In Italia non ne esistono più,a meno che le vai a cercare in qualche area rurale tipo l'aspromonte,e non so che età abbiano.
Ti faccio presente che la donna tradizionale non è tale in virtù di limiti imposti culturalmente tipo la religione,ma dal contesto che le sta attorno.
Una donna che fa la casalinga,ma va a comprare al supermercato,non è più ''donna tradizionale'',ed è naturale soprattutto se si trova in un contesto urbano che sia piuttosto frustrata di questa condizione che la taglia fuori dal mondo sociale e produttivo.
Dunque anzichè fare le conserve,si troverà di fronte al televisore a guardare desperate housewife,o sex and the city,dove la sua frustrazione viene sfruttata dai produttori televisivi,anche con trasmissioni misandriche.
Questo equivale a una resa, ad affermare che l'essere umano esiste in funzione dei suoi mezzi di produzione (la donna tradizionale non sarebbe che il prodotto sociale delle conserve di pomodoro).
All'estero, e sarebbe forse il caso di imitare l'esempio da noi, molte casalinghe di 25-30 anni vivono una vita appagante senza bisogno delle soap opera.
La cultura mainstream mette a disposizione solo l'ufficio e il centro commerciale come spazi di aggregazione? Benissimo, invece di farsi un'ora di treno, timbrare il cartellino e stare tra le scartoffie fino alle 5, si è creata una reste sociale di prossimità: ci si vede e aiuta con altre amiche casalinghe, si fa sport con i figli, si partecipa a iniziative varie della comunità di quartiere.
L'idea è elementare: cosa fare per rimettere la famiglia al centro senza essere obbligati all'isolamento o a spostamenti assurdi?
E' un buon esempio di autodeterminazione, di capacità di riappropriarsi dal basso di uno stile vita a dimensione umana, invece di farselo imporre dall'alto, col centro commerciale e il treno pendolari.