Autore Topic: Il rancore femminile  (Letto 12496 volte)

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Offline ilmarmocchio

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #15 il: Novembre 21, 2009, 22:55:16 pm »
Io sono per il no. Il tempo e la natura reclameranno i loro diritti. Brevemente sulla Fallaci : non e' da confodere con le femministe odierne, ma e' sempre una femminista . E lo rivela nella frase
d'aver dimostrato che una donna può fare qualsiasi lavoro come un uomo o meglio d'un uomo,
: Non e' cosi'. Tra l'altro lei ha negato la sua femminilita' non avendo figli.
Questo e' comunque un post interessante

Harmonica

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #16 il: Novembre 21, 2009, 23:29:40 pm »
Ne esistono più di quanto creda. Io cerco spesso su internet e sento degli amici. Chi più, chi meno, ritengono i miei ragionamenti comunque fondati. Forse tu hai solo incontrato gente cieca
No, io osservo la realta' che mi circonda, che e' ben diversa da quella descritta da te.
Il fatto stesso che un gruppo di uomini siano costretti a fare i "carbonari" in questo forum, la dice lunga...

Harmonica

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #17 il: Novembre 21, 2009, 23:33:15 pm »
Perchè dovrebbe avvenire il contrario? 40 anni e passa di femminismo sono già troppi.
Secondo me, il bello deve ancora venire...
Sono anche del parere che entro pochi decenni, se non lustri, quello maschile diventera' il "secondo sesso" (in Occidente).

Harmonica

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #18 il: Novembre 21, 2009, 23:37:36 pm »
Come direbbe la Fallaci, esiste sempre una buona parte di uomini "svegliati" , però sono comunque infangati. MA esiste.
Non sono assolutamente d' accordo. La massa maschile dorme.

Grifone.nero

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #19 il: Novembre 22, 2009, 00:30:53 am »
No, io osservo la realta' che mi circonda, che e' ben diversa da quella descritta da te.
Il fatto stesso che un gruppo di uomini siano costretti a fare i "carbonari" in questo forum, la dice lunga...

"Prima ti ignorano, poi ti infamano, poi ti combattono: alla fine vinci" . Siamo alla terza fase
E' ovvio che si incontri sempre opposizione, ma non è detto che l'opposizione perda.
PS spesso le apparenze ingannano

Harmonica

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #20 il: Novembre 22, 2009, 00:32:06 am »
"Prima ti ignorano, poi ti infamano, poi ti combattono: alla fine vinci" . Siamo alla terza fase
E' ovvio che si incontri sempre opposizione, ma non è detto che l'opposizione perda.
PS spesso le apparenze ingannano
Libero di pensarla come vuoi. Io la vedo in maniera molto diversa.

Grifone.nero

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #21 il: Novembre 22, 2009, 00:33:45 am »
Secondo me, il bello deve ancora venire...
Sono anche del parere che entro pochi decenni, se non lustri, quello maschile diventera' il "secondo sesso" (in Occidente).

Guarda che in molti paesi di fatto è il secondo sesso quello maschile, e la società in suddetti paesi è moribonda.

Se lo diventasse  ( assai improbabile) , l'occidente sarà conquistato da altre civiltà davvero maschiliste.

Harmonica

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #22 il: Novembre 22, 2009, 00:38:53 am »
Guarda che in molti paesi di fatto è il secondo sesso quello maschile, e la società in suddetti paesi è moribonda.
Fai riferimento alla solita Svezia ? Suvvia, che ancora in nessun paese, quello maschile e' realmente il "secondo sesso" ( ma lo sara' ).

Citazione
Se lo diventasse  ( assai improbabile) ,
"Assai improbabile" ?? Ma tu lo sai che a scuola, le nuove generazioni maschili, sono perdenti su tutti i fronti? Lo sai che in Italia, in Olanda, in Francia, ecc, i neolaureati in medicina, giurisprudenza, eccetera, sono al 70 per cento femmine ?

