Ma c’è davvero bisogno della festa di Halloween in Italia, magari con fondi pubblici? Vista la futile violenza minorile negli Stati Uniti, siamo certi che usanze come queste non contribuiscano a creare un clima ad essa favorevole? Trascrivo l’estratto di un articolo di Roberto dal Bosco:
"Il primo caso ad emergere al grande pubblico è stato in Wisconsin non più di due settimane fa. Waukesha, suburbia di Milwaukee. Le dodicenni Morgan Geyser e Anissa Weiser invitano una amica per uno sleep-over, un pigiama-party tipico di quell’età. Invece che star sveglie sino a notte fonda per spettegolare e struggersi per questo o quel bel compagno di classe, Morgan e Geyser portano l’amica nel bosco. Qui, le infilano nella carne un coltello, per 19 volte.
«We wanted to become proxies of the Slender Man» pare che abbiano detto alla polizia. Volevano diventare accolite dell’Uomo Snello.
Questi casi, sostengono in molti, sono solo la punta dell’iceberg: un mondo sommerso di infanti che in questi anni hanno ucciso per l’Uomo Snello potrebbe saltare fuori d’un tratto. Tra i suoi poteri, il teletrasporto, e probabilmente anche la telepatia: chi diviene suo proxy, suo servo, con lui stabilisce un contatto psichico.
Chi aveva pensato si trattasse di una nuova innocua leggenda metropolitana si sbagliava. Per gli imperscrutabili motivi che regolano i fenomeni virali, Slender Man diviene un internet meme, un pensiero elettronico in grado di autoreplicarsi in ogni dove — centinaia di giovani (e forse anche meno giovani) utenti della rete scrivono storie sullo Slender Man, realizzano immagini di fanart, addirittura si creano gruppi di cosplayer, quei buontemponi che si vestono come i loro eroi di cartoni e fumetti preferiti. In breve, internet materializza lo Slender Man. Slender Man è una realtà per migliaia di bambini.
Una «fede» incrollabile, quasi invidiabile. Una fede che la Chiesa Cattolica – per esempio – non riesce più ad infondere ai suoi giovani fedeli.
È la consistenza, la presenza di questa «fede» che mi sciocca, e mi dà da pensare. I casi di ragazzini assassini si sprecano in tutto il mondo, e ingrassano la stampa. Seguono sui giornali profonde riflessioni psicologiche e sociologiche, il male della società, la famiglia in crisi, i ragazzi che non vengono seguiti, la rava e la fava.
Slender Man è diverso. Totalmente. Slender Man è forse il primo mostro compiuto dell’era post-cristiana. È una creatura che viene dal nulla. Slender Man è il male inevitabile che dobbiamo compiacere solo per essere risparmiati il più a lungo possibile. L’autorità di Slender Man è, quindi, assoluta. Egli è un arconte di questo pleroma malvagio, un agente del demiurgo cattivo che ci ha ficcato in questo mondo malefico, di cui siamo alla mercé. I bambini, evidentemente, hanno ora questa visione del mondo.
Apprendo che un professore danese ha già definito la storia di Slender Man come «la chiusura della Parentesi Gutenberg». Tramonta l’era in cui era la parola scritta e stampata a fare testo. L’umanità torna a forme di comunicazione e credenza più simili a quelle dei tempi primitivi: il racconto intorno al fuoco, la ninna nanna, i racconti degli anziani, le chiacchiere tra amici... La storia perde la sua consistenza, si sfalda in mille interpretazioni, ogni favola ha diritto di esistere e di essere considerata vera quanto la Bibbia.
Le storie del Babau sono sempre esistite, sì. Il cinema ci ha costruito sopra serie e serie di bei filmetti: pensate a Nightmare, a Venerdì 13 o al più recente The Ring.
Ma quelli, appunto, sono film: a nessuno sopra i dieci anni può saltare in mente che Freddy Krueger e la videocassetta maledetta esistano veramente. Ora, questa divisione tra mondo reale e fantasia fittizia pare definitivamente perduta.
Slender Man rappresenta questo: il fallimento definitivo del principio di realtà nelle mente delle nuove generazioni. Nel medium internet, separare realtà e fiction diviene per i figli dell’Era del disincanto qualcosa di davvero impossibile.Il grande Nulla relativista, drogato dall’infinito vociare informatico, ha prodotto una generazione di umani talmente schiacciati dai propri assurdi fantasmi da divenire assassini.
Di fatto, ora il vuoto ha materializzato il Babau.
