Autore Topic: L'Isis ordina l'infibulazione in Iraq. Femministe, se ci siete, battete un colpo  (Letto 5509 volte)

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Online Massimo

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E' di oggi la notizia che l'autoproclamato califfo al-Baghdadi ha ordinato l'infibulazione di tutte le donne cadute in potere dell'Isis,
il nuovo stato islamico sunnita in Iraq. E complimenti agli americani che hanno fatto una guerra a Saddam Hussein facendolo pure
impiccare come criminale (hanno voluto togliersi questa soddisfazione) spendendo dei soldi per poi ottenere questo bel risultato.
Tanto valeva a questo punto tenersi il "laico" Saddam Hussein. Adesso l'Occidente si trova davanti a un nemico dichiarato che ha
annunciato di voler fare la guerra non solo agli interessi, ma anche ai "valori" occidentali. Cominciando da quello che considera e
a ragione il valore che è divenuto fondante e caratterizzante la civiltà occidentale: la libertà e l'integrità della donna. Appunto in
quanto dogma indiscutibile in Occidente, proprio per questo e proprio questo l'Isis intende colpire e abbattere. Ma se chiara e,
in un certo senso, coerente è la strategia degli islamici dell'Isis, nebulosa è invece la reazione del mondo femminista in Europa:
il quale, pronto a strepitare per Gaza e a commuoversi per le donne di Gaza, non sembra voler alzare orecchio e una sia pure
timida e minima voce di fronte ad una sfida così aperta. Che avesse ragione la Fallaci a definire le femministe "false amazzoni"?   

Offline Salar de Uyuni

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A me l'infibulazione fa schifo.
Mi permetto però di far notare come nel mondo islamico (come in quello ebraico) avvenga una mutilazione genitale anche maschile:la circoncisione.

Che a me personalmente fa ancora più schifo,non ho mai sentito una sola voce levarsi contro questa insulsaggine.
Perchè il corpo dei maschi non è il corpo delle Donne,rigorosamente in D maiuscola.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Salar de Uyuni

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Non so più dove l'ho letto...
C'era un rabbino a New York,a New York,non in Somalia,o in Eritrea,che circoncideva coi denti,coi denti...
Ma vi rendete conto che schifo?
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Rita

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Milo sul vecchio forum aveva pubblicato questo, a suo tempo

Intervista a Sami A. Aldeeb Abu-Sahlieh.


Sami A. Aldeeb Abu-Sahlieh è esperto in diritto arabo e islamico, cristiano palestinese, cittadino svizzero, fondatore dell’Associazione per la costituzione di uno Stato democratico in Palestina/Israele, collaboratore scientifico all’Istituto Svizzero di Diritto comparato di Losanna, docente di Diritto islamico all’Istituto di Diritto canonico dell’Università di Scienze umane di Strasburgo, docente alla Facoltà di Diritto e Scienze politiche dell’Università di Aix en Provence.

Professore la distinzione tra circoncisione maschile e femminile è giustificabile?

La circoncisione maschile e femminile costituisce una mutilazione di organi sani su delle persone senza il loro consenso e senza ragioni mediche valide. Sul piano dei fatti, la distinzione è ingiustificabile. D’altra parte, essa è controproducente. Difatti, un contadino africano che ha cinque figlie e cinque figli non comprenderà perché può circoncidere i suoi ragazzi ma non può circoncidere le sue ragazze, mentre le due operazioni portano lo stesso nome: khitan o tahara. Da questo, si deduce che non è possibile lottare efficacemente contro la circoncisione femminile senza lottare contro la circoncisione maschile. Di più, la distinzione tra la circoncisione maschile e la circoncisione femminile è contraria al principio di non discriminazione, riconosciuto in tutti i documenti internazionali.

Ma non esiste una differenziazione sulla base della gravità?

Si legge spesso che la circoncisione femminile è un'operazione grave mentre quella maschile è un'operazione benigna. Una tale generalizzazione non è esatta: bisogna sapere che la circoncisione maschile e la femminile coprono quattro tipi ciascuna di operazioni. Per quella maschile sono le seguenti: 1) Taglio di una parte o in totalità della pelle del pene che supera il glande. Questa pelle è chiamata prepuzio. 2) E’ la forma di circoncisione praticata dagli ebrei. Il circoncisore comincia con trarre la pelle dal pene e taglia la parte che supera il glande. Questa operazione è chiamata in ebraico milah. Poi, tira indietro la pelle e strappa con le unghie allungate ed affilate del suo pollice e del suo indice o con le forbici la parte della pelle (fodera del prepuzio) che resta tra il taglio e il glande. Questa operazione è chiamata in ebraico periah. 3) Scorticamento completo della pelle del pene, talvolta dello scroto (pelle dei testicoli) e del pube. Questa forma di circoncisione, chiamata in arabo salkh esisteva (e probabilmente continua ad esistere) tra le tribù del sud dell'Arabia ed in certe tribù dell'Africa nera. 4) Spaccamento dell'uretra, creando un'apertura che somiglia alla vagina femminile. Chiamata subincisione, è praticata ancora dagli aborigeni dell'Australia. Di fronte a questi quattro tipi di circoncisione maschile, esistono quattro tipi di circoncisione femminile: 1) L’escissione del prepuzio (cappuccio della clitoride). 2) Escissione del prepuzio e della clitoride totalmente o parzialmente. 3) Escissione del prepuzio e della clitoride ed escissione parziale o totale delle piccole labbra. 4) Escissione parziale o totale degli organi sessuali esterni e sutura dell'orifizio vaginale (infibulazione). Dunque, non si può parlare in modo generale che la circoncisione femminile sia più grave della maschile. Tutto dipende dal tipo cui si viene sottoposti. Tanto la maschile che la femminile, qualunque sia il suo grado, comporta dei rischi di emorragia, di infezione di deformazione e di decesso. Certe circoncisioni maschili sono riuscite così male che i medici hanno dovuto cambiare il ragazzo in ragazza, togliendogli totalmente i suoi organi genitali, né potendo fabbricargli una vagina (cfr. caso David Reimer, ndr).

Qual è la statistica e la distribuzione geografica della circoncisione maschile e femminile?

