Autore Topic: in interiore homine habitat veritas?  (Letto 945 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Animus

  • Veterano
  • ***
  • Post: 4409
  • Sesso: Maschio
    • uomini3000
in interiore homine habitat veritas?
« il: Ottobre 22, 2014, 12:17:31 pm »
L'avrei potuto chiamare anche così, con la celebre frase di S.Agostino.
Di fatto, un Nietzsche, non ancora trentenne, ma già "grandissimo", ci rivela con la sua consueta capacità profetica, se si possa ancora credere che la verità risieda nell'interiorità dell'uomo (secolarizzato/addomesticato dalla "storia").

Seppure scritto nel 1874, gli argomenti sono attualissimi..
Ma Nicce sapeva anche questo, non a caso, "l'utilità e il danno della storia per la vita" (da cui è tratto il breve sunto)era stato inserito tra "le 4 considerazioni inattuali" (per il suo tempo). ;)

A lezione da Nietzsche




“Oggi più che mai, (ci attanaglia, ndr) un dubbio sul fatto che la famosa interiorità dimori realmente ancora nel suo inaccessibile tempietto: sarebbe terribile pensare che essa si sia dissolta.

Quasi così terribile come il pensiero che quell’interiorità … fosse divenuta un’attrice, se non qualcosa di peggio: «Noi sentiamo con astrazione», egli afferma[1], «non sappiamo quasi più come si esteriorizzi il sentimento nei nostri contemporanei; (per ovviare ndr) gli facciamo spiccare dei salti …
Shakespeare ha rovinato tutti noi moderni.»

Cosa si deve ancora sperare, ancora credere … se l’interiorità ha appreso a spiccar salti, a ballare, ad imbellettarsi, ad estrinsecarsi con astrazioni e calcoli, e a smarrire poco alla volta se stessa!

E ora ritorniamo alla nostra prima tesi: l’uomo moderno soffre di una personalità debole.
Come il Romano dell’età imperiale divenne dimentico della sua romanità … così succederà all’uomo moderno, che si fa continuamente organizzare dai suoi artisti storici la festa di una esposizione mondiale; si è trasformato in uno spettatore gaudente ed errabondo, ed è posto in uno stato al quale neppure grandi guerre e grandi rivoluzioni possono apportare un qualche mutamento.”

Sull’intelletto dell’uomo razionale

“Costui non vede qualcosa che invece il bambino vede, non sente qualcosa che invece il bambino sente; questo qualcosa è proprio il più importante: poiché egli non lo capisce, la sua comprensione è più infantile del bambino e più ingenua della ingenuità — malgrado le molte furbe rughette dei suoi lineamenti incartapecoriti …

Ciò vuol dire: egli ha annientato e perduto il suo istinto, egli non può più ora, fidando nel «divino animale», lasciar cadere le redini, quando la sua mente vacilla e il suo cammino conduce attraverso deserti.
Così l’individuo diventa titubante e incerto e non può più confidare in se stesso: affonda … nel caotico ammasso delle nozioni apprese, dell’istruzione che non diventa vita. Se ci si sofferma sull’esteriore, si osserva come … la storia abbia tramutato gli uomini quasi in puri abstracta e ombre.

(Ad) una generazione di eunuchi …  conviene perfettamente la pura obiettività.
Comunque si direbbe che il compito sia di controllare la storia perché non ne scaturisca nulla … nessun evento! — di evitare che attraverso di essa le personalità divengano «libere», ossia veraci con se stesse, veraci verso gli altri, o per meglio dire nella parola e nell’azione.

Ci si domanda, allora: sono questi ancora uomini o semplicemente macchine pensanti, scriventi, parlanti?

Questi non sono uomini ma solo compendi incarnati e per così dire concreti abstracta
Se si tratta di uomini, lo sono solo per colui «che esamina le viscere».
Per tutti gli altri si identificano in qualcosa di diverso, non uomini, non dèi, non animali, ma frutto di un’educazione storica, sempre e soltanto educazione, figura, forma senza contenuto, purtroppo solo una cattiva forma, e per di più uniforme.

Come già accennato, è una generazione di eunuchi; per l’eunuco una donna è come un’altra, è solamente donna, la donna in sé, l’irraggiungibile in eterno — e così non c’è differenza in quel che fate, purché la storia stessa sia vigilata in maniera bellamente «oggettiva», cioè da parte di coloro che non potranno mai essi stessi fare storia.

E poiché l’eterno femminino non vi trarrà mai in alto, lo trascinate in basso verso di voi, e neutra siete …
Né maschi, né femmine, e neanche communio (l’androgino ndr), sempre solo neutra , con parole più raffinate: gli eterni-oggettivi.”

Estratto da: Sull’utilità e il danno della storia per la vita (1874)
F. Nietzsche

 
1 – Nietzsche cita lo scrittore e drammaturgo austriaco,  Franz Grillparzer.
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

Ha crocifissi falci in pugno e bla bla bla fratelli (Roberto Vecchioni)