Autore Topic: Mancano solo i bonifici o gli assegni...  (Letto 2701 volte)

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Offline Angelo

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Mancano solo i bonifici o gli assegni...
« il: Ottobre 10, 2014, 15:47:46 pm »
Spulciando, con la solita calma, sul web noto questo interessante pdf* /documento istituzionale (di sotto linkato) preso a sua volta da un articolo di un giornale.
Consiglio vivamente di leggerlo. Notate il periodo politico e la "firma" di una che "piangeva"... Attenzione ci vuole tempo e calma. Credo ne valga la pena.

http://www.pariopportunita.gov.it/images/strategianazionale_definitiva_29aprile.pdf


Al punto 4.1.2 , leggendo con calma, noto qualcosa di particolare...
Cito testualmente:

coinvolgimento degli Uffici scolastici regionali e provinciali sul diversity management
per i docenti;
- accreditamento delle associazioni LGBT, presso il MIUR, in qualità di enti di
formazione
;
- arricchimento delle offerte di formazione con la predisposizione di bibliografie
sulle tematiche LGBT e sulle nuove realtà familiari, di laboratori di lettura e di un
glossario dei termini LGBT che consenta un uso appropriato del linguaggio.



Adesso sappiamo abbastanza bene che in certe università, tra cui l'Orientale di Napoli, esistono addirittura "studi femministi e di genere che nel loro statuto vietano agli uomini di entrare (naturalmente linko tutto qui sotto).



Sei in: L’Orientale » Centri di elaborazione culturale » Centro di elaborazione culturale e formazione "Archivio delle Donne" » Statuto

ART.2
 
Al Centro possono aderire, previa domanda da presentare secondo le modalità previste dal Regolamento, le docenti titolari di insegnamento, anche se fuori ruolo o collocate a riposo, le affidatarie e supplenti, le titolari di contratti di insegnamento, le ricercatrici, le assistenti, le tecniche laureate, le dottorande, dottorate e borsiste dell’IUO.
E’ ammesso il recesso dal Centro, previa domanda, da inviare al Presidente del Centro stesso, almeno 15 giorni prima.


Inoltre, un noto "pensatore", laureato fa lezioni (pagate da chi? ) , presso le scuole italiane, presso centri che "sponsorizzano eventi" ...

http://questouomono.tumblr.com/post/93962753202/questo-uomo-no-48-quasi-un-anno-fa-that-time-in

http://questouomono.tumblr.com/post/75042111938/questo-uomo-no-42-the-one-at-mamianis

Questo uomo no, #42 (the one at Mamiani’s)

Pochi giorni fa sono stato al liceo Mamiani di Roma, dove il collettivo ha (auto)organizzato un “Laboratorio sulle questioni di genere”. Ho parlato per un’ora abbondante di linguaggio sessista nell’ambito privato, sociale, pubblico e sui media.
Queste le slides che ho usato: in formato PPT e in formato ODP.
Ho trovato ragazzi attenti e interessati - esattamente quello che speravo. Continueranno i loro incontri su altri temi: il queer, la transessualità… bravissimi. Dàje così.

Speravo in qualche “caso” che potesse esemplificare tante delle cose dette in quella occasione. Non c’è stato bisogno di aspettare molto: ieri, in Parlamento, violenza e insulti sessisti. Ottimi esempi di come non usare il corpo e il linguaggio; e che sono venuti da rappresentanti del potere legislativo, in quella fondamentale istituzione che è il Parlamento.
Tu, uomo che credi esitano dei momenti, delle situazioni, delle contingenze nelle quali il sessismo è giusto, lecito, si può usare, è inevitabile: sei solo un povero ipocrita. Questo uomo no.