I dati statistici sono approssimativi. Certe fonti dicono che ogni anno 13.300.000 di bambini maschi vengono circoncisi nel mondo. In media, sono circoncisi 25 bambini ogni minuto. Un'altra fonte indica che la circoncisione maschile tocca il 23% della popolazione mondiale, ciò fa un totale di 650 milioni di uomini. Chi circoncide? Innanzitutto tutti gli ebrei, tutti i musulmani e certi gruppi cristiani. Così tutti i copti dell'Egitto, dell’Etiopia e del Sudan circoncidono i loro ragazzi. Parimenti il 60% dei bambini maschi degli Stati Uniti. La circoncisione maschile tocca probabilmente tra il 2 ed il 5% della popolazione in Europa occidentale, il 10% in Australia ed il 25% in Canada. Per semplificare, diciamo che circa 13 milioni di bambini sono circoncisi annualmente. Per quanto concerne le donne, i resoconti statistici sono tanto approssimativi. Una fonte dice che ogni anno 2.000.000 di ragazze sono circoncise nel mondo, ciò fa una media di 3,8 ragazze ogni minuto. Un'altra indica che la circoncisione femminile tocca il 5% della popolazione mondiale, ciò fa un totale di 100 milioni di donne. L'OMS stima il numero delle donne circoncise nel mondo nel 1998 a 136.797.440. Di queste il 15 e 20% ha subito il quarto tipo di circoncisione (infibulazione). I dati statistici dell'OMS esaminano 28 paesi africani, in maggioranza, musulmani. Segnaliamo a questo riguardo che circa il 97% delle donne egiziane sono circoncise. La maggioranza delle circoncise sono musulmane, però in Africa se ne trovano anche cristiane ed ebree (i Falascià in Etiopia, i copti in Egitto e in Sudan). La circoncisione femminile è stata praticata pure in Europa ed in America, tra i bianchi a partire dalla metà del diciannovesimo secolo fino agli anni 1970. Nel 1959, un medico americano di nome Rathmann, ha inventato un apparecchio per circoncidere le donne. Ancora oggi la circoncisione femminile continua ad essere attuata tra i bianchi, ma non se ne conosce la percentuale. Le cifre della circoncisione maschile sono almeno cinque volte maggiori di quella femminile.

Qual è il rapporto tra la circoncisione maschile e femminile e la sessualità?

Si legge generalmente che la circoncisione maschile non ha effetto sulla sessualità dell'uomo contrariamente alla circoncisione femminile. Ogni generalizzazione in questo campo è falsa. Difatti, tutto dipende dal tipo di cui si parla. Se si riferisce anche alla circoncisione maschile del primo o del secondo tipo, degli autori ebraici classici come Filone o Maïmonide così come degli autori cristiani come Tommaso d’Aquino e degli autori musulmani classici come Ibn-Qayyim Al-Jawziyyah o Al-Mannawi affermano che il suo scopo è di ridurre il piacere sessuale dell'uomo. Difatti, il prepuzio è considerato come la parte più sensibile dell'organo sessuale. Sopprimendolo, si elimina anche le ghiandole che producono la materia lubrificante e si priva il glande della sua protezione. Questo rende l'organo sessuale meno sensibile e meno umido e la relazione sessuale più faticosa. I circoncisi ricorrono più spesso alle materie lubrificanti artificiali per umettare il pene, ciò che non è necessariamente salutare sia per l'uomo che la donna. D’altra parte, la circoncisione femminile annulla certamente il piacere sessuale se tocca il clitoride.

Dicono che la circoncisione maschile e femminile porta dei vantaggi medici. E’ vero?

In effetti, se si esamina la letteratura medica occidentale a partire dal diciannovesimo secolo, si constata che i medici hanno invocato una serie di vantaggi medici sia per la circoncisione maschile che femminile. Così la prima ragione per la quale gli occidentali hanno circonciso gli uomini e le donne è per lottare contro la masturbazione che era supposta come causa di numerose malattie incurabili. Si è invocata anche la ragione igienica, valida sia per gli uomini che per le donne. Si è considerata la circoncisione maschile e femminile come mezzo per prevenire l'epilessia, le infezioni urinarie, il cancro. Ultimamente, si è preteso che quella maschile sia una protezione contro l'AIDS. Se ciò fosse vero, gli americani sarebbero meno infetti per l'AIDS degli europei, ma pare che sia il contrario. D’altra parte, siccome la circoncisione priva l'organo sessuale di una parte della sua pelle, rendendola più tesa e più secca, ci sono più rischi di lacerazione e, dunque, più pericoli di infezione. Si stima anche che i circoncisi ricorrano più frequentemente ai rapporti sessuali orali ed anali, ciò che aumenta il danno dell'AIDS. La circoncisione ha solamente due vantaggi medici certi: riduce il peso del bambino ed appesantisce la tasca del medico. Gli altri motivi sono fallaci se si eccettua casi rarissimi di deformazione e di infezione che resistono agli antibiotici. Uno dei moventi della circoncisione tanto maschile che femminile è il guadagno materiale. Negli Stati Uniti, se dite ad un medico di non circoncidere, comprenderà che volete circoncidere il suo stipendio. Si è chiesto ad uno specialista propagandista della circoncisione maschile chiamato Wiswell ciò che gli occorreva per cambiare parere, ha risposto: un milione di dollari.

Però non c’è tutto questo clamore intorno alla circoncisione maschile. Come mai?

Si legge spesso che gli uomini circoncisi non si lamentano. Se lo fanno significa che riconoscono di avere problemi di virilità. Figuriamoci! D’altra parte, circoncisi da piccoli, non hanno un mezzo di paragone, poiché hanno sempre vissuto coi peni mutilati. Ora negli Stati Uniti esiste un movimento crescente di uomini e di donne, tanto cristiani che ebrei, oppositore alla circoncisione maschile considerata come un attentato all'integrità fisica degli uomini ed al piacere sessuale. Spesso parecchi circoncisi ricorrono ad un sistema di ricostruzione del prepuzio. Quelli che hanno sperimentato questo metodo, largamente descritto su internet dicono che hanno guadagnato in piacere sessuale. Certi affermano che praticano oramai l'amore a colori mentre prima lo facevano in bianco e nero. Degli studi dimostrano che la circoncisione maschile mina la psiche della persona. Altri sostengono che c'è un legame tra la violenza, lo stupro e la pedofilia negli Stati Uniti con questa mutilazione. Tale teoria è sviluppata soprattutto da un psicologo ebreo, Ronald Goldman in una tesi recente di dottorato sul trauma causato dalla circoncisione maschile negli Stati Uniti.

