Fonte :
http://it.avoiceformen.com/propaganda-femminista/61529/La propaganda femminista adesso sfrutta anche i bambini!
August 22, 2014 By Giliu Tododina 0 Comments
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Dopo anni di propaganda sulla falsa emergenza femminicidio, oggi, forse anche a causa dei recenti numeri del viminale che segnalano una diminuzione degli omicidi di donne, l’attenzione della macchina propagandistica femminista si sta spostando altrove.
Supportata anche dalla stampa e dal giornalismo italiani che ormai puzzano più dello sterco, il rischio di creare un nuovo falso allarme e nuovi “mostri” è estremamente grande.
I casi di cronaca degli ultimi mesi hanno visto protagonisti una serie di padri che, vittime di un raptus di follia, hanno scatenato la loro furia omicida nei confronti dei loro figli. Oggi l’ultimo caso a Catania. La breve distanza temporale che ha visto susseguirsi questi episodi costituisce un’occasione ghiotta per la propaganda femminista e la stampa orientata in tal senso, non solo perché offre la possibilità di attirare pubblico ma anche perché rende possibile criminalizzare la figura maschile e paterna, rende possibile distruggere l’idea di famiglia, presentandola non come un luogo dove l’individuo trova amore e protezione, ma dove risulta minacciato proprio da chi dovrebbe custodirlo. Fantasia? Paranoia? Assolutamente no.
Soffermiamoci sull’episodio di oggi, quello avvenuto nel catanese. I tg di tutte le reti hanno presentato la vicenda in maniera vergognosa descrivendo e sintetizzando la vicenda di un uomo che “lasciato dalla moglie accoltella le sue due figlie”, .
Il dramma di un padre, disoccupato da due anni a causa della crisi economica, costretto ad arrangiarsi facendo il venditore ambulante per mantenere da solo la sua famiglia, abbandonato da uno Stato assente e insensibile ai sui bisogni, è stato trasformato e presentato come una tragedia scatenata dal movente della gelosia e dall’incapacità di accettare una separazione. L’allontanamento della moglie, in questo tassello di cause, sarà stato forse l’ultima delle umiliazioni per quest’uomo che, in caso di separazione, sarebbe finito in strada, avrebbe perso la casa e figli che tanto amava e per i quali aveva vissuto.
Non sarebbe stato né il primo né l’ultimo di una lunga serie di padri anonimi che, avendo perso tutto, compresa la loro dignità, sarebbe finito a dormire in macchina e forse si sarebbe tolto la vita, dimenticato e compatito da tutti, come effettivamente ha tentato di fare.
Ma questo non interessa alla stampa, alla propaganda, né alla politica perbenista. E allora chiediamo: perché queste motivazioni non vengono mai considerate? Perché si preferisce soprassedere e creare a tutti i costi l’orco? Nessuno, né tantomeno il sottoscritto, vuole giustificare un gesto così efferato. La persona che ha sbagliato, come tutti, se sopravvivrà dovrà pagare. Ma strumentalizzare vicende così atroci e cariche di dolore è vergognoso. I veri mostri sono coloro che utilizzano il dolore per fare propaganda.
Lo stesso sdegno verso la stampa non può che essere rivolto nei confronti del post apparso oggi sul blog di Mila Spicola, Vicesegretario del PD Sicilia e dirigente nazionale dello stesso partito. Dalla lettura dell’articolo e dal tenore dello stesso, traspare tutta l’ideologia perversa che muove l’autrice. Senza nessun pudore, la dirigente del Pd tenta di far passare il concetto che persino l’uccisione di un figlia sia una questione di genere.
Anziché chiedere provvedimenti economici che consentano alle famiglie di vivere dignitosamente, perché spesso é proprio la povertà e l’indigenza ad esacerbare i conflitti, la Spicola pretende l’istituzione del Ministero delle Pari Opportunità. Anziché chiedere regole che in caso di divorzio o separazione diano a entrambi i coniugi gli stessi diritti e doveri, senza privilegiare l’una a discapito dell’altro, la Spicola invita il Governo a stanziare soldi per i centri antiviolenza e programmi ministeriali di rieducazione. Cosa c’entra tutto questo?
E quando ad assassinare i propri figli è la madre? Dimentica, forse, che i recenti fatti di cronaca ci hanno raccontato episodi simili, dove l’assassina dei proprio figli era una donna. Sono forse meno gravi? Perché quando accadono nessuna voce si alza in segno di disprezzo e non si chiedono interventi governativi? In questo caso non si tratta di violenza domestica? Non servono aiuti e programmi rieducativi come chiede adesso la Spicola? Ci auguriamo che la dirigente del PD ci risponda, intanto ci permettiamo di rinfrescarle la memoria con qualche caso di cronaca recente.
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Tutte donne, tutte madri, tutte assassine. La Spicola si mobiliti e si sdegni anche per loro.