Dialoghi > Natura maschile e natura femminile
Patriarcato - Matriarcato
Cassiodoro:
Un articolo interessante:
http://www.sublimia.it/relazione-uomo-donna/patriarca-matriarcato.html
da cui estraggo:
Il tentativo in parte riuscito di trasformare la nostra società in matriarcale porterà più donne al potere?
Purtroppo i matrimoni sono diventati molto labili ultimamente e negli USA il tasso di rotture sfiora il 67% l'attuale tendenza dei tribunali italiani volta a creare una guerra tra la famiglia materna e quella paterna attribuendo il compito di gestione dei figli alle sole famiglie materne escludendo i padri sta creando un effetto psicologico da non sottovalutare. I genitori di figli maschi sono sempre più restii a fare sacrifici per comprare la casa familiare il cui godimento andrà ad una sconosciuta ma soprattutto a ridurre l'investimento emotivo sui nipoti generati dai figli maschi proprio per evitare le molto probabili sofferenze di questa guerra indotta tra famiglia materna e famiglia paterna. In pratica stiamo ritornando ad una organizzazione matriarcale anche se molto probabilmente si tratta di una fase transitoria perchè il primo annuncio della realizzazione dell'utero artificiale è del 2002 e , come con l' invenzione delle macchine gli uomini hanno perso il potere delle braccia (la forza fisica) così l'utero artificiale toglierà alle donne il potere dell'utero (un ruolo più incisivo nella riproduzione ). La riproduzione artificiale adempie alla necessità di standardizzazione di tutti i processi produttivi delle società tecnologiche e quindi, per quanto la trovi detestabile come cosa, sicuramente in futuro ogni bambino avrà solo un ramo di parenti o molto più probabilmente neppure uno e verranno prodotti con materiale genetico modificato e gestiti dallo Stato che si occuperà di loro dall'incubatrice alla morte.
Torniamo però al quesito originale, la neo matriarcalizzazione darà più potere alle donne?
Mentre in passato ogni madre poteva contare sull'intero clan oggi le famiglie sono molto atomizzate e probabilmente non potrà contare neppure sui propri genitori che dovranno lavorare fino a tarda età o vivono in altri luoghi.
In pratica una donna su cui ricade l'intero peso dei figli farà più ore di assenza e si tratterrà molto meno in ufficio dopo l'orario e quindi , indipendentemente da se questo sia giusto o meno, non farà mai carriera perchè le aziende distribuiscono le promozioni come forma di ricompensa per l'impegno e la dedizione dimostrata. Paradossalmente un patriarcato moderno fondato sulla bigenitorialità permetterebbe alle donne di dedicare più energie al lavoro , (ammesso ovviamente sia questo che desiderino veramente fare).
Frank:
No problem, tanto loro - cioè le donnette - sono "superiori", per cui non avranno problemi di sorta...
http://www.corbaccio.it/generi/cucina_manuali_e_varia/le_brave_ragazze_vanno_in_paradiso_e_le_cattive_dappertutto_9788879722001.php
--- Citazione ---Ute Ehrhardt
Le brave ragazze vanno in paradiso e le cattive dappertutto
Perchè «essere brave» non ci porta lontano
Le donne hanno le carte in regola. Sono attrezzate per raggiungere gli uomini in tutti i settori più importanti della vita e anche per conquistare una chiara superiorità. Ma per raggiungere questo obiettivo occorre superare il muro di resistenze che frenano la loro energia: la paura dell'indipendenza, la paura dell'insuccesso, il peso della responsabilità, il timore di non essere più amate e l'eterna paura di essere sfruttate. Non esiste una formula indolore e anche le donne più sicure possono ricadere negli schemi tradizionali di sottomissione, dai quali liberarsi risulta poi molto difficile. In questo libro, Ute Ehrhardt, la psicologa tedesca che per prima ha affrontato il tema delle "cattive ragazze", propone una strada possibile. Un percorso doloroso, certo, ma necessario, costellato di esempi e testimonianze, per conquistare una profonda consapevolezza di sé, del proprio valore e delle proprie aspirazioni. Soltanto attraverso un'attenta analisi dei perché educativi e sociali, che hanno condizionato e condizionano le donne, è possibile interrompere il circolo vizioso che le porta ancora oggi ad assumere ruoli di secondo piano nel lavoro o nelle relazioni. Soltanto smettendo di essere "brave ragazze" si può diventare donne vere, vincenti.
--- Termina citazione ---
ilmarmocchio:
ci penserà il declino dell'occidente, le cui decantate conquiste sociale ottenute coi debiti, svaniranno quando tale debito sarà insostenibile
Massimo:
Le scimunite non si rendono conto che se smettono di essere "brave ragazze" anche i maschi non vorranno più essere "bravi
ragazzi" oppure "uomini per bene" e se le donne vorranno eliminare i "condizionamenti culturali e sociali" che le trasformano in
esseri servizievoli e disponibili, i maschi per rappresaglia si libereranno dei condizionamenti che li rendono cavallereschi con le
donne e anche protettivi e disponibili con loro. Pensano di vincere loro la gara di resistenza? Si accomodino, avranno una assai
triste sorpresa. Possono pensare di fare le "cattive" cioè vincenti ragazze finchè durerà la società occidentale che consente ed
incoraggia le pretese femminili. Ma quando il modello di sviluppo occidentale e la società che viene da questo alimentata finirà
per crollare sotto il peso del debito pubblico insostenibile e della massa monetaria sproporzionata rispetto all'economia reale e
che non varrà più nulla perchè il valore del denaro precipiterà a zero e si dovrà forzatamente tornare all'autoproduzione e al
consumo e quindi, in parole povere, al patriarcato e a tutto ciò che ne consegue, le nostre brave e pretenziose femmine saranno
per forza costrette a riscoprire l'utilità e la necessità di essere e fare le brave ragazze. E siatene certi, anche la sua poesia.
Animus:
--- Citazione da: Massimo - Agosto 04, 2014, 12:35:26 pm --- e quindi, in parole povere, al patriarcato e a tutto ciò che ne consegue
--- Termina citazione ---
MAh..
"Il patriarcato è morto e resta morto".
Inutile riporre nell'"aldilà" - cioè nel futuro - un cadavere.
Inutile riporre le proprie speranze in un defunto, non ci può aiutare, così non facciamo altro che ricadere della categoria della "speranza", che come ho già detto, è una categoria della passività, dell'impotenza: http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=11136.msg125158#msg125158
Ieri riflettevo invece su un concetto di Günther Anders, che è nella bibliografia dei testi sulla qm ("l'uomo è antiquato"), ovvero che "Il nazismo è stato un teatrino di provincia rispetto a quello che ci riserva il futuro, il tempo della tecnica".
E indovina un po' chi sono gli "ebrei" di questo scenario futuro?
Altro che "patriarcato"... :doh:
Inguaribili ottimisti. :cry:
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