Innanzitutto, benvenuta anche da parte mia.
Io faccio parte di quelli che aborrono la presenza di donne in questo forum, e non per misoginia, ma per il semplice fatto che gli uomini hanno un gran bisogno di parlarsi tra di loro per prendere consapevolezza della propria condizione, senza essere disturbati dalle osservazioni e dai punti di vista femminili che sono ormai onnipresenti sui media e nella societa'.
Ma il forum e' pubblico e mi adeguo.
Quali porte sarebbero ancora da aprire in una societa' come la nostra, dove tutte le leggi o almeno l'interpretazione delle stesse nei tribunali sono pro-donna e anti-uomo?
L'unica cosa che ancora le donne non possono fare e' il prete, il vescovo e il papa, per il resto possono fare tutto con gli stessi diritti MA MOLTI MENO DOVERI degli uomini (ad es. esistono leggi e/o prassi che evitano il carcere alle madri con figli piccoli, che evitano alle donne turni di notte, che impongono a poliziotti uomini di affiancarsi alle colleghe donne , ecc.).
E' stato più volte sottolineato, anche in questo forum, che proteggere la donna è un comportamento di derivazione patriarcale.
Io sono laica e non credente. Ma, per un cattolico che creda nell'uguaglianza dei sessi (due convinzioni che io fatico a conciliare, ma questo non è un mio problema) quello che tu hai citato è un limite, nonché un campo di battaglia. La Chiesa rimane un'istituzione patriarcale: in quanto tale non contrasta solo i diritti delle donne, ma i diritti individuali in generale. E la sua influenza sulla società è notevole.
Per quanto riguarda le leggi dello Stato, direi che le porte sono aperte: il problema, come ho già scritto nella risposta che hai quotato, è tenerle aperte. Per quel che mi riguarda, l'Italia ha smesso di essere un paese patriarcale nel 1975: una volta abolita per legge qualsiasi discriminazione tra i sessi all'interno della famiglia, le fondamenta del patriarcato non reggono più. Resta però il fatto, tangibile ogni volta che apriamo un giornale o accendiamo tv e computer, che il potere sociale ed economico rimane maschile.
Attenzione: io non sono una di quelli che traducono istantaneamente in "discriminazione" qualsiasi differenza tra i sessi che sia a sfavore della donna. Una posizione di potere va voluta senza se e senza va, perseguita con le strategie giuste e pagata a caro prezzo.
In altre parole: l'unico femminismo legittimo sarebbe un femminismo che richiedesse un aumento di DOVERI e non di diritti a carico delle donne, cosi' da equiparare finalmente la condizione femminile a quella maschile.
Perfettamente d'accordo sulla necessità che i doveri vadano di pari passo con i diritti. Molti dubbi, invece, sull'asserzione che l'unica attuale differenza tra i sessi consista in un maggior carico di doveri per gli uomini. Riconosco che gli uomini svolgono le occupazioni più impegnative, in tutti i significati del termine: ma ne godono anche i frutti.
Cominciate a chiedere pene altrettanto severe per le donne a parita' di reato, ad esempio, cosi' da dare finalmente un senso al termine "parita'"!
E' quello che già fanno, pare, le PM più giovani e battagliere. Mentre fare sconti alle donne, specie se madri, è una tendenza di anziani giudici tradizionalisti. Chiedo il parere di qualche utente del Forum che lavori a contatto con i tribunali.