Autore Topic: Cinema, uomini, e rabbia: "Brutti, sporchi e cattivi"(Italia 1976) di Ettore Sco  (Letto 11063 volte)

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Cinema, uomini, e rabbia:
"Brutti, sporchi e cattivi", Commedia drammatica, satirico, grottesco, Ettore Scola, 1976, [Italia]


"Un film che puzza...In senso buono."

"... Una storia d'amore, per i soldi"

Frasi di lancio originali del film

Uno dei miei film preferiti

Questo è un film veramente straordinario nel senso maggiormente pieno e alto del termine. Uno dei ritratti piu' impietosi mai realizzati in immagini della razza umana. Scola descrive la vita dei poveri e dei marginali, senza compassione, mostrando tutte le loro miserie e le perfidie. In questo senso, il film è molto vicino a un altro capolavoro, "Viridiana" di Bunuel. Tutto in questo film è così sconcertante (a cominciare dalla baraccopoli dei protagonisti che ha una magnifica vista della Cattedrale di San Pietro), che ricorderebbe quasi le opere di David Lynch. Oltre a tutto questo, il film è assolutamente esilarante.

Nino Manfredi in uno dei suoi ruoli piu' grandiosi è il protagonista assoluto di questa brutale black comedy su una famiglia di baraccati degenerati che occupano i veri e propri slum che esistevano negli anni settanta alla periferia di Roma. Manfredi ne è l'invecchiato patriarca misantropo e avaro che ha un tesoro segreto in denaro che custodisce gelosamente. Egli disprezza la moglie ei figli cretini che cercano di rubare la sua riserva, e cercano di ucciderlo avvelenando i suoi maccheroni. Davvero è da non credere la meravigliosa, lorda quintessenza di questa grande commedia del nostro cinema fino  a quando non la si vede coi propri occhi. Qui si tratta della "commedia all'italiana" nel suo pieno vigore. Soltanto un grande film! Penso che "Brutti, sporchi e Cattivi" abbia avuto sempre più qualità rispetto anche a molte pellicole italiane che vennero candidate successivamente agli Oscar, vincendolo o meno. Dimentichiamo ormai il lato umoristico del film; il contenuto proposto allo spettatore mostra il  tipo di persone che cercano di sopravvivere giorno per giorno in condizioni di estrema povertà e malattia. Molto più di un film per far ridere la gente, è un documentario e un "mettere il dito nelle piaghe" nei problemi oggi piu' che mai d'ogni giorno, e molto piu' che nel 1976.  Sperabilmente il pubblico dopo aver visto questo film non dovrebbe ricordare solamente le scene piu' divertenti, ma immaginerei anche il lato umano di tutta la storia. Ricordate,ovunque andiamo, chr anche se tutto sembra essere bello dietro la bellezza, da qualche parte, se guardiamo con attenzione, possiamo scoprire le "macchie scure" ... Recentemente per un articolo che ho scritto su di un altro film, andando a cercare tra i dialoghi ho potuto trovare "[...] "Maria, non saranno mai contenti fino a che non avranno rimosso tutti quelli che per coloro sono delle spine, dalla loro fabbrica [...]" Questo è il punto: non ci sono rose senza spine! E se vedete una rosa senza di loro, è perché qualcuno le ha tolte prima di porgervela...
"Brutti Sporchi e Cattivi" è come detto prima una commedia, ma non nel senso che si potrebbe pensare del termine, casomai una tragicommedia. E'  vero, molte scene sono divertenti. Ma non è questo il punto. Il punto è quello che Scola è riuscito nel contempo a dare, un iper-realistico, doloroso ritratto di estrema ignoranza e povertà, e delle sue conseguenze. Questi protagonisti non possono, permettersi di essere buoni, onesti, o di avere un feeling familiare positivo. Sono come prigionieri in un campo nazista, sono privati di tutta la loro umanità. L'unica cosa che tiene unita la famiglia è la baracca in cui vivono, e l'idea di prendere i soldi di Giacinto/Manfredi. Voglio sottolineare il fatto che il film fosse appunto realistico. C'erano vere e proprie baraccopoli, nella Roma degli anni settanta. E i baraccati erano così. L'atteggiamento costantemente beffardo e canzonatorio è una caratteristica della cultura popolare romana. Non vuol dire che fossero felici e spensierati. Quindi attenzione, questo film non si risolve tutto solamente in una bella risata. Ma è un'opera che resta quantomai potente e moderna.
