Autore Topic: Il femminsimo protegge il matrimonio?  (Letto 1370 volte)

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Offline Lucia

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Il femminsimo protegge il matrimonio?
« il: Agosto 18, 2014, 16:26:26 pm »
HAi qualche riferimento preciso a questa tua affermazione?
Non mi risulta che le femministe siano contro il matrimonio essendo loro schierate ampiamente  a favore per il riconoscimento delle coppie di fatto anche omosessuali al pari delle coppie sposate etrosessuali.
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Simone de Beauvoir-Il secondo sesso e non solo lei, tutto il femminismo considera il matrimonio oppressione, quindi e' contro il matrimonio eterosessuale

Offline Lucia

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Re:Il femminsimo protegge il matrimonio?
« Risposta #1 il: Agosto 18, 2014, 17:31:16 pm »
Il matrimonio omosessuale la possono pure incentivare, ma dall'inizio hanno sostenuto che il matrimonio e' la schiavitu della donna nei confronti del marito.
Lo scopo non solo del femminismo e' di distruggere la famiglia tradizionale, perche quella porta valori  che rendono gli uomini (esseri umani/emberek) piu forti.

Ma se tanto anche l'ideale maschile e' antimatrimonialista allora davvero non ci sono problemi ....  :)
e ognun* preferisce il suo cane. Un paradiso per i cani...

Lucia non sa che la riforma del diritto di famiglia, in Italia, è del 1975.
L'introduzione del divorzio, fortemente voluto dalle femministe, non è contro il matrimonio, altrimenti non ci sarebbe la possibilità di divorziare,  ottenendo le sostanze economiche del marito, la casa ed i figli.

Chi è contro il matrimonio ne chiede l'abolizione tout-court e basta. Non chiede l'introduzione del divorzio, dimenticandosi di concedere  la possibilità del ripudio.

Italia avra di siccuro i suoi particolarita' in questo discorso, ma io parlavo del desiderio femminile universal valabile ad avere un partner stabile, una famiglia. E questo e un desiderio giusto e dignitoso, independentemente di che paese vivi.

Peraltro il divorzio nei paesi ortodossi esiste da sempre (non solo come ripudio). E non e un motivo sufficiente di essere contro il matrimonio, la famiglia non si e distrutta per questo. Non capisco quindi che c'entra il divorzio quando c'e sta esperienza lunga di paesi che permettono il divorzio e risposarsi con l'essere per questo femministi o contro il matrimonio. Sempre meglio divorziare che uccidersi.

Probabilmente non e facile chiedere l'abolizione del matrimonio, bisogna convingere, seddure la gente che non ne valga la pena, fare si che le donne odiano gli uomini e gli uomini odiano le donne.





« Ultima modifica: Agosto 18, 2014, 17:47:06 pm da Lucia »

Online Cassiodoro

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Re:Il femminsimo protegge il matrimonio?
« Risposta #2 il: Agosto 18, 2014, 18:50:38 pm »
Confondi "la famiglia" con il "matrimonio".
Una famiglia "tradizionale" è composta da madre, padre e figli.
Il matrimonio è un contratto legale.

In Italia, al contrario che nei Paesi dell'Est, lo scioglimento di questo contratto è molto oneroso da parte del padre.

Le femministe della prima istanza erano contro il matrimonio come contratto legale, in quanto, a loro dire, obbligava la donna a dei doveri, mentre all'uomo concedeva solo diritti.

Gli scritti di Engels, Simone de Beauvoir ecc. sono antecedenti al 1975, data della riforma, in Italia, del diritto di famiglia.

L'applicazione di questa riforma ha lasciato alle donne il privilegio del mantenimento, della cura dei figli e della propietà della casa famigliare.

Le femministe "moderne" non sono contrarie al matrimonio finchè lo scioglimento di questo, lascia tutti questi privilegi alle donne.

Già durante la discussione per l'approvazione della legge sull'affido condiviso, che equiparava i due genitori, nel 2006, l'opposizione delle femmiste e dei loro lacchè (Rifondazone Comnista ecc.) ha impedito di fare una legge realmente applicabile, infatti è rimasta inapplicata. L'opposizione alla non assegnazione della casa famigliare ha portato invece che, la casa, che prima era "coniugale", adesso è "famigliare"  è assegnata anche se non si è sposati.

