi capito non dirmi poi che sono io a cotraddirmi.  :dry:


Eh????

 :ohmy:..... :hmm:.......e come farei a darti ragione se non ti avessi capita??? :huh: :huh: :huh:

Qui qualcuno ha seri problemi con la lingua italiana, non c'è altra spiegazione.

Nella mia risposta mi riferivo a questo.


Non, gli integralismi emergono perché la gente non può vivere senza una verità assoluta, nel cui nome escudere qualcuno e sentirsi migliori.

E' una tua affermazione, o no?
Mi chiedete se ho mai pensato al matrimonio? Mai!!
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Offline Rita

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #18 il: Luglio 18, 2014, 14:11:55 pm »
Eh????

 :ohmy:..... :hmm:.......e come farei a darti ragione se non ti avessi capita??? :huh: :huh: :huh:

Qui qualcuno ha seri problemi con la lingua italiana, non c'è altra spiegazione.

Nella mia risposta mi riferivo a questo.
E' una tua affermazione, o no?


è una sua affermazione sì, ma nemmeno io ci vedo nulla a che fare con la competizione (che sarebbe la tua sintesi, il "chi ce l'ha più lungo" o "la più bella del reame").
Quindi il punto è che non capendo cosa c'entri la tua sintesi con quello che dice Lucia il problema resta e non è questione di italiano  :D
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline Red-

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #19 il: Luglio 18, 2014, 14:13:53 pm »
Con la filosofia fenomenologica husserliana, l'empatia diventa elemento fondamentale e istitutivo della genesi della socialità: l'essenza della capacità di istituire comunicazioni intersoggettive, fino a mettersi nei panni dell'altro sarebbe condizione genetica di ogni comunicazione e, quindi, "di ogni inizio di società".
La socialità come empatia rivela il soggettivismo radicale della fenomenologia: negando la validità oggettiva delle nostre percezioni, essa tende implicitamente a negare la realtà sensibile, che esisterebbe solo nella coscienza sotto forma di "disvelamento".
Ma il soggettivismo, oggi estremamente diffuso, rende la comunicazione e la socialità impossibili. Per comunicare è necessario un linguaggio condiviso, un universo simbolico comune di riferimento, altrimenti anche l'empatia diviene inattuabile: il soggettivismo permette di comunicare solo l'incomunicabilità.
Solo al fine di eliminare eventuali equivoci riguardo al taoismo, ribadisco che non è una filosofia "relativista". Per capire una qualisasi fiolosofia (credo) è necessario partire dalle basi.
La base del taoismo è il concetto del Tai Chi. Iltermine significa "energia primordiale, originaria".
In altre parole è una metafora che vuole intenedere la naturalità.
Se prendo una pesca e inizio a "tornirla" dall'esterno, arriverò dapprima alla polpa, poi al nocciolo, poi all'interno del nocciolo, etc, fino a che arriverò ad un punto talmente piccolo (possiamo chiamarlo "genoma" ?) in cui la pesca non è più quella di prima, ma contiene ancora in sè tutte le informazioni per diventarlo. E, utilizzando quelle informazioni, non diventerà una mela o un'arancia, ma diventerà ancora e solo una pesca. Quello è il Tai Chi della pesca.
Quello che vuole dire la filosofia taoista, quindi, non è che uno scoiattolo può vivere e pensare come un serpente o come una lepre, vuol dire che lo scoiattolo penserà sempre e solo come uno scoiattolo; per il resto dovrà immaginare, presumere, dedurre. E questo non è relativismo.
Il relativismo dice che un uomo può anche essere donna, o cane, o scimmia. La foca può anche essere un delfino. Il taoismo non dice questo, dice è vero che io posso educare un uomo a comportarsi come una scimmia, ma in tal modo avrò usato violenza alla sua natura ed egli, nel corso della sua vita tenterà sempre -più o meno consapevolmente- di ritornare uomo. Poi esisteranno le eccezioni, e queste non sono negate, ma la via maestra resterà quella là.

