Autore Topic: La donna emancipata è felice?  (Letto 48102 volte)

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Offline vnd

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #75 il: Novembre 13, 2014, 09:01:40 am »
 
Forse vuoi chiedermi se avrebbe preferito non votare... 
Se la domanda è questa, immagino che avrebbe preferito evitare di andare a combattere: rinunciando sia al voto che a parecchie altre cose. Ho sentito di uomini pronti a mutilarsi, pur di evitare l'arruolamento.

Sì... infatti... mi sono perso un "non".

E la risposta, secondo me, è quella corretta.
Ne consegue che una donna, per la quale la sopravvivenza non è mai stata compromessa dalle Istituzioni, aveva maggiori diritti, quindi maggiori libertà e possibilità d'essere felice di un uomo della sua stessa condizione sociale.

Per quanto concetti come realizzazione e felicità siano soggettivi e quindi decisamente effimeri.
Parliamo di soddisfazione. O di serenità. Che è ancor meglio.


[Il coniglio di mio figlio, che vive gran parte della giornata nella gabbia nella quale entra volontariamente quando è stanco, si mette a correre e a saltare di felicità quando lo libero sul terrazzo.
E' possibile che i nostri nonni sfruttassero appieno la poca libertà loro concessa. E se la autorealizzazione deriverebbe dalla sicurezza di aver sfruttato tutte le occasioni che la vita ci concede, loro potrebbero essere stati più siddisfatti di me che forse ho avuto molte più possibilità di loro ma che di sicuro
 non le ho sfruttate tutte.
Puoi fare tante cose, troppe =>  non sai quale fare prima => non fai nulla
Puoi fare soltanto poche cose => trovi il tempo di farle tutte

Ora... Non fraintendermi. Non sto dicendo che è meglio limitare la libertà dei popoli per renderli più felici.

Ma... un dempo si parlava di "esaurimento"... si era tristi perché stanchi...
Oggi si parla di "depressione".

Oggi ci impasticchiamo. Ieri annegavamo i nostri dispiaceri nell'alcohol, nell'assenzio e nell'etere (gli uomini) e nello sciroppo per la tosse dei figli (laudano) le donne.
Ma solo i ricchi.
I poveri, forse, dovevano accontentarsi della salute, del cibo coltivato o allevato con le proprie mani e dell'amore.
Hai detto niente?


La libertà può farti illudere di poter vivere in balia dei tuoi capricci.
Ma poi ti giri indietro e vedi che non hai costruito nulla e forse hai distrutto quel poco che avevi realizzato.
Così una donna può spendersi per la carriera e poi rimpiangere di non aver avuto figli quando è tardi. Magari peggiorando la situazione facendosi fecondare artificialmente, come la Nannini. In modo da condannare un figlio a cambiare i pannoloni alla madre anziana quando avrebbe l'età per dover cambiare i pannolini ai suoi figli.
Così un uomo, infatuato, può sfasciare una famiglia e condannare i figli a vivere senza di lui ed il suo esempio, per poi scoprire che ogni donna, in fondo, si somiglia.

In somma. Un tempo c'era forse meno libertà ma poche idee chiare.
oggi abbiamo tante idee confuse.
Al di sopra di certi limiti (come la guerra) non è detto che la serenità sia una variabile dipendente della libertà.]


« Ultima modifica: Novembre 13, 2014, 09:14:19 am da vnd »
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Offline Lucia

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #76 il: Novembre 13, 2014, 09:40:47 am »
Sì... infatti... mi sono perso un "non".

E la risposta, secondo me, è quella corretta.
Ne consegue che una donna, per la quale la sopravvivenza non è mai stata compromessa dalle Istituzioni, aveva maggiori diritti, quindi maggiori libertà e possibilità d'essere felice di un uomo della sua stessa condizione sociale.

se ti portano in guerra il figlio, il marito, l'amante che felicità puoi avere ?  :doh:
Forse se le donne avessero potuto votare avrebbero vinto quelli che erano contro la guerra.


