Autore Topic: Cancellare i cristiani da Siria ed Iraq: prerequisito per uno scontro di civiltà  (Letto 17067 volte)

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Offline fabriziopiludu

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 Avviene Periodicamente.
 Solo NON si intervenga più come un Tempo, per NON esser accusati di NeoColonialismo.
 Napoleone III° aveva voluto una Spedizione in Siria, per proteggere i Maroniti attaccati dai Drusi.
 Nel 2014, NON si pensa più a Concessioni, Protettorati,... non son considerati Politically Correct.


 

Offline Cavalier Serpente

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Nel giorno del 7 Ottobre 1571 a Lepanto c'erano tutti: spagnoli, veneziani, genovesi, romani, napoletani e Cavalieri di Malta.
E tutti quanti, pur nelle reciproche rivalità, diffidenze e differenze, combatterono contro i turchi e vinsero salvando l'Europa.
Non c'è alcun motivo, Stendardo, perchè parimenti non ci siano tutti a combattere il femminismo: cattolici, protestanti, musulmani,
atei, rossi, neri, liberali, socialisti, comunisti, massoni, no globals, grillini e magari anche qualche omosessuale, se serve.
E come a Lepanto al momento della battaglia si scagliarono tutti a battersi chi invocando San Giacomo chi invocando San Marco
chi San Giorgio, chi San Pietro, chi San Gennaro, chi San Giovanni così per combattere il femminismo va bene invocare i valori
cristiani o cattolici, la Bibbia, il Corano, la ragione, l'equità, la giustizia, l'uguaglianza di tutti di fronte alla legge, la prevalenza
della lotta di classe rispetto alla lotta di genere, l'inaffidabilità delle donne, l'integrità della famiglia, la distinzione dei ruoli e via
dicendo. Mi sta bene uno Stendardo che combatte il femminismo nel nome dei valori cristiani ma mi sta bene anche Fabrizio
Marchi che combatte il femminismo perchè movimento qualunquista, piccolo borghese, interclassista i cui valori e obiettivi sono
incompatibili con la lotta di classe. Già te l'ho detto in privato: guarda il nemico che hai di fronte. Non chi combatte al tuo fianco

Il parallelo è azzecatissimo, e perfettamente tradizionale nella sua descrizione.
C'eran proprio tutti, compresi i siciliani.
La flotta, forte di circa 200 imbarcazioni, si concentrò ed armò nel porto di Messina che infrastrutturalmente (oltre che tatticamente) era davvero ideale all'epoca, ma che sopratutto godeva dei cosidetti "servizi" di terra che erano organizzatissimi e quanto di
meglio era possibile avere in quei tempi. Questo perchè in quel tempo la Sicilia disponeva di una flotta militare di tutto rispetto,
tant'è che fornì alla costituenda Armata navale 11 (o 12 secondo altre fonti) delle sue più moderne e poderose unità navali. Il che, percentualmente, è un numero abbastanza significativo in seno al numero assoluto di imbarcazioni.
Ed è strano questo numero....
......visto che di solito leggiamo in molti testi che......gli spagnoli contribuirono con 11 galee e nessuna i siciliani (come pure i napoletani).....
Eppure nonostante il peso di questo apporto, per giunta unico ed indispensabile sulla preparazione a terra, i siciliani vengono di rado citati nella descrizione di quel contesto storico o non vengono citati affatto, come fa lo stesso Massimo.
Non è strano. E' soltanto l'indice di quanto l'assoluta debolezza caratteriale e l'esiguità dello spessore identitario e sociale di un popolo possa renderne nulla qualsiasi impresa sino a cancellarlo dalla storia, rendendolo - appunto - nullo, cioè inesistente nonostante l'esistenza, come avviene in questo caso per i siciliani.
E non esiste niente al mondo che rende più disprezzabile ed esecrabile un popolo che sia nient'altro che il nulla.

Sono palermitano, ovvero siciliano, quindi se qualcuno volesse spezzare una una lancia in favore dei i siciliani, lo faccia altrove e non rompa i coglioni qui, che da fastidio.


Tuttavia da questo sorge un altro parallelismo interessante.
Tra genovesi, siciliani, napoletani, sabaudi, romani, veneziani, cavalieri di malta, ma anche parmensi, toscani, umbri...il gruppo navale nettamente preponderante era di marca italiana, e sebbene l'apporto degli espertissimi archibugieri spagnoli fu particolarmente rilevante, risulta chiaro a tutti gli studiosi di arte militare che ciò che fu senza ombra di dubbio decisivo per le sorti della battaglia furono le poderose galeazze veneziane.