Quindi il taoismo distingue tra le varie specie (cane, gatto, pesce, etc) ed ognuno avrà il suo "Tai Chi", dopodichè distingue tra Yin e Yang, cioè tra femmina e maschio. Sarebbe a dire che maschio e femmina avranno il comune lo stesso simbolo ( si tratta di metafore), ma uno sarà a sinistra e l'altro a destra. Vuol dire chiaramente che saranno uguali in tante cose, ma diversi in altre.
Quindi si tratta di un soggettivismo -per me molto intelligente e vero- che distingue in base alle specie ed ai sessi.
Il soggettivismo di cui si parla in maniera generica, invece, non fa distinzione alcuna e non mette niente in comune, niente che possa naturalmente "unire" le parti. E' anarchia ideologica, potremmo dire, per un cui uomo potrebbe benissimo essere una donna o un cavallo, basta educarlo così e basta che lui si senta così. Si tratta chiaramente di una aberrazione logica, una cosa che non ha nulla di razionale, nè di scientifico e nè di minimamente ragionato. Per me una sorta di pazzìa collettiva indotta dai media, o qualcosa di molto simile.
"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Offline Vicus

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #20 il: Luglio 18, 2014, 14:16:37 pm »
Citazione
La percezione non può essere che soggettiva.
Questo è indubbio, è il discorso degli idoli percettivi di Bacone, che infatti cercava di superare le distorsioni della percezione. Anche Vico era nel solco di questa tradizione.
Ma la realtà non è soggettiva, come invece afferma la fenomenologia che la considera alla stregua di un’illusione, da “disvelare” nella propria coscienza. Se non è gnosticismo questo…
E poi: si crede in qualcosa perché lo si ritiene vero. E ciò che è vero non può opporsi alla ragione e alla scienza, anche se ragione e scienza non arrivano a spiegare tutto.
L’integralismo invece si pone sempre in conflitto con la realtà, che non capisce né si sforza di capire, e che cerca di sostituire con un fideismo cieco e semplificante. Ma la verità include, non esclude.
E il relativismo che oggi ci è imposto dai media, che parlano per slogan senza portare argomenti, è una delle forme peggiori di fondamentalismo.
« Ultima modifica: Luglio 18, 2014, 14:30:58 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Rita

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #21 il: Luglio 18, 2014, 14:20:27 pm »
.

Quindi il taoismo distingue tra le varie specie (cane, gatto, pesce, etc) ed ognuno avrà il suo "Tai Chi", dopodichè distingue tra Yin e Yang, cioè tra femmina e maschio. Sarebbe a dire che maschio e femmina avranno il comune lo stesso simbolo ( si tratta di metafore), ma uno sarà a sinistra e l'altro a destra. Vuol dire chiaramente che saranno uguali in tante cose, ma diversi in altre.

ok, quindi quando ho detto che il simbolo https://www.google.it/search?q=simbolo+yin+yang&tbm=isch&imgil=dU_mG6DUP-0NbM%253A%253Bhttps%253A%252F%252Fencrypted-tbn2.gstatic.com%252Fimages%253Fq%253Dtbn%253AANd9GcREMARRxXhdrSR2ABYgdIIU7-siJCIqB5X-h7DY_gfZv1EMqkXO%253B310%253B300%253BJ0buTXxIn80rjM%253Bhttp%25253A%25252F%25252Fcieloevento.blogspot.com%25252F2013%25252F11%25252Fi-ching-e-tecnica-4-yin-il-principio.html&source=iu&usg=__jv4pex2EYKmDAjWdEwCPHuKH9ZA%3D&sa=X&ei=pxDJU46FO-eM7Ab-g4DwDw&ved=0CDwQ9QEwBA&biw=1280&bih=853#facrc=_&imgdii=_&imgrc=dU_mG6DUP-0NbM%253A%3BJ0buTXxIn80rjM%3Bhttp%253A%252F%252F2.bp.blogspot.com%252F-TI-CoRT24RQ%252FUoAzFX3cfUI%252FAAAAAAAABnI%252FB54llaBcL78%252Fs1600%252Fyin_yang%25255B1%25255D.jpg%3Bhttp%253A%252F%252Fcieloevento.blogspot.com%252F2013%252F11%252Fi-ching-e-tecnica-4-yin-il-principio.html%3B310%3B300 bianco/nero è unito ma nello stesso tempo ben delineato nei suoi colori che si devono fondere (ma restano bianco e nero in ogni parte e non diventano mai di grigio indistinto) non ho detto proprio una cavolata?  :unsure:
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Offline Vicus

