La scontatissima, risibile risposta di Silvia Truzzi, da Il Fatto Quotidiano di domenica, 19 ottobre 2014, pag. 22, dal titolo: Caro Massimo, sulle donne i Fini non giustificano i mezzi.
Risibile e scontatissima soprattutto la chiusa finale, quando anche laddove si presentassero con tutte le testè citate caratteristiche gli uomini che alle donne di oggi "mancherebbero così tanto", verrebbero presi a pete se non derisi, e subito scartati in favore magari dell'italiano come del marocchino o dell'albanese non c'è eccezione nè differenza alle mode che tirano, che menefreghista e coatto (altro che i corteggiatori e gli "attenti", che innegabili risate a queste stantie stronzate femministe/iche!) magari le sfrutta pure, le mena e le tratta male, e come tanto piace questo sì alle donne, che le riempia di balle e neghi, neghi sempre soprattutto l'evidenza. Certo, tutto molto "virilmente" e maschiamente, certo,.. certo...
Periodicamente Massimo Fini, che questo giornale ha la grande fortuna di ospitare dalla sua nascita, scrive un’invettiva contro le donne. Nel 2010 il titolo era: “Le donne sono una razza nemica”. Tocca qui rispondergli, oggi come allora, perchè la sua rubrica Battibecco esce il sabato, Fatti di vita la domenica: proveremo a farlo, cercando di non incorrere in uno dei molti capitali difetti dei quali c’incolpa: Nel 2010 la prima lamentela che si muoveva al nemico in gonnella era che le donne vivono sette anni piu’ degli uomini: Apprendiamo che il gap si è dimezzato, passando a 3,8 anni: “Ben gli sta: Hanno voluto entrare nel mondo del lavoro e ne hanno assunto tutto lo stress”. In effetti, oggi piu’ che mai le donne lavorano per hobby, non per necessita’ di portare uno stipendio a casa. Senza dire che l’autonomia economica ha concesso al “secondo sesso” di non dover dipendere dal primo (mariti, padri, amanti): Con il conseguente effetto collaterale di scegliere come, dove e con chi stanno bene. “Nella competitivita’ sul lavoro- altra fucina di nevrosi- non hanno rivali. O. per essere più precisi, li hanno: sono le loro colleghe, soprattutto le brutte”. Onestamente, non commentabile: “Per non retrocedere allo status di “brutte” sono costrette ad acrobazie faticosissime: Gia’ la manutenzione del corpo di una donna impegna un paio di ore al giorno, fra maquillage, capelli, depilazioni, abluzioni accuratissime”. Ma si è mai sentito un uomo che volesse accanto una donna puzzolente, coi capelli unti e i peli sulle gambe?
Fanno un doppio lavoro, le arpie. “Quello in ufficio e quello a casa”. Forse se mariti e fidanzati dessero una mano autentica a casa – invece di spaventarsi perché lei ha un buon lavoro e farle pagare ogni ritardo con frasi colpevolizzanti, tipo “Non hai ancora cucinato la cena?”-tutto sarebbe piu’ facile. Sulla maternità Fini dice che le donne, il cui picco di fertilità arriva ai 27 anni, si svegliano verso i 40 quando tutto è piu’ difficile: Concepire, portare avanti la gravidanza, partorire e crescere i pargoli. Vero, dal punto di vista della natura il bilancio è negativo: Però bisogna fare molta attenzione: la questione è talmente personale, intima, legata a milioni di fattori (economici, emotivi, sentimentali, di salute) che ogni generalizzazione è stupida. Soprattutto l’obiezione rischia di essere offensiva o peggio, dolorosa per chi la riceve. “Sono perennemente insoddisfatte: A parte quelle che lamentano “depressioni cupissime”, “solitudini infinite”, non ce n’è una fra le mie amiche, quelle comprese fra i 25 e i 55 anni (oltre diventa inutile discutere, perché nessuno le scopa più, se non per dovere d’ufficio) che non sia attratta da esoterismi, Osho, Milarepa e altre stronzate orientali”. Almeno una sì, se è possibile ambire all’epiteto “amica”. Ma discutibili tendenze spirituali a parte, davvero bisognerebbe dire che anche per i maschi oltre una certa età fare sesso diventa un problema biologico. La pillola blu è un aiutino (ancorchè non innocuo), ma non è che certe pance flaccide e tripli menti ballonzolanti siano un bello spettacolo. Però Fini ha ragione quando scrive che mentre la donna si mascolinizzava, l’uomo si femminilizzava. E infattin alle donne o maschi mancano. Tantissimo. Quelli che sapevano guardare, corteggiare, proteggere. Che superavano l’adolescenza, quando l’adolescenza finiva. Al di là di anacronistiche incazzature di genere e clichè scontati, si potrebbe semplicemente venirsi un po’ incontro. E magari chissà, perfino recuperare un po’ di incanto (magari funziona anche per i sagaci polemisti).
Silvia Truzzi