Inoltre, un documento "lavorato" da una nostra "famosa" conoscenza,citata da una grandissima figura del vecchio forum,
http://ragionimaschili.blogspot.it/2012/07/nel-mirino.html
 presenta dei ringraziamenti in favore di ... FaS.


http://files.giuristidemocratici.it/giuristi/Zfiles/ggdd_20110708082248.pdf

Per l'art. 15-16:
Danna Daniela, ricercatrice in Sociologia presso l'Università degli Studi di Milano
Ulivi Manuela, Avvocata, Casa delle donne maltrattate di Milano
Femminismo A Sud




Notiamo inoltre che la "capessa" di FaS "ultimamente" scrive su...

http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/eeretica/

Vi consiglio di astenervi dalle offese, pur immaginando che dentro di voi, lettori occasionali ed utenti del forum, qualcosa ribolle. Ma i loro documenti li inchioderanno.
Le loro firme sotto decreti pro gender e pro femminismi. Le loro lezioni in favore della pedopornografia nelle scuole (vedi caso francese*) saranno la prova documentata che deve essere esibita, senza rabbia. Freddamente e lucidamente. DAVANTI A TUTTI.  PERCHE' DAVANTI A TUTTI, DICONO DI "AIUTARE I DEBOLI" MENTRE IN REALTA' SONO STRUMENTI DEL SISTEMA.

*http://www.tempi.it/cosa-fanno-i-maschietti-accademie-francesi-consigliano-alle-scuole-un-libro-per-pervertire-le-regole-sulla-sessualita#.VDfjX2d_tN2


Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline ilmarmocchio

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Re:Mancano solo i bonifici o gli assegni...
« Risposta #1 il: Ottobre 10, 2014, 18:16:47 pm »
ottimo ( in senso negativo ), raccolto.
lo leggerò

Offline Vicus

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Re:Mancano solo i bonifici o gli assegni...
« Risposta #2 il: Ottobre 10, 2014, 19:24:03 pm »
Questa è la prova provata che femminismo e gender viaggiano sullo stesso binario, e hanno gli stessi metodi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Angelo

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Re:Mancano solo i bonifici o gli assegni...
« Risposta #3 il: Ottobre 22, 2014, 23:40:15 pm »
http://costanzamiriano.com/2013/11/25/rivoluzione-sessuale-globale/

L’autrice del libro La rivoluzione sessuale globale (Die globale sexuelle Revolution), la sociologa e pubblicista tedesca Gabriele Kuby, è una delle poche voci che con autorità riconosciuta si levano per criticare il relativismo occidentale odierno. A lei si deve, ad esempio, che il ministro federale della famiglia in Germania, Ursula von der Leyen, sia stata obbligata a togliere dalla circolazione il libro di educazione sessuale Corpo, amore, il gioco del dottore, in cui fra altre aberrazioni si invita ai genitori a giocare sessualmente con i loro bambini.

Il saggio di cui mi occupo riprende alcuni temi di due delle sue opere precedenti:  Gender  Revolution. Il relativismo in azion (Cantagalli 2008) e Statalizzazione dell’educazione. Sulla via per diventare uomini nuovi (2007). Adesso però la sua denuncia acquista una portata universale. Da qui il titolo del libro La rivoluzione sessuale globale; una rivoluzione che, come indica il sottotitolo (Distruzione della libertà nel nome della libertà), pretende di cambiare radicalmente le persone e la società facendo leva su una volontà di potenza, di chiara ispirazione nietzschiana. A partire da questa chiave interpretativa, Kuby riesce a raccontare la storia, i metodi e le conseguenze di un’agenda globale potentissima che cerca di modificare le costituzioni dei paesi, le istituzioni educative e le consuetudini dei cittadini con un solo scopo: la costruzione di una società globale in cui le persone siano poche e completamente manipolabili.

A qualcuno potrebbe venire in mente il pensiero: “Ecco, un altro libro sui complotti”. Basta, però, guardare alla quantità di documenti analizzati, ai fatti e alle statistiche raccolte per capire di trovarci di fronte a un libro rigoroso e oggettivo. Nonostante la mole di materiale, la lettura del libro, lungi dall’essere noiosa, diventa pagina dopo pagina piena di suspense e di rivelazioni sorprendenti. Il lettore viene informato del retroscena, i mezzi e la ragnatela di organizzazioni governative e non governative implicate nella messa in pratica di questa agenda globale. Nel contempo gli si offrono le categorie antropologiche e sociologiche necessarie perché questi possa fare le valutazioni pertinenti con cui prendere decisioni.