Il ripudio è l'istituto vigente presso alcuni popoli secondo il quale il marito può sciogliere il matrimonio e allontanare la moglie da casa.
Il divorzio, in Italia, è diventato l'Istituto con il quale la moglie allontana il marito da casa continuando a farsi mantenere, mantenendo un qualche legame economico con l'ex marito, non sciogliendo mai, in pratica, i doveri del marito verso la moglie.
"Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante" - "Ah sì? E cosa ha capito?" - "Che vola solo chi osa farlo"

Offline JAROD72

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Re:Il femminsimo protegge il matrimonio?
« Risposta #3 il: Agosto 18, 2014, 21:19:05 pm »
Le femministe odiano la società e civiltà bianca occidentale o chi ne segue le impronta.

Le femministe nere e asiatiche, nonostante sieno femministe non si oppongono col solito livore delle femministe nostrane contro il matrimonio tradizionale.

Online Frank

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Re:Il femminsimo protegge il matrimonio?
« Risposta #4 il: Agosto 20, 2014, 18:25:09 pm »
Le mentecatte della 27ora scrivono:

http://27esimaora.corriere.it/articolo/il-marito-italiano-un-peso-morto-in-casa-ma-siamo-noi-madri-a-dover-cambiare/
Citazione

Dai calzini alle biro i maschi sembrano avere una sorta di difetto visivo che li spinge a non trovare le cose di cui hanno bisogno   
Il marito italiano un peso morto in casa Ma siamo noi madri a dover cambiare
di Monica Ricci Sargentini

Ieri mattina mio figlio a colazione ha aperto il frigo e ha sentenziato: “Mamma è finita la marmellata”. “Sei sicuro?” ho risposto, alzandomi per controllare, convinta del contrario ed infatti voilà: su un ripiano c’erano due vasetti, ben visibili. Non è la prima volta che accade. Dai calzini alle biro i maschi di casa mia sembrano avere una sorta di difetto visivo che li spinge a non trovare le cose di cui hanno bisogno anche se sono davanti ai loro occhi. Proprio come Davide, il marito di Chiara, che oggi nel quarto episodio di Una Mamma Imperfetta, dice alla moglie: “Chiara sai dov’è finita la mia scarpa blu? Qui ce n’è solo una”.

Diciamoci la verità Davide è l’emblema del marito italiano: bravo, intelligente, sensibile ma un peso morto in casa. Quando torna dal lavoro si butta sul divano, esausto, come se fosse stato in ufficio solo lui, si toglie le scarpe tirandole in aria  e poi dice alla moglie  ”Ciao, ho fame”, esattamente come fa un bambino con la sua mamma. Il problema è che l’uomo italiano ha un difetto abbastanza acclarato: vuole essere accudito. Se una mattina, per sbaglio, fa lui la colazione per tutti si sente una sorta di eroe.

Ve lo ricordate come Davide si vanta di aver preparato il caffè nella prima puntata?

Tuttavia è vero che ultimamente i maschi si sono evoluti, nel senso che per la prima volta si prendono cura dei figli o almeno ci provano. Magari cambiare il pannolino proprio no, però portano i bambini al parco, ci giocano molto, arrivano persino a farli visitare dal pediatra. Più ardua risulta la preparazione dei pasti per la quale richiedono sempre  istruzioni dettagliate, possibilmente anche scritte. E la spesa sì vanno a farla ma solo se hanno in mano una lista precisa. Non avete mai visto quei mariti in fila al mercato che leggono nervosamente il foglietto scritto dalla moglie terrorizzati di sbagliare quantità e qualità dei prodotti?

