Autore Topic: Saggio sul Femminismo - di Nunzio Miccoli  (Letto 2280 volte)

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Offline ventiluglio

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Saggio sul Femminismo - di Nunzio Miccoli
« il: Ottobre 10, 2009, 17:24:50 pm »
Segnalo questo scritto di Nunzio Miccoli (che non conosco) trovato in Rete, che è interessante perché segue pedissequamente gli argomenti elaborati in questi anni in seno al Movimento Maschile, ma sembra provenire da un ambiente spiccatamente laico e liberale (talvolta persino anticlericale), quale è evidentemente il "Circolo Bertrand Russell".

Di Miccoli leggo - sempre in Rete - che è un padre separato, passato nel tritacarne dei tribunali per un figlio negato, ed è anche - pare - uno degli "attivisti web anti-clericali più fertili" (da questo sito: http://www.fainotizia.it/2009/05/29/saggio-sul-femminismo-di-nunzio-miccoli). Curiosamente quest'ultimo sito attribuisce a U3000 una posizione "filotradizionalista", accomunandoci a MS.

http://www.circolorussell.it/index.php?doc=349

SAGGIO SUL FEMMINISMO
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di Nunzio Miccoli – numicco@tin.it

Come risulta evidente, in beffa all’articolo 3 della costituzione, che sancisce l’eguaglianza dei diritti tra sessi, religioni, classi e razze diverse, governo e parlamento italiano hanno pensato bene di varare innumerevoli leggi che disattendono questo principio centrale della costituzione; il presidente della repubblica pro-tempore le ha promulgate, attentando con ciò alla costituzione.

Però sindacati e partiti si fanno una bandiera del femminismo, per narcotizzare gli italiani e dimostrare che hanno fatto qualche cosa al riguardo, così sono arrivati a mettere donne modeste in posizione di potere, con lo scopo preciso di non migliorare il clima politico ed economico italiano; queste donne, come fanno generalmente tutti i politici, stanno al gioco e diventano strumenti oscuri di un’occhiuta rapina.

Tuttavia i venditori d’oppio femminista non demordono e continuano a depistare il vero problema, infatti, se le donne sono discriminate, nascere donna negra è peggio, nascere donna povera è peggio, nascere ebrea è peggio; inoltre, le figlie dei notabili hanno maggiori possibilità sociali dei figli maschi degli operai. A questo punto, mettendo da parte la demagogia, val la pena fare un po’ di storia sulla condizione delle donne.

Nelle società matriarcali antiche la donna era sovrana in casa e aveva la potestà esclusiva sui figli, potestà, sovranità, proprietà e possesso sono termini simili; anche i coniugi, con il contratto di matrimonio, si posseggono reciprocamente, il corollario del possesso materiale è la gelosia.

In epoca patriarcale il marito era assente da casa per più giorni per la caccia, mentre la moglie era impegnata a casa ad allevare numerosi figli; fino a 50 anni fa, furono le gravidanze plurime, fin dalla giovane età, ad allontanare le donne dal mondo del lavoro e non una macchinazione degli uomini.

Oggi l’occupazione femminile in Italia, anche se è più bassa che Europa, arriva quasi al 40%, pur rappresentando le donne la metà della popolazione, consideriamo che è molto cresciuta; se è più bassa di quella dell’uomo, la colpa non è degli uomini ma dello stato, che non fornisce adeguati servizi all’infanzia. La donna è ormai emancipata in famiglia e, se vuole il lavoro, deve solo trovarlo, non deve chiedere il permesso al marito o al padre.

Con lo sviluppo dell’agricoltura e dell’urbanesimo, l’uomo tribale espropriò la moglie della sua potestà sui figli, creando il patriarcato che faceva perno sull’autorità esclusiva del marito sulla moglie e sui figli; se questo quadro è ormai superato in occidente, è tuttora vigente nell’Islam,   dove la moglie è ancora soggetta al marito e i figli appartengono solo al padre.

