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Roma, 1 dic. (Apcom) - La legge sul divorzio compie 40 anni e l'evoluzione che la nostra società ha avuto dal 1970 dimostra che sono troppi, almeno secondo i giuristi interpellati da 'La Stampa' che oggi ha dedicato uno speciale alla ricorrenza. Sono tanti, infatti, a chiedere alcune modifiche alla Legge Fortuna-Baslini. Due i punti più controversi: i tre anni che devono passare dalla pronuncia della separazione a quella del divorzio, e l'assegno di sostegno al coniuge più debole.
Gian Ettore Gassani, presidente degli Avvocati matrimonialisti italiani (Ami), ha pubblicato il saggio "27 minuti", cioè la durata della prima udienza che da il via al lungo percorso in tribunale per una coppia che ha deciso di separarsi. Un tempo troppo breve "in cui il giudice non riesce ad acquisire dati sufficienti per decidere" ha spiegato l'autore in una intervista al quotidiano La Stampa. Lo stesso articolo della testata torinese spiega che in Italia ci vogliono dai cinque ai dieci anni per completare l'iter del divorzio, per una spesa che va dai mille ai 50 mila euro. E il divorzio all'italiana mostra un ritardo rispetto alle procedure molto più snelle dei Paesi europei.
I tre anni che devono passare tra separazione e divorzio, previsti dalla legge del 1970, servono, nelle intenzioni del legislatore, a scoraggiare gli addii definitivi fra marito e moglie, ma oramai pesano sui coniugi in termini di spese processuali. Le coppie italiane che divorziano, infatti, sono aumentate del 50 per cento negli ultimi 15 anni, le separazioni sono raddoppiate mentre i matrimoni sono dimezzati. I tre anni insomma non prevengono i divorzi ma allungano i tempi e i costi.
Poi c'è la questione dell'assegno assistenziale al coniuge più debole spesso assegnato indipendentemente dai sacrifici fatti da marito o moglie durante gli anni assieme. Carlo Rimini, ordinario di diritto privato all'università di Milano ha proposto, in un intervento sulla Stampa, un'alternativa allo stato attuale: per il professore l'assegno diventerebbe "un corrispettivo che dovrebbe essere tanto maggiore quanto maggiore è stato l'impegno a favore della famiglia e dei figli".
[Fonte lastampa.it -
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