Autore Topic: Il paese più maschilista d' Europa  (Letto 3045 volte)

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e-manuel

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Il paese più maschilista d' Europa
« il: Marzo 20, 2010, 11:09:25 am »
http://www.graziamagazine.it/people/autori/caterina-soffici-da-voce-alle-donne



Caterina Soffici dà voce alle donne

Da noi sono ultime in tutto: in politica, negli uffici, nei consigli di amministrazione delle società. Dovremmo protestare, ma non lo facciamo. «È perché siamo convinte di essere libere, ma non è così. E gli uomini ne approfittano»


Che cosa fareste ogni giorno con 81 minuti di tempo in più per voi? C’è solo l’imbarazzo della scelta: andare dal parrucchiere, un corso di pittura, chiacchierare con le amiche, un po’ di shopping, leggere finalmente un libro con calma, fare un massaggio rilassante o semplicemente giocare con i bambini. Un sogno! Be’, sappiate che i maschi italiani godono di questo privilegio: secondo l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, 81 minuti e mezzo è la quantità di tempo libero e di svago che gli uomini, in Italia, hanno in più ogni giorno rispetto alle donne. Delle 18 nazioni analizzate, il nostro Paese risulta il meno “paritario”. «Si conferma il più maschilista tra quelli della ricerca. Superiamo perfino il Messico», dice Caterina Soffici, che a questo argomento ha dedicato un libro, Ma le donne no. Come si vive nel paese più maschilista d’Europa (Feltrinelli). «E la cosa più impressionante è che, conti alla mano, quegli 81 minuti e mezzo sono quasi 500 ore all’anno. È come se le donne lavorassero ogni anno due mesi in più rispetto agli uomini». Diciamo la verità, è una notizia che non può lasciarci indifferenti. E, insieme ad altri dati raccolti nel libro (per esempio il fatto che in media guadagniamo il 26% in meno dei nostri colleghi maschi), è il motivo per innescare una protesta.

Anzi, quanto basta per fare la rivoluzione. E, invece, le donne italiane non si ribellano. Perché?
«Me lo sono chiesta anch’io mentre ho iniziato a scrivere questo libro. Adesso ho la risposta: le donne in Italia non lottano più perché, convinte di essere libere, pensano non sia più necessario. Siamo vittime di un’illusione».

Quindi la parità esiste sulla carta, ma non in realtà.
«Tra le mamme dei compagni di scuola dei miei figli (Jacopo, 10 anni, e Lorenzo, 9, ndr) i giorni scorsi è girata la voce del mio libro. Molte hanno iniziato a leggerlo. Vuole sapere qual è stato il loro commento? “Che alcune donne fossero discriminate lo sapevamo, ma non così tante e in modo così sistematico”. Non potevano credere che nella ricca e civile Lombardia non ci fossero donne nella Giunta regionale».(Sto per farle un’altra domanda, ma il suo telefono squilla. Suona più di sette volte durante l’intervista: sono televisioni, giornali, siti online, periodici che vogliono intervistarla. Dopo un po’ guardo stupita Caterina e scoppiamo a ridere: anche lei non si aspettava di essere così “richiesta”. Il suo saggio è in libreria da pochi giorni, ma ha già scatenato un acceso dibattito).

Nel suo libro lei parla anche di Antonella Clerici...
«Sì. Ha appena fatto Sanremo, è di nuovo sulla cresta dell’onda, ma anche lei, ricca e famosa, ha pagato un prezzo altissimo per la sua maternità. Nel momento di massima fragilità, le hanno tolto La prova del cuoco, la trasmissione del cuore. “L’hanno fatta sparire come un dado nel brodo e lei era il faro di quel programma”, ha commentato la comica Luciana Littizzetto. La Clerici è una star, uno dei volti più popolari della tv. Non è una donna come tutte le altre. Ma è stata trattata come tutte le altre».

