Io parto sempre dal presupposto che nei rapporti umani, i sentimenti umani devono essere anteposti a ogni cosa. Non già in omaggio ad una mia filosofia sentimentalista, ma perchè i sentimenti umani sono alla base del nostro equilibrio interiore ed esistenziale. Se essi vengono intaccati,quindi, ne viene a risentire gravemente tutto il sistema psico-fisico della persona in questione. Le conseguenza, le tragiche conseguenze, le sappiamo. Depressione, se va bene. Suicidio, altrimenti.
Quindi se è vero come è vero, che i rapporti di coppia, specie se duraturi, si basano su una profondo coinvolgimento dei più primari e fondamentali elementi sentimentali(bisogno di amore, bisogno di affetto, bisogno di non essere abbandonati, ecc), allora si capisce bene quale effetto devastante, psicologico e interiore, possa cagionare la rottura non voluta di un rapporto duraturo. E se tale rottura non è avvenuta per un gravissimo e comprovato motivo,ma solo per capriccio di uno dei due(dietro pretesto, ovviamente) mi pare ovvio che parlare di violenza psicologica, di crimine morale, sia obbligato. Non capisco, come lo si faccia a negare. Bah! Anche perchè a questo punto come possiamo ancora, a chi ci rinfaccia la violenza fisica maschile, continuare a parlare di violenza psicologica operata dalla donne?? Se non è questa la violenza psicologica, quale è allora???!!!
Se un pincopallino qualsiasi ha bisogno anche di 10 anni per poter stabilire se il suo partner è confacente o meno con i suoi bisogni "amorosi", beh, non può pretendere di usare i sentimenti del partner come materia di esperimento da laboratorio. Anche perchè, nel caso, l'"esperimento"-durato per anni- dovesse portare a risultati "negativi", allora per il partner "testato" si aprirebbero le porta dell' inferno dello strazio interiore.
No, no, mi spiace. Non condivido. I sentimenti umani sono sacri, non si gioca con essi e non si usano come materiale da esperimento di laboratorio. Quindi chi non è capace di valutare entro breve tempo(max 1 anno) se il suo partner è affine, non ha che da fare una cosa: rinunciare. Rinunciare a intraprendere un rapporto sentimentale. Ma darsi solo ai rapporti "liberi". Non si scherza con i sentimenti. E' una violenza psicologica. E' il peggiore crimine che può compiere un essere umano ai danni di un altro.
A mio modesto e personale avviso, l'aspetto esistenziale nei rapporti uomini/donne dovrebbe essere centrale nell'analisi della QM. Non credo che ci si possa fermarsi solo all'aspetto meramente materiale e "contrattuale", ad esempio, sull' assegno di mantenimento, affidamento dei figli,ecc.
Troppo comodo definirsi antifemminista, ma poi lasciare il partner, dopo anni di rapporto,al minimo pretesto, per poi cavarsela con un "sì, l'ho lasciato, però non mi prendo l'assegno di mantenimento" Intanto, però, lo ha abbandonato e quindi lo ha straziato nei sentimenti. Che antifemminismo è questo?? Voglio dire che se nell'analisi dei rapporti di coppia uomini/donne si trascura il lato prettamente esistenziale e sentimentale, quale è la differenza, poi, tra questa analisi(scevra dell'aspetto della sofferenza interiore) e quella di Femminismo a Sud??
Temo, nessuna.