Si legge spesso che la circoncisione maschile ha delle basi religiose, ma che la circoncisione femminile non ne ha. E’ vero questo? Cosa dicono i testi religiosi degli ebrei, dei cristiani e dei musulmani?

Il Vecchio Testamento non contiene nessuna norma concernente la circoncisione femminile. Costituisce invece la base per la pratica della circoncisione maschile per gli ebrei, i cristiani integralisti ed i musulmani. Due testi sono il supporto della pratica. Il primo è il capitolo 17, versetti 1-14 del libro della Genesi che dice che Dio è apparso ad Abramo quando aveva 99 anni (vedete la precisione) e gli ha comandato di circoncidersi e di circoncidere tutti i suoi discendenti maschi all'età di otto giorni, così come i suoi schiavi. Obbedendogli, Dio promette a lui e ai suoi discendenti di concedere loro la terra di Canaan in possesso perpetuo. Così la circoncisione diventa un atto politico. Il secondo testo è del capitolo 12 del Lévitico che dice: "All'ottavo giorno si circonciderà il prepuzio del bambino" (Lv 12:3). Nel primo testo, la circoncisione è segno di un’alleanza tra Dio con Abramo e la sua prole. Questa in ebraico si dice: Berit milah, letteralmente l'alleanza del taglio. Il secondo testo, invece, localizza la circoncisione nelle norme relative alla purificazione della madre e del suo bambino. In numerosi altri testi, il Vecchio Testamento utilizza il termine "circonciso" in opposizione a "incirconciso", questo ultimo essendo considerato come impuro. Da qui l'interdizione fatta agli incirconcisi di partecipare alle cerimonie religiose (Esodo 12:48), di entrare nel santuario (Ez 44:9) o in Gerusalemme (Is 52:1), negando anche di seppellire un ebreo incirconciso nel cimitero ebraico, a meno di circonciderlo da morto. Questo è stato oggetto di un dibattito molto agitato al Knesset( parlamento israeliano).

A che punto, invece, è il dibattito attuale su questi spinosi problemi?

La circoncisione femminile è stata praticata dagli ebrei e continua ad esserla dagli ebrei etiopi (i Falascià). Non conosciamo la sua giustificazione religiosa, ma i Falascià dicono che era in uso a Gerusalemme, al tempo di Salomone, e che essi l’attuavano già quando uscirono dalla Palestina per andare in Abissinia. Vi sono numerosi ebrei che lottano contro la circoncisione femminile pure negando di impegnarsi contro quella maschile. Cito particolarmente M. Edmondo Kaiser, fondatore di Terre des Hommes et de Sentinelles; la signora Herta Haas, fondatrice di Terre des Femmes; e Fran Hosken, fondatrice de Women's international network news. Così si predica la morale agli africani al posto di predicarla agli americani e agli ebrei! Questo aumenta l'ipocrisia e la vigliaccheria dell'imperialismo culturale. La circoncisione maschile continua ancora oggi ad essere professata dalla schiacciante maggioranza degli ebrei che hanno abbandonato numerose altre norme bibliche: la legge del contrappasso (Dt 19:21); la lapidazione dell'adulterio (Dt 22:23), eccetera. Nei tempi moderni, il dibattito contro la circoncisione tra gli ebrei ha esordito dopo la rivoluzione francese del 1789 di cui lo scopo principale era di creare una società civile dove l'appartenenza alle comunità religiose fosse sostituita da un'appartenenza nazionale. Nel 1842, un gruppo di ebrei a Frankfurt ha proposto la soppressione della circoncisione e la sua sostituzione con una cerimonia religiosa egualitaria per i ragazzi e le ragazze, senza fare colare il sangue. Nel 1866, 66 medici viennesi ebrei hanno firmato una petizione contro tale rito. Nel 1871, i rabbini hanno deciso ad Augsbourg che un bambino nato da una madre ebrea rimasto non circonciso per una ragione qualsiasi doveva essere considerato come ebreo. Si segnala a questo riguardo che il figlio di Herzl, fondatore del sionismo, non era circonciso alla sua nascita; lo fu nella sua adolescenza, su insistenza dei discepoli di suo padre.
La corrente contraria alla circoncisione si è trasferita negli Stati Uniti con gli immigrati ebrei. In tale paese, i rabbini riformati hanno deciso nel 1892 di non imporla ai nuovi convertiti. Ma con l'aumento delle nascite negli ospedali americani e la generalizzazione della circoncisione maschile, i rabbini si sono visti di fronte ad una pratica non conforme alle norme ebraiche, essendo fatta dai medici, nei tre giorni che seguono la nascita e senza il rituale religioso. Hanno provato a rimediare formando dei circoncisori ebrei. E come il matrimonio religioso è riconosciuto negli Stati Uniti, i rabbini hanno provato a riprendere il campo perso negando di sposare quelli che non sono circoncisi. Gli avvenimenti della seconda guerra mondiale sono venuti a rinforzare la pratica della circoncisione. Nel 1979, l'assemblea generale dei rabbini ha deciso che questa era obbligatoria e che doveva essere fatta secondo i canoni ebraici. Attualmente, si assiste ad un rinnovo della critica contro la circoncisione nei media ebraici americani, valutativi soprattutto dei suoi svantaggi medici e psichici, a causa dell'ostilità crescente del corpo medico verso la circoncisione medica. Così gli ebrei si ritrovano progressivamente soli davanti alla decisione. il Loro sentimento religioso diventato debole, non li motiva più a praticarla, sia negando di fare circoncidere i loro bambini, sia facendo circonciderli negli ospedali senza rituali. Di fronte a questa situazione, vi sono varie proposte, tra le altre quella di tagliare una carota a titolo simbolico. Altri, rigettano sia il rituale quanto la mutilazione.
La contestazione ha investito pure Israele dove attivisti dei diritti dell'uomo hanno creato nel 1997 un'organizzazione per lottare contro le mutilazioni sessuali. Decine di genitori, malgrado l'ostilità delle loro famiglie rifiutano di circoncidere i loro bambini, perché considerano la pratica contraria alla legislazione israeliana che vieta l'abuso ed i maltrattamenti dei bambini. Il cantante Menachem dice che ha circonciso suo figlio a suo modo, riferendosi al testo della Bibbia che parla della circoncisione del cuore "Circoncidete per Yahvé, togliete il prepuzio del vostro cuore” (Jr 4:4). Il Grande Rabbino di Israele Eliahu Bakshi Doron dice che prova un grande dispiacere per l’odio che serpeggia per le radici ebraiche. Quest’odio ha preso il popolo e l'idea che tutto ciò che è ebraico è abominevole si è esteso alla circoncisione.