Citazione
l'occidente sarà conquistato da altre civiltà davvero maschiliste.
Sara' quello che dovra' essere.
Se una civilta' e' moribonda, e' giusto che si estingua e che venga fagocitata da culture piu' aggressive e vitali. Non credo proprio che sara' una gran perdita l' estinzione di ometti come quelli odierni.
« Ultima modifica: Novembre 22, 2009, 21:06:37 pm da Harmonica »

Grifone.nero

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #23 il: Novembre 22, 2009, 00:43:38 am »
Citazione
Fai riferimento alla solita Svezia ? Suvvia, che ancora in nessun paese, quello maschile e' realmente il "secondo sesso" ( ma lo sara' ).

Intendo gli USA e le loro magliette di merda "boys are stupid"

Citazione
"Assai improbabile" ?? Ma tu lo sai che a scuola, le nuove generazioni maschili, sono perdenti su tutti i fronti? Lo sai che in Italia, in Olanda, in Francia, ecc, le neolaurate in medicina, giurisprudenza, eccetera, sono al 70 per cento femmine ?


E in ingegneria? PS gli infermieri, al contrario, stanno aumentando verso il sesso maschile.
In medicina ci sono tante di quelle raccomandazioni (anche fuori ) , che Pasteur e i grandi medici a cui dobbiamo molte scoperte si rivolterebbero nella tomba. Purtroppo le donne, se vogliono essere raccomandate, hanno un'arma in più.

Citazione
Sara' quello che dovra' essere.
Se una civilta' è moribonda, è giusto che si estingua e che venga fagocitata da culture piu' aggressive e vitali.

E' la natura, amico mio. Però se lo prenderanno in quel posto le femministe. stanno finendo a letto col nemico
« Ultima modifica: Novembre 22, 2009, 00:47:57 am da Grifone.nero »

Harmonica

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #24 il: Novembre 22, 2009, 00:45:08 am »
Intendo gli USA e le loro magliette di merda "boys are stupid"
E che c' entra ?

Harmonica

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #25 il: Novembre 22, 2009, 00:46:03 am »
In medicina ci sono tante di quelle raccomandazioni (anche fuori ) ,
Raccomandazioni o meno, il fatto resta.

Citazione
E in ingegneria?
Ingegneria e' l' ultimo bastione maschile.
Sappi pero' che, pur essendo una minoranza, le femmine si dimostrano mediamente migliori dei maschi anche ad ingegneria.
Citazione
Secondo i dati, le ragazze sono, però, più brave sia nella laurea breve e che nella specialistica. Esempi emblematici sono i risultati ottenuti dalle laureate nei gruppi ingegneria e scientifico, dove le ragazze ottengono punteggi più alti (109,3 contro 107,8 dei maschi ad ingegneria e 105 contro 104 nelle lauree scientifiche) e in tempi più brevi dei loro colleghi (rispettivamente in ingegneria si laureano a 24,9 anni contro i 25,3 dei maschi e in lauree scientifiche a 29,6 anni contro i 33 dei maschi) (Almalaurea, 2007).

Citazione
E' la natura, amico mio.
Appunto. Percio' e' giusto che i musulmani e i cinesi ci fagocitino.

Citazione
Però se lo prenderanno in quel posto le femministe. stanno finendo a letto col nemico
Storia vecchia come il mondo, amico mio. Le donne, femministe e non, finiscono sempre (o quasi) a letto col nemico (nostro, non loro).

Citazione
Purtroppo le donne, se vogliono essere raccomandate, hanno un'arma in più.
Si', la coglionaggine maschile, perche' e' inammissibile che un paio di cosce e di tette giovani,
possano annebbiare la vista e conseguenzialmente condizionare il giudizio di un professore universitario.
A questo punto e' meglio che questi signori vengano sostituiti da tutte professoresse (tipo quella decerebrata di mia madre).
« Ultima modifica: Novembre 22, 2009, 02:07:45 am da Harmonica »

Grifone.nero

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #26 il: Novembre 22, 2009, 00:50:48 am »
E che c' entra ?

