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La donna emancipata è felice?
Dolce Alice:
--- Citazione da: vnd - Novembre 12, 2014, 14:02:05 pm ---Questa analisi però è assolutamente antistorica.
Che ogni uomo, di ogni ceto sociale, potesse esercitare la sua libertà è pura fantasia.
Si parla di voto alle donne... Come se le donne avessero votato secoli dopo gli uomini.
In verità il suffragio universale maschile è del 1019 (votava chi era soggetto agli obblighi di leva, quindi tutti i maschi; prima, invece, votava soltanto il 2% della popolazione maschile). Le ultime elezioni libere furono nel 1924... Poi, fino al 1946 non si votò più.
In effetti le donne (per le politiche) vorarono cinque anni dopo gli uomini.
Però le donne non sono state costrette a combattere in guerra.
Se tu consideri che un uomo costretto ad andare a uccidere o a farsi massacrare abbia avuto più possibilità di realizzarsi una donna, sei assolutamente fuori strada.
Oggi è difficile ricontestualizzare, in termini di diritto, le situazioni maschili e femminili del passato.
Tuttavia c'è un'opera godibilissima di Belfort Bax, "The legal subjection of men" che ne fa un'attenta analisi.
Nell'inghilterra tra le due guerre, un uomo rischiava di andare in galera al posto della moglie se questa avesse commesso specifici reati.
Sono cose che non si sentono mai...
E delle quali i testi femministi si guardano si guardano bene di parlare.
Ma per favore.....
--- Termina citazione ---
Un diritto in meno è un diritto in meno: non importa che lo si conquisti pochi anni o poche ore dopo.
Per il resto, se rileggi, noterai che non mi sono concentrata in modo specifico sull'emancipazione femminile: ho fatto riferimento a quest'ultima come caso particolare di un discorso più generale sul rapporto tra emancipazione e felicità, per un essere umano. Mi piacerebbe sentire il tuo parere su questo punto: ritieni che, a parità di opportunità e di autoconsapevolezza, una persona abbia più possibilità di essere felice quando può dirigere la propria vita o quando questa è diretta da altri?
Vicus:
--- Citazione da: Lucia - Novembre 12, 2014, 21:53:11 pm ---Boh, forse hai una esperienza troppo limitata, ristretta a certi ambiti
Se hai un conto FB te le posso far vedere molte di chi parlo.
E difficile che mi convingi che agli uomini in generale da fastidio la donna con laurea o con sogni di carriera o realizzazione professionale. Senza il mio sogno di ricerca non avrei neanche conosciuto il mio marito, e lui si vanta col mio PhD. Come mio cugino si vanta col fatto che ha sposato una campionessa nazionale di tennis. Cosi sono gli uomini che conosco io nella mia famiglia. :rolleyes:guarda che anche quella lavora lontanissimo della sua casa. diciamo che se io mi guardo intorno vedo tutt'altre cose. Alla scuola del mio figlio vedo anche tantissimi genitori con uno, due tre figli, madri incinte. A volte i genitori, giovani vengono a prendere insieme i bambini dalla scuola, ci sono delle belle famiglie.
Ma non è offensivo. Solo che non vedo la laurea, il lavoro da laureati o l' impresa opposta al sentirsi di qualcuno,
--- Termina citazione ---
Allora tutto bene, non c'è niente da discutere. E' pieno di famiglie felici, il divorzio è raro e di solito a causa di un uomo farfallone.
--- Citazione da: Lucia ---Bisogna incoraggiare le imprese familiari, però sempre lavoro sarebbe, insieme.
Poi non è che se solo il padre manca 10-12 ore di casa è più famiglia la famiglia.
--- Termina citazione ---
Sono d'accordo.
Non dico che l'uomo debba impunemente sfasciare una famiglia e piantare una brava moglie in mezzo a una strada.
Il punto è che ilm diritto di famiglia per com'è adesso si presta a ogni sorta di abusi, e nei fatti è la donna che pianta l'uomo per futili motivi facendogli pagare dure conseguenze.
Esempio (fatto vero andato in onda sulle Iene): una donna può smette di lavorare subito dopo il matrimonio, rendere la vita del marito un inferno e se lui a seguito di ciò commette qualche sbaglio (andarsene di casa, farsi l'amante) lei può divorziare con addebito e godersi la rendita principesca... con un nuovo compagno.
