Autore Topic: Chi pagherà alla fine per le sanzioni contro la Russia? Parla Confindustria .  (Letto 1006 volte)

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Offline Stendardo

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Fonte : http://italian.ruvr.ru/2014_07_31/Chi-paghera-alla-fine-per-le-sanzioni-contro-la-Russia-0263/

Chi pagherà alla fine per le sanzioni contro la Russia?
Chi pagherà alla fine per le sanzioni contro la Russia?
© Collage: La Voce della Russia/Burov Vladimir
 
Arriva un nuovo pacchetto, non regalo ma di sanzioni, per la Russia da parte dell’Unione Europea. Questa volta la faccenda prende una piega più seria: parliamo di sanzioni economiche e settoriali, che colpirebbero la sfera bancaria, petrolifera e quella della difesa. Sorge spontanea una lunga serie di domande: qual è il motivo di tali sanzioni, a cosa potrebbero portare in futuro decisioni così dure, a chi gioverà tutto questo? E ancora, che impatto avranno le sanzioni sui rapporti italo - russi?

Un momento di svolta nella questione è stata la strage del Boeing malese 777: le indagini, come sappiamo, sono ancora in corso, non si hanno prove ufficiali di alcun genere, ma la catastrofe è stata il pretesto perfetto per attaccare la Russia con nuove sanzioni, dall’effetto ancora sconosciuto per l’Europa stessa.
Abbiamo cercato di rispondere a queste difficili domande durante il nostro dibattito insieme a Vittorio Torrembini, imprenditore presente in Russia da più di vent’anni, dirigente di Confindustria-Russia e Luca Bionda, ricercatore associato e direttore del programma “Sistema Italia” presso l’Istituto di Alti Studi in Geopolitica (l’IsAG).
- Precedentemente si trattava di sanzioni ad personam, ora invece la cosa si fa più seria: vengono colpiti diversi settori. Cosa ne pensate cari ospiti di queste sanzioni? Vittorio?
- Penso che siano assolutamente sbagliate, sia per le motivazioni che per il contenuto. Le liste nere, dove sono rientrati diversi personaggi russi, fatte dall’Unione Europea, ma soprattutto dagli Stati Uniti, ricordano le tecniche che usano certi banditi, i quali rapiscono la moglie di uno perché poi il marito li paghi. Colpire gli amici del Presidente della Federazione Russa, perché lui cambi posizione mi sembra una tecnica che con la diplomazia e la politica ha poco a che fare.
- Luca, che ne dici di queste ultime sanzioni economiche e settoriali?
- Sono contrario e rattristato. Le sanzioni come erano nate nei primi mesi dell’anno non erano collegate agli aspetti dell’economia. È una situazione che non giova a nessuno, lo sanno gli imprenditori italiani a Mosca, lo sanno altrettanto bene gli imprenditori russi che vogliono lavorare con l’Unione Europea e cercare partner stabili sulle proprie posizioni. Oggi l’Europa non ha questa stabilità e la capacità di decidere autonomamente. Ad aprile all’interno della discussione attorno all’instabilità ucraina, si era creato un fronte abbastanza indipendente: la Germania e l’Italia, Paesi con forti interessi commerciali con la Russia, si erano definite quasi neutrali. In Germania le aziende stesse si erano messe di traverso. Da aprile ad oggi è cambiato l’atteggiamento di Germania e Italia rispetto le sanzioni, anche se militarmente la situazione in Ucraina non è cambiata.
- Vorrei sapere qual è l’aria che si respira tra gli imprenditori italiani in Russia. Vittorio, ce ne potresti parlare?
- L’aria che si respira tra gli imprenditori presenti in Russia è di grande rammarico e contrarietà per quello che sta accadendo. Qui siamo in presenza di una manovra che non ha nulla a che fare con la verità, una manovra politica con l’intento di isolare la Russia, indebolire l’Europa. Si sente una certa incredulità e clima di attesismo per quelli che si trovano in Italia e pensavano di venire qui. Comunque ad oggi tutte le aziende che avevano degli investimenti li hanno confermati. Noi avvertiamo che i nostri amici russi comprendono perfettamente la vicinanza dell’Italia alla Russia rispetto agli altri Paesi, nonostante le pressioni ricevute quotidianamente dal nostro governo. D’altra parte l’idea che il mondo economico russo si fa dell’Europa oggi, ne siamo consapevoli, è molto più negativo rispetto 4-5 mesi fa. Sono segni che purtroppo restano.
