Confondi "la famiglia" con il "matrimonio".
Una famiglia "tradizionale" è composta da madre, padre e figli.
Il matrimonio è un contratto legale.
In Italia, al contrario che nei Paesi dell'Est, lo scioglimento di questo contratto è molto oneroso da parte del padre.
Le femministe della prima istanza erano contro il matrimonio come contratto legale, in quanto, a loro dire, obbligava la donna a dei doveri, mentre all'uomo concedeva solo diritti.
Gli scritti di Engels, Simone de Beauvoir ecc. sono antecedenti al 1975, data della riforma, in Italia, del diritto di famiglia.
L'applicazione di questa riforma ha lasciato alle donne il privilegio del mantenimento, della cura dei figli e della propietà della casa famigliare.
Le femministe "moderne" non sono contrarie al matrimonio finchè lo scioglimento di questo, lascia tutti questi privilegi alle donne.
Già durante la discussione per l'approvazione della legge sull'affido condiviso, che equiparava i due genitori, nel 2006, l'opposizione delle femmiste e dei loro lacchè (Rifondazone Comnista ecc.) ha impedito di fare una legge realmente applicabile, infatti è rimasta inapplicata. L'opposizione alla non assegnazione della casa famigliare ha portato invece che, la casa, che prima era "coniugale", adesso è "famigliare" è assegnata anche se non si è sposati.
Il ripudio è l'istituto vigente presso alcuni popoli secondo il quale il marito può sciogliere il matrimonio e allontanare la moglie da casa.
Il divorzio, in Italia, è diventato l'Istituto con il quale la moglie allontana il marito da casa continuando a farsi mantenere, mantenendo un qualche legame economico con l'ex marito, non sciogliendo mai, in pratica, i doveri del marito verso la moglie.