Dialoghi > Natura maschile e natura femminile
Riflessioni estemporanee sul ruolo maschile
Vicus:
Va da sé che ci sono gli estremi del reato - ma la soldatessa che si rivolge al "direttore dell'asilo" senza saper attuare un'altra difesa - visto che la sua incolumità non era in pericolo - fa riflettere.
Rita:
--- Citazione da: Vicus - Settembre 29, 2014, 16:43:38 pm ---Va da sé che ci sono gli estremi del reato - ma la soldatessa che si rivolge al "direttore dell'asilo" senza saper attuare un'altra difesa - visto che la sua incolumità non era in pericolo - fa riflettere.
--- Termina citazione ---
no no.. fermi tutti.. la soldatessa non ha avuto nemmeno la "freddezza" (per usare un termine dell'articolista) di filmare per denunciare. Quello l'ha fatto l'altra.. quella che non è arruolata nell'Esercito.
La soldatessa si è immobilizzata terrorizzata dalla pot.. ehm.. va beh non mi fate parlare, leggete bene l'articolo però :lol:
Vicus:
Già, ma questo non cambia la sostanza: nessuna delle due ha saputo mettere in atto una qualunque reazione, che non fosse mostrare il filmato alla polizia.
Cavalier Serpente:
Per restare in tema.
http://www.ilmessaggero.it/PAY/EDICOLA/mistero_fiumicino_spariti_algerini/notizie/932586.shtml
Mistero a Fiumicino, spariti 35 algerini
ROMA Spariti. Scomparsi ai “radar”
di Digos e intelligence. Uomini invisibili
che una volta atterrati all’aeroporto
internazionale di Fiumicino
fanno perdere ogni traccia
di se nella Capitale:mai una richiesta
di documenti, passaporti, mai
intercettati all’Ufficio stranieri della
Questura. Si tratta di decine di
cittadini algerini, di cui nessuno
conosce la reale identità, approdati
al Leonardo da Vinci facendo
scalo dalle tratte in provenienza
da Algeri o da Istanbul, Turchia.
Solo nel mese di settembre, in piena
allerta terrorismo dopo le minacce
dell’Isis a Roma cuore della
cristianità, ne sono scomparsi
trentacinque. C’erano all’imbarco,
inghiottiti nel nulla ai gate d’arrivo.
LA DENUNCIA
La denuncia è piombata ierimattina
nel corso di un’accesa assemblea
dei poliziotti della Polaria,
convocata dai sindacalisti della
Consap a Fiumicino e che ha visto
una partecipazione massiccia degli
agenti che hanno così svelato i
nodi non ancora risolti della security
al segretario generale Giorgio
Innocenzi e al vicepresidente, ex
aeroportuale, Giuseppe Di Niro.
Chiedendo l’intervento del Capo
della Polizia, Alessandro Pansa.
Ed ecco, a un certo punto, esplodere
il caso della “sparizione degli algerini”.
In pratica, appena l’aereo
atterra, il portellone si apre, gli
stranieri mettono piede al suolo
ed ecco che scappano, di corsa.
Non salgono sulle navette che portano
i passeggeri in aerostazione.
Anzi, alcuni di loro sarebbero stati
notati indossare frettolosamente
le tute del tipo utilizzate dal personale
aeroportuale di terra per confondersi
con gli operatori che scaricano
i bagagli e varcare così le
uscite in tutta tranquillità. Altri
avrebbero raggiunto i confini aeroportuali,
scavalcando le recinzioni.
IL SISTEMA
Un sistema, dunque, ben organizzato
e collaudato, alternativo ai
barconi della fortuna. Con evidenti
complicità al momento della
partenza, quando gli stranieri vengono
imbarcati con documenti incompleti
o taroccati. Di quali profili
sia composta le nebulosa dei
fuggitivi è difficile sapere. «È più
facile immaginare che le strane
sparizioni di Fiumicino siano legate
al traffico umano dell’immigrazione
clandestina o alla malavita
organizzata, magari legata ai movimenti
di droga - afferma Andrea
Margelletti, presidente del CeSi,
Centro studi internazionali - ma
visto che i tempi che corrono ci dicono
di essere molto prudenti,
nulla è da escludere».
Nei giorni scorsi un quotidiano
francese avrebbe additato i poliziotti
romani per avere usato le
maniere forti contro uno degli algerini
che ha tentato la fuga, riacciuffato
in extremis. Con tanto di
proteste del console algerino.