Eppure se prendiamo dei testi storici non in lingua italiana cioè di altri paesi, la flotta è citata come "spagnola" o quasi interamente spagnola e celebrata come una impresa esclusivamente spagnola o in alcuni casi (ma qui siamo al ridicolo)
celebrata come una impresa del sacro romano impero e quindi..... del mondo....tedesco o germanico...( :lol:)
Ma comunque sia se provate a chiedere fuori dall'Italia, chiunque vi risponderà...che le imbarcazioni (così come gli apporti) .."italiane" erano un ininfluente minoranza..., tranne il caso degli ambienti accademici, naturalmente.

Si intravede quindi il parallellismo tra la nullità siciliana e quella italiana....



OK è un OT.
...uhmmmm.....si lo è.
Ma anche non lo è...


Mi chiedete se ho mai pensato al matrimonio? Mai!!
E che so' diventato matto?
E che faccio, mi metto un'estranea* dentro casa? (cit. Alberto Sordi)
*Nota personale: "NEMICA" è più consono ed adatto. "Estranea", per uno degli strani casi del destino potrebbe anche essere una brava persona.

Online Massimo

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Il parallelo è azzecatissimo, e perfettamente tradizionale nella sua descrizione.
C'eran proprio tutti, compresi i siciliani.
La flotta, forte di circa 200 imbarcazioni, si concentrò ed armò nel porto di Messina che infrastrutturalmente (oltre che tatticamente) era davvero ideale all'epoca, ma che sopratutto godeva dei cosidetti "servizi" di terra che erano organizzatissimi e quanto di
meglio era possibile avere in quei tempi. Questo perchè in quel tempo la Sicilia disponeva di una flotta militare di tutto rispetto,
tant'è che fornì alla costituenda Armata navale 11 (o 12 secondo altre fonti) delle sue più moderne e poderose unità navali. Il che, percentualmente, è un numero abbastanza significativo in seno al numero assoluto di imbarcazioni.
Ed è strano questo numero....
......visto che di solito leggiamo in molti testi che......gli spagnoli contribuirono con 11 galee e nessuna i siciliani (come pure i napoletani).....
Eppure nonostante il peso di questo apporto, per giunta unico ed indispensabile sulla preparazione a terra, i siciliani vengono di rado citati nella descrizione di quel contesto storico o non vengono citati affatto, come fa lo stesso Massimo.
Non è strano. E' soltanto l'indice di quanto l'assoluta debolezza caratteriale e l'esiguità dello spessore identitario e sociale di un popolo possa renderne nulla qualsiasi impresa sino a cancellarlo dalla storia, rendendolo - appunto - nullo, cioè inesistente nonostante l'esistenza, come avviene in questo caso per i siciliani.
E non esiste niente al mondo che rende più disprezzabile ed esecrabile un popolo che sia nient'altro che il nulla.

Sono palermitano, ovvero siciliano, quindi se qualcuno volesse spezzare una una lancia in favore dei i siciliani, lo faccia altrove e non rompa i coglioni qui, che da fastidio.


Tuttavia da questo sorge un altro parallelismo interessante.
Tra genovesi, siciliani, napoletani, sabaudi, romani, veneziani, cavalieri di malta, ma anche parmensi, toscani, umbri...il gruppo navale nettamente preponderante era di marca italiana, e sebbene l'apporto degli espertissimi archibugieri spagnoli fu particolarmente rilevante, risulta chiaro a tutti gli studiosi di arte militare che ciò che fu senza ombra di dubbio decisivo per le sorti della battaglia furono le poderose galeazze veneziane.

Eppure se prendiamo dei testi storici non in lingua italiana cioè di altri paesi, la flotta è citata come "spagnola" o quasi interamente spagnola e celebrata come una impresa esclusivamente spagnola o in alcuni casi (ma qui siamo al ridicolo)
celebrata come una impresa del sacro romano impero e quindi..... del mondo....tedesco o germanico...( :lol:)
Ma comunque sia se provate a chiedere fuori dall'Italia, chiunque vi risponderà...che le imbarcazioni (così come gli apporti) .."italiane" erano un ininfluente minoranza..., tranne il caso degli ambienti accademici, naturalmente.