In occidente la rivoluzione liberale ha stabilito che la patria potestà appartiene ad entrambi i coniugi, però non bisogna farsi incantare da norme spesso disattese dalla pratica; spesso, a causa dello sviluppo del femminismo, pare che i figli appartengano più alla madre che al padre e la moglie ha spesso la prevalenza anche sul marito.

Se fino a 50 anni fa studiavano più gli uomini che le donne, oggi accade il contrario, più indietro di 50 anni fa studiavano solo i figli dei ricchi; quindi il diritto allo studio non fu discriminante solo nei confronti delle donne, le quali, se furono discriminate al riguardo, lo furono solo per un breve tempo. Donne studiose non sono autorizzate ad avere la memoria corta di chi racconta la storia limitandola solo alle ultime generazioni.

Oggi in Italia, chi è dotato d’istruzione, per acceder al lavoro e alla carriera professionale, può essere discriminato dal clientelismo e non dal sesso; paradossalmente, il clientelismo ha messo uomini e donne sullo stesso piano; con delle eccezioni e non sempre a svantaggio della donna; infatti, c’è chi afferma che le donne, con il sesso, hanno una marcia in più.

Se i privati, ma non la pubblica amministrazione o le banche, hanno riserve sull’assunzione delle donne, che possono assentarsi per maternità, ci sono studi professionali e attività commerciali in cui si assumono solo donne, anche se ci sono anche uomini che vorrebbero lavorarci. Per difendere il mito della discriminazione femminile, si postula che ciò dipenda dal fatto che le donne sono pagate meno, in realtà, anche degli uomini accetterebbero il loro salario.

Esistono lavori di fatica riservati a sole donne e lavori di fatica riservati solo ad uomini, generalmente gli infortuni sul lavoro colpiscono più gli uomini, perché fanno lavori più pericolosi delle donne. Da notare che, quando in banca le donne si lamentavano perché non avevano dirigenti, i commessi erano solo uomini.

I pregiudizi sulle donne, sulle razze, sulle classi e sulle religioni esistono, tuttavia gli stessi pregiudizi esistono anche da parte delle donne, anche nei confronti degli uomini; chi generalizza è razzista, pare che l’uomo viva di pregiudizi, infatti, si dice religioso, ideologico e militante di partito preso; ciò che conta è che non cada nelle persecuzioni, nelle vessazioni, nei maltrattamenti e nelle discriminazioni.

Se si dicesse che i bianchi sono più intelligenti, virtuosi, coraggiosi e determinati dei negri, si verrebbe accusati di razzismo; ebbene le femministe, generalizzando, affermano queste loro superiorità nei confronti degli uomini e nessuno le accusa di razzismo.

Oggi sembra che la donna studi con più profitto degli uomini, ciò dipende dal fatto che ha maggiore voglia di emergere, come accade a certi figli d’immigrati o meridionali, dal fatto che la scuola è stata consegnata in mano a docenti di sesso femminile, che giudicano secondo la loro psicologia e dal fatto che la donna si matura prima, fisicamente e intellettualmente.

Alle prime classi alimentari anche sei mesi di maggiore età pesano molto nelle capacità intellettive dei bambini, a quell’età i maschi sembrano i fratelli minori delle compagne; anche se si sa che l’uomo è destinato a crescere fisicamente più delle donne.

Lo sviluppo intellettuale completo di un uomo si ha a 25 anni, cioè con la fine dell’età scolastica, solo a quell’età si può paragonare l’uomo alla donna; da quell’età in poi, nel mondo del lavoro si riscontra che gli uomini hanno maggiori capacità tecniche e organizzative e le donne maggiori capacità comunicative, salvo eccezioni.

A causa di certe mode americane (le quali hanno anche prodotto l’attuale crack finanziario), oggi pare che sia più importante vendere che fare un buon prodotto; c’è chi afferma che i prodotti buoni ed a basso prezzo li sanno vendere tutti, mentre solo i campioni, come le donne, sanno vendere prodotti scadenti ad alto prezzo.

