Autore Topic: La donna emancipata è felice?  (Letto 48158 volte)

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Offline Vicus

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #60 il: Novembre 12, 2014, 19:33:37 pm »
Citazione da: Lucia
forse, ma che devono fare? Chiedere la mano a qualcuno?
Se non ti vuole sposare nessuno che devi fare? Suicidarti?
Se nessuno le vuole è perché sono poco affidabili, e dai modi, chi più chi meno, di un carabiniere a causa delle durezze del lavoro. Una donna costretta a difendersi con le unghie in ufficio, a gestire problemi astratti, difficilmente potrà attrarre gli uomini al punto di sposarsi con lei.
Citazione da: Lucia
Io ne conosco centinaia.
Il quadro che descrivi è all’opposto della mia esperienza, con gente diversa in diversi paesi. Ricercatrici universitarie comprese, moltissime delle quali nubili o divorziate.
Citazione da: vnd
La causa di addebito è un concetto che sa di vecchio.
Non sono d'accordo, ma è a senso unico ed è una fonte infinita di abusi giudiziari. Con tutte queste 'tutele' gli uomini scappano. Letteralmente. Avrete le indennità, ma farete a meno degli uomini. Con geishe thai e domestiche filippine, che se ne fanno di una che lavora tutto il giorno, la sera torna inacidita, si nega a letto anche per settimane perché ha 'mal di testa', e di casa e bambini non vuol saperne?
Se permettete, queste teorie astratte su “diritti ereditari” (?) e sulla fine della donna tradizionale sono aria fritta.
Il tramonto della donna tradizionale (parola che evoca scenari stile Mulino Bianco) significa tramonto dell’amore e della famiglia tout court. Basta guardarsi intorno: prostitute, celibato diffusissimo, relazioni “liquide”, fine della maternità, procreazione in provetta. Vi va bene così? Benissimo.
Altrimenti, bisogna rimettere l’essere umano e la famiglia al centro. Con le leggi attuali e due coniugi che lavorano 8-12 ore al giorno lontano da casa, non ci può essere famiglia se non come illusione fantastica per dimenticare la schiavitù del presente.
Citazione da: vnd
Più avanti si parla del beghinaggio, o delle comunità religiose.
Chi lascia una comunità di propria volontà chiede forse gli alimenti?
Esattamente. E nessuno trova da ridire.

C'è una cosa, che non a caso oggi suona offensiva ad orecchie femminili: l'uomo vuole, per alcuni aspetti, sentirsi padrone della sua donna, per amarla devotamente. Gli uomini apprezzano le donne intelligenti e dal carattere forte, ma anche femminili: con una certa grazia e magari un pizzico di sana muliebre innocenza (non parlo di persone teoriche). La capacità di seduzione delle coriacee donne in carriera rotte a tutte le esperienze è zero, e non ci sono argomenti che tengano.
« Ultima modifica: Novembre 12, 2014, 19:59:45 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #61 il: Novembre 12, 2014, 19:53:58 pm »
Citazione
La causa di addebito è un concetto che sa di vecchio.

eh no. se si sciogliwe un contratto bisogna assumersene le responsabilità

Offline zagaro

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #62 il: Novembre 12, 2014, 20:57:39 pm »
Se nessuno le vuole è perché sono poco affidabili, e dai modi, chi più chi meno, di un carabiniere a causa delle durezze del lavoro. Una donna costretta a difendersi con le unghie in ufficio, a gestire problemi astratti, difficilmente potrà attrarre gli uomini al punto di sposarsi con lei.Il quadro che descrivi è all’opposto della mia esperienza, con gente diversa in diversi paesi. Ricercatrici universitarie comprese, moltissime delle quali nubili o divorziate.Non sono d'accordo, ma è a senso unico ed è una fonte infinita di abusi giudiziari. Con tutte queste 'tutele' gli uomini scappano. Letteralmente. Avrete le indennità, ma farete a meno degli uomini. Con geishe thai e domestiche filippine, che se ne fanno di una che lavora tutto il giorno, la sera torna inacidita, si nega a letto anche per settimane perché ha 'mal di testa', e di casa e bambini non vuol saperne?
Se permettete, queste teorie astratte su “diritti ereditari” (?) e sulla fine della donna tradizionale sono aria fritta.
Il tramonto della donna tradizionale (parola che evoca scenari stile Mulino Bianco) significa tramonto dell’amore e della famiglia tout court. Basta guardarsi intorno: prostitute, celibato diffusissimo, relazioni “liquide”, fine della maternità, procreazione in provetta. Vi va bene così? Benissimo.
Altrimenti, bisogna rimettere l’essere umano e la famiglia al centro. Con le leggi attuali e due coniugi che lavorano 8-12 ore al giorno lontano da casa, non ci può essere famiglia se non come illusione fantastica per dimenticare la schiavitù del presente.Esattamente. E nessuno trova da ridire.

