Nel giorno del 7 Ottobre 1571 a Lepanto c'erano tutti: spagnoli, veneziani, genovesi, romani, napoletani e Cavalieri di Malta.
E tutti quanti, pur nelle reciproche rivalità, diffidenze e differenze, combatterono contro i turchi e vinsero salvando l'Europa.
Non c'è alcun motivo, Stendardo, perchè parimenti non ci siano tutti a combattere il femminismo: cattolici, protestanti, musulmani,
atei, rossi, neri, liberali, socialisti, comunisti, massoni, no globals, grillini e magari anche qualche omosessuale, se serve.
E come a Lepanto al momento della battaglia si scagliarono tutti a battersi chi invocando San Giacomo chi invocando San Marco
chi San Giorgio, chi San Pietro, chi San Gennaro, chi San Giovanni così per combattere il femminismo va bene invocare i valori
cristiani o cattolici, la Bibbia, il Corano, la ragione, l'equità, la giustizia, l'uguaglianza di tutti di fronte alla legge, la prevalenza
della lotta di classe rispetto alla lotta di genere, l'inaffidabilità delle donne, l'integrità della famiglia, la distinzione dei ruoli e via
dicendo. Mi sta bene uno Stendardo che combatte il femminismo nel nome dei valori cristiani ma mi sta bene anche Fabrizio
Marchi che combatte il femminismo perchè movimento qualunquista, piccolo borghese, interclassista i cui valori e obiettivi sono
incompatibili con la lotta di classe. Già te l'ho detto in privato: guarda il nemico che hai di fronte. Non chi combatte al tuo fianco
Il parallelo è azzecatissimo, e perfettamente tradizionale nella sua descrizione.
C'eran proprio tutti, compresi i siciliani.
La flotta, forte di circa 200 imbarcazioni, si concentrò ed armò nel porto di Messina che infrastrutturalmente (oltre che tatticamente) era davvero ideale all'epoca, ma che sopratutto godeva dei cosidetti "servizi" di terra che erano organizzatissimi e quanto di
meglio era possibile avere in quei tempi. Questo perchè in quel tempo la Sicilia disponeva di una flotta militare di tutto rispetto,
tant'è che fornì alla costituenda Armata navale 11 (o 12 secondo altre fonti) delle sue più moderne e poderose unità navali. Il che, percentualmente, è un numero abbastanza significativo in seno al numero assoluto di imbarcazioni.
Ed è strano questo numero....
......visto che di solito leggiamo in molti testi che......gli spagnoli contribuirono con 11 galee e nessuna i siciliani (come pure i napoletani).....
Eppure nonostante il peso di questo apporto, per giunta unico ed indispensabile sulla preparazione a terra, i siciliani vengono di rado citati nella descrizione di quel contesto storico o non vengono citati affatto, come fa lo stesso Massimo.
Non è strano. E' soltanto l'indice di quanto l'assoluta debolezza caratteriale e l'esiguità dello spessore identitario e sociale di un popolo possa renderne nulla qualsiasi impresa sino a cancellarlo dalla storia, rendendolo - appunto - nullo, cioè inesistente nonostante l'esistenza, come avviene in questo caso per i siciliani.
E non esiste niente al mondo che rende più disprezzabile ed esecrabile un popolo che sia nient'altro che il nulla.
Sono palermitano, ovvero siciliano, quindi se qualcuno volesse spezzare una una lancia in favore dei i siciliani, lo faccia altrove e non rompa i coglioni qui, che da fastidio.
Tuttavia da questo sorge un altro parallelismo interessante.
Tra genovesi, siciliani, napoletani, sabaudi, romani, veneziani, cavalieri di malta, ma anche parmensi, toscani, umbri...il gruppo navale nettamente preponderante era di marca italiana, e sebbene l'apporto degli espertissimi archibugieri spagnoli fu particolarmente rilevante, risulta chiaro a tutti gli studiosi di arte militare che ciò che fu senza ombra di dubbio decisivo per le sorti della battaglia furono le poderose galeazze veneziane.
Eppure se prendiamo dei testi storici non in lingua italiana cioè di altri paesi, la flotta è citata come "spagnola" o quasi interamente spagnola e celebrata come una impresa esclusivamente spagnola o in alcuni casi (ma qui siamo al ridicolo)
celebrata come una impresa del sacro romano impero e quindi..... del mondo....tedesco o germanico...(
)
Ma comunque sia se provate a chiedere fuori dall'Italia, chiunque vi risponderà...che le imbarcazioni (così come gli apporti) .."italiane" erano un ininfluente minoranza..., tranne il caso degli ambienti accademici, naturalmente.
Si intravede quindi il parallellismo tra la nullità siciliana e quella italiana....
OK è un OT.
...uhmmmm.....si lo è.
Ma anche non lo è...