Ora passiamo ad esaminare le discriminazioni della legge nei confronti dei sessi. La legge italiana ha discriminato gli uomini, consentendo alle donne di andare in pensione prima e prevedendo la pensione di reversibilità solo per le donne, fu una sentenza a correggere questa anomalia.

Fino a poco tempo fa, i permessi per la maternità erano concessi solo alle donne; in caso di separazione tra i coniugi, i giudici hanno assegnato i figli, quasi sempre, alla madre, non era previsto dare un figlio al padre e uno alla madre o l’affidamento alternato degli stessi.

Si dice che, quando le navi affondano, si salvano solo le donne, la maggior parte di loro non si lamenta nemmeno della cavalleria, quando gli uomini pagano il conto; il paternalismo maschile le vuole proteggere perché le vede più deboli e le donne ne approfittano, ad ogni modo, se le donne devono entrare nell’esercito, sono considerate forti, però sono messe a fare servizi meno pericolosi.

Le donne si sono abituate ad approfittare a scapito dell’uguaglianza, infatti, godono di tariffe particolari in discoteca e altrove. Devo continuare, perché Radio Apostolica Italiana (la RAI), un servizio pubblico retto all’insegna del femminismo, non fa mai questi approfondimenti.

Oggi risulta, più in tribunale che in televisione, che in famiglia anche la donna è capace di violenza con figli e il marito; la singolarità sta nel fatto che, poiché anche l’uomo è vittima della retorica, poche volte i mariti hanno il coraggio di denunciare i maltrattamenti da loro subiti da parte della moglie. Anche da alcuni film si nota che ci sono delle donne che sono delle furie e sono manesche.

La donna subisce chi è autoritario e le può fare del male e, generalmente, calpesta o contesta chi la tratta con umanità; d’altra parte, pare che larga parte dell’umanità, soprattutto tra i giovani, sia attratta dai delinquenti. Qualcuno non concorderebbe con questa tesi, perché le donne spesso portano i segni di lesioni sul corpo; in certe famiglie accade che gli uomini, reagendo alla violenza delle donne, le lasciano segni più pesanti e visibili, perché dotati di maggiore energia.

Quando la moglie critica la suocera e biasima il marito che ne è succube, dimentica di rimarcare che il comportamento della suocera è il comportamento di un'altra donna, mentre i suoceri sono molto più discreti. In psicologia oggi si è scoperto che le figlie di donne separate sono vessate dalla madre, sentono la mancanza del padre e poi rifiutano di sposarsi.

Accade spesso che in famiglia le figliastre subiscono le vessazioni dalle matrigne e perdono autostima; in generale, la violenza delle madri sui figli nasce dal fatto che la madre considera i figli sua esclusiva proprietà; per la madre, i figli sono sempre figli oggetto. Ci sono donne che, per stare a fianco della madre sola, sono state costrette a rinunciare ad una loro famiglia, condannate all’infelicità e alla solitudine, in generale, le donne sono sfruttate anche altre donne.

Se è vero che in Italia, nelle precedenti generazioni lavoravano meno donne, per istruzione e scelta familiare, oggi le donne istruite irrompono nel mondo del lavoro, soprattutto in Alta Europa; contemporaneamente, si reclamano sempre più donne in posizione di potere, anche discriminando gli uomini. Infatti, ci sono bandi d’assunzione in cui si assumono solo donne e le commissioni di pari opportunità, in parlamento o nel sindacato, operano solo al femminile.

E’ previsto lo sconto sull’energia alle donne imprenditrici, nelle università si fanno corsi per avviare le donne alla politica, in alcuni settori, l’assunzione di donne è favorita con benefici fiscali; inoltre, generalmente, le donne sono esentata dal lavoro notturno, pericoloso e usurante; sono gli uomini che lavorano negli altiforni, nelle miniere, negli impianti chimici e nei cantieri, dove gli incidenti sul lavoro sono maggiori e più pericolosi e invalidanti che negli altri lavori o nei lavori domestici.