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #22 il: Luglio 18, 2014, 14:24:18 pm »
Solo al fine di eliminare eventuali equivoci riguardo al taoismo, ribadisco che non è una filosofia "relativista". Per capire una qualisasi fiolosofia (credo) è necessario partire dalle basi.
La base del taoismo è il concetto del Tai Chi. Iltermine significa "energia primordiale, originaria".
In altre parole è una metafora che vuole intenedere la naturalità.
Se prendo una pesca e inizio a "tornirla" dall'esterno, arriverò dapprima alla polpa, poi al nocciolo, poi all'interno del nocciolo, etc, fino a che arriverò ad un punto talmente piccolo (possiamo chiamarlo "genoma" ?) in cui la pesca non è più quella di prima, ma contiene ancora in sè tutte le informazioni per diventarlo. E, utilizzando quelle informazioni, non diventerà una mela o un'arancia, ma diventerà ancora e solo una pesca. Quello è il Tai Chi della pesca.
Quello che vuole dire la filosofia taoista, quindi, non è che uno scoiattolo può vivere e pensare come un serpente o come una lepre, vuol dire che lo scoiattolo penserà sempre e solo come uno scoiattolo; per il resto dovrà immaginare, presumere, dedurre. E questo non è relativismo.
Il relativismo dice che un uomo può anche essere donna, o cane, o scimmia. La foca può anche essere un delfino. Il taoismo non dice questo, dice è vero che io posso educare un uomo a comportarsi come una scimmia, ma in tal modo avrò usato violenza alla sua natura ed egli, nel corso della sua vita tenterà sempre -più o meno consapevolmente- di ritornare uomo. Poi esisteranno le eccezioni, e queste non sono negate, ma la via maestra resterà quella là.

Quindi il taoismo distingue tra le varie specie (cane, gatto, pesce, etc) ed ognuno avrà il suo "Tai Chi", dopodichè distingue tra Yin e Yang, cioè tra femmina e maschio. Sarebbe a dire che maschio e femmina avranno il comune lo stesso simbolo ( si tratta di metafore), ma uno sarà a sinistra e l'altro a destra. Vuol dire chiaramente che saranno uguali in tante cose, ma diversi in altre.
Quindi si tratta di un soggettivismo -per me molto intelligente e vero- che distingue in base alle specie ed ai sessi.
Il soggettivismo di cui si parla in maniera generica, invece, non fa distinzione alcuna e non mette niente in comune, niente che possa naturalmente "unire" le parti. E' anarchia ideologica, potremmo dire, per un cui uomo potrebbe benissimo essere una donna o un cavallo, basta educarlo così e basta che lui si senta così. Si tratta chiaramente di una aberrazione logica, una cosa che non ha nulla di razionale, nè di scientifico e nè di minimamente ragionato. Per me una sorta di pazzìa collettiva indotta dai media, o qualcosa di molto simile.
Ma infatti parlavo di fenomenologia e non di taoismo, interessante per il suo interesse nell'essenza delle cose al di là del mutevole.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #23 il: Luglio 18, 2014, 14:24:42 pm »

è una sua affermazione sì, ma nemmeno io ci vedo nulla a che fare con la competizione (che sarebbe la tua sintesi, il "chi ce l'ha più lungo" o "la più bella del reame").


Bene. Ne prendo atto.
Mi chiedete se ho mai pensato al matrimonio? Mai!!
E che so' diventato matto?
E che faccio, mi metto un'estranea* dentro casa? (cit. Alberto Sordi)
*Nota personale: "NEMICA" è più consono ed adatto. "Estranea", per uno degli strani casi del destino potrebbe anche essere una brava persona.

Offline Lucia

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #24 il: Luglio 18, 2014, 18:13:14 pm »
E, utilizzando quelle informazioni, non diventerà una mela o un'arancia, ma diventerà ancora e solo una pesca. Quello è il Tai Chi della pesca.
Quello che vuole dire la filosofia taoista, quindi, non è che uno scoiattolo può vivere e pensare come un serpente o come una lepre, vuol dire che lo scoiattolo penserà sempre e solo come uno scoiattolo; per il resto dovrà immaginare, presumere, dedurre. E questo non è relativismo.
Il relativismo dice che un uomo può anche essere donna, o cane, o scimmia. La foca può anche essere un delfino. Il taoismo non dice questo, dice è vero che io posso educare un uomo a comportarsi come una scimmia, ma in tal modo avrò usato violenza alla sua natura ed egli, nel corso della sua vita tenterà sempre -più o meno consapevolmente- di ritornare uomo. Poi esisteranno le eccezioni, e queste non sono negate, ma la via maestra resterà quella là.

