Da un punto di vista umano/individuale sì, ma io che amo riflettere su strutture un po' più grandi dell'individuo, e i suoi comodi pretesti, la vedo anche un po' diversamente.
La cultura cattolica era misogina, sì dirà: certo, ovvio, ma quando, per contrappasso, alla misoginia ha contrapposto una maschilità/virilità (a parte nei periodi di guerra per mandare gli uomini a morire) sana, "spueriore"?
Mai!
Tant'è che se vogliamo cercdare la personificazione della virilità dobbiamo cercarla giù..sempre più ....negli inferi, nella figura del satiro/belzebù.
Per contro, ancora si dirà, la cultura cattolica era misandrica:certamente, tutto il simbolismo, catto-cristiano è un inno all'impotenza!
E dov'è che ha esaltato, la seduzione femminile, la la femminilità?
Anche qui ... mai.
Bisogna andare a cercarle sempre all'Inferno.
Questa premessa, se l'hai ben capita, di dovrebbe anche spiegare immediatamente, che "tua nonna" (come tutte le donne che odiavano il maschio e che vedevano nell'immacolata concezione la soddisfazione dei loro desideri), non lo odiavano perchè c'era la misoginia o come risposta alla misoginia.
Questo, come ho detto prima, è una comodo risposta individuale, ma niente di più.
Lo odiavano perchè la psiche collettiva è la stessa! perche alla base c'era l'odio per il sesso. dato che l'xmas non contrappone alla misoginia l'esaltazione dei caratteri virili o alla misandira, l'esaltazione dei caratteri femminili.
Ripeto, l'xmas odia il sesso. E' questo che c'è alla base.
Misoginia e misandria, non sonoche le due facce della stessa medaglia.
Ripeto, le nonne cattoliche avevano questi sentimenti, non come risposta a quelli maschile (dunque per contrapposizione), ma era lo stesso sentimento "cristiano", solo che dalla parte femminile.
Insomma se la nonnina avesse davvero voluto opporsi alla "misoginia", amesso che ne avesse avuto l'intelligenza/cultura, csa di cui mi sento di dubitare, avrebbe dovuto rifiutare in toto , il modello femminile proposto dalla Chiesa....non "sposarlo"!
Mi sono spiegato?
Il cristiano non sta alla larga dei conflitti. In Matteo 10,34 Gesù ha detto: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada”. Il cristiano non odia le armi, in Luca 23, 36, Gesù dice: “Chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una”. Il cristiano prende posizione sempre per difendere la verità e non si cura troppo se questo gli procura nemici o odii.
Gesù era umile ma non pusillanime. “Era un vero uomo, ma anche un uomo vero”. Non esitò a fare da scudo ai suoi amici. Antonio Socci nel suo splendido libro, Indagine su Gesù”scrive che Gesù aveva un carattere eroico al sommo grado: è l’eroismo incarnato. A chi lo segue chiede coraggio e decisione, anche se sa che gli uomini spesso sono vili, ma non si stanca mai di esortarli alla nobiltà, a fare come Lui. Questo è il vero Gesù non quello che vuole far crederci fetidus e la propaganda ateista .
Nel corso della storia centinaia e centinaia di crociati dai Cavalieri Templari ai Cavalieri Teutonici fino a tutti gli altri ordini di monaci guerrieri , sono morti in combattimento per difendere i principali luoghi di culto della cristianità siti in Terra Santa dalle orde dei mussulmani .
La Chiesa stessa ha sempre ricordato che la “la vita degli uomini sulla terra è un combattimento”. Non a caso San Paolo ammaestra i suoi discepoli scrivendo: “faccio pugilato, ma non come chi combatte l’aria” (1Cor 9, 26); e fa un bilancio della sua vita usando le parole: “Ho combattuto la buona battaglia”( 2Tm 4, 7). Peraltro le varie cause di beatificazione o di canonizzazione hanno lo scopo di accertare “l’esercizio eroico” delle virtù cristiane e in particolare l’esercizio della fortezza .