Le donne si sono spesso lamentate perché non potevano accedere in certi posti di lavoro, come l’esercito, anche se in certi settori si assumono solo donne e donne e uomini non se ne lamentato. In materia d’alimenti alle separate, secondo alcune sentenze della Cassazione, se una donna è senza lavoro è perché non lo trova, se un uomo è senza lavoro è perché non lo cerca.

In Italia esistono sgravi fiscali per le imprese femminili, corsie preferenziali per assumere donne nella pubblica amministrazione e nelle imprese, corridoi preferenziali per le donne nei concorsi, incentivi fiscali a chi assume donne. Tutte queste misure, anche se mirano a favorire l’occupazione femminile, sono discriminanti dal punto di vista legale ed in contrasto con l’articolo 3 della costituzione.

La scuola è italiana è un monopolio femminile, l’educazione scolastica è a misura femminile, perciò avvantaggia le donne e svantaggia gli uomini; in alcuni atenei ci sono corsi riservati solo a donne, alcune borse di studio sono riservate solo a donne. Modalità didattiche e criteri di valutazione sono progettati per la mentalità femminile, anche se, nelle attività lavorative creative e tecniche, l’uomo si dimostra superiore, salvo eccezioni.

Sono banditi centinaia di corsi di qualificazione professionale per sole donne, con fondi europei, statali e regionali, ci sono iniziative a sostegno dell’imprenditoria femminile; in Italia esistono sportelli per l’orientamento e l’aggiornamento professionale solo delle donne. Esistono centri antiviolenza solo per sole donne, s’invita a votare donna ed a candidare donne da parte dei partiti, anche se queste partecipano meno alla politica e andrebbe tenuto conto soprattutto di ciò, come accade in tutte le associazioni.

I partiti hanno usato le donne per farsi pubblicità, ottenere consenso e prendere voti, Irene Pivetti era presidente della Camera a 31 anni, in Italia un uomo a quell’età non diventa nemmeno parlamentare; oggi ci sono tante donne belle e giovani ai vertici della politica, con più meriti sessuali che di competenza.

Gli uomini, a causa della demagogia della politica, sono alle corde, il governo norvegese ha previsto che le aziende che hanno una quota inferiore al 40% di donne nel consiglio d’amministrazione saranno chiuse. In Svezia un uomo ha donato dello sperma ad una lesbica, per la fecondazione artificiale, ed è stato costretto dal giudice a mantenere il figlio.

In Svezia si fa pagare una tassa solo ai maschi neonati, per risarcire i futuri danni inferti alle donne, in Europa si è proposto di far votare i minorenni, con delega concessa alle madri, che così avrebbero voto plurimo; lo scopo non è l’eguaglianza tra i coniugi, ma consegnare tutto il potere alle donne.

La donna decide da sola sull’interruzione della gravidanza, ha diritti sui figli, ma i figli non hanno diritto ad entrambi i genitori, può imporre il riconoscimento della paternità e rifiutare il proprio. I figli, soprattutto le donne, soffrono per l’assenza del padre, però si parla solo di diritto alla maternità della donna ma non del diritto dei figli ad avere una mamma e un padre.

Non tutte le prostitute sono costrette al loro mestiere, alcune lo sono per libera scelta e guadagnano bene, la prostituzione non è reato, con la prostituzione si evadono le tasse sul reddito al 100%. Le prostituite sono considerare dai giudici buone madri e, in caso di separazione, le sono affidati i figli; viceversa, gli uomini che le frequentano sono considerati depravati e cattivi padri, perciò, in caso di separazione, non possono avere in affidamento i figli.

Se una donna tradisce, lo fa perché desidera affermare d’essere libera e non un oggetto, se lo fa l’uomo, è un puttaniere; la donna ha diritto di non riconoscere il figlio, il padre e costretto al riconoscimento, con l’obbligo di mantenimento. Farsi mettere incinta da un ricco, per alcune donne è diventato un affare; se una donna abbandona i figli vuol dire che è disperata e perciò bisogna aiutarla, quando lo fa l’uomo è condannato.