Citazione
E se la autorealizzazione deriverebbe dalla sicurezza di aver sfruttato tutte le occasioni che la vita ci concede, loro potrebbero essere stati più siddisfatti di me che forse ho avuto molte più possibilità di loro ma che di sicuro
 non le ho sfruttate tutte.
Puoi fare tante cose, troppe =>  non sai quale fare prima => non fai nulla
Puoi fare soltanto poche cose => trovi il tempo di farle tutte

La libertà può farti illudere di poter vivere in balia dei tuoi capricci.

si, la libertà è la libertà di scegliere i nostri limiti, che poi diventano obblighi.

Noi non possiamo sapere se e perchè un essere umano è felice.
Possiamo invece sapere che ogni essere umano, anzi ogni essere vivente, ambisce alla libertà.
la libertà è scelta, e dalla scelta nasce la responsabilità.
responsabilità significa pagare per  le proprie scelte, perchè c'è sempre un prezzo da pagare.
Solo allora ci sarà libertà.
Altrimenti c'è arbitrio ai danni di qualcun altro.
Questo vale per tutti , nessuno escluso

pienamente d'accordo

Offline Rita

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #77 il: Novembre 13, 2014, 09:48:09 am »

Forse se le donne avessero potuto votare avrebbero vinto quelli che erano contro la guerra.


purtroppo la storia dimostra che non è così.
Le madrine interventiste della prima guerra mondiale per esempio...
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline Rita

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #78 il: Novembre 13, 2014, 09:51:20 am »
http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=11843.msg132802#msg132802

leggi Bertrand Russell, è una della sue argomentazioni (e lui quel periodo storico l'ha vissuto). Le donne confutarono il timore di maggior pacifismo.
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline Cassiodoro

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #79 il: Novembre 13, 2014, 10:01:48 am »
se ti portano in guerra il figlio, il marito, l'amante che felicità puoi avere ?  :doh:
Quella che l'hai scampata, che il figli, il marito, l'amante sono andati al tuo posto a combattere in guerra contro gli altri uomini le cui donne sono rimaste a casa felici di essere scampate anche loro.
"Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante" - "Ah sì? E cosa ha capito?" - "Che vola solo chi osa farlo"

Offline Rita

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #80 il: Novembre 13, 2014, 10:05:06 am »
Siegfried Sassoon cantò l'ipocrisia femminile nei riguardi della guerra (ovviamente non di "tutte le donne", ma sicuramente di molte giacchè le azioni sono responsabilmente reciproche) in una poesia che avevo pubblicato qui

http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=586.0
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline vnd

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #81 il: Novembre 13, 2014, 10:06:16 am »
se ti portano in guerra il figlio, il marito, l'amante che felicità puoi avere ?  :doh:

Lucia...

Il figlio... Beh... Comprendo.
Ma un conto è vivere l'assurdità della guerra in prima persona. Al freddo, nell'acqua, sotto i colpi del nemico... affamati e feriti...
Un conto e restare "a preoccuparsi" a casa, al caldo, dormendo in un letto, mangiando.

Su amante e marito preferisco soprassedere...
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Offline Lucia

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #82 il: Novembre 13, 2014, 11:39:03 am »
La tecnicizzazione del lavoro casalingo non è una perdita di senso, ma una liberazione. Si tende a considerare il ruolo di casalinga come semplice balia o lavapanni. Ora che c’è la lavapiatti, la casalinga non servirebbe più.

boh, a me piace lavare i panni con le mani. e poi pensio che la lavatrice ha fatto morire di fame molte lavandaie, non come se mi sarebbe piaciuto fare quello, ma sguazzare in acqua piace a tutti.. La lavastoviglie la considero una stupidata perhé la parte più schifosala fai comunque con le mani. Altra cosa inutile.
E poi impazisci se non fai qualcosa e stai sola in casa, non credi?

Citazione
Cultura e saggezza si acquistano all’università o non è sempre più il contrario? La laurea riflette davvero la preparazione culturale?