Quindi il taoismo distingue tra le varie specie (cane, gatto, pesce, etc) ed ognuno avrà il suo "Tai Chi", dopodichè distingue tra Yin e Yang, cioè tra femmina e maschio. Sarebbe a dire che maschio e femmina avranno il comune lo stesso simbolo ( si tratta di metafore), ma uno sarà a sinistra e l'altro a destra. Vuol dire chiaramente che saranno uguali in tante cose, ma diversi in altre.
Quindi si tratta di un soggettivismo -per me molto intelligente e vero- che distingue in base alle specie ed ai sessi.
Il soggettivismo di cui si parla in maniera generica, invece, non fa distinzione alcuna e non mette niente in comune, niente che possa naturalmente "unire" le parti. E' anarchia ideologica, potremmo dire, per un cui uomo potrebbe benissimo essere una donna o un cavallo, basta educarlo così e basta che lui si senta così. Si tratta chiaramente di una aberrazione logica, una cosa che non ha nulla di razionale, nè di scientifico e nè di minimamente ragionato. Per me una sorta di pazzìa collettiva indotta dai media, o qualcosa di molto simile.

ne dubito fortemente che la fenomenologia può dare fondamenta alle teorie gender, queer o altre cose che tu chiami anarchia ideologica (che è comunque una ideologia, quindi un pensiero forte)

Semplicemente è un metodo scientifico opposto a un certo razionalsmo moderno che segue, fa vedere le cose come loro si manifestano nella loro fenomenalità appunto,

Con tutta la mia malevolontà tutti i bambini che io ho conosciuto si manifestavano prevalentemente con la predisposiione adatta al loro sesso.
Eppure ho messo tra parantesi tutto il "cosi devono essere, cosi devono diventare" cioè ogni giudizio forte. Ma l'istinto, la natura segue il suo corso anche senza noi, basta lasciarla fare.


Offline Lucia

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #25 il: Luglio 18, 2014, 18:31:46 pm »
Ma la realtà non è soggettiva, come invece afferma la fenomenologia che la considera alla stregua di un’illusione, da “disvelare” nella propria coscienza.
non si può parlare della realtà fuori delle nostre percezioni, le nostre osservazioni possono essere solo ipotesi più o meno falsificabili.
E non possono di certo diventare dei slogan mediatici.
Ciò che impone la media è un'altra VERITA' forte, un sistema dove gli antichi valori diventano i tabu da escludere, Non ha nulla a che fare con il nulla è  apriori escluso dal discorso.

Citazione
E poi: si crede in qualcosa perché lo si ritiene vero. E ciò che è vero non può opporsi alla ragione e alla scienza, anche se ragione e scienza non arrivano a spiegare tutto.

Se la realtà non è sempre ragionevole o logica il diffetto è della ragione o logica che non possono capire tutto, ma a volte diventano una costrizione come il letto di Procusto, chi è troppo lungo viene tagliato, chi è troppo corto viene allungato per corrispondere al come bisognerebbe essere/pensare.

Offline Lucia

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #26 il: Luglio 18, 2014, 18:56:40 pm »
Per quanto riguarda l'erotismo femminile però nella descriizione di Jean Luc Marion sulla fenomenologia  :rolleyes: dell'erotismo mi riconosco abbastanza (a parte la finale).

http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=9863.msg115782#msg115782

E penso che moltissime donne sanno aprezzare romanzi che rispecchiano il vissuto soggettivo maschile nell'amore se è un romanzo scritto bene.
Questa non vi fa pensare che infatti desideriamo le stesse cose?