Risulta che tanti uomini separati, privati di casa e di larga parte del reddito, diventano barboni, viceversa le donne separate in Europa, oltre la casa, i figli e parte dello stipendio del marito, hanno assistenza e sovvenzioni; l’uomo perde tutto e la donna prende tutto, se la casa aveva un mutuo, lo paga il marito e la moglie ha l’alloggio, oltre l’assegno di mantenimento e parte del TFR del marito.

I figli di separati sono generalmente assegnati alla madre, anche se indegna, il diritto dei figli ad avere anche un padre con l’affidamento alternato è ignorato; la madre generalmente ostacola anche l’assegnazione periodica dei figli al padre. Accade spesso che le donne separate, per vendetta, accusino il marito di violenza sessuale e di molestie sessuali sui figli.

Nella separazione, l’uomo è il presunto colpevole e la donna, la presunta vittima, però oggi sappiamo che esistono anche madri assassine. La donna è presentata sempre come sfruttata, non si vuole ammettere che la prostituta, se è sfruttata, è una donna oggetto e senza testa; a ben guardare, l’essere umano si prostituisce con il sesso, con la testa e con le mani e sempre per denaro.

Un uomo sposato che non lavora è un mantenuto, la donna sposata che non lavora è una casalinga. Non è reato fare la puttana ma è reato dare della puttana; però anche le donne danno della puttana ad altre donne e nessuno si scandalizza o le condanna.

Accade che gli uomini in casa, anche quando lavorano, spesso si dedicano a piccole riparazioni, aiutano la moglie nei lavori casalinghi e curano anche i figli; spesso, in questo caso, sono giudicate negativamente da altre donne. Oggi la vita del maschio in occidente ha meno valore, naturalmente non si vuole generalizzare, le esperienze personali possono essere diverse, ciò che conta è non mistificare la realtà o il trend decadente che si va maturando.

Nell’esercito italiano le donne sono esentate dalla prima linea e da missioni rischiose, in Europa, in caso di violenza sessuale, gli uomini sono considerati colpevoli fino a prova contraria, le pene per l’infanticidio sono maggiori per l’uomo che per la donna. Viceversa nell’Islam, come in passato in occidente, l’adulterio femminile è punito più di quello maschile; è proprio difficile garantire l’eguaglianza tra uomo e donna, a parte le elucubrazioni della costituzione italiana.

In Europa tante donne hanno ucciso i figli e non hanno fatto un giorno di carcere, in Italia ogni tre giorni una madre uccide un figlio, però questa violenza delle donne è stata scusata, si parla di loro disagio mentale, però anche gli uomini potrebbero averlo; sono state assolte donne che hanno reciso il pene del marito, però dovrebbe essere una mutilazione e un reato, anche se queste donne avevano delle scusanti.

Esistono campagne per la prevenzione solo della salute delle donne, anche se si postula che la donna sia più sana fisicamente dell’uomo, forse a causa dei lavori di questo, soggetto a lavorare spesso con sostanze tossiche, molto meno presenti nei lavori domestici.

L’ingresso di donne in palestre e discoteche è fatto a prezzo di favore, pagano di meno l’assicurazione sull’auto, perché si postula che fanno meno incidenti, in realtà perché guidano per meno chilometri degli uomini; però, nemmeno in questo caso bisogna generalizzare, si parla sempre di grandi numeri.

I casi di violenza domestica delle donne sui mariti sono numerosi, però i mezzi d’informazione drogati, per difendere l’immagine ideale della donna, sempre vittima, discriminata e sfruttata, ne parlano poco, i mariti maltrattati non li denunciano. Tuttavia, i film rivelano che esistono donne violente, manesche e che odiano i maschi; ciuò malgrado, si postula che le donne siano contro la guerra.