Si intravede quindi il parallellismo tra la nullità siciliana e quella italiana....



OK è un OT.
...uhmmmm.....si lo è.
Ma anche non lo è...




Ti chiedo scusa se ho omesso i siciliani: in effetti volevo citarli ma ho poi deciso di aggregarli ai napoletani (sbagliando). Ma del
resto ho omesso anche i sabaudi, ma a ragion veduta: avevano appena tre galee che vennero aggregate a quelle dei Cavalieri
di Malta. Ma non ti è sfuggito il fatto più importante: nonostante si detestassero a vicenda, combatterono fianco a fianco il
nemico dichiarato della Cristianità. E vinsero. Oggi noi maschi, tutti, abbiamo contro un nemico dichiarato della maschilità, il
femminismo e dobbiamo mettere da parte tutte le divisioni ideologiche, religiose e politiche per combatterlo e vincerlo. Non ci
deve sfuggire che il vero obiettivo del femminismo è la rieducazione, la conversione e l'asservimento psicologico degli uomini.
Per fargliene passare la voglia, c'è bisogno di dargli una lezione appunto stile Lepanto. Ma a questo proposito, visto che sei
siciliano, ne approfitto per chiederti: qual'è il grado di penetrazione del femminismo in Sicilia? E' riuscito a fare danni anche lì?

Offline Rita

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femminismo in Sicilia
« Risposta #63 il: Agosto 07, 2014, 23:32:15 pm »
qual'è il grado di penetrazione del femminismo in Sicilia? E' riuscito a fare danni anche lì?

bisognerebbe chiederlo anche a FikaSICULA  :lol: e poi fare un parallelo fra le due risposte.
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline Cavalier Serpente

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Ti chiedo scusa se ho omesso i siciliani: ................................................. .................................
... Ma a questo proposito, visto che sei
siciliano, ne approfitto per chiederti: qual'è il grado di penetrazione del femminismo in Sicilia? E' riuscito a fare danni anche lì?

Ti ringrazio per la cortesia del tuo esordio, ma i siciliani, da poco più di 700 anni a questa parte, hanno perso ogni diritto ad essere in qualche modo scusabili, specialmente in quanto popolo.


Per andare alla tua domanda: come richiama il commento di Rita, in Sicilia son numerose le replicanti di questa "fikasicula", ma ciò non deve stupire. E' cosa nota come l'insipienza della stupidità femminile sia congenitamente trasversale al genere e prescinda dalle differenziazioni culturali di un territorio.
Tuttavia la sua ricaduta sul sociale ha un impatto difficile da definire: troppo diversa e complessa la Sicilia dal resto del mondo.
Per dirla in termini spiccioli,...diciamo che..pur abbondando anche da noi le frange zerbinesche esiste ancora uno zoccolo duro maschile che non concede sconti per nessuna ragione. Bisogna dire però che in questo caso, molto furbescamente, le donne hanno una fase di "femminismo" di gran lunga più avanzato e sviluppato del femminismo istituzionale.
L'uomo in quanto uomo, che faccia l'uomo. Quindi che tutto risolva qualsiasi cosa accada, nessun fallimento (anche il più minuto o trascurabile) viene concesso, e che passi la sua vita ad essere perennemente sotto esame,...pena non essere più considerato uomo...
Che...troie....
...molto meno carognesche son le femministe convenzionali.
Come al solito la Sicilia sfugge a qualsiasi catalogazione, l'antica saggezza dei nostri avi era impeccabile come dice l'altrettanto antico detto siciliano:
"Con le donne ci vuole minchia, minchia, minchia e bastonate"
I più stolti e superficiali (o stupidi) non saranno nemmeno in grado di leggere questo antico detto.
Mi chiedete se ho mai pensato al matrimonio? Mai!!
E che so' diventato matto?
E che faccio, mi metto un'estranea* dentro casa? (cit. Alberto Sordi)
*Nota personale: "NEMICA" è più consono ed adatto. "Estranea", per uno degli strani casi del destino potrebbe anche essere una brava persona.

Offline zagaro

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Ti ringrazio per la cortesia del tuo esordio, ma i siciliani, da poco più di 700 anni a questa parte, hanno perso ogni diritto ad essere in qualche modo scusabili, specialmente in quanto popolo.