Nella prima parte del libro (capitoli 1-4), l’autrice presenta brevemente l’origine storica dell’attuale rivoluzione sessuale. Dopo aver segnalato la rivoluzione francese come punto di inizio storico della lotta per raggiungere l’uguaglianza, indica il movimento femminista del 68 come tappa precedente all’ideologia di genere, secondo cui l’umanità non è fatta di uomini e donne, bensì di un’informe massa di uguali che hanno il diritto di costruirsi la propria identità sessuale. Il filo rosso che collega il ‘68 e l’ideologia di genere è, secondo l’autrice, il maltusianismo, cioè il tentativo di diminuire la popolazione mondiale, soprattutto i poveri di Occidente e dei paesi in via di sviluppo. Da questo punto di vista sono molto interessanti i ritratti intellettuali di alcune figure di spicco, come Margret Sanger, Alexandra Kollonti, Wilhelm Reich, Eddie Bernays, Simone de Beauvoir, John Money, Judith Butler, ecc. L’impulso globale della rivoluzione sessuale non procede, però, solo dalle idee, ma soprattutto dalle conferenze organizzate dalle Nazioni Unite (Pechino, Il Cairo, ecc.) con cui si è tentato di decostruire i diritti umani, la sessualità, la famiglia. Da lì sono partiti alcuni degli slogan che hanno fatto il giro del mondo, come l’aborto è un diritto della donna, il “genere” non va imposto ma scelto. Nonostante i secoli trascorsi, i metodi della rivoluzione sessuale globale sono gli stessi della vecchia rivoluzione francese: il terrore. Oggi, però, la ghigliottina non taglia le teste degli oppositori, ma “solo” il posto di lavoro, la carriera accademica o politica.

Nella seconda parte (capitoli 5-10), Kuby continua la sua analisi degli organismi e dei documenti con cui si tenta di introdurre l’ideologia di genere. Fra questi ultimi concede particolare valore ai 29 principi di Yogiakarta, che furono formulati nel 2007 da un gruppo di “famosi esperti” senza autorizzazione né legittimazione in un incontro privato nella capitale indonesiana. Nel marzo dello stesso anno, questi principi furono presentati all’opinione pubblica nella sede delle Nazioni Unite a Ginevra. L’Unione Europea li accolse subito e incominciò a imporli alle istituzioni, ospedali, tribunali… e anche agli asili e alle scuole. Perché, come spiega l’autrice in un altro capitolo, per distruggere il fondamento della famiglia si deve minare l’unione eterosessuale, il che non è facile fra adulti nella stragrande maggioranza eterosessuali. Invece i bambini e gli adolescenti possono essere facilmente plasmati, soprattutto se chi occupa il ministero delle politiche familiari condivide quest’ideologia. Come documenta Kuby, sempre più spesso nella scuola e nel giardino d’infanzia i bambini vengono sessualizzati con giochi, fiabe, rappresentazioni teatrali. Essi vengono così derubati dell’innocenza tipica dell’infanzia. Si presenta ai bambini ogni sorta di pratica sessuale deviante come scelta equivalente incoraggiandoli a esperimentarla. Con ciò la loro personalità può subire cambiamenti irreversibili. Inoltre, le istanze statali creano strutture per minare attraverso l’educazione sessuale generalizzata e obbligatoria a partire dalla scuola materna il diritto e l’autorità dei genitori. Nell’implementazione dell’ideologia di genere gioca anche un ruolo decisivo la violenza linguistica e la pornografia, definita dall’autrice la nuova piaga globale. Mediante la creazione di neologismi come “gender”, la sostituzione di parole, come genitore A (padre) e genitore B (madre) e l’attacco al linguaggio non solo si corrompono le parole, ma si dà origine a “nuove realtà”, poiché — come hanno sempre pensato gli ideologi di ogni tempo – “non è la verità a farci liberi, ma la libertà a fare la verità”.