L'università di da alcuni indirizzi. Il prof è più preoccupato dalle proprie ricerche, ma da solito ti insegna a distinguere la qualità dalla spazzatura, che in una valanga mediatica non è poco. Poi ognuno usa questi doni a ciò che li pare piace. Oggi ci sono pocchi gli insegnanti che ti obbligano a conoscere. Poi ci sono anche prof più stupidi di te, ma questa ti aumenta la stima di se.

Citazione
Stare in un ufficio o in un grande magazzino per 8-10 ore al giorno è più interessante che leggere un libro a casa? O dedicarsi a un hobby, alla propria formazione?

Hai una visione unilaterale del lavoro. Appunto se una segue i suoi hobby, i suoi interessi sceglie il lavoro che gli piace fare. tra le professioniste che vedo, le maestre, le fisioterapiste del mio figlio gioccano con i bambini ogni giorno.

Infatti (mi rendo conto con voi quanto sono straniera) da noi proprio chi non si impegnava a studiare quello/quella arrivava a lavorare in fabbrica, in turni. Perché il liceo ti dava lavoro e non potevi rifiutarlo solo se ne avevi un'altro. Nessuno era mantenuto di nessuno.
Cosi i licei più quotati erano il liceo che formava le maestre,  il liceo della sanità che formava le inirmiere o assistente medicale, il commerciale,  formate in maggioranza di ragazze. Non perché ragazzi non sarebbero stati capaci ma perché avevano poco interesse. Poi altri licei buoni teoretici : scientifici e umanisti c'erano ma se da quei licei non andavi poi all'università arrivavi di nuovo a lavorare in fabbrica, in turni.
E con la laurea eri megllio pagato che senza. La sceltà non era lavorare o non, ma lavorare in fabbrica e in turni o lavorare (nel mio caso) 18-22 ore obbligatori a settimana, congedo di 72 giorni all'anno e insegnare una disciplina che ti piacce.

Ma penso ceh anche in Italia chi segue una carriera la fa perché chi è più in alto si presuppone che può permettersi di vivere per i suoi hobby trasformati in lavoro (obbligo), mentre chi non quello ubbidisce e vive una vita forse alienata e alienante.

 
Citazione
Perché le donne oggi trovano noioso stare in casa? (Ma possono anche uscire!)

Si... possono uscire...
Dopo che per una, due settimane esco solo a scuola o al supermercato vicino anche là spesso col mio marito ...ho un po di ansia nel camminare da sola in citta. :(
Sarà che sono io la scema, ma forse è una conseguenza normale se il mondo ti si ristringe al lavoro classico di caslinga, ovvero al stare troppo in casa, in sicurezza, a lavare i panni e leggere libri.

Offline Lucia

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #83 il: Novembre 13, 2014, 11:45:54 am »
Quella che l'hai scampata, che il figli, il marito, l'amante sono andati al tuo posto a combattere in guerra contro gli altri uomini le cui donne sono rimaste a casa felici di essere scampate anche loro.

ma la tua vita non ha avuto nessun senso se il tuo figlio muore nella guerra, non capisci?  :mad:
Tu forse saresti FELICE se le tue figlie muoiono nel posto tuo? Ti sentiresti un privileggiato?
O vedere la tua moglie che muore (sapere ceh è morta) ti sentiresti privileggiato?


Offline Dolce Alice

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #84 il: Novembre 13, 2014, 11:48:56 am »
Sì... infatti... mi sono perso un "non".

E la risposta, secondo me, è quella corretta.
Ne consegue che una donna, per la quale la sopravvivenza non è mai stata compromessa dalle Istituzioni, aveva maggiori diritti, quindi maggiori libertà e possibilità d'essere felice di un uomo della sua stessa condizione sociale.

Per quanto concetti come realizzazione e felicità siano soggettivi e quindi decisamente effimeri.
Parliamo di soddisfazione. O di serenità. Che è ancor meglio.