- Diversi imprenditori ci hanno scritto delle loro preoccupazioni in questo clima di sanzioni. Cito la frase emblematica di una donna d’affari italiana da 15 anni in Russia: “in quanto italiana penso per il bene del mio Paese, si debba uscire dalla dittatura europea, e da un Paese libero e indipendente collaborare con la Russia per il raggiungimento di uno sviluppo comune”. Che ne dici Vittorio di quest’affermazione?
- Si sta rischiando di rovinare un lavoro che va avanti da più di vent’anni. Lo dico a tutti coloro che storcono il naso rispetto a quello che è il sistema democratico russo. L’unico modo per far transitare questo Paese con tutti quelli che possono essere i residui di una mentalità di regime è l’integrazione. Un’integrazione in Europa con le regole europee. La Russia è stata oggetto di discriminazioni per anni: 20 anni per entrare nel WTO, da 6 anni l’UE discute con la Russia il rinnovo dell’accordo di partenariato strategico … Invece che continuare in questa direzione gli europei hanno preferito allargare l’Unione Europea all’Ucraina. Non è solo una mancanza di politica estera dell’Europa, è una profonda divisione al suo interno.
- Luca, seconde te queste sanzioni come potranno influenzare i rapporti non solo economici, ma a più ampio spettro tra l’Italia e la Russia?
- A lungo raggio le sanzioni hanno effetti destabilizzanti che minano la credibilità dell’Europa e del nostro Paese. Le sanzioni creano un problema di dialogo e aprono per la Russia e per l’Europa diverse prospettive. La Russia intensifica i contatti ad Oriente e privilegia il progetto Brics. La Russia è un Paese oggi stabile e richiede altrettanto dai propri partner. Se in Italia il governo cambia ogni sei mesi, se il ministro degli Esteri viene a Mosca e poi deve ritrattare .. queste cose fanno ovviamente storcere il naso. In Unione Europea è normale che ci sia una pluralità di vedute, ma alla fine tutto deve convergere. Con l’Unione doganale si sta cercando secondo me di evitare gli errori dell’UE.
- Secondo Sergej Riabukhin, presidente della Commissione Bilancio del senato russo, le sanzioni imposte permetteranno alla Russia di sviluppare più attivamente l’industria nazionale, sfruttando risorse interne. Secondo voi è probabile che la Russia possa guadagnarci qualcosa attraverso le sanzioni? Torrembini?
- Le sanzioni imposte per ora dall’Unione Europea non credo abbiano effetti molto negativi nell’immediato. Non sono troppo pessimista. Sicuramente le sanzioni indurranno molte aziende russe a farsi le cose in casa. Paradossalmente hanno l’effetto quindi di stimolare la politica di sviluppo della produzione interna, che da anni viene lanciata e non si riesce a mettere in campo. Per il momento non lancerei grandi allarmi. Il problema vero è di carattere politico. Perché queste sanzioni solo contro la Russia? E per quello che sta accadendo a Gaza? E nei confronti di Kiev, un governo che ammazza i propri cittadini?
- Luca, secondo te è possibile che le sanzioni possano giovare allo sviluppo interno della Russia?
- È possibile, magari non nell’immediato. Ripeto, la politica russa guarda a 360 gradi, guarda ad est, ovest, a nord e a sud.
- Parlaci del progetto “Sistema Italia” del quale dirigerai i lavori presso l’IsAg?
- L’Istituto IsAG è composto da diversi programmi di ricerca, definiti su basi geografiche, per l’area dell’America Latina, per l’area asiatica, l’ex-Unione Sovietica. Esiste da poco il programma “Sistema Italia”, a beneficio della conoscenza per le aziende italiane, che guardano non solo all’esportazione, ma anche agli investimenti all’estero. Questo programma si rivolge alla classe economica e agli imprenditori, basato su conferenze e dibattiti, volti ad evidenziare le possibilità di investimento all’estero, compresa la Russia.
- Quali prospettive ci attendono? Qual è il tuo auspicio Vittorio?
- Ho notato che la Russia ha mantenuto negli ultimi mesi un atteggiamento estremamente costruttivo e di grande buon senso. Il mio auspicio è che la Russia continui a mantenere quest’atteggiamento, il modo giusto per rispondere a queste operazioni vergognose.
 In conclusione esprimo la speranza che in questa difficile situazione alla fine prevalga veramente il buon senso, il dialogo e l’approccio costruttivo, di cui parlava Vittorio Torrembini, indispensabile per uno sviluppo e un futuro comune.
 
Ascoltate la versione completa nel formato audio.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_07_31/Chi-paghera-alla-fine-per-le-sanzioni-contro-la-Russia-0263/
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius