divertire
fa da pagliaccio
Non è un caso che due pagliacci siano diventati presidenti del consiglio (uno era anche animatore di un villaggio vacanze). Ma cos'hanno in comune gli uomini-idolo contemporanei, dal pagliaccio all'uomo d'affari, dal capoufficio al bullo?
Riallacciandomi a quanto diceva Rita sul ruolo dell’ambiente: in una data società è più a suo agio, ha più successo ed è considerato più sicuro, l’uomo che ha le caratteristiche che questa società premia.
Ebbene, in una società-nursery è l’immaturità (anche in forma di barbarie) il tratto più apprezzato. La virilità è scambiata per un semplice sfoggio di vitalità e di sorrisi negli schemi rigidi e ristretti di un'allegra sicurezza, ma un uomo del genere non può che rimanere al livello di maturità di un adolescente.
L’uomo apprezzato nell'anti-civile contesto attuale non ha grande apertura mentale o profondità di pensiero, è emotivamente indurito e insensibile a tutto, fuorché a una ristretta area di esperienza. Per poter essere capace di agire, non dev’essere in grado di sentire. In realtà è rigidamente adolescente e poco percettivo. Va da sé che un tipo del genere si riveli deludente sul piano sentimentale, per impulsività o volubilità.