Di solito, “gli articoli” di questo blog appartengono alla categoria “sub specie aeternitatis”, cioè nulla di attuale, niente che sia inserito nel tempo.
Quello di oggi fa eccezione, perché queste sono davvero cose, sulle quali non si può soprassedere.
Ieri, ho scritto un commento sul Corriere, prima di leggere questa follia del solito pseudo intellettuale assoldato per divulgare un “mantra” dannoso, scrivendo semplicemente che “queste assassine sono spalleggiate e favorite, da una società mafiosa e criminale che (moralmente) ne legittima i crimini”, perché, da millenni, dal
ver sacrum, continua a “concepire” il figlio come una proprietà sul quale il genitore ha diritto di vita e di morte – il dibattito pubblico infatti verte solamente sul fatto se questo diritto di vitae necisque potestas (diritto di vita e di morte) spetti al padre piuttosto che alla madre – e non è un caso che il “figlicidio” non abbia nemmeno la dignità di un proprio articolo nel codice penale, che venga ricondotto all’omicidio generico, con la differenza, che rispetto all’omicidio di un estraneo, de facto, proprio perché moralmente continua ad essere considerato come la distruzione di qualcosa “di proprio”, rimane il meno punito, con conseguenze notevolmente inferiori, che spesso per le madri Medea si limitano ad un soggiorno di qualche mese in una casa di cura.
Commento che ovviamente, il Corriere ha valutato bene di censurare.
Poi, dopo essermi imbattuto nella lettura di questa “perla” del prof. Massimo Rabboni: “la cosa migliore che posso fare per te, figlio che amo, è toglierti …(la vita)“, che non fa altro che avvalorare quanto negatomi dal Corriere, ho pensato che se è vero che sono mafiosi e criminali avevo dimenticato di dire che sono anche … omertosi.
Alla faccia dell’altra mafia!
http://anticristo.org/2014/08/31/quando-anche-un-omicidio-se-compiuto-da-una-mammasantissima-diventa-atto-damore/