[Il coniglio di mio figlio, che vive gran parte della giornata nella gabbia nella quale entra volontariamente quando è stanco, si mette a correre e a saltare di felicità quando lo libero sul terrazzo.
E' possibile che i nostri nonni sfruttassero appieno la poca libertà loro concessa. E se la autorealizzazione deriverebbe dalla sicurezza di aver sfruttato tutte le occasioni che la vita ci concede, loro potrebbero essere stati più siddisfatti di me che forse ho avuto molte più possibilità di loro ma che di sicuro
 non le ho sfruttate tutte.
Puoi fare tante cose, troppe =>  non sai quale fare prima => non fai nulla
Puoi fare soltanto poche cose => trovi il tempo di farle tutte

Ora... Non fraintendermi. Non sto dicendo che è meglio limitare la libertà dei popoli per renderli più felici.

Ma... un dempo si parlava di "esaurimento"... si era tristi perché stanchi...
Oggi si parla di "depressione".

Oggi ci impasticchiamo. Ieri annegavamo i nostri dispiaceri nell'alcohol, nell'assenzio e nell'etere (gli uomini) e nello sciroppo per la tosse dei figli (laudano) le donne.
Ma solo i ricchi.
I poveri, forse, dovevano accontentarsi della salute, del cibo coltivato o allevato con le proprie mani e dell'amore.
Hai detto niente?


La libertà può farti illudere di poter vivere in balia dei tuoi capricci.
Ma poi ti giri indietro e vedi che non hai costruito nulla e forse hai distrutto quel poco che avevi realizzato.
Così una donna può spendersi per la carriera e poi rimpiangere di non aver avuto figli quando è tardi. Magari peggiorando la situazione facendosi fecondare artificialmente, come la Nannini. In modo da condannare un figlio a cambiare i pannoloni alla madre anziana quando avrebbe l'età per dover cambiare i pannolini ai suoi figli.
Così un uomo, infatuato, può sfasciare una famiglia e condannare i figli a vivere senza di lui ed il suo esempio, per poi scoprire che ogni donna, in fondo, si somiglia.

In somma. Un tempo c'era forse meno libertà ma poche idee chiare.
oggi abbiamo tante idee confuse.
Al di sopra di certi limiti (come la guerra) non è detto che la serenità sia una variabile dipendente della libertà.]
 
La tua risposta mi ha colpita. E' uno dei post più profondi che abbia mai letto.   
Non posso dire che condivida: ma va letta più volte. E rispettata. 
 
 
Jeremy Bentham - Libertà di gusto e di opinione

Offline vnd

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #85 il: Novembre 13, 2014, 11:56:51 am »
 
La tua risposta mi ha colpita. E' uno dei post più profondi che abbia mai letto.   
Non posso dire che condivida: ma va letta più volte. E rispettata. 
 
 

Sì... Ma adesso non cominciamo a prenderci per i fondelli, per favore.

Piuttosto, questa kyriarkia... ne so poco.
Ho visto fonti soltanto in inglese che leggerò con calma tra un cliente e l'altro.

Tuttavia... a me sembra già di non essere d'accordo.

L'unico rapporto di sottomissione che conosco è quello tra sfruttati e fruttatori.
I conflitti di genere, per me non esistono. Noi uomini, da sempre, proteggiamo le nostre donne, non le opprimiamo.
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Offline Rita

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #86 il: Novembre 13, 2014, 12:09:47 pm »
Hai una visione unilaterale del lavoro. Appunto se una segue i suoi hobby, i suoi interessi sceglie il lavoro che gli piace fare. tra le professioniste che vedo, le maestre, le fisioterapiste del mio figlio gioccano con i bambini ogni giorno.


sì infatti, penso anch'io che questi discorsi s'incentrino su una visione molto ristretta del lavoro.
Quel che dice Vicus, c'è ma riguarda uomini e donne. Non vedo perché salvare le donne dall'alienazione di dover competere e costringere gli uomini all'alienazione della competizione maggiormente feroce.
Non è che la femminilizzazione del mondo sia una cosa SEMPRE negativa. Lo è quando è in eccesso, ma anche l'eccesso di maschilizzazione presenta inconvenienti molto seri.

