Penso inoltre che i classici lavori femminili sono stati soppiantati per primi dalla industrializzazione, quindi sono diventati lavori costosi e inutili. Se vale più la pena comprare un vestito che farlo, se è più buono il pane nel negozio che quello fatto in casa alla fine non è che la donna non si sente desorientata che "mo, io cosa devo fare?"
Questa è l'opinione oggi prevalente, che ritiene che l'organizzazione sociale debba essere subordinata all'economia e alla tecnologia. Invece dovrebbe essere il contrario, perché c'è un dato organico, la natura umana, da cui non si può prescindere:
il succo del problema è proprio questo, la scelta: se scegli la carriera, necessariamente trascurerai la famiglia, se scegli la famiglia dovrai lasciar perdere straordinari, trasferte, eccetera. Non esistono molte vie di mezzo, di solito se provi a salvare capra e cavoli, avrai problemi a casa e sul lavoro.
E non credo siano molti gli uomini cui dispiace una donna che preferisce (per esempio) ricamare anziché guardare tutto il tempo la tv, come non penso siano molte le persone che preferiscono il cibo da supermercato a quello dell'orto.
quoto, è per questo che tutti i discorsi sulla donna tradizionale a casa e l'uomo al lavoro mi lasciano perplessa, e lasciano quel senso di inspiegato che nessuno ancora riesce a chiarirmi, oggi.
Provo a chiarire. La donna non è "tradizionale" perché non lavora (lo ha sempre fatto), né questo modello si rifà a paternalismi tipo "lavoro io per te perché sei donna".
C'è generalmente un'immagine molto stereotipata di queste donne, perché di solito non se ne conoscono. Quelle che ho conosciuto non hanno nulla a che vedere con le amish o le geishe.
Il problema non è il lavoro di per sé, ma il fatto che quest'ultimo è oggi per lo più incompatibile col ruolo naturale (non semplicemente biologico) della donna, per il tempo e gli spostamenti che richiede.
C'è anche da dire che le donne che apprezzano questo ruolo sono generalmente più femminili, più seducenti, e i loro matrimoni tra i più riusciti e felici.
La semi-libertà dal lavoro di una casalinga è un privilegio, non una condanna. Però il maggior tempo libero oggi a disposizione grazie a scuole ed elettrodomestici, viene visto come fonte di noia anziché come risorsa. La famiglia una volta era un centro di vita sociale, oggi è l'ufficio la nuova famiglia, dove non c'è consanguineità e le relazioni umane sono sicuramente più artificiali.
Poi non è un modello che deve piacere per forza, soltanto bisogna scegliere consapevolmente, avendo ben chiare le conseguenze in un senso o nell'altro.
La stessa Costanza Miriano lavora come giornalista,
Si può star certi che per barcamenarsi fa ricorso continuo ad asili nido (che senza tema di esagerare, sono un’anticipazione del falansterio), parenti e baby-sitter assortite.
Lei stessa è l'esempio vivente di come non sia certo il ruolo o chi fa che cosa ma il come lo si vive
Sì, è già molto, ma è l'ambiente a plasmare le persone: noi siamo quello che facciamo, ma abbiamo la libertà di scegliere anziché dare per scontato che i condizionamenti ambientali siano buoni.
Non ci sono per il momento che due vere soluzioni: o ripensare il lavoro a misura d'uomo (e di donna), o prendere le distanze da mansioni lavorative di cui gli uomini per primi, da che mondo è mondo, farebbero a meno.
Comunque sono problemi in via di superamento, col lavoro a domicilio grazie alla telematica e la scomparsa della differenziazione tra lavoro e tempo libero.