La prima volta che lo vidi ero bambino. Poi, soprattutto nel 2003, alla sua prima pubblicazione in dvd per merito della Surf Video ho avuto una seconda importante occasione per rivederlo. Ne afferrai subito l'opportunita ... Essendo da sempre un grande amante del film, come del cinema italiano degli anni settanta, ho anche sempre mantenuto l'attenzione sulla produzione di Ettore Scola ... "Brutti Sporchi e Cattivi" è uno dei suoi piu' potenti e pungenti ritratti della società moderna ... Quando uscì venne subito accolto come tale... Ma al giorno d'oggi della "Grande Crisi" è quantomai attuale, nel suo perfetto equilibrio di tragico e comico filtrato da un occhio sensibile ... Molto divertente ... Ed estremamente drammatico ... Lo sguardo ironico, che Scola riesce a infondere è tipicamente romano, la capacità di sopravvivere, pure in condizioni estreme (di povertà, fame, mancanza di condizioni igieniche), e nelle quali gli esseri umani non possono avere la capacità di preservare valori come la purezza, l'umorismo, la fantasia ... Senza paura di affrontare il lato più oscuro dell'uomo, l'essere violento, l'amoralità, mettendo da parte la paura che per il pubblico possa risultare scioccante ... Scola gestisce con una brillante tempistica la gestione del dramma e della commedia ... In piu' da anche luogo a queste belle riflessioni, e senza mai essere pretenzioso. Uno dei miei film preferiti del 1976. E certamente deve essere stato anche uno dei film preferiti del periodo da parte di Pedro Almodovar.
Vorrei anche farvi notare l'ultima scena, perchè è veramente commovente. La ragazza che abbiamo visto per tutto il film è che era forse l'unica creatura innocente e pura tra tutti questi personaggi abominevoli, essendo l'unica che si prendeva cura di tutti i bambini delle baracche, aiutando nelle faccende di casa, ecc., ora sembra incinta di diversi mesi, facendo le stesse cose che faceva sempre, alzandosi per prima al mattino, a prendere l'acqua per la famiglia da un rubinetto pubblico, e prima di arrivare al rubinetto, facendo sempre una piccola cosa rituale, saltare sopra un basso residuo di un muro e camminandone sul bordo - sognando forse di essere una funambola - quale unico piacere di bambina che è anche ora, e invece vediamo sara' presto madre (nonostante sia appunto ancora una bambina).
Questo finale  ci mostra che non c'è alcuna speranza per molte persone in questo mondo, generazione dopo generazione hanno soltanto da nascere per poi essere condannate a vivere per sempre in queste condizioni. Pellicola Magnifica.

Nino Manfredi, qui unico attore professionista, brilla in questo film di una luce immensa nel memorabile personaggio di Giacinto Mazzarella, un ex detenuto con una lunga serie di crimini e un enorme, a dir poco stravagante, famiglia. E' violento, volgare, amorale; Vive circondato dalla sporcizia, dallo squallore e dalla povertà. Eppure, è anche tanto divertente. Questo film è anche troppo divertente. Scola dirige un gruppo di attori guidati da Manfredi, che sfoggia un accento irresistibile, e da Maria Luisa Santella quale Iside, amante di Giacinto, grassa, sciocca, ma dolce e da un "antico nome". Ma non è neppure una commedia spensierata: dietro le battute e gli scherzi c'è una raffigurazione grottesca di una realtà miserabile, come detto non molto lontano da San Pietro, il più importante edificio cattolico del mondo. Non è un film perfetto, ma comunque molto molto buono.

"Brutti, sporchi e cattivi", il titolo da solo ti dà l'idea perfetta di ciò di cui si parla. E coloro che si aspettavano la visione lirica di Kurosawa in "Dodes'kaden", si dovettero preparare per una grande delusione.