Pronte le repliche seccate degli
agenti, «già alle prese con un superlavoro
in un momento di alta
tensione internazionale, in cui il
fronte algerino appare più che
mai caldo», come hanno fatto notare
i sindacalisti durante l’incontro.
Del resto è del 24 settembre la
decapitazione a 110 chilometri a
est di Algeri del turista francese
Hervè Goudel, finito nelle mani
dei tagliagola del gruppo Jund
Al-Khilafa, i “soldati del Califfato”
transfughi del Gspc (il Gruppo salafita
per la predicazione e il combattimento)
per sostenere i jihadisti
dell’Isis. E i servizi segreti algerini
hanno già schedato a partire
da quest’estate circa 130 persone
dirette, dopo essere state formate
in Siria e in Iraq, in Europa per
portare il verbo della Jihad. Il 3
settembre 2009 all’Esquilino,
quartiere del melting-pot capitolino,
la Digos sorprese e arrestò un
algerino di 44 anni, terrorista appartenente
al Gia, Gruppo islamico
armato. E le rotte dell’immigrazione
clandestina, ora hanno escogitato
anche questo nuovo sistema
per mettere piede in Occidente.
Intanto, però, c’è una buona
nuova: nei prossimi giorni a Fiumicino
arriveranno i primi rinforzi,
quaranta agenti in più che potranno
dare man forte nella lotta
all’antiterrorismo.
E-GATE
Sott’accusa in assemblea è finito
anche il sistema E-gate di lettura
automatica dei passaporti operante
ai varchi extra-Schengen: ne legge
fino a quattro contemporaneamente,
peccato però che non sia in
grado di codificare nomi e cognomi
con apostrofi e accenti, col rischio
concreto che un “segnalato”
possa sfuggire al controllo.
Cavalier Serpente:
Questo potete confrontarlo con l'articolo precedente.
Thailandia, stuprò e uccise 13enne sul treno: condannato a morte 23enne
LaPresseLaPresse – mar 30 set 2014
Bangkok (Thailandia), 30 set. (LaPresse/AP) - Un ex dipendente delle ferrovie è stato condannato a morte in Thailandia per aver violentato a luglio scorso una ragazzina 13enne a bordo di un treno notturno, per averla uccisa e aver buttato il suo corpo fuori dal finestrino. Il 22enne Wanchai Saengkhao era stato ingaggiato a tempo determinato dalle ferrovie e il suo lavoro consisteva nel preparare le cuccette. L'uomo ha confessato di aver bevuto della birra e di aver assunto sostanze stupefacenti insieme ai colleghi prima dell'aggressione. Ha ammesso inoltre di aver stuprato la ragazzina, che dormiva in una cuccetta in basso, e di aver lanciato il suo corpo fuori dal finestrino. Wanchai è stato condannato dal tribunale provinciale di Hua Hin per accuse di omicidio, stupro di un minorenne e occultamento di cadavere. I crimini commessi dall'imputato, ha deciso la Corte, sono "scioccanti, disumani e potrebbero avere un impatto sulla società".
La bambina stava viaggiando insieme a due sorelle, rispettivamente di 22 e 10 anni, dalla loro casa nel sud della Thailandia verso la capitale Bangkok. Le due sorelle si sono accorte della scomparsa della 13enne soltanto dopo essersi svegliate. Il corpo nudo della ragazzina è stato trovato tre giorni dopo, in mezzo a cespugli vicino ai binari nell'ovest del Paese. Il tribunale ha inoltre condannato un ferroviere 19enne a quattro anni di carcere per aver aiutato Wanchai a violentare la bambina. I familiari della vittima hanno partecipato all'udienza di oggi, chiedendo la pena di morte per i responsabili. Il caso ha fatto nascere dubbi sulla sicurezza a bordo dei treni a lunga distanza, popolari tra i turisti diretti nelle spiagge nel sud o nelle montagne nel nord della Thailandia. A seguito dell'attacco le ferrovie di Stato thailandesi hanno introdotto vagoni separati per donne e bambini nei principali treni notturni. Dopo l'aggressione la giunta militare, al potere nel Paese dal colpo di Stato del 22 maggio scorso, ha licenziato il presidente delle ferrovie.
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