C'è una cosa, che non a caso oggi suona offensiva ad orecchie femminili: l'uomo vuole, per alcuni aspetti, sentirsi padrone della sua donna, per amarla devotamente. Gli uomini apprezzano le donne intelligenti e dal carattere forte, ma anche femminili: con una certa grazia e magari un pizzico di sana muliebre innocenza (non parlo di persone teoriche). La capacità di seduzione delle coriacee donne in carriera rotte a tutte le esperienze è zero, e non ci sono argomenti che tengano.
il rito matrimoniale sostanzialmente  è un giuramento difronte alla divinità (per chi ci crede) e agli uomini
e l'addebito non sarebbe che una violazione delle norme matrimoniali, in parole semplici una violazione del giuramento matrimoniale.
come dicevano una volta" 'pacta sunt servanda',  e chi viola il patto ne paga le conseguenze.


in merito ai diritti ereditari, questa gamma di diritti oggigiorno è l'unica cosa che distingue un matrimonio da un comune patto di mutuo soccorso fra due  o più persone.
e fino ad oggi la cosidetta unione civile non è che un particolare applicazione del contratto di mutuo soccorso

Offline Lucia

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #63 il: Novembre 12, 2014, 21:53:11 pm »
Il quadro che descrivi è all’opposto della mia esperienza,
Boh, forse hai una esperienza troppo limitata, ristretta a certi ambiti
Se hai un conto FB te le posso far vedere molte di chi parlo.

E difficile che mi convingi che agli uomini in generale da fastidio la donna con laurea o con sogni di carriera o realizzazione professionale. Senza il mio sogno di ricerca non avrei neanche conosciuto il mio marito, e lui si vanta col mio PhD. Come mio cugino si vanta col fatto che ha sposato una campionessa nazionale di tennis. Cosi sono gli uomini che conosco io nella mia famiglia.  :rolleyes:
Citazione
e domestiche filippine,
guarda che anche quella lavora  lontanissimo della sua casa.
Citazione
Basta guardarsi intorno:prostitute, celibato diffusissimo, relazioni “liquide”, fine della maternità,
diciamo che se io mi guardo intorno vedo tutt'altre cose. Alla scuola del mio figlio vedo anche tantissimi genitori con uno, due tre figli, madri incinte. A volte i genitori, giovani vengono a prendere insieme i bambini dalla scuola, ci sono delle belle famiglie.

Citazione
Con le leggi attuali e due coniugi che lavorano 8-12 ore al giorno lontano da casa, non ci può essere famiglia se non come illusione fantastica per dimenticare la schiavitù del presente.Esattamente. E nessuno trova da ridire.

Bisogna incoraggiare le imprese familiari, però sempre lavoro sarebbe, insieme.
Poi non è che se solo il padre manca 10-12 ore di casa è più famiglia la famiglia.

Citazione
C'è una cosa, che non a caso oggi suona offensiva ad orecchie femminili: l'uomo vuole, per alcuni aspetti, sentirsi padrone della sua donna, per amarla devotamente. Gli uomini apprezzano le donne intelligenti e dal carattere forte, ma anche femminili: con una certa grazia e magari un pizzico di sana muliebre innocenza (non parlo di persone teoriche).
Ma non è offensivo. Solo che  non vedo la laurea, il lavoro da laureati o l' impresa opposta al sentirsi di qualcuno,

Offline Eric Lauder

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #64 il: Novembre 12, 2014, 22:30:32 pm »
quoto al 100%.
se è vero che oggi molte donne approfittano delle leggi, è anche vero che ci sono anche gli uomini a comportarsi male e una donna che ha mandato avanti una famiglia non può rimanere in mezzo a una strada perchè l'uomo si è invaghito di una più giovane.
E' successo e succederà ancora