E qui ragazze mie c’è bisogno di una buona dose di autocritica da parte nostra. Perché se è vero che il marito è riluttante, è ancor più vero che noi vogliamo che le cose siano fatte a modo nostro e non tolleriamo divagazioni sul tema. Ogni volta che il mio va a fare la spesa torna con almeno un prodotto della marca sbagliata, cioè non quella che abitualmente usiamo. E io immancabilmente glielo faccio notare. La sua risposta è ovvia: non l’ho trovato (sempre per il difetto visivo di cui sopra).  Però magari io potrei lasciar correre no? Dopotutto una marca di yogurt vale l’altra e l’importante è che la spesa sia stata fatta. Invece per me non è così e alla fine, se ho tempo, al supermercato preferisco andarci io, continuando sulla perversa strada del marito-accudito.

Insomma forse la nostra vita assomiglierebbe meno a quella di una maratoneta se imparassimo a delegare e ad accettare le cose come le fanno gli altri. Per esempio nell’episodio di oggi, giovedì 9 maggio, Davide chiede a Chiara: “E’ il compleanno di mamma, al regalo ci pensi tu?”. La risposta giusta sarebbe “mi spiace tesoro ho troppo da fare, questa volta trova qualcosa tu”. Ma Chiara ovviamente nemmeno risponde, si dà per scontato che il suo sia un sì. E’ come un riflesso condizionato: le fila dell’organizzazione familiare le tirano le donne dai pasti ai compleanni passando per la scuola e per le attività sportive. Siamo noi che dettiamo l’agenda perché ci siamo abituate ma anche perché vogliamo il controllo totale.

D’altra parte le statistiche parlano chiaro: secondo un’indagine dell’Istat del 2011  il 76,2% del lavoro domestico ricade sulle spalle della donna.  Un piccolo miglioramento, però, c’è stato: rispetto al 2003 l’uomo ha aggiunto nove minuti giornalieri al pacchetto di “impegni domestico-familiari”. Capirai! Le donne che lavorano dedicano più di 5 ore alla famiglia, gli uomini 1 ora e 43 minuti.  E soprattutto i maschi si rifiutano di fare i lavori domestici: il 26,1% dedica sei minuti al giorno ad attività come apparecchiare, lavare i piatti, il 30% devolve 16 minuti al giorno alla pulizia della casa, il 100% non impugna un ferro da stiro neanche sotto minaccia di morte e guarda la lavatrice come se fosse un ufo.

È chiaro che i mariti di oggi sono così perché ci sono stati abituati. Da chi? Ma dalle loro mamme, ovvio.  E’ per questo che ogni giorno mi interrogo su come evitare che i miei due figli maschi, 10 e 4 anni, crescano secondo lo stereotipo del maschio italiano: pasciuto e accudito in casa. Mi ricordo ancora che mia suocera, donna fantastica ma molto all’antica,  andava nel panico quando sapeva che suo figlio sarebbe rimasto solo qualche giorno in casa. “Ma il frigo è pieno? – chiedeva con occhi disperati – Avete fatto la spesa, che cosa mangerà?”.  Una volta la tata dei bambini, un’americana dalle mille risorse, la guardò perplessa e le disse: “Mi sembra grande e grosso, secondo me se la può cavare”.

Ecco sì, se la possono cavare. Ma dobbiamo abituarli sin da piccoli. Mio figlio grande quando entra in casa semina tutto sul pavimento, arrotola i vestiti e li lascia sul letto, non pulisce dove sporca e non c’è verso di fargli appendere il cappotto nell’armadio. Eppure è uno scout e quando va in uscita pulisce persino i bagni. Ma a casa è difficile fargli muovere un dito, forse anche perché imita il padre. E sebbene io spesso  minacci di entrare in sciopero per ora non ho ottenuto grandi risultati. Così ho deciso di adottare un’abitudine anglosassone, quella della divisione dei chores, cioè dei lavori noiosi. Da domani sulla parete della cucina apparirà una bella tabella.

    Funzionerà? E voi mamme che metodo usate? E voi mariti vi riconoscete in questo ritratto?

 

Mi chiedo come facciano tanti uomini, ancora oggi, a mettersi una estranea in casa.

Offline ilmarmocchio

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Re:Il femminsimo protegge il matrimonio?
« Risposta #5 il: Agosto 20, 2014, 19:10:18 pm »
Povere stordite. elencano tutta una serie di scemenze per denigrare i marit e non citano l'unica vera prova di stupudità maritale :
aver sposato una di queste povere di spirito :doh: