La cosa più pericolosa del femminismo è la diffferenza tra la teoria proclamata e la pratica applicata - un esempio lampante: le femministe parlano sempre di identità di genere. ma di solito le leggi promosse dalle loro lobby non sono basate sul genere, ma sul sesso: la convenzione di istanbul è per le donne, e basta. discrimina i maschi etero quanto i bisessuali quanto i gay.
L'azione femminista NON è volta, nella pratica, alla realizzazione di una società "liquida" (cosa che sinceramente non osteggio del tutto), ma ad una società rigidamente divisa in maschi e femmine, dove queste ultime hanno tutto il potere.
Una società "liquida" sarebbe una società eccessivamente anarchica, molto probabilmente con più problemi di quella attuale. Ma anche con aspetti nuovi e positivi.
Una società dove le donne dominano e i maschi sono cittadini di serie B, emarginati economicamente e socialmente pericolosi, non ha niente di positivo, nè di nuovo (salvo la definizione di dominatori e dominati).
Inoltre la Storia ci insegna che non c'è mai stata una società "liquida". Mentre le società rigidamente gerarchizzate sono la norma, e la democrazia è un'eccezione.
La società "liquida" è un'utopia sicuramente non realizzabile in toto.
La supremazia di un gruppo su un altro è la norma nella Storia, molto più facile da realizzare della democrazia.
Il tentativo di bannare la pornografia c'è stato eccome
http://12160.info/m/discussion?id=2649739%3ATopic%3A1143930Proposto dalla ministra femminista olandese
E' tutto da ridere, se si pensa alle tipiche politiche olandesi sulla prostituzione e sulla droga. Ma questa distonia deve far riflettere sulla potenza delle idee femministe nel distorcere l'essenza delle cose: se la censura massiccia e pervasiva è presentabile oggi come una proposta per maggiore libertà, allora domani persino l'apartheid potrebbe essere presentato come una maggiore eguaglianza.
La Svezia è un altro esempio: è un paese estremamente tollerante. Ma quando il femminismo scende in campo si parla di campi di rieducazione per uomini e si canta pubblicamente "uomo, noi ti taglieremo a pezzi". E' l'odio di un gruppo verso un altro: provate a sostituire la parola "uomo" con qualsiasi altra - "africano, noi ti taglieremo a pezzi", "campi di rieducazione per immigrati", e così via: sarebbe impensabile. Le autrici avrebbero grossi guai.
La colpa è degli uomini: per paura di mostrarsi "deboli" non reagiscono.
I "castrati" svedesi di oggi sono cresciuti in una società dove non c'era ancora l'educazione gender. L'attuale società svedese non è una ginarchia, è semplicemente una società leggermente sbilanciata a favore delle donne, frutto non di radicali scelte politiche passate, ma semplicemente del politicamente corretto. Ma in questa società oggi le donne chiedono molto di più. Chiedere quote del 75% per il 52% della popolazione, proporre tasse sul sesso maschile, campi di rieducazione per i maschi: tutto questo non ha chiaramente nulla a che fare con il concetto di eguaglianza (si veda la mia firma): è puro e semplice suprematismo. Ed è in crescita: 2,2% nel 2013, 5,3% alle europee del 2014. "F!" è l'equivalente svedese e misandrico di Alba Dorata greca, ma la Svezia non è la Grecia: per molti versi la Svezia è sempre stata una finestra sul futuro, ed è questo che mi preoccupa. Una svedese su 10 vota misandria, questa è la cosa spaventosa, in un paese dove le donne non possono proprio lamentarsi di nulla: significa che non c'è un limite, non c'è un concetto di equità. SIGNIFICA CHE NON SI ARRIVERA' MAI AL PUNTO IN CUI LE FEMMINISTE DIRANNO: OK, ADESSO ABBIAMO OTTENUTO TUTTO CIO' CHE VOLEVAMO. Neanche se la popolazione maschile fosse ridotta al 10% e privata dei diritti politici, perchè ci sarebbe del terrorismo maschile, ovviamente, e le femministe vorrebbero estirparlo.
In Svezia l'educazione gender l'hanno introdotta già da qualche anno - gli effetti si vedrano nei prossimi quindici anni, quando la prima generazione così educata inizierà a diventare adulta, e sarà tardi per porre rimedio. Insieme ad un gender gap educazionale, che si è acuito negli ultimi dieci anni: 140 laureate ogni 100 laureati, 125 diplomate ogni 100 diplomati. E il divario è in aumento. Proposte per rimediare? Zero. Non è un problema sentito, perchè le donne svedesi si sentono piuttosto oppresse dai 7 stupri annui, e gli uomini non osano contraddirle, per paura di essere additati come stupratori.
Io sono A FAVORE delle quote: quote vere, ragionevoli, non sessiste.
Esempio di quote giuste: ciascun sesso deve essere rappresentato nelle liste elettorali da almeno un terzo dei candidati - perfetto: tutela entrambi, lascia spazi di manovra, l'elettore vota comunque per chi vuole. Sia uomini che donne avranno almeno il 33% e nessuno più del 66% nelle liste.
Esempio di quote sbagliate: almeno 50% di donne - tutela solo le donne (infatti non esclude un 70 o 80% di donne) e non da' spazi di scelta o di manovra. Se io ho solo un 40% di buone candidate sono costretto a mettere anche delle incompetenti.