In Occidente prevale la cultura cristiana, anche se non si praticano i riti cristiani. Vi sono documenti che negano la circoncisione?

Nel Nuovo Testamento Gesù attacca fortemente le autorità religiose del suo tempo denunciando la legge del taglione (Mt 5:38-39) e la lapidazione dell’adultera (Jn 8:3-11), ma non troviamo in esso alcuna sua posizione concreta concernente la circoncisione. Dei quattro evangelisti, solo il Vangelo di Luca riferisce che Gesù è stato circonciso quando aveva otto giorni (Lc 2:21). C’è anche un altro cenno in cui Gesù contesta le critiche che gli fanno per aver guarito un uomo di sabato (Gv 7:19-24). Nei primi tempi del cristianesimo, vi sono stati parecchi dibattiti sulla circoncisione riportati dagli Atti degli Apostoli (Cfr.: At 11:2-3; 10:15-16 ; 11:8-10; 15:1). La questione fu trattata durante il primo concilio a Gerusalemme (At 15:2; 15:19-20). S. Paolo, poi,afferma che essa non vale niente se non si osservano i comandamenti di Dio (I Cor 7: 17-20) e che davanti a Lui non vi è più la persona appartenente a diverse culture,ma solo l’uomo/donna liberi che si conformano a Cristo(Col 3:10-11).
La circoncisione diviene così facoltativa anche per le ragioni teologiche e tattiche, perché sia nel Vecchio che Nuovo Testamento non vi è neanche una parola a favore della violabilità dell’integrità fisica di qualcuno non consenziente. Nella lunga storia della Chiesa la circoncisione è considerata in modo spirituale e allegorico, come un atto da fare per non commettere peccati (Origene, Cirillo, Tommaso d’Aquino…). Sant’Ambrogio ha spiegato che: “Poiché il prezzo è stato pagato per tutti da Cristo con le sue sofferenze, non c’è più bisogno di far colare il sangue di qualcuno per la circoncisione”
Facendo soffrire i bambini, la circoncisione va contro due principi del Nuovo Testamento: "I frutti dello Spirito sono la carità, la gioia, la pace, la longanimità,il servizio, la bontà, la dolcezza, la confidenza con gli altri..”(Galati 5:22-23) e "Tutto quello che voi volete che gli uomini facessero per voi, fatelo voi stessi agli altri” (Mt 7:12).

Il Corano, la prima fonte del diritto musulmano non menziona né la circoncisione maschile, né la femminile. Perché la fanno?

Alcuni autori musulmani trovano una sua giustificazione nei versi 2:124 del Corano: " Quando il suo Signore provò Abramo per certi ordini e che questo li ebbe compiuti, Dio dice: " farò di te una guida per gli uomini ". Ricorrendo ad alcuni racconti di Maometto, gli autori musulmani classici e moderni interpretano il termine " ordini " come riferendosi alla circoncisione di Abramo. Ora, essendo Abramo un modello per i musulmani, questi devono agire siccome egli ha agito: "ti abbiamo rivelato poi: segui la Religione di Abramo, un vero credente (Corano16:123).
Maometto dice:" La circoncisione un sunnah è per gli uomini e makrumah per le donne". Il termine sunnah qui significa che è conforme alla tradizione di Maometto, o semplicemente un costume del tempo di Maometto. Il termine makrumah significa "azione meritoria". Ciò che implica che è preferibile praticare la circoncisione femminile. L'imam Al-Sadiq ha detto: "la circoncisione femminile è un makrumah e che c'è di migliore che un makrumah"? Maometto pronuncia: "Quello che diventa musulmano, si circoncidesse anche se è vecchio". Gli si chiese se un incirconciso poteva fare il pellegrinaggio. Egli rispose: "No, finché non è circonciso". Ancora Maometto proferisce: "Cinque [norme] appartengono al fitrah: la rasatura del pubis, la circoncisione, il taglio dei baffi, l'epilazione delle ascelle e il taglio delle unghie". Il termine fitrah designerebbe le pratiche che Dio ha insegnato alla sua creatura. Quello che ricerca la perfezione deve conformarsi a queste pratiche non sono obbligatore, ma consigliate semplicemente.
Gli autori musulmani classici citano anche che Sarah, invidiava Hagar (la schiava da cui Abramo ebbe Ismaele, il “capostipite“ degli arabi). Dopo aver litigato con lei, giurò di mutilarla. Abramo protestò, ma Sarah rispose che non poteva spergiurare. Così egli le consigliò di circonciderla " affinché la circoncisione diventi una norma tra le donne".
Tuttavia, essa non è prescritta presso i musulmani. Forse non fu circonciso neanche Maometto, che era stato chiamato da Dio per invitare le genti all’islam, non alla circoncisione.
Nei paesi musulmani vi sono numerose organizzazioni che si oppongono alla circoncisione femminile affermando che il Corano parla della perfezione della creatura di Dio (maschio/femmina).

Professore, tralasciando la lunga storia della circoncisione maschile, ci dice qualcosa di più preciso su quella femminile che oggi è spesso al centro del dibattito sociale, politico, religioso?