Così, in superficie, il film di Ettore Scola è un introspezione realistica della vita in una realta' periferica di Roma, contenente tanti momenti viscerali e rabbrividenti che si sentono degni di reinventare il concetto di orrore, ma dell'orrore vero, quello sociale. E nel suo nucleo, è un inquietante esperienza, tale che io non credo nessuno possa razionalmente rivedere il film senza sbarazzarsi di un basso sentimento oscillante tra il disgusto e lo shock, come bloccato con una caccola su un dito.
Forse avrei dovuto usare un linguaggio positivo come "affascinante" considerando innegabilmente comico (e' anche comico) un certo aspetto del film, il problema è che il film è ovviamente destinato a colpire, e anche forte: si apre con la vista di una famiglia che con un eufemismo oggi definiremmo "disfunzionale",  che vive in una baraccopoli di cartone , quattro generazioni che dormono e mangiano insieme. E' così numerosa e le baracche in cui vivono sono cosi' affollate che non si può davvero dire quale sia piu' la nozione stessa di intimità, che diventa così priva di significato. La visione di Scola della povertà è un capolavoro di iconoclastia in cui contesta deliberatamente l'intero patrimonio neo-realista italiano, dal momento che tutti i membri di questa famiglia sono davvero brutti, sporchi e cattivi, rendendo lo sguardo di ognuno mediamente piu' idiota di un qualsiasi clone di Brad Pitt (E mentre nel migliore dei casi, alcuni membri di questa famiglia sono interessati solo da uno, di questi tre tratti ripugnanti, nel peggiore dei casi, sono come Giacinto, il patriarca, interpretato come detto da un fiammeggiante Nino Manfredi).
Giacinto ha perso un occhio per uno ''sfortunato'' incidente sul lavoro che gli è valso 1'000'000 di lire dall'assicurazione, un tesoro che egli custodisce gelosamente, giustamente credendo che ognuno ne voglia una sua quota. Sul suo paranoico piedistallo, Giacinto domina la sua famiglia come un dittatore condiscendente.
"Brutti, sporchi e cattivi" è anche un film strano e unico nel suo genere, e comunque quando si guardano le interviste a Scola degli anni successivi, si capisce che doveva essere nelle intenzioni originarie un documentario, fino a quando venne scelto di realizzare un lungometraggio. Eppure, il materiale della storia è così semplicistico che il suo valore documentario non viene mai perso durante i suoi primi atti, mentre il risultato finale trasmette tutta l'inquietante malinconia, nascosta sotto le urla e le grida. Il film si evolve ad un livello più drammatico quando Giacinto si porta una puttana, come se la casa non fosse già strapiena, di nome Iside, eleggendola a sua amante,  così corpulenta (l'eufemismo dell'anno) che difficilmente passa inosservata. Eppure, ella ispira l'antipatia degli altri non tanto per le sue "attività" (il che sarebbe stato ipocrita), che per il modo in cui incoraggia Giacinto a spendere i suoi soldi. In caso contrario, ella fornisce ad alcuni maschi abbastanza distrazioni per essere accettata, ma dopo questa ultima provocazione, la famiglia raggiunge un punto di rottura e inizia a tramare contro Giacinto, elevando il film ad un livello più shakespeariano.