Per esempio: la monogamia è una femminilizzazione. Ma non ha avuto conseguenze così negative. Gli uomini hanno rinunciato un po' alla loro natura riproduttiva che gli suggerisce istintualmente di fecondare il più donne possibile e disinteressarsi dei figli,  ma è diminuita la competizione feroce tra maschi. C'è stato un vantaggio per tutti insomma.
Se poi col tempo si arriva all'eccessiva femminilizzazione è chiaro che il mondo si autoriduce a un securismo che alla fine annulla l'azione, ma nemmeno l'estremo opposto è consigliabile.
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Offline Dolce Alice

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #87 il: Novembre 13, 2014, 12:19:06 pm »
Sì... Ma adesso non cominciamo a prenderci per i fondelli, per favore.
 

Io non prendo per i fondelli nessuno. 
E sono stanca di insulti, sospetti, accuse senza fondamento e inviti a levare le tende.
Hai ragione: ho sbagliato ad iscrivermi.   
Questo è il mio ultimo post. Vi ringrazio per l'ospitalità e mi scuso per il disturbo. 
Buon proseguimento.

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Offline vnd

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #88 il: Novembre 13, 2014, 12:45:26 pm »
 

Io non prendo per i fondelli nessuno. 
E sono stanca di insulti, sospetti, accuse senza fondamento e inviti a levare le tende.
Hai ragione: ho sbagliato ad iscrivermi.   
Questo è il mio ultimo post. Vi ringrazio per l'ospitalità e mi scuso per il disturbo. 
Buon proseguimento.

Ci avrei giurato.

Ti aspettavi forse che ti srotolassero i tappeti?

Io rispondo per quello che scrivo e non mi pare di aver mancato di rispetto a nessuno.
Cari saluti.
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Offline vnd

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #89 il: Novembre 13, 2014, 13:23:57 pm »
sì infatti, penso anch'io che questi discorsi s'incentrino su una visione molto ristretta del lavoro.
Quel che dice Vicus, c'è ma riguarda uomini e donne. Non vedo perché salvare le donne dall'alienazione di dover competere e costringere gli uomini all'alienazione della competizione maggiormente feroce.
Non è che la femminilizzazione del mondo sia una cosa SEMPRE negativa. Lo è quando è in eccesso, ma anche l'eccesso di maschilizzazione presenta inconvenienti molto seri.

Per esempio: la monogamia è una femminilizzazione. Ma non ha avuto conseguenze così negative. Gli uomini hanno rinunciato un po' alla loro natura riproduttiva che gli suggerisce istintualmente di fecondare il più donne possibile e disinteressarsi dei figli,  ma è diminuita la competizione feroce tra maschi. C'è stato un vantaggio per tutti insomma.
Se poi col tempo si arriva all'eccessiva femminilizzazione è chiaro che il mondo si autoriduce a un securismo che alla fine annulla l'azione, ma nemmeno l'estremo opposto è consigliabile.

La maggior parte degli uomini non compete, si limita a lavorare di squadra.
Deve essere una propensione innata acquisita e conervata in milioni di anni di battute di caccia, nel corso delle quali, chi non è stato alle regole si è estinto.
Sono le donne, invece, che competono, perché, pur correndo meno pericoli, dovevano affrettarsi a raccogliere la frutta, prima delle altre.
A volte, anzi, ho l'impressione che siano gli uomini più femminei a competere tra loro per conseguire la leadership del gruppo.
E' una di quelle strane regole del poker... o della morra cinese.
Esiste sempre una situazione, altrimenti debole, che vince su quella forte.
Potrei spiegare meglio ma non è fondamentale.

Non è detto nemmeno che la monogamia sia una femminilizzazione.

Il capo della tribù primitiva potrebbe essersi accorto che il figlio, più debole di lui, rischiava di non riprodursi.
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