La fortezza è anche uno dei princìpi-cardine della Cavalleria.
Così scrive Romano Guardini a proposito dell’uomo cavalleresco: «Dallo spirito del vero uomo, spirito diritto, forte e puro, disinteressato e nobile, sicuro, serio e allegro nello stesso tempo, deve anche derivare la consapevolezza della propria nobiltà. Perché che cosa significa essere nobile? Avere in sé più responsabilità degli altri. Significa sapere che l’onore è lo scopo delle nostre azioni, sapere che il nostro posto è dove c’è pericolo. Che, in fondo, c’è un unico nemico: ciò che è volgare».
La Fede , la Giustizia , la Fortezza e la Temperanza sono quelle virtù teologali e cardinali proprie del cristianesimo che contraddistinguono un vero uomo .
La fortezza (in latino fortitudo) assicura, nelle difficoltà, la fermezza e la costanza nella ricerca del bene. La fortezza è la capacità di resistere alle avversità, di non scoraggiarsi dinanzi ai contrattempi, di perseverare nel cammino di perfezione, cioè di andare avanti ad ogni costo, senza lasciarsi vincere dalla pigrizia, dalla viltà, dalla paura. La fortezza si oppone alla pusillanimità che, come insegna san Tommaso d'Aquino , è il difetto di chi non raggiunge l'altezza delle proprie possibilità, cioè non si esprime nella pienezza delle sue potenzialità, fermandosi davanti agli ostacoli o accontentandosi di condurre un'esistenza mediocre.
La temperanza (in latino temperantia) modera l'attrattiva dei piaceri sensibili e rende capaci di equilibrio nell'uso della materia. Se l'uomo, come l'animale, seguisse liberamente le proprie pulsioni, prodotto del peccato originale, finirebbe per diventare schiavo delle sue bramosie e delle sue passioni, giacché la parte animale dell'uomo è molto sensibile, se non controllata costantemente, alla degenerazione e all'abuso. Occorre allora un impegno ascetico, che alleni la volontà e l'intelligenza ad evitare e a valutare ciò che può nuocere loro tramite il rapporto con Dio. Questa autoeducazione della volontà è precisamente la virtù della temperanza. Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che "la temperanza è la virtù morale che modera l'attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell'uso dei beni creati. Essa assicura il dominio della volontà sugli istinti e mantiene i desideri entro i limiti dell'onestà" (N° 1809).
La giustizia (in latino iustitia) consiste nella volontà costante e ferma di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto e quindi, per mezzo di essa, intendiamo e conseguentemente operiamo ciò che è bene nei riguardi di Dio, di noi stessi e del prossimo. È la più importante tra le virtù cardinali perché "chi pratica la giustizia è giusto come Egli [Cristo] è giusto" (1Giovanni 3,7) mentre "chi non pratica la giustizia non è da Dio" (1Giovanni 3,10) come dice San Giovanni.
La mancanza di queste vir-tù spalanca le porta alla superbia , alla lussuria , all'ira ed all'invidia caratteristiche per eccellenza del maligno , segno di debolezza , di cedevolezza ai piaceri della carne , o della gola o del denaro .
Il maligno , quindi , mancando di qualsivoglia vir-tù rappresenta la negazione per eccellenza di ciò che si intende per "virilità" .
Difatti si tende colpevolmente a confondere la lussuria , arrivando addirittura a scambiare la cedevolezza ai piaceri della carne , farsi un sega , andare a prostitute o guardare un film porno per la virilità !
Un uomo che non è capace di dominare i propri istinti e che non sa far altro che sbavare dietro una donna dalla mattina alla sera , non è virile è semplicemente un debole , un invertebrato , uno zerbino , in tedesco , un "untermensch" ovvero un "subuomo" .
Se i grandi uomini del passato avessero messo al centro delle loro esistenze esclusivamente i piaceri smodati , noi uomini , oggi , vivremmo ancora dentro le caverne come le bestie...