Oggi non c'è certezza del diritto e molte leggi o prassi giudiziare sono concepite per far prosperare l'ingiustizia.
Faccio notare che quando non c'erano tutte queste "conquiste civili" (a senso unico), i matrimoni erano più frequenti, e le mogli abbandonate coi figli dal marito decisamente rare.
Il problema è che non si può avere divorzio facile e diritti agli alimenti allo stesso tempo. E' la tipica mentalità di oggigiorno, che spaccia privilegi per diritti: si vedano ad esempio le proteste per il precariato dei docenti, quando questi ultimi sono più numerosi degli allievi.
vnd:
--- Citazione da: Dolce Alice - Novembre 12, 2014, 22:47:51 pm ---
Un diritto in meno è un diritto in meno: non importa che lo si conquisti pochi anni o poche ore dopo.
Per il resto, se rileggi, noterai che non mi sono concentrata in modo specifico sull'emancipazione femminile: ho fatto riferimento a quest'ultima come caso particolare di un discorso più generale sul rapporto tra emancipazione e felicità, per un essere umano. Mi piacerebbe sentire il tuo parere su questo punto: ritieni che, a parità di opportunità e di autoconsapevolezza, una persona abbia più possibilità di essere felice quando può dirigere la propria vita o quando questa è diretta da altri?
--- Termina citazione ---
A patto che tu risponda a quest'altra domanda:
Secondo te mio nonn o avrebbe preferito votare o andare a combattere una guerra dalla vittoria della quale non avrebbe mai potuto ricavarne nulla?
Alberto1986:
--- Citazione da: Lucia - Novembre 12, 2014, 05:06:29 am ---Magari fosse cosi :doh:
Io conosco queste situazioni dalla vita vissuta caro Alberto, non dalle soap opera e dai show televisivi che le guardate voi non io.
....
--- Termina citazione ---
Lucia, il problema di voi donne è sempre lo stesso: non vedere al di là del vostro orticello. Che nella tua famiglia ci siano stati casi simili a quello descritto, non significa certamente che l'intero pianeta funzioni nello stesso identico modo.
Come ci sono uomini che mollano la moglie per una donna giovane, ci sono tantissime donne che mollano i mariti per tanti altri disparati motivi egoistici, con la differenza che le mogli/donne hanno tutto il potere sociale per calunniare nonché il potere legale per rovinare economicamente e giuridicamente qualsiasi uomo.
E ripeto: quando 2 si separano, è assolutamente ingiusto che il marito debba mantenere la moglie a vita, in particolar modo quando non ci sono figli.
Vicus:
--- Citazione da: Rita ---Quando ho formulato la mia ipotesi di perdita di senso femminile che data anni sessanta con la tecnicizzazione del lavoro casalingo e l'inizio della propaganda contro il sovrappopolamento
--- Termina citazione ---
La tecnicizzazione del lavoro casalingo non è una perdita di senso, ma una liberazione. Si tende a considerare il ruolo di casalinga come semplice balia o lavapanni. Ora che c’è la lavapiatti, la casalinga non servirebbe più. Non si tiene conto che la figura della casalinga andrebbe rivalutata per la sua importanza sotto l’aspetto umano e sociale.
--- Citazione da: Rita ---non per tutte le donne stare a casa a girarsi i pollici per metà del tempo e' un privilegio, quindi la felicità non dipende dalla laurea o dalla carriera, non c'entra secondo me la laurea con l'occupazione e comunque sia conosco anch'io tantissime laureate sposate o in coppia con figli,
--- Termina citazione ---
Cultura e saggezza si acquistano all’università o non è sempre più il contrario? La laurea riflette davvero la preparazione culturale?
Stare in un ufficio o in un grande magazzino per 8-10 ore al giorno è più interessante che leggere un libro a casa? O dedicarsi a un hobby, alla propria formazione, all’impegno sociale, a ricevere le amiche? Perché le donne oggi trovano noioso stare in casa? (Ma possono anche uscire!) Solo perché c’è la lavatrice che impedisce loro di lavare e stirare tutto il giorno?
Azzardo una risposta: perché al lavoro si sentono utili e apprezzate. Se è così, è un tema da approfondire.
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