Poiché l’occidente sta demagogicamente degenerando, l’Islam se n’è accorto e cerca di approfittare dei sue crisi di coscienza democratica; oggi tanti occidentali non sono attratti dalla sharia, o legge islamica, che è contro la logica e l’umanità, ma dall’autorità che gli uomini hanno nelle famiglie islamiche; se l’Islam saprà trarre profitto da questo fatto, è con il ruolo che riconosce agli uomini, invece che con il fondamentalismo e il terrorismo, potrebbe sfondare in occidente e fare proselitismo presso uomini in cerca d’identità.

Poiché anche le donne disprezzano gli uomini deboli, alla conversione all’Islam degli uomini seguirebbe inevitabilmente quella delle donne. La chiesa ha estromesso le donne dai suoi posti di comando, è la più maschilista delle organizzazioni, malgrado il celibato, i preti hanno le donne, conoscono la psicologia femminile e la temono.

La chiesa non è una democrazia, ma un’organizzazione autoritaria e gerarchica, le donne capiscono istintivamente dove risiede il potere reale e chi è il vero padrone, perciò frequentano le chiese ed i preti, per tornaconto più che per fervore religioso, non sono stupide ma furbe; vogliono la protezione da quelli che contano, i loro padri e mariti ormai non contano più nulla, accettano l’autorità della chiesa, anche se è loro negato un ruolo importante nella stessa.

Le femministe alimentano una mitologia a loro favore e chiamano maschilisti quelli che sono orgogliosi d’essere maschi, anche se non desiderano discriminare le donne; io ritengo che l’eguaglianza dei diritti tra uomini e donne sia importante e da salvaguardare, anche per ostacolare le prevaricazioni legali da parte delle donne, cioè per salvaguardare i nostri diritti d’uomini, che non possono essere spropriati dalle donne.  Non è possibile che alla donna sia lecito ciò che non è lecito agli uomini.

Oggi in occidente, quando capita che è il marito a comandare, la moglie fa regolarmente opposizione perché siamo in democrazia, se però comanda la moglie, l’uomo si adatta ed è più arrendevole. Non è mai esistita l’eguaglianza dei coniugi in famiglia, i figli sono soggetti ai genitori anche da maggiorenni, cioè l’eguaglianza in famiglia non esiste.

Contemporaneamente, lo stato ha messo un’ipoteca sui figli, cioè anch’esso, come i genitori, partecipa alla potestà su di questi, infatti, pone limiti ai diritti e alle libertà dei minorenni, obbliga all’arruolamento i maggiorenni, consegna un codice fiscale a tutti i figli, che sottintende che l’unico ente che ha diritto a tassarli è lo stato.

Il vantato rapporto edipico è stato enfatizzato ed è servito a giustificare il risentimento dei figli verso il padre; in realtà un conflitto generazionale nasce quando i figli, arrivati all’adolescenza, diversamente che tra gli animali, rimangono in famiglia ed il conflitto edipico ne diventa un corollario.

Come accade in tutte le associazioni o partiti, le donne, aderendo al femminismo, fanno partito per la tutela dei loro diritti, ma anche per acquisire posizioni di privilegio, il che sarebbe contraddittorio con la premessa, però questa analisi riguarda tutti i partiti.

Le femministe hanno spesso in astio gli uomini, come i partiti rivoluzionari che difendono gli interessi di una classe; ciò malgrado, le donne anziane e le madri di figli maschi maggiorenni, diffidano più delle donne che degli uomini, anche questo dovrebbe essere un pregiudizio, però attesta che nemmeno le donne sono coerenti.

Contro l’autorità del padre hanno lottato donne, figli, chiesa e stato, che volevano spartirsi le sue spoglie; perciò tanti sono rimasti orfani di un vero padre e ne hanno ricercato uno eccellente. Secondo tanti filosofi, Dio rappresenterebbe un padre eccellente e infallibile, é l’idealizzazione della figura paterna o patriarcale, un padre giusto e con tanta autorità che dà sicurezza.

Articolo inviato Lodovico Mazzero il giorno 11/12/2008 alle ore 18:28[/color]
« Ultima modifica: Ottobre 10, 2009, 17:35:42 pm da ventiluglio »