Offline Salar de Uyuni

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #27 il: Luglio 20, 2014, 01:20:54 am »
Citazione
Solo al fine di eliminare eventuali equivoci riguardo al taoismo, ribadisco che non è una filosofia "relativista". Per capire una qualisasi fiolosofia (credo) è necessario partire dalle basi.
La base del taoismo è il concetto del Tai Chi. Iltermine significa "energia primordiale, originaria".
In altre parole è una metafora che vuole intenedere la naturalità.
Se prendo una pesca e inizio a "tornirla" dall'esterno, arriverò dapprima alla polpa, poi al nocciolo, poi all'interno del nocciolo, etc, fino a che arriverò ad un punto talmente piccolo (possiamo chiamarlo "genoma" ?) in cui la pesca non è più quella di prima, ma contiene ancora in sè tutte le informazioni per diventarlo. E, utilizzando quelle informazioni, non diventerà una mela o un'arancia, ma diventerà ancora e solo una pesca. Quello è il Tai Chi della pesca.
Quello che vuole dire la filosofia taoista, quindi, non è che uno scoiattolo può vivere e pensare come un serpente o come una lepre, vuol dire che lo scoiattolo penserà sempre e solo come uno scoiattolo; per il resto dovrà immaginare, presumere, dedurre. E questo non è relativismo.
Il relativismo dice che un uomo può anche essere donna, o cane, o scimmia. La foca può anche essere un delfino. Il taoismo non dice questo, dice è vero che io posso educare un uomo a comportarsi come una scimmia, ma in tal modo avrò usato violenza alla sua natura ed egli, nel corso della sua vita tenterà sempre -più o meno consapevolmente- di ritornare uomo. Poi esisteranno le eccezioni, e queste non sono negate, ma la via maestra resterà quella là.

Quindi il taoismo distingue tra le varie specie (cane, gatto, pesce, etc) ed ognuno avrà il suo "Tai Chi", dopodichè distingue tra Yin e Yang, cioè tra femmina e maschio. Sarebbe a dire che maschio e femmina avranno il comune lo stesso simbolo ( si tratta di metafore), ma uno sarà a sinistra e l'altro a destra. Vuol dire chiaramente che saranno uguali in tante cose, ma diversi in altre.
Quindi si tratta di un soggettivismo -per me molto intelligente e vero- che distingue in base alle specie ed ai sessi.
Il soggettivismo di cui si parla in maniera generica, invece, non fa distinzione alcuna e non mette niente in comune, niente che possa naturalmente "unire" le parti. E' anarchia ideologica, potremmo dire, per un cui uomo potrebbe benissimo essere una donna o un cavallo, basta educarlo così e basta che lui si senta così. Si tratta chiaramente di una aberrazione logica, una cosa che non ha nulla di razionale, nè di scientifico e nè di minimamente ragionato. Per me una sorta di pazzìa collettiva indotta dai media, o qualcosa di molto simile.

Bhe io mi ricordo una discussione in cui vero mummio sosteneva che ognuno può decidere di essere ciò che vuole,mentre io gli facevo presente che non era così...

Però vorrei aggiungere solo 2 cose.
Io ho letto testi taoisti,ma non sono espertissimo di Taoismo.
In compenso ho studiato l'I Ching,(il che non vuol dire che l'abbia capito,però l'ho studiato)

Cosa ho capito del Tao,in base all'I Ching?

Che sostanzialmente per il pensiero cinese,il passato non ha nessuna influenza sul presente e sul futuro.
Per il pensiero cinese il passato non esiste (quindi i paradossi dei viaggi nel tempo per loro sono assurdità e basta),cio' che determina la costante formazione di un presente ''nuovo'',non sono le circostanze del passato,ma un principio immanente e trascendente al tempo stesso il cosmo,chiamato Tao,una sorta di ''dio che sappia danzare'',per dirla con Nietsche,capace di trasmutatare il cosmo attimo per attimo,in una sequenza di cicli,che secondo gli autori dell'I Ching hanno una matrice numerica binaria.

Lo yin e lo yang,sono qualcosa di statico,o possono trasformarsi l'uno nell'altro?
Nell'I Ching essi possono trasformarsi,per esempio il caldo lascia il posto al freddo e viceversa nel ciclo delle stagioni...
Può dunque un uomo trasformarsi in donna e viceversa?
In realtà,no,perchè nel ciclo delle trasformazioni comunque i ruoli sessuali e familiari sono ben definiti,vedasi il testo dell'esagramma 37 la Famiglia che ho già postato.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Lucia

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #28 il: Luglio 20, 2014, 07:48:07 am »
Ho trovato questa storiella solo ora,ma trovo che è molto pertinente a quella discussione che ha avuto molta enfasi sulla vera o presunta libido femminile.
Ovvero c'è chi ha esordito affermando una libido femminile che sarebbe straripata nel post 68,chi invece non l'ha proprio vista (io e altri).
Dunque io non vedo donne corteggiare uomini e andare in giro in cerca di ''cazzo'',dunque questa libido è poca cosa.
Ma io sono una donna?

