Autore Topic: La situazione dei lavoratori italiani: quella vera  (Letto 1871 volte)

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Offline Vicus

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La situazione dei lavoratori italiani: quella vera
« il: Agosto 14, 2015, 00:20:34 am »
http://www.maurizioblondet.it/perche-i-paesi-poveri-della-ue-sono-i-piu-spietati-coi-greci/

Il destino salariale che ci aspetta tutti
Comunque sia, adesso è chiaro: per restare nel campo europeista bisogna accettare la povertà.  L’euro, significa accettare di convergere verso i salari della Bulgaria, Slovenia e Lettonia, per ridiventare competitivi come vogliono lorsignori. L’euro, significa accettare la mancanza di lavoro per i più, la deindustrializzazione, dunque il restringersi tragico di opportunità per chi non è appoggiato da qualhe “famiglia”,  i miserabili davanti alle magioni.
Dite che esagero? Forse. Ma sentite questa storia. E’ una mia lettrice quarantenne,  quando abitavo a Viterbo mi era venuta a trovare da Roma perché aveva  una qualche ambizione giornalistica (ignorando che se non sei figlia di giornalisti o di padroni, nell’Italia attuale questa professione per te non ha posto); collaborava qua e là, sa bene l’inglese, ha fatto la traduttrice.    Siccome suo padre aveva un bar (non so se come proprietario),   ha fatto anche la barista. Insomma è la persona che nell’Italia che ho conosciuto io – quella della crescita, dell’industria – non avrebbe avuto difficoltà a trovare un lavoro. Ma invece, a Roma, per lei è sempre stato difficile.
Si rifà viva per mail dopo anni, le chiedo se lavora. Risponde:
“No. Con l’ultimo datore di lavoro (società di computer) avevamo pattuito 1000 euro al mese, ne ho presi 1500 in tre mesi. Sto ancora aspettando il salario di giugno, ma sono praticamente spariti, non riesco neanche a parlarci.
Collaborazione pre-elettorale con il candidato sindaco di una cittadina siciliana, sempre tre mesi: 100 euro per 10 comunicati stampa, quattro articoli, tre interviste (nel senso che gli ho scritto le domande e le risposte come se l’intervista fosse avvenuta realmente). L’inverno scorso mia zia da F. mi inviava i pacchi con il cibo dentro.
E’ lì che ho cominciato a pensare che se l’avessi fatta finita avrei fatto un favore non solo a me stessa”.
Le dò una rispostaccia, provo a scuoterla. Pochi giorni dopo ricevo un’altra sua mail:
“ Una ci prova, grande centro commerciale, e trova questo:  – Oroner, bar caffetteria piano terra cerca banchista max 24 anni nazionalità preferita BANGLADESH COREANA FILIPPINA. Addetta pulizie centro commerciale, richiesta esperienza nella pulizia di negozi (???), disponibilità lunedì e venerdì dalle h. 9.00 alle h. 10.00 (due ore a settimana).
  Mango azienda leader fashion retail offre stage full time 6 mesi  –   400 euro”
PS – ho provato l’iscrizione ad un sito di aupair per l’estero. Sono stata contattata…da uno scam.
Fortuna che ho controllato su internet l’email di contatto. Devi pure fare attenzione a fidarti”.
“Ieri pomeriggio ho provato con una pizzeria al taglio, mi avevano detto che cercavano personale. Sono arrivata tardi, si vede, perché mi hanno risposto “Abbiamo trovato 2 persone, se vuole portare il curriculum per il futuro….”  :lol: Il curriculum in pizzeria, mi veniva da ridere. Per il futuro spererei di andarcela a mangiare la pizza, non di tagliarcela…ma chi ce l’ha il futuro”.
 
