Autore Topic: Femminicidio ? Un business fondato su un' "emergenza" che tale non è .  (Letto 1662 volte)

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Offline Stendardo

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Il femminicidio? Un business fondato su una “emergenza” che tale non è. Parola di donna


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Febbraio 14, 2014 Redazione
La giornalista Annalisa Chirico, esperta di giustizia, conferma: la legge e il «fiorente mercato» nati intorno a questa parola d’ordine sono frutto di «un’autentica ossessione». Smentita dai dati del ministero dell’Interno
femminicidio-dandini-boninoLa giornalista Annalisa Chirico, militante radicale e autrice di libri sulla (mala)giustizia, riprende in esame in un articolo apparso nel nuovo numero di Panorama il «cancan politico-mediatico» cominciato qualche mese fa sul femminicidio. «Intorno a questa “emergenza” – ricorda – è divampata una martellante campagna mediatica, alla quale si è uniformata quasi tutta l’informazione», campagna che si è poi concretizzata in una legge dello Stato (seguita al frettoloso intervento del governo Letta avvenuto «in piena estate con decretazione d’urgenza») e soprattutto in «un fiorente mercato fatto di giornali, libri, spettacoli teatrali». Non si contano più gli eventi organizzati sul tema: «Accorati appelli, flash mob di scarpe e foulard rossi per “rompere il silenzio” contro la violenza di genere».
I NUMERI UFFICIALI. Ovvio che apparentemente nessuno avesse nulla da obiettare all’operazione. «Del resto come si può essere a favore della violenza?», domanda retoricamente Chirico. Tuttavia, prosegue la cronista, basta osservare i numeri in maniera obiettiva «per rendersi conto che la presunta emergenza si è trasformata, appunto, in un’autentica ossessione». Ma «l’Italia non è un paese di maschi stupratori e assassini» e sono proprio i dati del ministero dell’Interno a dimostrarlo. Elenca Chirico: «Dai dati ufficiali apprendiamo che dal 2007 a oggi non c’è stata alcuna escalation né impennata, termini ampiamente abusati da politici e giornalisti. Nel 2007 i casi di “female assassination” sono stati 103, il picco si è raggiunto nel 2009 con 130 episodi; se ne sono registrati 115 nel 2010, 124 nel 2011, 111 nel 2012 e 115 nel 2013»
SETTE UOMINI, TRE DONNE. È chiaro perciò che «le dimensioni del fenomeno su una popolazione di oltre 60 milioni di abitanti non lasciano prefigurare alcuna apocalisse», osserva la giornalista di Panorama. Anzi, «gli omicidi sono calati e nel 2013 hanno fatto registrare il tasso più basso degli ultimi 150 anni. Lo scorso anno si sono consumati 470 omicidi volontari e la quota totale di donne ammazzate, di cui i femminicidi sono un sottoinsieme, rappresenta poco più del 30 per cento. I maschi continuano a essere ammazzati assai più delle femmine, il rapporto è di sette a tre». Se ne faranno una ragione le «teologhe dell’apocalisse»?


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