Dal libro " La rabbia e l'orgoglio", leggete come Oriana Fallaci etichettava le femministe
(...) anzchè ringraziarmi d'avervi spianato la strada cioè d'aver dimostrato che una donna può fare qualsiasi lavoro come un uomo o meglio d'un uomo, mi coprivate di insulti?
(...) Dov'è finita la vostra presunta bellicosità? Com'è che sulle sorelle afghane, sulle creature assassinate seviziate umiliate dai maiali-maschilisti con la sottana e il turbante, imitate il silenzio dei vostri ometti?
Piccola ma doverosa premessa:
Personalmente non amo per niente Oriana Fallaci, l'ho sempre trovata una pessima giornalista, ed una ancor più mediocre scrittrice, sotto tutti i punti di vista.
Una che sa parlare solo con la "pancia" (per non dire altro), e si rivolge alla pancia dei suoi lettori.
Cosa ancor più grave, lo fa senza "arte" alcuna, senza nemmeno avvicinare i risultati letterari di grandi autori "viscerali ed eccessivi" del passato (uno su tutti, Céline, tanto per restare ad un autore certamente "non di sinistra").
Il suo successo presso il grande pubblico lo accosto quindi paro-paro a quello di altri autori, benedetti dal successo planetario, ma irrecuperabilmente mediocri.
Tanto per fare due nomi, Dan Brown, o James Redfield, entrambi a loro tempo divenuti "di gran moda", tanto da vendere centinaia di milioni di copie dei loro libri. Sono la dimostrazione che, in letteratura e nella vita, successo e qualità talvolta (spesso) sono termini antiteci.
E' un'opinione personale, ovviamente, ma che non ha nulla a che fare con l'essere partigiano della "destra" o della "sinistra", una logica polarizzante, da tifo calcistico, che non mi appartiene.
In altre parole, posso anche condividere qua e là qualche concetto espresso da O. F. (la cui paternità peraltro non è certo ascrivibile all'autrice, che è l'ultima arrivata sui temi della QM, tanto per fare un esempio), ma trovo il suo modo di argomentare talmente contraddittorio e confuso, da persona in preda a deliri etilici, da renderla priva di alcuna credibilità intellettuale. Lo dimostra porprio il passo che citi.
Detto questo, nella vecchia rubrica Ille Dixit (
http://questionemaschile.forumfree.net/?t=5895371&st=15#entry103835540) troverai una lunga citazione tratta da una sua intervista sul Corriere, poco prima di morire.
Lì centrava alcuni aspetti "maligni" del Femminismo assi più lucidamente che in questo passo che citi, a mio modo di vedere,
Qui infatti, in fondo, cosa dice?
Che lei è la VERA, autentica personificazione dell'amazzone femminista, è lei "che ha spianato la strada" alle altre - le femministe odierne - colpevoli in pratica di essere solo delle pallide e pavide epigone del "suo" femminismo, quello sì, autenticamente bellicoso a paritario.
E' lei infatti che avrebbe dimostrato sul campo che "(....) una donna può fare qualsiasi lavoro come un uomo o meglio d'un uomo",
Pure gli scontati insulti ai "maiali maschilisti" islamici (ed agli "ometti" occidentali, rei di non averli spazzati via con una nuova, definitiva crociata) sono cliché totalmente femministi, d'antan e della peggior specie.
Insomma, caro Grifone, ti parla uno che "di sinistra" certo non è mai stato.
Ma l'appropriazione da parte della Destra - evidente da almeno una quindicina d'anni in qua - dell'"emancipazione femminile" e del "femminismo autentico" - a cui in fondo si richiama OF. - quali argomenti cardine di una presunta identità (ed addirittura "superiorità") dell'Occidente, la trovo rivoltante.
E' infatti una meschina, misera (e di breve prospettiva) strategia, che si potrebbe riassumente in: "cavalcare la tigre".
Ma appalesa proprio il fatto che ormai in Occidente la "tigre" , non sono più i valori sani ed autentici della nostra Tradizione, ma proprio il Femminismo.
Ed invece finché l'Occidente non si sbarazzerà definitivamente del Femminismo, in tutte le sue possibili coloriture (di Destra e di Sinistra), vivrà con un cancro maligno impiantato nel cuore e nella pancia.
Nessun compromesso, nessun uso strumentale, potrà essere altro che suicida.