Ora, è il caso di riflettere su quanto questo potrebbe non essere casuale, un effetto collaterale disperante della modernità che ci fa esclamare «dove andremo a finire!» ma sappiamo essere inevitabile. Non solo una simile umanità di infanti assassini è impossibile in una Nazione dove la visione del mondo è il Catechismo. Bambini cresciuti con San Pio X difficilmente possono finire per credere alla storia dell’Uomo Snello. Chi vive nel Primato dell’Essere, non può cadere sotto l’incantesimo di mostri inesistenti.
Un’epoca che ha perso la sua narrative (la storia di fondo nella quale leggiamo le azioni nostre e della nostra società) di matrice cristiana, giocoforza finisce preda di narrative alternative, di segno contrario, in cui non è il bene, il Sacrificio di Dio a trionfare, ma il Male.
Nel vuoto post-Cristiano, come diceva Chesterton, si finisce per credere a tutto."
Vicus,ce n'è bisogno per chi piace,non ce n'è bisogno per chi non piace,non è una cosa imposta e nessuno propone di farla festa nazionale.
Per quanto mi riguarda,più che vietare Halloween io semplicemente darei spazio a tutte le feste tradizionali contadine stagionali,che sono delle realtà locali e limitate nella misura in cui appunto si tratta di antichissime feste contadine non istituzionalizzate,di cui appunto si tende a perdere la memoria con l'inurbamento e la modernità,a tal punto che molti ignorano che la tradizione della zucca in Italia esisteva già.
Io la paragonerei ai fuochi di San Giovanni,festa contadina di matrice stagionale in cui si celebrava il solstizio...
Alla fine è una festa che si celebra in alcune realtà piuttosto che in altre,perchè solo in alcune realtà se n'è conservata la memoria.
A Torino,per esempio si celebra,con tanto di falò propiziatorio.
Uno degli errori più diffusi è quello di vedere in Halloween,la festa ''del demonio'',visione che è tipica di ambienti cattolici fondamentalisti,come quelli che frequenta Dal Bosco,o quelli a cui fanno riferimento Blondet e effedieffe,gente che rispetto,ma qui proprio non ci piglia...
Se fossero più attenti allo studio del folklore e delle tradizioni europee,saprebbero che Samhain NON E' LA FESTA DEGLI SPIRITI MALIGNI,MA QUELLA DEI MORTI.
INFATTI NELLA TRADIZIONE FOLKLORISTICA EUROPEA LA FESTA IN CUI SI APRONO ''LE PORTE DELL'INFERNO'',E' APPUNTO SAN GIOVANNI
SECONDO LA TRADIZIONE ESISTONO 2 PORTE DELL'ANNO,CHE CORRISPONDONO AI 2 NATALI:
LA IANUA COELI,IN CUI SI CELEBRA L'APERTURA DEL PARADISO,IN CUI SCHIERE DI ANGELI FANNO VISITA SULLA TERRA (E' UNA TRADIZIONE A CUI SI E' ISPIRATO DICKENS,PER IL SUO CHRISTMAS CAROL)
A CUI CORRISPONDE LA NASCITA DI GESU' CRISTO,DURANTE IL SOLSTIZIO D'INVERNO
LA IANUA INFERNI A CUI CORRISPONDE L'APERTURA DELL'INFERNO PER CUI SCHIERE DI DEMONI VISITANO LA TERRA,I FUOCHI HANNO UNA FUNZIONA APOTROPAICA DI ALLONTANAMENTO,
A CUI CORRISPONDE IL NATALE DEL BATTISTA,SECONDO CRISTO,UNICO SANTO DI CUI SI CELEBRA LA DATA DI NASCITA,E NON QUELLA DI MORTE
SAMHAIN E BELTAINE PER CONTRO SONO LE 2 FESTE ''DI PASSAGGIO'' DELLA MEZZA STAGIONE,NELLA PRIMA SI CELEBRANO I MORTI E LA MORTE,NELLA SECONDA LA VITA.
Ora,per quale caspita di ragione,io devo vedere qualcosa di male in Halloween,perchè diciamo così,ha avuto più successo di altre ricorrenze contadine,ed è quindi emigrato negli States?
Se ci fosse la festa del matrimonio degli alberi di Beltaine,a me andrebbe bene uguale,poi Beltaine è stata dimenticata e Halloween Samahain no,pazienza.
Cioè spiegami,io non devo più mangiare la pizza perché la mangiano negli States?
Perché non ha senso il paragone del big mac,è un paragone populistico.
E' piuttosto come la pizza,qualcosa di nostro che ha successo anche lì,però è diversa ovvio da quella che mangiamo qui
Halloween era una festa contadina,e nella misura in cui è contadina,è pagana,perchè paganesimo deriva da PAGUS,il villaggio contadino.
E' ovvio che sono usanze che sono rimaste nelle campagne più remote,dove la gente era più vincolata alle sue tradizioni.