Tra il documentario e la tragicommedia, mi sono sempre chiesto quale di questi aspetti funzionasse meglio, quello grazie al quale si mostrassero ai volti del pubblico inquietanti immagini che ne ottenessero un attonito "no comment", o l'altro che trascendeva il realismo ad un livello più teatrale di assurdità. Credo che se prendessimo separatamente questi due aspetti, sarebbe piu' difficile godersi il film. In un certo senso, l'atmosfera autentica di bruttezza interiore che pervade il film ci permette di comprendere la bruttezza delle azioni dei protagonisti. Permettetemi di sviluppare questo.
"Brutti, sporchi e cattivi", funziona per tutto il film come titolo alibi dello stesso, un modo indiretto per sottolineare che a volte, anche le istituzioni più sacre possono essere pregiudicate dalle condizioni della povertà. Il film riesce, non cade nella trappola demagogica che raffigura i poveri come una sorta di persone comuni e dal buon cuore. Ne è piuttosto una drammatizzazione di proporzioni epiche, e la commedia ne e' ancora il tono giusto, poichè questo è il genere di cose che sarebbero tragiche, se non fossero divertenti. In altre parole, come dalla sua irresistibile frase di lancio il film puzza tanto, ma secondo voi lo da a vedere?
Contrariamente a quanto si possa infatti pensare non soltanto coloro che sono ricchi nel vero senso della parola e snob, possono essere brutti e cattivi, anche se la definizione di "cattivo" va di pari passo con la definizione di "ricco", ma lo sono anche i poveri. Come la qualifica odiosa di persona "normale", posso testimoniare soltanto come le categorie di poverta' oltre ad essere quantomai varie, diventino nella maggioranza dei casi di una ignoranza estrema e quantomai brutte e pericolose. Semmai, "Brutti, sporchi e cattivi", ci mostra quanto all'estremo la povertà possa portare, se la nozione di possesso diventa un lusso tale che alcune persone sarebbero disposte a pagare il prezzo più grande per ottenere l'oggetto meno prezioso, una bici, un po' di tempo con una ragazza cicciona, un po' di denaro. La nozione del possesso palla è fondamentale per capire ciò che spinge la vita di queste persone, perché una ragazza che si vanta di posare come una modella sexy ed è invece una laida grassona, perché un uomo fa il travestito, perché uno ruba ecc. Ognuno si prende una quota del liberalismo europeo per auto-gestire ciò al meglio, il film è dunque anche iconoclasta e una potente critica sociale sui limiti del sogno consumista.
E Giacinto è il più potente, in quanto è colui che possiede di piu', e uccidere Giacinto non è meno che una questione d'onore, un modo per impedirgli di spendere i soldi per la mignotta cicciona: ''non un fatto personale, ma strettamente d'interesse". Tutto e' solamente per pure ragioni materialistiche, per cui anche la nonna è trattata come un biglietto per la pensione. E quando il film intraprende uno strano culmine con Giacinto che rimane vittima di una intossicazione alimentare, agonizzante e solo sulla spiaggia, fino a quando non si fa una lavanda gastrica usando la pompa della sua moto, questa scena incredibilmente inquietante dimostra il feroce attaccamento di queste persone alla vita, quando la morte diventa soprattutto il mezzo con il quale perdere cio' che hai, e faticosamente conquistato. Giacinto in fondo non poteva permettersi di morire.