Ed allora mi viene da pensare con terrore ed angoscia , è mai possibile che anche in una realtà antifemminista come questa si voglia far passare l'idea che il destino ineluttabile dell'uomo sia così miserando da ridursi ad essere quello di un condannato alla perenne ricerca di una vagina e prima ancora ad uscire da essa ?
Così , nella misura in cui l'uomo mette al centro della propria esistenza il sesso , la donna diventa inevitabilmente il dio cui l'uomo deve adorare inginocchio .
Uomo è dunque colui il quale è disposto a dare la propria vita per la sua fede o per i suoi ideali , perché come ebbe a dire Ezra Pound "
Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui."
Tutto ciò è esattamente il contrario dell'odierno uomo decadente ed in crisi che si abbandona all'edonismo , all'alcool , alle droghe o alla lussuria .
Dove starebbe dunque la virilità nel demonio ? Dove è la virilità nel serpente strisciante... ?
Forse che , di questi tempi , la vigliaccheria o la stoltizia sono state assunte a virtù encomiabili... ?
Eppure il mio sforzo è volto ad indurti alla ragione o almeno al semplice buon senso , tenuto conto che anche da una larva potrebbe uscire prima o poi una farfalla .
Il Vangelo riserva parole terribili per i vili, per coloro che non si espongono, che non rischiano, che non si assumono le proprie responsabilità .
Il Catechismo della Chiesa Cattolica,affronta la questione della legittima difesa, che potrebbe scandalizzare i cosiddetti bravi bambini. Il testo conclude l’argomento del 3° capitolo facendo diversi esempi di Cattolicesimo eroico, nello stesso sacramento della Cresima, si parla di soldati di Cristo.
Scorrendo il calendario sembra che il mestiere delle armi sia una via privilegiata per la santità. A partire da S. Michele Arcangelo, principe delle milizie celesti, per continuare con S. Sebastiano, ufficiale dei pretoriani, guardia scelta di Diocleziano. S. Giorgio cavaliere, lo stesso S. Francesco che proveniva dalla vita cavalleresca. S: Bernardo di Chiaravalle che scrisse “l’elogio della nuova cavalleria”, dedicato all’Ordine Templare, la congregazione dei monaci guerrieri nata con lo scopo di proteggere i pellegrini diretti al Santo Sepolcro.
E poi S. Ignazio di Loyola, uomo d’arme, che istituisce la Compagnia di Gesù seguendo un modello militare. Mentre il teatino Lorenzo Scupoli, intitolò il suo trattato religioso di formazione ascetica, “Combattimento spirituale”.
Anche qui però la virtù della forza non consiste tanto nell’attaccare quanto nel resistere, non nel sopraffare ma nel sopportare .
Sono passati millenni di storia e varie epoche storiche : l'illuminismo , il marxismo , i totalitarismi , il relativismo odierno etc. eppure la Chiesa è sempre lì da più di 2.000 anni...
Il pater-vir ci insegna il «coraggio di avere paura» (F. Hadjadj) . Ma la paura , una volta riconosciuta , può essere dominata e sconfitta.
Ha scritto Chesterton che «solo, fra tutte le religioni, il Cristianesimo ha aggiunto il coraggio alle virtù del Creatore. Il solo coraggio degno di essere chiamato coraggio deve necessariamente significare che l’anima passa per un punto di rottura – e non si rompe».
«La madre – scrive Marchesini autore del libro "Quello che gli uomini non dicono . La crisi della virilità"– insegna a vivere; il padre insegna a morire, dopo aver dato uno scopo alla propria vita». Avere delle ragioni per vivere è anche possedere delle ragioni per morire. Come scrive Thibon, «colui che sa per cosa vive non ha bisogno di domandarsi perché vive».
Per questo il cristianesimo non è un trastullo spirituale per invertebrati o per i deboli , ma una religione per cuori impavidi, per spiriti coraggiosi. In una parola, come scrive sempre Marchesini, è «una religione per uomini veri»: la religione del Signore giusto, buono e misericordioso.