Esatto. NON esiste il "femminismo moderato" o una faccia "moderata" o "paritaria" del femminismo: esiste un femminismo e basta
E mira a una cosa sola: il suprematismo femminile. Da realizzare a tutti i costi e con ogni mezzo leale o sleale, democratico oppure
autoritario, legale o illegale, costituzionale o anticostituzionale. E nessuno si sogni di contestare quello che le stesse femministe
ammettono, quando vengono messe alle strette o con le spalle al muro. E chi pensa di avviare un "dialogo" con il pensiero e con
l'universo femminista è solo un povero illuso. Oppure un maschiopentito. O uno zerbino. Il femminismo non è uno e trino. E' uno.
Punto e basta.
Questo è vero. Ma a far danni è il femminismo dissimulato nelle istituzioni, l'unico del resto che potrebbe interessare alla gente. Se si disperdono le energie su mini-gruppi radicali, il 99% delle persone pensa (giustamente) che si tratta di esaltate innocue che non le riguardano, rinforzando il pregiudizio favorevole sul femminismo "buono" della parità e delle quote rosa.
La benzina del femminismo è l'indifferenza generale, causata anche dalla dispersione in questioni futili. Ci vogliono idee che
aggreghino la gente, non che creino mini-gruppi contrapposti.
E' una delle tecniche fondamentali dell'ingegneria sociale: il potere si dissimula da preda e da salvatore e mette le persone a lui soggette l'una contro l'altra, facendo credere a ciascun gruppo molecolare di essere l'uno la causa dei mali dell'altro.
Da ciò deriva un caos sociale ritenuto a torto una fatalità inevitabile, quando in realtà si tratta di una forma di controllo ben organizzata.
"L'ingovernabilità" è in realtà una sofisticata forma di governo, che impedisce alle persone di aggregarsi per farle andare nella direzione voluta, come turaccioli trasportati dalla corrente.
Si può teorizzare quanto si vuole sulla QM e sul femminismo, ma se non diverremo coscienti di questi meccanismi continueremo a essere menati per il naso.