Per andare alla tua domanda: come richiama il commento di Rita, in Sicilia son numerose le replicanti di questa "fikasicula", ma ciò non deve stupire. E' cosa nota come l'insipienza della stupidità femminile sia congenitamente trasversale al genere e prescinda dalle differenziazioni culturali di un territorio.
Tuttavia la sua ricaduta sul sociale ha un impatto difficile da definire: troppo diversa e complessa la Sicilia dal resto del mondo.
Per dirla in termini spiccioli,...diciamo che..pur abbondando anche da noi le frange zerbinesche esiste ancora uno zoccolo duro maschile che non concede sconti per nessuna ragione. Bisogna dire però che in questo caso, molto furbescamente, le donne hanno una fase di "femminismo" di gran lunga più avanzato e sviluppato del femminismo istituzionale.
L'uomo in quanto uomo, che faccia l'uomo. Quindi che tutto risolva qualsiasi cosa accada, nessun fallimento (anche il più minuto o trascurabile) viene concesso, e che passi la sua vita ad essere perennemente sotto esame,...pena non essere più considerato uomo...
Che...troie....
...molto meno carognesche son le femministe convenzionali.
Come al solito la Sicilia sfugge a qualsiasi catalogazione, l'antica saggezza dei nostri avi era impeccabile come dice l'altrettanto antico detto siciliano:
"Con le donne ci vuole minchia, minchia, minchia e bastonate"
I più stolti e superficiali (o stupidi) non saranno nemmeno in grado di leggere questo antico detto.

non so in quale Sicila vivi,  ma in mezzo secolo di vita questa è la prima volta che sento questo detto, ne mi riconosco in tutto il resto del post.
(e manco in quello della flotta sicula........non siamo stati mai famosi per andre per mare .. a parte nella flotta ottomana come il calabrese Uccialì anche  lui a Lepanto  - se voglimo parlare di marineria merdionale dopo Amalfi, Bari e Messina bisogna andare ai Borbone di Napoli)
ah altro detto siculo: 'iu i manu l'haiu sulu pi' gghiri a travagghiari' (trad. io le mani le ho solo per andare a lavorare)

Offline Cavalier Serpente

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non so in quale Sicila vivi,  ma in mezzo secolo di vita questa è la prima volta che sento questo detto, ne mi riconosco in tutto il resto del post.
(e manco in quello della flotta sicula........non siamo stati mai famosi per andre per mare .. a parte nella flotta ottomana come il calabrese Uccialì anche  lui a Lepanto)
ah altro detto siculo: 'iu i manu l'haiu sulu pi' gghiri a travagghiari' (trad. io le mani le ho solo per andare a lavorare)

Se non conosci questo detto allora tu non sei palermitano, ma comunque scarsamente siciliano.

Per quanto riguarda la flotta sicula nell'evento a cui mi riferisco esistono diverse pubblicazioni, TRATTE DA DOCUMENTI VERAFICABILI (perchè così si legge la storia) che rimpingueranno la tua conoscenza.....che deve avere parecchie lacune a quanto pare (...ma chi non ha?).
Quindi non sai nemmeno che qualche centinaia d'anni prima di Lepanto le, comunque rispettabilissime, repubbliche marinare presero sonore batoste sia singolarmente che in coalizione dalla flotta palermitana, che fu sconfitta da terra (e non per mare) soltanto tramite l'intervento del solito monarca straniero...
......dovresti far ricerche ed aggiornarti.
Se ti interessa, ovviamente, altrimenti lascia perdere e resta con ciò che sai.
Mi chiedete se ho mai pensato al matrimonio? Mai!!
E che so' diventato matto?
E che faccio, mi metto un'estranea* dentro casa? (cit. Alberto Sordi)
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non so in quale Sicila vivi,  ma in mezzo secolo di vita questa è la prima volta che sento questo detto, ne mi riconosco in tutto il resto del post.


Visto che tu sei siciliano, non avevo dubbi che non ti riconosca nel resto del post.
Se non fosse stato così non avrei potuto scrivere ciò che ho scritto.
Mi chiedete se ho mai pensato al matrimonio? Mai!!
E che so' diventato matto?
E che faccio, mi metto un'estranea* dentro casa? (cit. Alberto Sordi)
*Nota personale: "NEMICA" è più consono ed adatto. "Estranea", per uno degli strani casi del destino potrebbe anche essere una brava persona.