Il puntino di colore opposto che si trova nella tao dentro la zona bianca o nera significa che ognuno portiamo in noi qualcosa dell'altro sesso, quindi che lo possiamo comprendere SE ci sintoniziamo con la parte maschile che è in noi per le donne e con la parte femminile che è in noi per l'uomo. Capire cosi possiamo cosa piacerebbe all'altro.

Certo che se sei rozzo troverai chiuse tutte le porte.

I cinesi hanno anche una elaborata arte sessuale, che io non conosco molto bene,

Forse lui

http://www.milleorienti.com/2012/08/17/sex-tao-i-segreti-dellerotismo-cinese/

"la donna, come l’acqua, è lenta a bollire e, dopo, lenta a raffreddarsi; al contrario, l’uomo come il fuoco si accende subito e si spegne velocemente. Ma se tra i due si stabilisce un’ armonia, lui e lei si trasformano a vicenda"

« Ultima modifica: Luglio 20, 2014, 07:59:37 am da Lucia »

Offline Salar de Uyuni

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Re:Quello che piace alle donne,anzi ai pesci,storiella sul soggettivismo
« Risposta #29 il: Luglio 20, 2014, 22:58:50 pm »
Ho trovato questo

Zhuang Zi: la critica del linguaggio

http://iltaodilao.blogspot.it/2010/10/zhuang-zi-la-critica-del-linguaggio.html

Zhuang Zi ricorre ad ogni procedimento possibile per deridere la ragione discorsiva: nel suo libro, con una forma di suprema ironia, spesso usa le parole con un significato opposto a quello usuale, mostrando così di aver capito che spesso l’umorismo è ben più efficace e corrosivo di un lungo discorso. Predilige il dialogo serrato o l’aneddoto paradossale che si conclude con un tocco di nonsenso finalizzato a produrre un sussulto, un balzo in una verità altra rispetto a quella della logica ordinaria . Un altro suo procedimento consiste nell’intavolare una discussione pesudo-logica con tutte le apparenze della razionalità, per concluderla in modo delirante.

Zhuang Zi e Hui Zi passeggiavano sull’argine del fiume Hao. Zhuang Zi esclamò: «Guardate i pesci, come sguazzano a loro agio! E’ questo il piacere dei pesci».
Hui Zi replicò: «Ma voi non siete un pesce: come potete sapere quale è il piacere dei pesci?».
Zhuang Zi gli ribattè:«E voi non siete me; come potete dunque sapere che io non so quale è il piacere dei pesci?».
E Hui Zi di rimando: «Io non sono voi, e dunque di certo non so ciò che sta in voi. Ma voi di certo non siete un pesce, ed è dunque evidente che non sapete quale è il piacere dei pesci.»
Zhuang Zi rispose: « Riprendiamo dall’ inizio, se non vi dispiace. Voi mi avete chiesto come sapevo qual è il piacere dei pesci: dunque, per farmi questa domanda, sapevate che lo sapevo. Ebbene lo so, standomene qui in riva al fiume!»

Hui Zi è un altro maestro, rappresentante dei sofisti (scuola dei nomi) amico di Zhuang Zi: tuttavia i due hanno posizioni opposte riguardo al linguaggio. Mentre Zhuang Zi non perde occasione di criticarlo, in quanto troppo relativo per farne un valido strumento di riferimento, Hui Zi –rappresentante di una tendenza diffusa nel periodo degli Stati Combattenti, quella dei «logici» - si sforza invece di farne uno strumento ideale di conoscenza.