Ma infatti è quello che intendevo io: se uno dei due sta a casa - e non necessariamente deve essere la donna - l'altro coniuge poi ha delle responsabilità MORALI, che sono ben più importanti di quelle legali (la legge la puoi ingannare, la tua coscienza NO).
Tra l'altro un uomo che sfascia la famiglia perché invaghito di una più giovane sarebbe da punire con la fustigazione...
Tutto è diverso se lei lavora: chissenefrega se guadagni di meno? Cioè, hai scelto di lavorare, ma sei meno capace di me, ed io dovrei passarti la differenza? Ma non esiste al mondo - piuttosto mi metto part-time io! Così non c'è più la differenza!  :cool:
I don't like Misandry because I don't feel myself inferior to females, and I believe in Equality

Value of a MAN isn't the usefulness that women get from HIM

No woman can make a MAN feel ashamed without HIS consent.

The MAN cries, the misandrist piss from her eyes.

Offline Dolce Alice

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #65 il: Novembre 12, 2014, 22:47:51 pm »
Questa analisi però è assolutamente antistorica.
Che ogni uomo, di ogni ceto sociale, potesse esercitare la sua libertà è pura fantasia.

Si parla di voto alle donne... Come se le donne avessero votato secoli dopo gli uomini.
In verità il suffragio universale maschile è del 1019 (votava chi era soggetto agli obblighi di leva, quindi tutti i maschi; prima, invece, votava soltanto il 2% della popolazione maschile). Le ultime elezioni libere furono nel 1924... Poi, fino al 1946 non si votò più.
In effetti le donne (per le politiche) vorarono cinque anni dopo gli uomini.

Però le donne non sono state costrette a combattere in guerra.
Se tu consideri che un uomo costretto ad andare a uccidere o a farsi massacrare abbia avuto più possibilità di realizzarsi una donna, sei assolutamente fuori strada.

Oggi è difficile ricontestualizzare, in termini di diritto, le situazioni maschili e femminili del passato.
Tuttavia c'è un'opera godibilissima di Belfort Bax, "The legal subjection of men" che ne fa un'attenta analisi.

Nell'inghilterra tra le due guerre, un uomo rischiava di andare in galera al posto della moglie se questa avesse commesso specifici reati.
Sono cose che non si sentono mai...
E delle quali i testi femministi si guardano si guardano bene di parlare.

Ma per favore.....
 
Un diritto in meno è un diritto in meno: non importa che lo si conquisti pochi anni o poche ore dopo. 
Per il resto, se rileggi, noterai che non mi sono concentrata in modo specifico sull'emancipazione femminile: ho fatto riferimento a quest'ultima come caso particolare di un discorso più generale sul rapporto tra emancipazione e felicità, per un essere umano. Mi piacerebbe sentire il tuo parere su questo punto: ritieni che, a parità di opportunità e di autoconsapevolezza, una persona abbia più possibilità di essere felice quando può dirigere la propria vita o quando questa è diretta da altri?
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Offline Vicus

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #66 il: Novembre 12, 2014, 23:24:15 pm »
Boh, forse hai una esperienza troppo limitata, ristretta a certi ambiti
Se hai un conto FB te le posso far vedere molte di chi parlo.

E difficile che mi convingi che agli uomini in generale da fastidio la donna con laurea o con sogni di carriera o realizzazione professionale. Senza il mio sogno di ricerca non avrei neanche conosciuto il mio marito, e lui si vanta col mio PhD. Come mio cugino si vanta col fatto che ha sposato una campionessa nazionale di tennis. Cosi sono gli uomini che conosco io nella mia famiglia.  :rolleyes:guarda che anche quella lavora  lontanissimo della sua casa. diciamo che se io mi guardo intorno vedo tutt'altre cose. Alla scuola del mio figlio vedo anche tantissimi genitori con uno, due tre figli, madri incinte. A volte i genitori, giovani vengono a prendere insieme i bambini dalla scuola, ci sono delle belle famiglie.
Ma non è offensivo. Solo che  non vedo la laurea, il lavoro da laureati o l' impresa opposta al sentirsi di qualcuno,
Allora tutto bene, non c'è niente da discutere. E' pieno di famiglie felici, il divorzio è raro e di solito a causa di un uomo farfallone.
Citazione da: Lucia
Bisogna incoraggiare le imprese familiari, però sempre lavoro sarebbe, insieme.
Poi non è che se solo il padre manca 10-12 ore di casa è più famiglia la famiglia.
Sono d'accordo.