La circoncisione femminile ha attirato l’attenzione del legislatore negli ultimi decenni. Come ho detto, essa non ha base religiosa nella Bibbia. A seguito dei movimenti femministi occidentali nei loro paesi si è cominciato ad opporvisi sia con leggi, sia con i media, sia con delle ONG. La venuta degli immigrati africani in Occidente, ha reso la campagna contro tale pratica ancora più combattiva, considerata lesiva dei costumi e della legge occidentali.
Analizzando la posizione del legislatore occidentale, si deve constatare che ha cominciato ad interessarsi alla circoncisione femminile dal 1931, durante un Simposio tenutosi a Ginevra per la salvaguardia dell’infanzia.
Nel 1958, l'ONU ha chiesto all'OMS di intraprendere uno studio sulla persistenza dei costumi che sottomettono le bambine a delle operazioni rituali e di indicare le misure da adottare per porre fine a tali pratiche. L'OMS rispose che: "le operazioni rituali… risultano da concezioni sociali e culturali”, perciò non era di sua competenza intervenire. Il primo responso positivo dell'OMS su domanda dell’ONU è stata la pubblicazione del 30 settembre 1976 di un rapporto di Robert Cook, esperto américano, dell’ ufficio regionale per il Mediterraneo orientale dell’OMS. In questo rapporto vengono distinti tre tipi di circoncisione femminile, interessandosi della più grave (infibulazione). Dopo il 1979, redige regolarmente un resoconto che presenta all’ONU e alle organizzazioni ad Esso affiliate. Sinteticamente, la loro opinione è la seguente su questi punti: condanna della circoncisione femminile, in tutte le sue forme, effettuata per ragioni non terapeutiche che violano il diritto all’integrità corporale e alla sanità fisica e psichica, e anche quale violenza e discriminazione verso le donne; rigetto del ricorso alla circoncisione femminile, non terapeutica; necessita di stabilire delle leggi che la interdicano e puniscano chi la pratica. Niente è stato detto sulla circoncisione non terapeutica praticata dalle “mammane”. Lo stesso è avvenuto nel Consiglio d’Europa. Nel 1988 un parlamentare europeo si è indignato per il fatto che presso alcuni ospedali italiani erano praticate l’infibulazione e l’escissione del filetto del prepuzio di genitori immigrati provenienti da paesi in via di sviluppo. La commissione della CE, ha risposto che il problema non era di sua competenza, però tutti hanno indicato che un progetto di salute pubblica, aveva bisogno di un miglioramento circa lo statuto delle donne nei vari paesi dove bisognava sensibilizzare la popolazione riguardo a tali pratiche. Il vento è cominciato a cambiare, durante la terza conferenza ministeriale europea sull’uguaglianza di genere (22 ottobre 1993) che ha considerato la circoncisione femminile come una violenza e l’ha classificata come un cattivo trattamento al pari dell’incesto, della tratta delle donne, e lo stupro. Dopo questa data, il Consiglio d’Europa, periodicamente, pubblica proclami contro la circoncisione femminile, chiedendo ai paesi membri di adottare tutte le misure necessarie per abolirla. Oggi vi sono Paesi occidentali ed africani che hanno ignorato la circoncisione maschile, pur emettendo delle leggi contro quella femminile, riferendosi ai loro codici penali che condannano ogni attentato all’integrità fisica della persona, tra questi vi sono gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la Svezia, la Francia, la Svizzera e l’Italia.
Il guaio è che si può parlare della circoncisione femminile, lottare contro di essa, ma non contro quella maschile che come mi ha confermato Mme Dr Leila Mehra dell’OMS durante un incontro del 12 gennaio 1992, presso il suo ufficio a Ginevra, alla mia domanda di volere conoscere assolutamente il perché l'OMS si occupava solo della circoncisione femminile, tralasciando la maschile mi rispose: "La circoncisione maschile è menzionata nella Bibbia. Vuole crearci dei problemi con i giudei? Ho poi incontrato, sempre a Ginevra, la presidente del Comitato inter-africano, Mme Berhane Ras-Work. Le ho posto la stessa questione, e lei mi ha risposto alla stessa maniera. Una tale distinzione di genere per la circoncisione, non è giustificabile, costituisce una violazione del principio di non–discriminazione, scritta in tutti i documenti delle Nazioni Unite, le costituzioni di molti Paesi e nelle organizzazioni non governative come, per esempio, Amnesty International. Non è difficile concludere che il silenzio in materia della circoncisione maschile è dettato dalla politica, come pure la campagna contro la circoncisione femminile.

Lei pensa che lottare per l’abolizione dell’infibulazione e non per la circoncisione dei due generi, sia sbagliata?

Certo, non possiamo chiedere che cessi la campagna contro la circoncisione femminile, anche se è solamente un pretesto per attaccare dei paesi particolari. Se si può salvare delle ragazze dalla mutilazione, bisogna rendere omaggio alla battaglia contro questa pratica, anche se nasconde delle mire politiche. Ma ciò che è veramente scandaloso, è di tacere davanti alla mutilazione di milioni di bambini per ragioni politiche. Questo atteggiamento di due pesi e due misure pervertono gli atti umani più degni e possono avere degli effetti controproducenti. Le stesse donne impegnate contro l’infibulazione possono sentirsi utilizzate a fini politici. Il Dr Amal Shafiq, una donna egiziana di religione musulmana, lavorando per l'UNICEF al Cairo ha partecipato nel 1998 ad un simposio organizzato dall'UNICEF a Ginevra. Si è presentata al simposio come attivista che lotta contro la circoncisione femminile e maschile. Crimine supremo agli occhi dell'UNICEF. Il responsabile del simposio, una svizzera di religione cristiana, si è avvicinata a lei e le ha detto: "Signora, fate bene a lottare contro la circoncisione femminile, ma non dovete occuparvi di quella maschile: non fa parte della nostra attività". Scandalizzata, la donna egiziana mi ha telefonato: "Perché la svizzera cristiana difende la circoncisione maschile, mentre la collega ebrea israeliana seduta accanto a me non ha reagito? La chiesa gioca un si grande ruolo nefasto in Svizzera"?
Oggi non si sa chi coinvolgere: i genitori? I medici? I responsabili politici? Le autorità religiose che esaltano questa pratica? Il legislatore che lascia fare?
Gli oppositori pensano che la legge sola non basta per mettere fine alla circoncisione maschile e femminile e che bisogna ricorrere a differenti mezzi socio-culturali per convincere il popolo ad abbandonare la pratica. Uno dei problemi da porsi è il peso della forza religiosa che è dietro a certe pratiche. Ora niente è più difficile di educare dei religiosi. Chiedete al papa di Roma di prendere una posizione contro la circoncisione maschile o femminile: non lo farà. Il cardinale Lustiger ed il grande rabbino di Parigi hanno negato di esprimere una loro opinione sulla circoncisione femminile per paura che ciò conduca ad aprire il dibattito su quella maschile. E cozzare contro la circoncisione maschile comporta delle difficoltà di interpretazione dei testi religiosi, non più solo del problema politico.