Offline fabriziopiludu

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Ti chiedo scusa se ho omesso i siciliani: in effetti volevo citarli ma ho poi deciso di aggregarli ai napoletani (sbagliando). Ma del
resto ho omesso anche i sabaudi, ma a ragion veduta: avevano appena tre galee che vennero aggregate a quelle dei Cavalieri
di Malta. Ma non ti è sfuggito il fatto più importante: nonostante si detestassero a vicenda, combatterono fianco a fianco il
nemico dichiarato della Cristianità. E vinsero. Oggi noi maschi, tutti, abbiamo contro un nemico dichiarato della maschilità, il
femminismo e dobbiamo mettere da parte tutte le divisioni ideologiche, religiose e politiche per combatterlo e vincerlo. Non ci
deve sfuggire che il vero obiettivo del femminismo è la rieducazione, la conversione e l'asservimento psicologico degli uomini.
Per fargliene passare la voglia, c'è bisogno di dargli una lezione appunto stile Lepanto. Ma a questo proposito, visto che sei
siciliano, ne approfitto per chiederti: qual'è il grado di penetrazione del femminismo in Sicilia? E' riuscito a fare danni anche lì?
Piludu guarda a QUANTE donne abbiano combattuto nella Battaglia di Lepanto.
 

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Quindi non sai nemmeno che qualche centinaia d'anni prima di Lepanto le, comunque rispettabilissime, repubbliche marinare presero sonore batoste sia singolarmente che in coalizione dalla flotta palermitana, che fu sconfitta da terra (e non per mare) soltanto tramite l'intervento del solito monarca straniero...
......dovresti far ricerche ed aggiornarti.
Se ti interessa, ovviamente, altrimenti lascia perdere e resta con ciò che sai.

Furono i normanni a creare e valorizzare la flotta siciliana: la loro più bella impresa fu la conquista di Tessalonica strappata ai
bizantini da Guglielmo II. Poi arrivarono i tedeschi di Enrico VI e di Federico II "Stupor Mundi" con il figlio Manfredi. Infine gli
angioini soppiantarono i tedeschi ma i siciliani si ribellarono con i Vespri e diedero la corona di Sicilia al Re di Aragona Pietro III
che vinse gli angioni e lasciò la Sicilia al secondogenito Giacomo il quale, dopo la morte del fratello, Alfonso III, divenne il re
di Aragona con il titolo di Giacomo II e fece un patto con gli Angioni: se essi gli avessero lasciato conquistare la Sardegna,
lui avrebbe ceduto loro la Sicilia. Allora i siciliani insorsero facendo re suo fratello minore, Federico. E così i siciliani dovettero
combattere sia contro gli angioini, sia contro gli aragonesi ma, stretti attorno al re che si erano scelti, Federico II, conservarono
la loro indipendenza: la Sicilia non tornò mai più agli angioini. Che splendido spettacolo di carattere diedero i siciliani, allora.
E che peccato che oggi (ma non solo loro comunque) non siano più in grado di replicare simili gesta.

Offline fabriziopiludu

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 Manfredi: Fondatore della città di Manfredonia!
 Carlo d'Angiò fece imprigionare la coniuge e i figli di Manfredi.
 Ma non furono avvelenati come la coniuge e i figli di Alessandro Magno!
 Cassandro era peggio di Carlo d'Anjou - ITALIANIZZATO in Angiò


 

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  Piludu guarda a QUANTE donne abbiano combattuto nella Battaglia di Lepanto.
 

Pare che ce ne siano state due o tre. Peraltro travestite da uomini. Nè c'è da meravigliarsi: ci sono state anche le piratesse e le
brigantesse. Qualcuno ha mai sentito parlare di Michelina Di Cesare?
Ciò non toglie che la battaglia di Lepanto sia stato un evento di natura MASCHILE. Come anche la pirateria e il brigantaggio.

