Ma certo, come no.
C'è una bella differenza fra giocare e lavorare, alzarsi la mattina alle cinque o alle sei, recarsi in fabbrica o in cantiere, timbrare il cartellino, star sotto un capo che ti rompe i coglioni, dover continuamente rendere conto di ciò che fai, se sei produttivo o meno, se hai soddisfatto questo o quel cliente, perché il lavoro non procede come dovrebbe, ecc ecc.
Tu, cara Lucia, vivi in un mondo fantastico, perché del mondo reale, del mondo dove il comune mortale è costretto a fracassarsi gli zebedei dalla mattina alla sera, non sai assolutamente nulla.
Io ti metteri a lavorare con i carpentieri o i muratori, volendo con i mattonatori, per farti capire la differenza che passa fra le chiacchiere e la realtà, fra la teoria e la pratica.
Ricordati che la grandissima maggioranza delle persone lavora "perché deve", ossia per campare, non perché "gli piace"; e questo discorso vale in Italia, come in Ungheria, in Romania, in Serbia, in Albania e in qualsiasi altro Paese.
1.
Quando dico che agli bambini piace lavorare mi riferisco specialmente al fatto che si dice che "grazie agli elettrodomestici la donna ha molto più tempo libero per stare con i figli."
No, meglio senza elettrodomestici, i lavori fatti in casa per un bimbo piccolo sono cose interessanti e partecipa volontieri, anzi si sente importante.
2.
Ho lavorato in turni 6-14, 22-06, 14-22, per un anno, ho fatto pendolare per due anni in un paesino sperduto, non ho paura di lavorare.
Oggi solo non ho soldi per lavorare (per fare la mia impressa). Infatti incoraggierei più le imprese aperte da 40 enni non quelle giovanili.
3. Se ogni mattina dobbiamo fermarci durante il percorso scolastico per 5 minuti per guardare un gru è perché agli maschi quelle cose piacciono (solo che col tempo si dimenticano)
Ho lavorato come insegnante anch in una scuola profesionale agli miei alunni le piaceva a tutti il mestiere che avevano scelto, le piaceva lavorare.
la mia domanda era un’altra: quale lavoro oggi di fatto valorizza qualità femminili?
Secondo me la donna (la femminilità) è una invenzione maschile.
Una donna è femminile indifferentemente di che lavoro fa, e può non essere femminile indiferentemente del lavoro che fa. Tutto dipende dal livello ormonale del uomo che la pensa.
Garanzia che un lavoro rende più femminili non c'è.
Senza generalizzare, il lavoro femminile (eccetto forse la segretaria e alcuni lavori non di carriera menzionati da Fazer) spesso inasprisce e inaridisce il carattere. Penso dipenda dal fatto che il lavoro è stato per certi versi disumanizzato.
le lavandaie o le mondine o donne coinvolte in altri lavori fisici stressanti di secoli fa erano altrettanto inasprite e inaridite.
Le aristocratiche magari mantenevano la femminilità perché non facevano sforzi fisici, ma anche là una poteva avere carattere autoritario