e a seguire dell'avv. Fiorin un articolo sulla controversa questione che aveva visto protagonista un ginecologo di Firenze che aveva proposto la "as sunnah" l'infibulazione simbolica per prevenire le infibulazioni "faidate" e dell'istituzione della legge del 2006 che vieta espressamente le mutilazioni genitali femminili
La legge sull'infibulazione e la nuova gerarchia dei valori costituzionali


A seguito della approvazione della legge sulla prevenzione e divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile (infibulazione), ripubblichiamo con varie integrazioni ed ampliamenti l’articolo già pubblicato tempo fa per un diverso sito Internet:

Da molti anni nel nostro diritto costituzionale, così come in filosofia, si dibatte sulla gerarchia dei valori fondamentali. Difatti, anche nella giurisprudenza della nostra Consulta, è divenuto un principio generale che quando alcuni diritti costituzionali confliggono si debba cercare di contemperarli e, ove non sia possibile, sia necessario dare prevalenza a quelli gerarchicamente più importanti.

In questo quadro di priorità, nella cosiddetta “società civile” si sta affermando l'idea di un nuovo valore fondamentale, dal quale discendono diritti inviolabili che devono prevalere in modo assoluto rispetto a tutti gli altri. Compresi i diritti che normalmente si considerano sacri e intangibili, come quello alla vita, alla salute, alla libertà di espressione e di autodeterminazione della persona, e persino al diritto di non discriminazione in base al sesso.

Lo avevamo visto chiaramente come su una cartina di tornasole, quando tempo fa era sorta la polemica sulla cosiddetta “infibulazione dolce”, proposta da un medico di origine islamica che lavorava da anni sul problema a Firenze. Ma ora, con la legge 9 gennaio 2006, n. 7 [PDF], che ha istituito un’apposita figura di reato per reprimere ogni forma di infibulazione, e che per prevenire il fenomeno ha altresì disposto campagne informative ad hoc nei confronti degli immigrati, il nuovo valore fondamentale ha trovato una consacrazione legislativa, con tanto di oneri finanziari per il contribuente al fine di promuoverne la tutela.

Il problema in sé è ormai molto conosciuto: vi è un numero notevole di donne immigrate in Italia, specie da Paesi africani, che non rinunciano per sé e per le proprie figlie alla sia pur barbara tradizione della infibulazione, o circoncisione femminile. Quest'ultima, oltre a poter dare luogo a una mutilazione permanente, spesso viene praticata in assenza di alcuna precauzione medica ed igienica, con conseguenti rischi per la salute generale se non per la vita.

Va peraltro detto che non sempre l’infibulazione è di tipo seriamente mutilativo: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha studiato e catalogato il fenomeno, mentre la cosiddetta infibulazione “faraonica”, praticata perlopiù nel Sudan e in altre aree subsahariane, è decisamente una pratica feroce che provoca lesioni gravi, nel mondo islamico esistono anche altre forme meno cruente, quali la as sunnah, che è una specie di corrispettivo della circoncisione maschile, e consiste nella semplice incisione del clitoride per provocare l’uscita simbolica di sette gocce di sangue, ovvero la al uasat, che invece è una vera e propria escissione del clitoride stesso nonché di parte delle piccole labbra.

Sulla base di queste conoscenze, più di un anno fa era stato quindi proposto di sperimentare nei nostri presidi sanitari pubblici l'offerta di una infibulazione simbolica, non mutilativa e igienicamente sicura (praticamente una forma ridotta della cosiddetta as sunnah), che per molte donne di origine africana sarebbe stata ritenuta sufficiente a salvaguardare la loro tradizione.

Era una proposta ispirata da valori tipicamente occidentali, quali la tutela della vita, della salute, del pluralismo culturale e della libertà religiosa. E comunque si basava sul principio del male minore. La levata di scudi che però c'è stata da più parti, e che ha poi portato alla nascita della legge n. 7 appena approvata dal Parlamento, che parrebbe non lasciare spazio per alcuna forma simbolica di intervento sulla vulva, fa appunto capire che in Occidente sta emergendo un principio fondamentale che prevale su tutti i valori dianzi citati. Nonostante che gli stessi siano indiscutibilmente alla base della nostra civiltà (come vediamo in particolare di questi tempi di conflitto con l'Islam più radicale).

Si tratta, dunque, del principio della libertà sessuale femminile. Femminile, e non libertà sessuale tout court, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui nessuno pone troppe obiezioni né chiede campagne di dissuasione finanziate con denaro pubblico riguardo alla circoncisione maschile. Quest’ultima è notoriamente altrettanto diffusa non solo nell'ebraismo ma anche in diversi Paesi islamici, dove si possono verificare le stesse carenze igieniche. La circoncisione maschile, tuttavia, in Italia e in Occidente è accettata al punto tale che probabilmente - sotto la copertura delle “ragioni igieniche” - si potrebbe tranquillamente praticare anche in strutture sanitarie pubbliche, per evitare ogni problema sanitario.

Tanto che, in effetti, sarebbe interessante vedere se la nostra Consulta sarà mai chiamata a pronunciarsi, oltre che sul problema della costituzionalità della legge n. 7 del 2006 rispetto al diritto alla salute e alla libertà religiosa, anche su quello della sua compatibilità con l’art. 3 relativo alle discriminazioni formali basate sul sesso. Detta legge proibisce difatti espressamente soltanto la circoncisione femminile: sarebbe dunque curioso vedere come la nostra Corte Costituzionale risponderebbe alle doglianze di un integralista islamico che volesse circoncidere sia il figlio maschio che la figlia femmina, visto che solo nel secondo caso incorrerebbe in un reato.