In definitiva, gli unici che non destano preoccupazioni sono i bambini, non ancora consapevoli di quanto sia da sognare la condizione della ricchezza. Scola ci fornisce alcuni momenti alleggeritori vedendo l'innocenza e la purezza di cuore di questi piccoli bambini prima che vengano coinvolti dalla perversione che li circonda ... come l'ultima inquadratura del film suggerisce tristemente.
"L'Africa inizia a sud di Roma",dice un vecchio proverbio italiano - e mai potrebbe valere di piu' come per la terra di confine in cui il film è stato girato e ambientato. Così, i discendenti orgogliosi della cultura romana che fu, potrebbero non gradire pienamente questa analisi.
Roma: l'antica culla della civiltà europea, che ha fornito la democrazia e l'alfabeto. Roma: moderna, brulicante metropoli, città di cultura, stile e moda. Scola ci fornisce la possibilità di vedere soltanto degli scorci di quell'antica gloriosa romanita', che incombe lontano, lontano in lontananza. La Roma di Scola è il dente marcio di una città che un tempo era il cuore di un impero. Un cadavere, così degenerato che solo la tenacia e testardaggine pura la mantiene ancora viva.
Questo film avrebbe potuto essere girato in una qualsiasi bidonville del mondo, sia a Rio de Janeiro, che in una citta' di roulotte del midwest degli Stati Uniti o in un campo nomadi. Ma una commedia cinica e talmente nera come "Brutti, Sporchi e Cattvi" probabilmente avrebbe potuto essere stata prodotta solamente in Italia.
E' in una fatiscente baracca, che infatti vive il clan Mazzarella: un innumerevole numero di parenti, ognuno povero, disoccupato, inidoneo al lavoro e marcio dentro. La testa "orgogliosa" della famiglia è Giacinto, che ha una preoccupazione la quale gli rode il fegato e tutto il suo mondo: che i suoi parenti possano rubare il milione di lire dell'assicurazione, che ha "guadagnato" perdendo l'occhio sinistro in un incidente con della calce viva..
Quando Giacinto come detto raccoglie la sbandata cicciona Iside, portandola nel letto di famiglia della casa, il suo clan decide di prendere delle misure più drastiche, aromatizzando i suoi maccheroni con il veleno per topi. Tuttavia, il patriarca da un occhio solo sopravvive (con l'aiuto di acqua salata e di una pompa per biciclette) e mostrando la sua reazione, dimostra una volta di piu' che è in cima alla catena alimentare familiare.
Scola non mentiva quando promise di farci vedere "lo sporco, il brutto e la miseria"; tre termini che non solo definiscono Giacinto, la sua famiglia e lo squallore in cui vivono allegramente. Allo stesso tempo, egli ci mostra esseri umani con i quali possiamo istintivamente rivedersi, non semplici caricature dei poveri o dei disagiati. Come detto in piu' punti questa pellicola di Scola è così potente, ma anche importante: ci fa ridere e, allo stesso tempo, ci fa chiederci su che cosa stiamo ridendo.
In questo senso, film come "Gatto nero, gatto bianco" di Kusturica, probabilmente possiedono più di questo di Scola quello scoperto gioco che il pubblico potrebbe capire.
In definitiva, se percio' mi si chiedesse quale è uno dei dieci film italiani di sempre da me preferiti, non è difficile dire che questo, "Brutti, sporchi e cattivi". Se mi chiedete qual è il secondo miglior film italiano che mi possa venire in mente o addirittura di tutti i tempi, è difficile da dire. Ma se mi chiedete quale è il miglior film italiano del 1976, non c'è dubbio. Brutti, sporchi, Cattivi è il capolavoro finale di quell'anno. Forse da italiani lo possiamo apprezzare ancora maggiormente ... è un film divertente, ma profondo e adulto. E' quello che abbiamo oggi?
Spielberg; Infantile. Alieni amabili. E che e' stato capace di trasformare un androide gigolo' in un personaggio disneyano ("A.I."da Kubrick). James Cameron: I suoi ultimi tre film sono una raccolta di luoghi comuni. La super produzione degli ultimi anni di film tratti dai comics nasconde magari un geniale Quentin Tarantino, certo. Oppure un  Robert Zemeckis: il quale pero' fa film che debbano piacere a tutti i tipi di spettatori.
Coloro che salvano il momento contemporaneo possono essere i soliti che ci vengono in mente, Michael Mann, Scorsese (Dimenticando "Hugo Cabret"), Malick,  Clint Eastwood, senza che nessuno possa aver ovviamente superato un Kubrick, un Nicholas Ray, o un Sam Peckinpah, ad esempio.

Suicide Is Painless

Festival di Cannes Anno 1976

Ha Vinto
Come Miglior Regista Ettore Scola
Nominato
Alla Palma d'Oro Ettore Scola

Sindacato Nazionale Italiano Giornalisti Cinematografici Anno 1977

Nominato
Al Nastro d'Argento Miglior Attore (Migliore ATTORE Protagonista)
Nino Manfredi

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« Ultima modifica: Luglio 23, 2014, 23:26:21 pm da Suicide Is Painless »
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.

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 PROMISCUITA' che si vede anche in "Uova di garofano" di Silvano Agosti.
 Ambientato durante il Fascismo,
 LA RAGAZZINA CHE SI MASTURBA, IN GINOCCHIO, DAVANTI A TUTTI.
 Chi ha detto che, un Tempo, le donne fossero più pudiche?
 FOLE!!!