Un punto comune a tutte le correnti interessate alla questione del linguaggio – in contrasto con la tradizione filosofica greca - è l’assenza di interesse per la definizione come portatrice di significato. Nell’ambito della logica quello che si cerca non è tanto la Verità quanto piuttosto delle norme, dei criteri per guidare la conoscenza e l’azione. Mentre i dialoghi platonici si preoccupano principalmente di formulare le definizioni più esatte per accedere alla vera conoscenza, i cinesi sono invece attenti ad evitare definizioni che, secondo loro, sono limitative ed in ogni caso quello che conta non è tanto il significato teorico che si può dare ad una nozione, quanto il modo con cui questa deve essere utilizzata e vissuta.

Ciò che è messo ironicamente in causa non è più soltanto l’uso che si fa del linguaggio, ma il linguaggio stesso. Per Zhuang Zi il linguaggio non può dirci nulla sulla vera natura delle cose per il fatto che è esso stesso a porre non soltanto i nomi ( 名ming), che diamo alle cose ma al contempo le cose stesse ( 实shi). Cos’è che permette di decidere che qualcosa «è questo» o non lo è? Per Zhuang Zi con una affermazione di tal genere altro non si fa che aprire una prospettiva propria del locutore, che vale soltanto per lui: in tal senso confrontare l’«è questo» di un locutore con l’«è questo» di un altro locutore non ha alcun valore poiché non sussiste un terreno comune di valutazione tra le due prospettive meramente soggettive.
I logici dicevano:

Asserire che nessuna proposizione prevale nell’argomentazione logica non può corrispondere alla realtà: l’argomentazione consiste in questo: l’uno dice che è così, l’altro dice che non è così, e prevale colui la cui proposizione corrisponde alla realtà

Ma Zhuang Zi risponde:

Supponendo che ci mettiamo a discutere, voi ed io, e che voi abbiate la meglio su di me, questo significherebbe che voi avete ragione e io torto? E se sono io ad avere la meglio su di voi, questo significherebbe che sono io ad avere ragione e voi torto? O forse invece avremmo ciascuno in parte ragione e in parte torto? Oppure avremmo entrambi ragione, oppure entrambi torto? E se non siamo capaci di dirimere noi stessi la questione, altri sarebbero ancora più confusi. A chi fare appello come arbitro? Se questo qualcuno è d’accordo con voi o con me, come potrebbe per ciò stesso essere arbitro? E se non è d’accordo né con me né con voi come potrebbe dunque arbitrare? Ma se è d’accordo sia con me sia con voi, l’arbitrato è forse possibile? Così dunque se nessuno – né io né voi né un terzo – è capace di dirimere la questione, potremmo forse ricorrere a qualcun altro?


Zhuang Zi critica quindi il linguaggio, non tanto perché ci fornirebbe una rappresentazione falsata della realtà, ma in quanto il linguaggio non è capace di conoscerla. Zhuang Zi si diverte a mettere le proprie idee in bocca a Confucio sovvertendone il ruolo. La sua critica verso Confucio è feroce: lui aveva detto al suo discepolo Zilu:

«Vuoi che ti insegni cos’è la conoscenza? Sapere che si sa quando si sa, e sapere che non si sa quando non si sa, questa è la conoscenza»

Inoltre aveva affermato di sè nei Dialoghi:

«Io, a quindici anni decisi di dedicarmi allo studio; a trenta anni mi affermai saldamente nella società; a quaranta anni non ebbi più nessuna incertezza; a cinquanta anni compresi il Decreto del Cielo; a sessant’anni seppi ascoltare tutti; a settanta anni, riuscii a seguire i desideri del cuore senza violare le regole» (Dialoghi II-4)

Ed ecco la parodia che ne fa Zhuang Zi:

«A sessanta anni Confucio non aveva fatto altro che cambiare opinione sessanta volte. Ogni volta che aveva cominciato col dire “è così”, aveva poi concluso con “non è così”. Chi sa se per un uomo di sessant’anni la verità non si presenti sotto lo stesso aspetto di ciò che per cinquantanove anni fu per lui un errore?»

In un epoca in cui imperversavano le discussioni tra confuciani, moisti, sofisti, Zhuang Zi ritiene che non vi sia motivo di dare ragione agli uni piuttosto che agli altri. Questo lo induce a chiedersi: la ragione è davvero ragionevole? La ragione analitica funziona sul principio del terzo escluso: la tal cosa «è quella» o non lo è. Ma secondo Zhuang Zi è illusorio pretendere di affermare qualcosa, dato che è possibile, simultaneamente affermarne il contrario.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''