Ma a parte questa non inverosimile ipotesi, resta il fatto che ora il legislatore ha di fatto sancito che libertà sessuale femminile - e solo quella femminile - è così fondamentale da non poter essere violata nemmeno a livello simbolico, come potrebbe avvenire con la as sunnah o altre forme di infibulazione dolce.

Si tratta dunque di una libertà - o pretesa tale - tanto importante sul piano ideologico da prevalere anche sui diritti alla vita e alla salute, e cioè proprio su quei diritti che a suo tempo si era ipotizzato di tutelare nei confronti delle donne immigrate, che altrimenti rischiano di subire l'infibulazione senza alcuna tutela igienica, da parte di personaggi senza scrupoli e senza abilità mediche, e di venirne pregiudicate seriamente.

La libertà sessuale femminile, a quanto pare, è un diritto che deve prevalere su quello all'integrità del corpo, che viene lesa dall'infibulazione faraonica o dalla al uasat, ma di certo non da forme “dolci” di circoncisione del clitoride. E prevale pure, ovviamente, sul diritto di libertà religiosa, di espressione del pensiero, di uguaglianza sostanziale: proprio su quei diritti rivendicati da numerose donne islamiche, che considerano l'infibulazione una pratica da rispettare per non venire penalizzate socialmente nel loro ambiente.

Alla fine dei conti, prevale su tutte le altre forme di tutela della donna, giustamente tanto importanti per altri versi nella nostra società: sembra infatti che per l'infibulazione “dolce” a suo tempo non sia stato nemmeno preso in considerazione il criterio del male minore, che non troppi anni prima invece era stato invocato a gran voce per legittimare l'aborto di Stato.

Tutti ricordano come, ai tempi del referendum sulla legge 194, molti degli stessi odierni fautori della nuova legge sull’infibulazione adombrassero, non senza un certo strepito, i rischi delle “mammane” e dei “ferri da calza” ai quali si temeva che le donne italiane avrebbero continuato ad affidarsi, se non si fosse concessa l'interruzione volontaria della gravidanza, pubblica e gratuita. Ancor oggi nel nostro Paese la legge 194 è considerata un feticcio intoccabile, e come si è visto un paio di anni fa suscita scandalo persino l'idea di fare pagare per l’interruzione di gravidanza almeno un ticket, come avviene per le altre prestazioni sanitarie non strettamente necessarie.

Insomma, pare che persino la cosiddetta libertà di autodeterminazione della donna sul proprio corpo, tanto sacra in Italia e in Occidente, debba cedere di fronte al valore prevalente dei simboli della sua libertà sessuale. Dalle nostre parti si è dibattuto molto, e tuttora si discute, di problemi come l'aborto e la fecondazione assistita: anche questi hanno molto a che fare con il corpo femminile e la sua inviolabilità, e anzi si tratta di pratiche che di norma sono persino più invasive di quanto non lo sarebbe l'infibulazione as sunnah.

Sarà perché in quei casi si tratta di esigenze delle nostre evolute donne occidentali, ormai liberate e padrone del loro futuro, mentre quando si parla di infibulazione ci si riferisce alle scelte tribali di donne immigrate e povere, non “liberate” e ancora sottomesse all'uomo, e quindi estranee alle piacevolezze della nostra civiltà.

Tuttavia è indubbio che, quando si parla di aborto e di fecondazione assistita, la libertà di autodeterminazione della donna è spesso l'argomento decisivo a favore della legittimità degli interventi più invasivi. Ma per quanto riguarda l'infibulazione, no: il solo sospetto per cui le donne che la chiedono non siano sessualmente “libere”, basta a rendere esecranda l'idea di intervenire anche solo simbolicamente sulla loro vulva.

Al punto che, come prevede la legge appena approvata, si è ritenuto necessario intervenire sul problema a spese dei contribuenti italiani, con pubbliche campagne di informazione, prevenzione e dissuasione, rivolte solo agli immigrati. Non risulta che finora si sia mai fatto lo stesso per promuovere tra gli immigrati stessi la cultura della legalità, e nemmeno per dissuadere le donne italiane da altre pratiche invasive e potenzialmente pericolose che vanno - anche a voler prescindere dai problemi dell'aborto e della fecondazione assistita - dal piercing alla chirurgia estetica.

Di fronte alla libertà sessuale, sembra che persino gli altri fondamentali diritti femminili debbano cedere: la donna deve essere sì libera, ma di questa libertà deve fare un uso compatibile con l'idea occidentale della sua sessualità. Quando invece volesse usare della propria libertà per pregiudicare - per quanto solo simbolicamente - quel fondamentale valore, allora per il nostro legislatore la libertà della donna deve essere difesa persino da se stessa. Quel che conta ancor più della salute e della libertà di scelta, a quanto pare, è il simbolo: la pienezza e l'intangibilità della vulva, simbolo del potere sessuale femminile, e ancor più del clitoride, simbolo del suo diritto al piacere, in quanto tali devono essere ancora più preservati dell'utero.

Una volta quest'ultimo era rispettato in quanto sede sacrale della maternità e quindi della vita. Ma ora, come ha insegnato il femminismo fin dai tempi del “Secondo sesso” della De Beauvoir, l'utero passa in secondo piano in quanto è anche simbolo della “prigione del corpo” nella quale la donna sarebbe stata rinchiusa dalle società maschiliste. Oggi invece è nella vulva e nel clitoride che risiede il potere al quale ognuno si deve inchinare. (M.F. 31.1.06)

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Online Massimo

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Rita, complimenti!  Hai fatto una ricerca molto accurata! L'argomento di questo thread è però il "silenzio" femminista (non da oggi)
nei confronti delle prescrizioni (anche pesanti) del mondo islamico nei confronti delle donne. Silenzio che mi pare assai sospetto.
Hai una ricerca simile da fare e da pubblicare anche su questo soggetto?

Offline Salar de Uyuni

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Intervista a Sami A. Aldeeb Abu-Sahlieh.

Bravo costui,meritorio.
In effetti l'Islam mutila il cazzo ai bambini,però per sua costituzione sembra in qualche modo più ''attento'' alle problematiche maschili.
Da un professeore occidentale sarebbe venuto la solita cenere in testa per il corpo delle donne.