Non dico che l'uomo debba impunemente sfasciare una famiglia e piantare una brava moglie in mezzo a una strada.
Il punto è che ilm diritto di famiglia per com'è adesso si presta a ogni sorta di abusi, e nei fatti è la donna che pianta l'uomo per futili motivi facendogli pagare dure conseguenze.
Esempio (fatto vero andato in onda sulle Iene): una donna può smette di lavorare subito dopo il matrimonio, rendere la vita del marito un inferno e se lui a seguito di ciò commette qualche sbaglio (andarsene di casa, farsi l'amante) lei può divorziare con addebito e godersi la rendita principesca... con un nuovo compagno.
Oggi non c'è certezza del diritto e molte leggi o prassi giudiziare sono concepite per far prosperare l'ingiustizia.
Faccio notare che quando non c'erano tutte queste "conquiste civili" (a senso unico), i matrimoni erano più frequenti, e le mogli abbandonate coi figli dal marito decisamente rare.

Il problema è che non si può avere divorzio facile e diritti agli alimenti allo stesso tempo. E' la tipica mentalità di oggigiorno, che spaccia privilegi per diritti: si vedano ad esempio le proteste per il precariato dei docenti, quando questi ultimi sono più numerosi degli allievi.
« Ultima modifica: Novembre 13, 2014, 01:25:40 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline vnd

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #67 il: Novembre 12, 2014, 23:34:29 pm »
 
Un diritto in meno è un diritto in meno: non importa che lo si conquisti pochi anni o poche ore dopo. 
Per il resto, se rileggi, noterai che non mi sono concentrata in modo specifico sull'emancipazione femminile: ho fatto riferimento a quest'ultima come caso particolare di un discorso più generale sul rapporto tra emancipazione e felicità, per un essere umano. Mi piacerebbe sentire il tuo parere su questo punto: ritieni che, a parità di opportunità e di autoconsapevolezza, una persona abbia più possibilità di essere felice quando può dirigere la propria vita o quando questa è diretta da altri?

A patto che tu risponda a quest'altra domanda:
Secondo te mio nonn o avrebbe preferito votare o andare a combattere una guerra dalla vittoria della quale non avrebbe mai potuto ricavarne nulla?
Vnd [nick collettivo].

Alberto1986

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #68 il: Novembre 13, 2014, 01:10:00 am »
Magari  fosse cosi  :doh:
Io conosco queste situazioni dalla vita vissuta caro Alberto, non dalle soap opera e dai show televisivi che le guardate voi non io.
....


Lucia, il problema di voi donne è sempre lo stesso: non vedere al di là del vostro orticello. Che nella tua famiglia ci siano stati casi simili a quello descritto, non significa certamente che l'intero pianeta funzioni nello stesso identico modo.
Come ci sono uomini che mollano la moglie per una donna giovane, ci sono tantissime donne che mollano i mariti per tanti altri disparati motivi egoistici, con la differenza che le mogli/donne hanno tutto il potere sociale per calunniare nonché il potere legale per rovinare economicamente e giuridicamente qualsiasi uomo.
E ripeto: quando 2 si separano, è assolutamente ingiusto che il marito debba mantenere la moglie a vita, in particolar modo quando non ci sono figli.

