Per gli esperti la ragione sarebbe lo stress a cui i gay sono sottoposti poiché minoranza.
Sembra il caso di ribadire considerazioni che dovrebbero essere ovvie:
"Lo psicologo Paul Cameron ha dimostrato che
gli omosessuali tendono ad avere una aspettativa di vita molto inferiore agli eterosessuali, al netto dell’enorme incidenza nella comunità gay dell’A.I.D.S.
Inoltre anche il tasso dei suicidi fra i gay è più alto che presso la popolazione eterosessuale e appare spiegabile con l’estremo disordine e la grande serie di frustrazioni sentimentali legati al loro stile di vita e alla loro compulsiva ricerca di partner e di esperienze sentimentali e sessuali sempre nuove.
Occorre sfatare un altro mito, quello che presenta i gay come coppie stabili, fedeli. Giornali, televisione, cinema, libri, interviste, insomma tutto l’apparato della propaganda amano mettere in scena quadretti di intimità familiare rassicuranti.
Le interviste raccolte rivelano un’altra realtà:
«
L’instabilità e la promiscuità sono la caratteristica delle coppie omosessuali: recenti statistiche dicono che il 28 % dei maschi omosessuali aveva avuto più di 1000 partners, il 10 % delle femmine omosessuali aveva avuto 24 partners. I ricercatori omosessuali McWriter e Mattison hanno potuto dare soltanto al 4 % delle coppie di maschi omosessuali, da loro studiati, la qualifica di “coerentemente monogame”. Due studiosi del calibro di Blumstein e Schwartz hanno scritto che “
l’omosessuale monogamo è così raro che gli altri omosessuali non ci credono”».
Sono dati che parlano da soli: proviamo a immaginare lo stress emotivo, la tensione, l’esaurimento delle forze, i pensieri ossessivamente mirati all’unico obiettivo di trovare sempre nuovi partner in ogni modo, a qualunque costo, in ogni luogo. Aggiungiamo il fatto che
sono relazioni spesso con persone poco conosciute, intrise di violenza, estreme, attraversate da tradimenti continui, odi, gelosie, ripicche e capiremo meglio “l’universo gay” e l’infelicità profonda che segna le loro vite.
Sembrerebbe quasi di poter dire che
è l’omosessualità in se stessa a rendere impossibile ogni autenticità umana nel rapporto fra i partner: ognuno dei due, agitato dai suoi fantasmi, è alla ricerca di se stesso, e non ha niente da dare se non la propria ansia, il proprio bisogno angoscioso di vedersi riconosciuto, la propria disperazione, magari mascherata dall’ideologia dell’orgoglio gay, la propria fame di un significato pieno della vita che non si lascia in realtà mai afferrare; infine, questo quadro di delirante e tacita angoscia sfocia in una sessualità compulsiva, frenetica e disumanizzante."