Sarà perchè gli girano le balle di essere stato circonciso?

Io mi domando in ogni caso,circoncisione a parte,se mai l'Islam deciderà mai di usare la condizione maschile in occidente come grimaldello all'opposto degli americani in Afghanistan...

Per il momento io nei siti islamici in lingua italiana,vedo solo scritti ''apologetici'' della condizione della donna nell'Islam,e della vera legge del Corano che è stata fraintesa...

E' l'Islam sufficientemente consapevole da eliminare il femminismo scientemente,o lo fa in modo inconsapevole,perchè DA NOI SI E' SEMPRE FATTO COSI',E SEMPRE SI FARA' COSI'?

Cioè in un ipotetico scontro fra Islam e femminismo,l'Islam dovrà pur diventare consapevole del problema maschile,altrimenti verrà tritato...

Ma in ogni caso,tagliare il prepuzio,che schifo!
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Salar de Uyuni

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Rita, complimenti!  Hai fatto una ricerca molto accurata! L'argomento di questo thread è però il "silenzio" femminista (non da oggi)
nei confronti delle prescrizioni (anche pesanti) del mondo islamico nei confronti delle donne. Silenzio che mi pare assai sospetto.
Hai una ricerca simile da fare e da pubblicare anche su questo soggetto?

Ma no,Massimo,anche se con il dovuto ''garbo'' politicamente corretto,ci fanno una testa tanta con l'Islam e le donne...
Anche perchè non è la questione del femminismo in sè,il femminismo è l'ideologia ufficiale dell'occidente,quindi se non è la femminista del blog del cazzo,sono comunque organismi ultrapotenti che battono questa grancassa...
Tutti i vari think-thank neocon,l'ONU,l'Unicef e via dicendo...

A me la Fallaci ha rotto il cazzo.
Mi dispiace,ma non vedo logica e introspezione nei suoi scritti.

Cioè è come se una azteca si mettesse a gridare:gli spagnoli ci stermineranno!

Però poi non si rende conto che se Pizzarro e Cortez hanno conquistato l'impero azteco praticamente da soli,è perchè quei pazzi si erano inimicati tutte le tribù vicini con quegli insulsi sacrifici umani,a tal punto da preferire il giogo spagnolo a quello azteco.

Cioè se io sono un azteco del 500 prima mi rendo conto che devo smetterla con le mie stronzate culturali autolesioniste,(anzichè gridare a quelle dewgli altri)poi una volta che ho terminato ciò che mi indebolisce,ho reso la popolazione sensibile e in grado di respingere gli invasori.

Se io invece difendo la mia cultura tout-court,con ragionamenti del tipo il cous-cous è peggio della polenta,mi suicido perchè sono un piciu.

I Turchi quando hanno perso la prima guerra mondiale hanno abbandonato l'alfabeto arabo e la sharia,per sopravvivere si sono occidentalizzati.
Se noi non prendiamo qualche esempio dai maomettani barbuti,saremo noi a soccombere alla nuova modernità.

Sai quale sarebbe paradossalmente l'unica soluzione dell'Europa,per resistere all'invasione degli arabi?
Islamizzarsi autonomamente.
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Online Massimo

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Appunto, l'ideologia ufficiale dell'Occidente è il femminismo. E ti stupisci se gli islamici, in lotta proprio con l'Occidente non
attacchino la libertà e i diritti delle donne per la cui difesa l'Occidente intende appunto scardinare e omologare l'Islam?

Offline Angelo

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Le femministe non dicono nulla contro i musulmani, hanno paura.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

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scusate, ma se i musulmani vogliono infibulare le donne e poi, come detto altrove, ritengono un loro diritto vioentarle e poi etc etc. perchè non ci prendiamo tutti qualche settimana di vacanza, che sò, in un qualunque angolo del mondo a fare rafting o a giocare a scacchi, e aspettiamo finchè le donzelle occidentali non ci supplicheranno di tornare e restaurare il patriarcato?
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scusate, ma se i musulmani vogliono infibulare le donne e poi, come detto altrove, ritengono un loro diritto vioentarle e poi etc etc. perchè non ci prendiamo tutti qualche settimana di vacanza, che sò, in un qualunque angolo del mondo a fare rafting o a giocare a scacchi, e aspettiamo finchè le donzelle occidentali non ci supplicheranno di tornare e restaurare il patriarcato?

.....Non sai quanto mi piacerebbe....,  se fosse possibile.

L'islam è il cancro dell'umanità, ma per quanto riguarda le donne non posso che approvarli.

Mi chiedete se ho mai pensato al matrimonio? Mai!!
E che so' diventato matto?
E che faccio, mi metto un'estranea* dentro casa? (cit. Alberto Sordi)
*Nota personale: "NEMICA" è più consono ed adatto. "Estranea", per uno degli strani casi del destino potrebbe anche essere una brava persona.

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perchè cancro dell'umanità?
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Offline Cavalier Serpente

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perchè cancro dell'umanità?

Io qui potrei anche scrivere quello che mi pare......quindi...

....ti suggerisco di leggere il corano e le Hadith.
Te lo spiegheranno perfettamente, oltre a farti capire perchè Adolf Hitler da un punto di vista ideologico apprezzasse l'islam.

Mi chiedete se ho mai pensato al matrimonio? Mai!!
E che so' diventato matto?
E che faccio, mi metto un'estranea* dentro casa? (cit. Alberto Sordi)
*Nota personale: "NEMICA" è più consono ed adatto. "Estranea", per uno degli strani casi del destino potrebbe anche essere una brava persona.

Offline Jason

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E' una bufala femminista, e voi come i gonzi avete abboccato a questa ennesima menzogna femminista :D Ragazzi questo è un forum antifemminista, evitiamo quindi di accreditare balle femministe pur di attaccare a tutti i costi gli uomini non occidentali, vi dimenticate che anche loro sono vittime del femminismo(basti vedere quello che sta succedendo in India contro gli uomini a colpi di leggi misandriche)

http://www.giornalettismo.com/archives/1572955/infibulazione-obbligatoria-donne-stato-islamico-bufala/
http://www.bufale.net/home/bufala-baghdadi-ordina-linfibulazione-tutte-donne-bufale-net/#

«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

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grazie Jason!  :wub:
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