Il Cyber Berkut, un gruppo di specialisti del settore informatico, ha recuperato un documento che inchioda George Soros. Guardate un po'.
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=832290000173835&id=725233754212794IL «KIBER-BERKUT» HA FORZATO LA CORRISPONDENZA PRIVATA TRA SOROS E POROSHENKO
Gli hacker hanno pubblicato documenti dal server del presidente Poroshenko, in cui viene esposta la «strategia» da seguire in ucraina.
Gli hacker del gruppo «Kiber-Berkut» hanno comunicato di aver forzato il server del presidente ucraino. Nel sito del «Kiber» sono stati pubblicati alcuni documenti del Fondo Soros e frammenti della corrispondenza privata tra Petro Poroshenko e lo speculatore statunitense, di cui si conosce benissimo il desiderio di prendere parte attiva alla privatizzazione del settore energetico ucraino con la complicità del Consiglio dei Ministri di Kiev. Il «Kiber-Berkut» annuncia che il potere di Kiev sta attuando una politica che non segue gli interessi nazionali, ma solo quelli degli Stati Uniti.
Le direttive indicate da Soros (foto 1) confermano chiaramente che l’Ucraina serve agli Stati Uniti solo in qualità di vittima da sacrificare in una guerra contro la Russia. Nel corso di questa guerra, gli USA devono restare debitamente dietro le quinte. Per questa ragione Soros insiste sulla necessità, per gli USA, di inviare a Kiev armi tecnologicamente all’avanguardia e di addestrare i militari ucraini nei paesi dell’Europa orientale più fedeli a Washington. Come la Romania.
Nei punti visibili nella foto n.2, leggiamo poi che l’unione europea deve farsi obbligo di raccogliere ogni anno 1 bilione di euro per sostenere lo sforzo bellico ucraino. Questo ordine impartito dallo speculatore statunitense non può che colmare di gioia e speranze per il futuro i contribuenti italiani, greci, spagnoli…
Infine, in base al piano di Soros, il conflitto con la Russia deve essere condotto in maniera semi-illegale. In una maniera, cioè, che non infranga l’accordo di Minsk. I maggiori consiglieri di Poroshenko dovranno essere il generale statunitense Wesley Clark e il suo corrispettivo polacco Waldemar Skrzypczak (foto 3).