Come vedete,   quelle che vengono offerte nei rari posti di lavoro disponibili in Italia -a Roma capitale – sono già le paghe della    Lettonia; il salario minimo può esistere nelle leggi, ma come le “Grida” spagnolesche nella Milano del ‘600: tutti se ne infischiano.   Quando poi ti si offrono due ore la settimana per le pulizie di un negozio, siamo già al disotto della Bulgaria.
Invece tipicamente italiota la preferenza etnica:  24 enne Bangladesh, coreana, Filippina. E non vi permettete di dire che “gli stranieri portano via il lavoro agli italiani”. No, questo non lo dicono più nemmeno i leghisti, persino a loro manca il coraggio. Vige ancora questo dettato  sindacale, politico e dei privilegiati del regime: “Gli stranieri fanno i lavori che gli italiani non voglion più fare”.
Invece no: adesso, sì, gli stranieri portano via il lavoro che gli italiani sono disposti a fare. Bisogna dirlo.
Piccola nota: quando vado in Svizzera, scopro con rinnovato stupore che spazzini, benzinai, uomini delle pulizie nelle stazioni, sono svizzeri.   Telefono a un call center  elvetico e ascolto   la signora che mi risponde: con un bell’accento ticinese. Pare che anche per i lavori meno qualificati esista una preferenza nazionale. Non creda che ci sia alcuna legge che – nero su bianco – decreti:  prima uno svizzero. Certamente no, altrimenti l’Europa avrebbe già denunciato con alti strilli, a qualche tribunale internazionale, la “discriminazione”.   E’ che in certi paesi, ci sono intese non scritte nelle leggi. Si chiamano “amor di patria”. O se volete,  carità di patria.
Ma torniamo alla persona di cui parlo. Da ultimo ho ricevuto un’altra mail, che segna uno sviluppo drammatico:
“Ieri, per raccontarle l’ultima, mi hanno sequestrato la macchina. Ufficialmente, perché ufficiosamente l’ho portata via io.
Così ho la mia macchina, che credo continuerò ad usare, non per sfida ma per disperata necessità, fino a che non mi arrestano, visto che in queste condizioni c’è il penale”.
Adesso, spero, capite che non esagero. La mia lettrice sarà particolarmente sfortunata, ma temo che siano molti nelle sue condizioni. Ora vedete che il potere pubblico italiano, arraffone ed avido, è molto più insensibile ai poveri, agli sfortunati, ai bisognosi di aiuto, di qualunque Ancien Régime.   La sua “giustizia”, i suoi codici, comminano multe che potevano essere pagate   quando l’Italia era ancora quella degli stipendi decenti; adesso sono fuori dalle possibilità di un giovane con un contratto precario a 700 euro al mese. E non commento il fatto che un passaggio di proprietà su un’auto usata da mille euro, fra tasse e spese notarili, ne costa almeno 800.  Il Fisco italiano non ha ancora preso atto che la torchia tributaria presuppone stipendi, redditi e prosperità che – per troppi – non esistono più.
Quindi, essendo ormai affondati nel nuovo Vecchio Regime euro, non sapendo noi fare la Rivoluzione,  rivolgiamo una Supplica a Lorsignori:
“Umilmente ci rivolgiamo alle Signorie Vostre, pregiatissimi Farabutti e Milionari pubblici, esimi Ladri e Dilapidatori di denaro dei bisognosi, per supplicarvi di emanare un necessario provvedimento:
Ordinate, vi preghiamo, ai Vostri Sbirri, Bargelli e Uffiziali che trovassero un Precario o un Disoccupato in violazione di qualcuna delle vostre leggi (la cui durezza voi non sapete neanche cosa sia) di calcolare l’ammontare della sanzione pecuniaria in percentuale al reddito reale del malcapitato.  O se – come accade sempre più spesso – il reddito dei malcapitati è da molto tempo pari a zero, vorreste gentilmente sostituire la multa con una semplice bastonatura?
Il precedente Ancien Régime faceva così, con reciproca soddisfazione del bastonatore e del bastonato; chè almeno, era gratis”.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline TheDarkSider

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Re:La situazione dei lavoratori italiani: quella vera
« Risposta #1 il: Agosto 14, 2015, 10:57:12 am »
Se questa signorina sa bene l'inglese puo' trovare lavoro all'estero quando vuole, e in qualunque paese dell'europa (poi la lingua del posto la impara col tempo).
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina


Offline Vicus

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Re:La situazione dei lavoratori italiani: quella vera
« Risposta #3 il: Agosto 14, 2015, 18:00:12 pm »
Se questa signorina sa bene l'inglese puo' trovare lavoro all'estero quando vuole, e in qualunque paese dell'europa (poi la lingua del posto la impara col tempo).
Lo fanno già in tanti, ma non si dovrebbe essere obbligati ad andare all'estero per lavorare ed è giusto far conoscere la situazione italiana.

@Frank: il testo non è direttamente pertinente, ma è molto interessante. Ottima anche l'inziativa dell'editore.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Frank

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Re:La situazione dei lavoratori italiani: quella vera
« Risposta #4 il: Agosto 14, 2015, 18:32:49 pm »
@Frank: il testo non è direttamente pertinente, ma è molto interessante. Ottima anche l'inziativa dell'editore.

Sì, lo so, ma ho voluto segnalarlo ugualmente.