In un paese normale, magliette del genere non sarebbero mai state stampate. Lì gli uomini non hanno vita facile, specie due categorie:
1) Bianco con queste condizioni:  etero, sano ,non tossico, incensurato
2) Di colore

Grifone.nero

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #27 il: Novembre 22, 2009, 00:52:32 am »
Citazione
Appunto. Percio' e' giusto che i musulmani e i cinesi ci fagocitino.

dici che così almeno si ristabilisce l'equilibro? Allora, non sarebbe male come soluzione

Harmonica

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #28 il: Novembre 22, 2009, 00:56:21 am »
In un paese normale, magliette del genere non sarebbero mai state stampate. Lì gli uomini non hanno vita facile, specie due categorie:
1) Bianco con queste condizioni:  etero, sano ,non tossico, incensurato
2) Di colore
Si', ma io facevo riferimento ad altro, non al male-bashing.

Harmonica

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Re: Il rancore femminile
« Risposta #29 il: Novembre 23, 2009, 00:30:45 am »
http://www.ilmanifesto.it/archivi/donne-e-potere/
Sesso e politica nel post-patriarcato

Maria Luisa Boccia, Ida Dominijanni, Tamar Pitch, Bianca Pomeranzi, Grazia Zuffa


Pubblichiamo il testo di convocazione di un incontro nazionale che si terrà il 10 ottobre alla Casa Internazionale delle donne di Roma (Via San Francesco di Sales 1, h. 10). L’incontro è pubblico e la partecipazione è aperta a donne e uomini interessate/i.