E negli altri Paesi?
«Le discriminazioni esistono anche all’estero. Ma finiscono in tribunale. Anche da noi, ovviamente, è possibile far valere i propri diritti, ma di solito le lamentele si esauriscono alla macchinetta del caffè. Oppure finiscono male, come nel caso di Mariangela, un’ingegnere idraulico. Tornata in ufficio dopo avere avuto un bambino, ha trovato un’altra persona promossa al posto suo: “Adesso che hai un figlio e, con tutti gli impegni che questo comporta, non sei più affidabile”, le ha detto il suo capo. “L’incarico da dirigente non va bene per una donna”. Ma, se Mariangela volesse intentare una causa, nessuno andrebbe a testimoniare a suo favore. Nessuno direbbe davanti al giudice che lei è stata discriminata. La verità è che più del 70% degli italiani non sa neppure che certi comportamenti sono illegali. Negli Stati Uniti, invece, nella gigantesca causa legale contro il colosso della distribuzione Wal-Mart, hanno aderito tutte insieme un milione e mezzo di donne. E cliccando su www.walmartclass.com, i dipendenti possono seguire lo svolgimento del procedimento (e aggiungere nuove testimonianze). E rimarrà nella storia soprattutto “nonna Lilly Ledbetter”, una signora di 70 anni che, con l’aiuto di Barack Obama, ha vinto contro la fabbrica di pneumatici Goodyear, che, per anni, l’ha discriminata. “In tutti questi anni nemmeno per un minuto ho pensato che non avrei vinto. E così è andata”, ha dichiarato Lilly Ledbetter».

Lei racconta anche le lacrime di Stefania Prestigiacomo dopo la bocciatura, nel 2005, della sua proposta per le quote rosa (se fosse passata, nelle elezioni sarebbe stato riservato il 25% di posti in lista alle donne). Un fallimento?
«A dirle la verità, prima di scrivere questo libro la pensavo un po’ come Emma Bonino, che sostiene: “Non ho mai amato le società per quote, i bianchi, i neri, i gialli, le specie protette...Voglio essere scelta per merito e non per numero”. Adesso ho cambiato idea. Io metterei le quote anche negli asili e nelle scuole. Non ha senso che siano solo le mamme ad andare alle assemblee di classe».

Lei ha scritto un libro che difende le donne, ma vive in un mondo di maschi: due figli e un marito. Sta educando i suoi bambini “alla parità”?
«Niente affatto. I miei figli, per farmi arrabbiare, quando chiedo se hanno fatto la cartella o se si sono lavati i denti, mi dicono: “Zitta, donna”. Scherzi a parte, hanno imparato presto a collaborare, ad apparecchiare, a fare la spesa in vacanza (con qualche contrattempo: quando ho chiesto a Jacopo, il mio primogenito, di comprare tre petti di pollo, è tornato a casa con sei chili di carne). Mio marito, invece, è da sempre il mio complice: solo grazie a lui ho potuto lavorare per tanti anni in un quotidiano, tornando a casa tardissimo la sera. Ma per il libro, per guardare in anteprima i capitoli, niente uomini. Ho chiesto consulenza a una donna molto speciale: mia mamma».

Offline fabriziopiludu

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Re: Il paese più maschilista d' Europa
« Risposta #1 il: Marzo 20, 2010, 13:32:57 pm »
Ma cosa sta dicendo sta qua!?

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Re: Il paese più maschilista d' Europa
« Risposta #2 il: Marzo 20, 2010, 13:38:57 pm »
Ma cosa sta dicendo sta qua!?

Le solite falsità femministe !!!!! Stravolgono completamente la realtà per ottenere sempre di più ! Questa è la Femmina.

Offline Anomaly

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Re: Il paese più maschilista d' Europa
« Risposta #3 il: Marzo 20, 2010, 18:48:26 pm »
Questa è la Femmina.

Sarebbe più corretto dire: Questa è la Femminista.

Offline fabriziopiludu

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Re: Il paese più maschilista d' Europa
« Risposta #4 il: Marzo 20, 2010, 21:56:18 pm »
Ma cosa dice!!!??
Obbligo di testimoniare in favore di una donna!?
Ma scherza, o che cosa!!!!!!??
Io mi ribello!!!
Comportamenti illegali!!!???
Questa è un Goebbels!

Offline ilmarmocchio

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Re: Il paese più maschilista d' Europa
« Risposta #5 il: Marzo 21, 2010, 14:35:05 pm »
Ma cosa dice!!!??
Obbligo di testimoniare in favore di una donna!?
Ma scherza, o che cosa!!!!!!??
Io mi ribello!!!
Comportamenti illegali!!!???
Questa è un Goebbels!
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Vero. dietro tutti i discorsi fumosi traspare il germe dell'autoritarismo. Tutto imposto per legge, compreso il travisamento della realta'