Offline Vicus

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #69 il: Novembre 13, 2014, 02:01:00 am »
Citazione da: Rita
Quando ho formulato la mia ipotesi di perdita di senso femminile che data anni sessanta con la tecnicizzazione del lavoro casalingo e l'inizio della propaganda contro il sovrappopolamento
La tecnicizzazione del lavoro casalingo non è una perdita di senso, ma una liberazione. Si tende a considerare il ruolo di casalinga come semplice balia o lavapanni. Ora che c’è la lavapiatti, la casalinga non servirebbe più. Non si tiene conto che la figura della casalinga andrebbe rivalutata per la sua importanza sotto l’aspetto umano e sociale.
Citazione da: Rita
non per tutte le donne stare a casa a girarsi i pollici per metà del tempo e' un privilegio, quindi la felicità non dipende dalla laurea o dalla carriera, non c'entra secondo me la laurea con l'occupazione e comunque sia conosco anch'io tantissime laureate sposate o in coppia con figli,
Cultura e saggezza si acquistano all’università o non è sempre più il contrario? La laurea riflette davvero la preparazione culturale?
Stare in un ufficio o in un grande magazzino per 8-10 ore al giorno è più interessante che leggere un libro a casa? O dedicarsi a un hobby, alla propria formazione, all’impegno sociale, a ricevere le amiche? Perché le donne oggi trovano noioso stare in casa? (Ma possono anche uscire!) Solo perché c’è la lavatrice che impedisce loro di lavare e stirare tutto il giorno?

Azzardo una risposta: perché al lavoro si sentono utili e apprezzate. Se è così, è un tema da approfondire.
« Ultima modifica: Novembre 13, 2014, 02:49:00 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Dolce Alice

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #70 il: Novembre 13, 2014, 04:35:13 am »
A patto che tu risponda a quest'altra domanda:
Secondo te mio nonn o avrebbe preferito votare o andare a combattere una guerra dalla vittoria della quale non avrebbe mai potuto ricavarne nulla?
 
Forse vuoi chiedermi se avrebbe preferito non votare... 
Se la domanda è questa, immagino che avrebbe preferito evitare di andare a combattere: rinunciando sia al voto che a parecchie altre cose. Ho sentito di uomini pronti a mutilarsi, pur di evitare l'arruolamento.
Jeremy Bentham - Libertà di gusto e di opinione

Offline ilmarmocchio

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #71 il: Novembre 13, 2014, 06:53:22 am »
Noi non possiamo sapere se e perchè un essere umano è felice.
Possiamo invece sapere che ogni essere umano, anzi ogni essere vivente, ambisce alla libertà.
la libertà è scelta, e dalla scelta nasce la responsabilità.
responsabilità significa pagare per  le proprie scelte, perchè c'è sempre un prezzo da pagare.
Solo allora ci sarà libertà.
Altrimenti c'è arbitrio ai danni di qualcun altro.
Questo vale per tutti , nessuno escluso

Offline Rita

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #72 il: Novembre 13, 2014, 08:17:59 am »
Noi non possiamo sapere se e perchè un essere umano è felice.
Possiamo invece sapere che ogni essere umano, anzi ogni essere vivente, ambisce alla libertà.
la libertà è scelta, e dalla scelta nasce la responsabilità.
responsabilità significa pagare per  le proprie scelte, perchè c'è sempre un prezzo da pagare.
Solo allora ci sarà libertà.
Altrimenti c'è arbitrio ai danni di qualcun altro.
Questo vale per tutti , nessuno escluso
quotone all'ennesima potenza, ci aggiungo che tutti ciò che dice Vicus sul mondo del lavoro se è vero per la donna (cosa che non dipende dal lavoro ma dalla cultura) e' vero anche per l'uomo, non capisco quindi il senso di "lavorare" in direzione di togliere a tutti gli uomini definitivamente la possibilità di scegliere.
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Offline Rita

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #73 il: Novembre 13, 2014, 08:37:13 am »
Ho conosciuto una quindicina d'anni fa un giovane avvocato appena diventato socio dello studio dove lavoravo, un uomo "in carriera". La moglie, laureata in economia e commercio, aveva appena avuto due bambini uno a breva distanza dall'altra e di comune accordo con lui aveva lasciato il lavoro per stare coi bambini. L'unica volta in cui l'ho visto umano, e' stato quando sono entrata nel suo ufficio mentre chiudeva una telefonata a casa parlando con sua figlia. Biascicò qualche frase di circostanza sul "tempo di qualità" da passare coi figli ma si vedeva lontano un miglio e si sentiva lontano un miglio che provava in quel momento una profonda invidia e uso proprio questo termine perché era palpabile, per la moglie a casa a leggersi il libri per il puro piacere di acculturarsi
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Offline Rita

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #74 il: Novembre 13, 2014, 08:46:54 am »
La mano sulla culla e' quella che governa il mondo. Sembrerebbe che gli uomini siano disposti e votati al sacrificio per adempiere a questo.
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