Lo scambio tra sesso, potere e denaro, nel caso-Berlusconi, parla del degrado della cosa pubblica. Dell’uso privato delle istituzioni e del potere. Dell’asservimento dell’informazione - non tutta, ma la maggior parte -, con conseguente aggressione ai pochi spazi di libertà e di critica.
Ma resta oscurato, nella rappresentazione che ne è stata data, quello che è il cuore della vicenda: la sessualità maschile e il rapporto con le donne di un uomo di potere. Ci troviamo di fronte a una sessualità e a un potere maschili che si esercitano su donne ridotte a corpi rifatti, per essere oggetti compiacenti di consumo. Nell’harem, a pagamento o meno, di Berlusconi la virilità è messa in scena come protesi del mito del capo. E le donne sono disponibili, perché subalterne a quella messa in scena. O al più interessate a uno scambio. Siamo all’eterno ritorno dei ruoli tradizionali? L’uomo al centro, da vero protagonista, le donne intorno, interscambiabili, accomunate e confuse in una stessa immagine? Noi pensiamo di no.
La vicenda sessuale e politica del premier e della sua corte ci parla, al contrario, del dopo-patriarcato: intendendo con questo termine non la risoluzione, ma una nuova configurazione del conflitto fra i sessi. La sessualità maschile è, in tutta evidenza, in crisi. Non (solo) di prestazione, con relativo corredo di protesi tecnologiche e farmacologiche: bensì di desiderio, e di capacità di relazione. Gli uomini hanno ancora potere e lo usano nei rapporti con le donne. Ma è un potere senza autorità: nudo, come è nuda la miseria di una virilità tradizionale che si tenta di ripristinare contro la destabilizzazione dei ruoli sessuali provocata da quarant’anni di femminismo.
Quanto a noi donne. Siamo davvero tutte accomunate in quell’immagine del corpo femminile plastificato, privo di cervello e oggetto del godimento maschile? O c’è uno scarto tra la fiction del femminile allestita dal regime televisivo e politico berlusconiano e la realtà delle vite e dei desideri delle donne? Certamente, quella fiction produce effetti di realtà e ha un forte potere di colonizzazione dell’immaginario e delle aspirazioni femminili. Tuttavia noi crediamo che fra quella fiction e la realtà uno scarto resti, e che proprio questo scarto abbia reso possibili le parole e i gesti di libertà di alcune donne coinvolte nella vicenda, prima tra tutte Veronica Lario, e di quante fra noi hanno dato a quelle parole e a quei gesti rilevanza politica.
Si può dunque, e come, lavorare sullo scarto tra fiction e realtà? Spetta a noi leggere la condizione femminile inforcando le lenti giuste per riconoscere tracce di libertà e forme di resistenza e dissociazione che si sviluppano anche laddove la politica e l’informazione non le vedono. In donne differenti tra loro, e anche in quelle in tutto dissimili dalle femministe di ieri e di oggi.
Vistoso è, nello scambio fra sesso, potere e denaro, il degrado della politica. Lo si denuncia sempre oscurandone, però, il segno sessuato. Certo, non è di oggi la perfetta continuità fra le aziende-spettacolo del presidente e il suo uso privato della cosa pubblica e delle istituzioni. Ma la novità è che il premier-imprenditore dispensa, in cambio di sesso, un provino da velina o un posto da parlamentare come fossero equivalenti. E ancora: Berlusconi si appella al «gradimento degli italiani», pubblico (l’audience) e privato (la complicità sulla sua presunta prestanza sessuale) per sottrarsi a qualsiasi regola di democrazia e di trasparenza. Di più: il «gradimento» legittima la menzogna, o meglio crea la verità di regime «della maggioranza».
Ma la politica così degradata perde ogni residua autorevolezza. Lo conferma il modo in cui tutta questa vicenda (non) è stata affrontata nelle istituzioni politiche. Per mesi, uomini e donne della maggioranza, ma anche dell’opposizione, si sono attestati sulla linea Maginot della distinzione fra il pubblico e il sacro «privato dell’alcova». Il disprezzo verso le donne è stato coperto con le accuse al «moralismo dei parrucconi». E la manipolazione della verità ad opera dei media controllati dal premier con il rifiuto del gossip.
Anche negli appelli alla mobilitazione in nome della democrazia e dei diritti, però, la questione sesso e potere resta opaca. Perché oggi, come e diversamente dagli anni ’70, quell’intreccio chiama in causa una trasformazione radicale della politica, e un’autocritica ruvida delle connivenze culturali dell’opposizione con il berlusconismo. Ed è troppo scomodo per i partiti di opposizione, presenti in parlamento e non, perché mette in questione il patto a cui tutti si attengono nella selezione e cooptazione del ceto politico, femminile e maschile.
Mai come oggi i rapporti tra i sessi sono il cuore della politica. Dopo la rivoluzione femminile, nel disordine del presente, si può e come riprendere parola su sessualità e politica? A partire da quali esperienze di relazione (o non) con gli uomini? Da quale desiderio? C’è da confrontarsi sui mutamenti del presente. Sono molte le donne che oggi si sentono schiacciate dalla suddetta fiction del femminile, e invocano una nuova stagione di lotte femministe. Ma c’è da chiedersi quanto siamo state disposte a rischiare, ciascuna nel suo contesto, perché «il modello dominante» fosse meno visibile o meno coccolato, e di converso il pensiero femminista fosse registrato, la parola femminile diventasse più autorevole, la bellezza femminile non venisse colonizzata.
La questione dirimente è quella delle pratiche femminili quotidiane di resistenza, conflitto, secessione, autonomia, libertà. Sono queste le pratiche che hanno reso forte il femminismo in Italia e altrove, e molecolare la trasformazione dei rapporti fra i sessi che la fiction berlusconiana combatte e occulta, ma non vanifica. Come valorizzare queste pratiche, sottraendole all’occultamento? Come rilanciare il senso politico della libertà femminile, strappandola al suo stravolgimento in libertà di competere sul mercato del corpo? Come dare alla parola femminile una forza più duratura dell’indignazione?
Di tutto questo invitiamo a discutere donne e uomini il 10 ottobre, h.10, alla Casa internazionale delle donne di Roma.