Nell’ultima parte del libro (capitoli 11-15), Kuby analizza le armi che il nuovo totalitarismo usa per combattere i ribelli: l’intolleranza e la discriminazione. In questo modo l’autrice sottolinea il paradosso, già accennato nel sottotitolo, di cercar di togliere la libertà nel nome della libertà. Di fronte a questa dittatura relativista che strumentalizza la sessualità per imporre una nuova concezione della persona, l’autrice consiglia di formare la propria coscienza sulla scia della verità. Come antidoto alle derive dell’ideologia di genere, propone di educare non alla sessualità, ma all’amore.

Come scrive Spaemann nella prefazione, si deve ringraziare l’autrice per il coraggio di andare controcorrente offrendoci un saggio che illumina ciò che si nasconde sotto i cambiamenti linguistici, le mode pedagogiche e accademiche che ad un primo sguardo sembrerebbero solo una bizzarria, quando in realtà sono strumenti di una volontà di potenza impegnata alla costruzione di una nuova umanità. Penso perciò che questo libro meriterebbe di essere tradotto nelle principali lingue. A questo scopo, mi permetto di dare due suggerimenti all’autrice. In primo luogo, di rivedere i capitoli dell’ultima parte per darle più unità togliendo ripetizioni; in secondo luogo, di distinguere fra almeno due tipi di femminismo: quello che ha lottato e continua a farlo per il riconoscimento dei diritti politici e sociali delle donne, cioè per l’uguaglianza della donna come persona, e quello, invece, radicale, che scimmiotta una sessualità maschile degenere per la quale il sesso si riduce ad un uso della genitalità senza responsabilità. In questo modo apparirà con più chiarezza ciò che costituisce il genio femminile, la donazione, la cui rivendicazione, lungi dall’essere un ostacolo all’amore, ne è la premessa.

(*) Antonio Malo è Professore Ordinario di Antropologia nella Pontificia Università della Santa Croce

fonte: Family and Media
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Gilbert Keith Chesterton

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Re:Mancano solo i bonifici o gli assegni...
« Risposta #4 il: Ottobre 23, 2014, 00:14:37 am »
Per il lettore frettoloso:
Gender  Revolution. Il relativismo in azion (Cantagalli 2008) e Statalizzazione dell’educazione. Sulla via per diventare uomini nuovi (2007).
un’agenda globale potentissima che cerca di modificare le costituzioni dei paesi, le istituzioni educative e le consuetudini dei cittadini con un solo scopo: la costruzione di una società globale in cui le persone siano poche e completamente manipolabili.
indica il movimento femminista del 68 come tappa precedente all’ideologia di genere,
Nonostante i secoli trascorsi, i metodi della rivoluzione sessuale globale sono gli stessi della vecchia rivoluzione francese: il terrore. Oggi, però, la ghigliottina non taglia le teste degli oppositori, ma “solo” il posto di lavoro, la carriera accademica o politica.
L’Unione Europea li accolse subito e incominciò a imporli alle istituzioni, ospedali, tribunali… e anche agli asili e alle scuole. Perché, come spiega l’autrice in un altro capitolo, per distruggere il fondamento della famiglia si deve minare l’unione eterosessuale
la sostituzione di parole, come genitore A (padre) e genitore B (madre) e l’attacco al linguaggio non solo si corrompono le parole, ma si dà origine a “nuove realtà”, poiché — come hanno sempre pensato gli ideologi di ogni tempo – “non è la verità a farci liberi, ma la libertà a fare la verità”.
Kuby analizza le armi che il nuovo totalitarismo usa per combattere i ribelli: l’intolleranza e la discriminazione. In questo modo l’autrice sottolinea il paradosso, già accennato nel sottotitolo, di cercar di togliere la libertà nel nome della libertà.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Re:Mancano solo i bonifici o gli assegni...
« Risposta #5 il: Ottobre 23, 2014, 12:07:28 pm »
uomo nuovo : infausto termine che deve sempre mettere in allarme