Offline fabriziopiludu

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Furono i normanni a creare e valorizzare la flotta siciliana: la loro più bella impresa fu la conquista di Tessalonica strappata ai
bizantini da Guglielmo II. Poi arrivarono i tedeschi di Enrico VI e di Federico II "Stupor Mundi" con il figlio Manfredi. Infine gli
angioini soppiantarono i tedeschi ma i siciliani si ribellarono con i Vespri e diedero la corona di Sicilia al Re di Aragona Pietro III
che vinse gli angioni e lasciò la Sicilia al secondogenito Giacomo il quale, dopo la morte del fratello, Alfonso III, divenne il re
di Aragona con il titolo di Giacomo II e fece un patto con gli Angioni: se essi gli avessero lasciato conquistare la Sardegna,
lui avrebbe ceduto loro la Sicilia. Allora i siciliani insorsero facendo re suo fratello minore, Federico. E così i siciliani dovettero
combattere sia contro gli angioini, sia contro gli aragonesi ma, stretti attorno al re che si erano scelti, Federico II, conservarono
la loro indipendenza: la Sicilia non tornò mai più agli angioini. Che splendido spettacolo di carattere diedero i siciliani, allora.
E che peccato che oggi (ma non solo loro comunque) non siano più in grado di replicare simili gesta.
E i "Vespri Siciliani"... Rivolta dovuta a mano tra le...
 

Offline zagaro

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Se non conosci questo detto allora tu non sei palermitano, ma comunque scarsamente siciliano.

Per quanto riguarda la flotta sicula nell'evento a cui mi riferisco esistono diverse pubblicazioni, TRATTE DA DOCUMENTI VERAFICABILI (perchè così si legge la storia) che rimpingueranno la tua conoscenza.....che deve avere parecchie lacune a quanto pare (...ma chi non ha?).
Quindi non sai nemmeno che qualche centinaia d'anni prima di Lepanto le, comunque rispettabilissime, repubbliche marinare presero sonore batoste sia singolarmente che in coalizione dalla flotta palermitana, che fu sconfitta da terra (e non per mare) soltanto tramite l'intervento del solito monarca straniero...
......dovresti far ricerche ed aggiornarti.
Se ti interessa, ovviamente, altrimenti lascia perdere e resta con ciò che sai.

effettivmente sono etneo, e devoto della Madonna della Catena, un culto nato a Palermo nella chiesetta ove si conservavano la sera le catene del porto, ma di questa flotta palermita mai sentito dire
potresti darmi quache ragguagiio?
pui parlare anche con termini tecnici sono diplomato in navigazioe e laureato in storia (anche se moderna)

Offline zagaro

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Furono i normanni a creare e valorizzare la flotta siciliana: la loro più bella impresa fu la conquista di Tessalonica strappata ai
bizantini da Guglielmo II. Poi arrivarono i tedeschi di Enrico VI e di Federico II "Stupor Mundi" con il figlio Manfredi. Infine gli
angioini soppiantarono i tedeschi ma i siciliani si ribellarono con i Vespri e diedero la corona di Sicilia al Re di Aragona Pietro III
che vinse gli angioni e lasciò la Sicilia al secondogenito Giacomo il quale, dopo la morte del fratello, Alfonso III, divenne il re
di Aragona con il titolo di Giacomo II e fece un patto con gli Angioni: se essi gli avessero lasciato conquistare la Sardegna,
lui avrebbe ceduto loro la Sicilia. Allora i siciliani insorsero facendo re suo fratello minore, Federico. E così i siciliani dovettero
combattere sia contro gli angioini, sia contro gli aragonesi ma, stretti attorno al re che si erano scelti, Federico II, conservarono
la loro indipendenza: la Sicilia non tornò mai più agli angioini. Che splendido spettacolo di carattere diedero i siciliani, allora.
E che peccato che oggi (ma non solo loro comunque) non siano più in grado di replicare simili gesta.
i siciliani furono baggianati dagli aragonesi con di Compromesso di Caspe,
http://it.wikipedia.org/wiki/Compromesso_di_Caspe

tanto furono baggianati che la Sicilia divenne Vicereame e siccome faceva parte dell'orbita spagnola  operava l'Inquisizione di Madrid, mentre a Napoli che tecnicamente era  un territorio occupato operava l'Inquisizione di Roma.
quando poi passò agli Asburgo operò l'Inquisizione di Vienna fin quando finì con i Borbone.
e poichè gli inquisitori rispondevano prima al monarca vi erano grosse differenza fra le tre.

ma ritorniamo alla marineria siciliana, non solo Tessalonica (anche se la spedizione partiva da Durazzo ovvero la Via Ignazia) anche le coste della Tunisia furono conquistate dai Federico II,ma gli equipaggi erano siciliani?
il primo capitano di nave siciliano che passò lo stretto di Gibilterra e arrivò a San Pietroburgo fu premiato dal re Borbone  ma stiamo parlando del 1800