Max, Rita, ho ritoccato pesantemente la parte centrale, prima era un po' confusa.
La riporto.
Che ne pensate, è più chiara?
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Succede che quella brama dell’inseguimento dell’interezza, a cui tocca dare, a volte il nome d’amore, a volte d’odio, può essere diretta, ci si può costruire sopra il proprio potere morale, facendone una possessio uti dominus.
Come?
Mettendola in “ombra”, cioè nascondendo la parte “negativa”, opposta – dove il vero male non è l’odio in sé, ma è il fatto che l’odio viene “negato”, nascosto, col risultato che questa parte si manifesta comunque sotto forma di falsa coscienza, con l’aggravante che viene così assunta come “bene”, ovvero si chiama amore ciò che in realtà è odio, “incastonata” come una gemma, valore, all’interno della morale del ressentiment.
Per il proprio tornaconto, la “fazione” che ha prestato la propria “brama” per la costruzione della morale esige una ri-compensa, dei benefits per gli individui del proprio gruppo, mentre la morale del ressentiment, non prevede risarcimento se non c’è stato dolo, cioè, colpa per la fazione avversaria.
E quì, che si rende necessario ricorrere ad un’altra categoria tanto cara alla cristianità, quella di genia (genos), che serve a legare tra loro, come in un filo di Arianna, individui di generazioni diverse, altrimenti “scollegati”.
La più grande colpa dell’uomo è quella di essere nato.
Calderon de la Barca
Col legaccio della categoria generazionale, che serve per addossare all’uomo una colpa di cui esso è responsabile per nascita – guarda caso, l’ultima … su cui la sua volontà ha potere – si fissa finalmente l’uguaglianza debito=credito (per l’avverso).
Inoltre si chiama libero arbitrio quello che in realtà è già stato programmato come un servo arbitrio: la dottrina della colpa, può essere vista, come il gap esistente tra l’aspettativa del presunto libero arbitrio, ed il suo fallimento, risultato però già stabilito a priori, dal fatto che si tratta, non di un libero arbitrio – non ci può essere libero arbitrio se già si nasce nella colpa – ma di un servo arbitrio!
Bene, avendo visto chi è che ci “marcia” su questo conflitto duale naturale, in fondo il divide et impera non è un’innocente scimmiottatura rispetto alla perfezione raggiunta da questi geni della morale, bisognere aggiungere qualcosa sui personaggi, in parte attori, in parte … marionette.
Bisognerebbe guardare questa umana commedia dell’assurdo, messa in piedi da anime grette per menti de-menti, evincere paradossi di gente indifferente ai parenti serpenti, epperò solidale a sconosciuti congeneri di ogni tempo, dei quali ignora tutto, mentre dei benefits derivanti dalla fede in questa farsa, ne conosce ogni dettaglio…
Ma basta, basta … aria pulita!
Questo teatrino è soltanto una maschera per non chiamare quel sentimento “d’amore” col suo vero nome: odio!
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