http://abbattoimuri.wordpress.com/2014/11/18/femministe-mettono-alla-gogna-uno-scienziato-per-una-camicia/Questa è la pagina di FKSKK.
Si appoggia ad un fantomatico messaggio di un certo Alberto. Il nick maschile, visto che deve farlo passare da pirla?
La femminista incallita, sulla via di Damasco, dice più o meno quello che dico io...
A parte, se vogliamo proprio cercare il pelo nell'uomo, qualche scivolata... Perché proprio, ad aver rispetto per un uomo, forse una femminista non ce la fa...
Mi interesserebbe sapere che meriti ha quest’uomo a prescindere da tutto e, soprattutto, che valore ha la sua competenza rispetto ai miei bisogni reali.
Che per abitudine mi viene da interpretare come "quest'uomo sarà anche un megascienziato ma a me non mi torna affatto utile perché non mi passa gli alimenti" che è un po' la risposta femminile al maschio imbrutito (come me) che ogni tanto fa la battuta: "le donne che non me la danno sono inutili".
A pensar male si fa peccato ma non si sbaglia, tuttavia, ammettiamolo, l'interpretazione potrebbe essere diversa...
"Aveva davvero senso spendere cos tanti soldi per una ricerca come questa?"
Vogliamo concederle questa possibilità?
Comunque non son l'unico a pensar male... Anche una commentatrice pone l'accento su quella frase.
Misterioso il finale:
Mi verrebbe da dare solidarietà a quest’uomo, in ginocchio sui ceci, obbligato a fornire pubbliche scuse e a mostrare pentimento prima di un perdono (forse) e di una espiazione a suon di metodo Ludovico, occhi bene aperti, sulle brutalità che altri uomini commettono sulle donne.
Però... capite il senso, no? le verrebbe da essere solidale... Ma si ferma all'uso del condizionale.
E' pur sempre un uomo, che si fotta.
E attenzione agli altri e alle loro brutalità.
Beh... e poi ci sono i soliti abrobri grammaticali che tanto piacciono a quella piattola della Boldrini:
"Della faccenda hanno parlato in tant* "
.
E che a me fan tanto girare i coglioni.
Lasciamo perdere....
Ecco il testo per intero:
nov 18, 2014
Femministe mettono alla gogna uno scienziato per una camicia
Mi scrive Alberto che mi dice:
“Ultimamente ho seguito la storia del “cometaggio” della sonda Philae (sono laureato in Fisica, l’argomento mi sta particolarmente a cuore) e tra tutte le polemiche su costi, complotti ecc… ho trovato questo articolo che secondo me va a toccare gli argomenti di cui ti occupi. (…) In pratica Matt Taylor, l’uomo che si è occupato dell’atterraggio della sonda, si è presentato in un’intervista con una camicia creata da una sua amica artista in cui sono rappresentate donne in abiti provocanti riprese dall’immaginario dei fumetti. Da qui è nata la polemica: l’autrice dell’articolo sostiene che quella camicia sarebbe irrispettosa per tutte le donne e parte della cultura che ostacola le donne nella scienza, e Taylor si è scusato pubblicamente.”
Della faccenda hanno parlato in tant* e come al solito, giacché è stato beccato l’uomo da mettere alla gogna per tenere impegnate un po’ di donne fanatiche che via twitter e facebook lo hanno riempito di improperi, insulti, augurandogli tutto il peggio del peggio che c’è, è finita con una spinta al sapor di censura da parte di donne che mal sopportano che una loro simile sia rappresentata in abiti diversi da quelli di una suora. Io farei notare un paio di cose: è stata la sua amica, donna, a disegnare e immaginare quella camicia per raffigurare le figure di donne usate in alcuni fumetti. Se in quella camicia fosse stato scritto uno slogan femminista, tipo “se mi vesto così tu non hai il diritto di giudicarmi né di stuprarmi”, lui sarebbe stato giudicato un eroe.
Il fatto che si ritenga scontato mostrare un corpo femminile, senza pregiudizi né malafede, avendo superato l’epoca puritana in cui alla donna era concesso esclusivamente un abito lungo e uno scialle sulla schiena, invece diventa un pretesto che regala audience a tante testate che ne parleranno, milioni di chiacchiere sulla necessità d’esistenza delle femministe, ché se devono esistere per censurare il mondo e per censurare le stesse donne che si mostrano in quella veste, direi che fanno bene quelle che dicono che certi esempi di femminismo sarebbe bene fossero rimessi in discussione. Insomma: s’è ricreato lo stesso spettacolo ridicolo e lo stesso clima da panico morale, in stile emergenziale, che si ricrea anche qui ogni volta che una donna, per esempio, espone un culo, un bikini, qualunque cosa, senza cospargersi il capo di cenere e senza chiedere autorizzazione alla commissione delle sante madri benedette del femminismo autoritario.
A me quella camicia non fa né caldo e né freddo. Magari mi sembra un po’ pacchiana, così come può sembrarmi pacchiano il tatuaggio di una ballerina del ventre sul braccio di un carcerato (secondo lo stereotipo, of course) , ma il cattivo gusto non so quanto c’entri con il sessismo. Mi interesserebbe sapere che meriti ha quest’uomo a prescindere da tutto e, soprattutto, che valore ha la sua competenza rispetto ai miei bisogni reali.
Dopodiché un appunto, che faccio alle orde di antisessiste, per così dire, fanatiche, che sul web aspettano solo un qualunque caproespiatorio per scatenarsi e infliggere comportamenti al limite dello stalking: vi è chiaro che se un uomo indossa una camicia così non è uno stupratore, non è detto che sia un sessista che picchia brutalmente la moglie, ma è il caso, forse, di avere rispetto della sua vita privata, della sua immagine pubblica e del fatto che schedare un uomo per una camicia, o per una parola, è roba degna della santa inquisizione? Il medioevo è finito e gli amici che guardano il porno, tanto per dire, non sono nè sessisti né violenti con le donne.
La vostra equazione è sbagliata e così non state facendo altro che inibire anche la libertà delle donne di mostrarsi come vogliono. Non state facendo altro che rappresentare le donne come vittime sempre e comunque (necrofile!), aizzando, ci scommetto, sentimenti, emotività e persone paternaliste che non vedono l’ora di rimettere i corpi femminili sotto tutela (sotto chiave) e sotto controllo e sorveglianza dei patriarchi. Così non fate altro che generare un clima di moralizzazione dei costumi che non ci giova affatto e che diventerà una sorta di preliminare per pieni orgasmi censorei, per inquietanti scenari inquisitori, per il nostro bene. Ma di queste cose vi ho parlato tante volte. Che ve lo dico a fare. Mi verrebbe da dare solidarietà a quest’uomo, in ginocchio sui ceci, obbligato a fornire pubbliche scuse e a mostrare pentimento prima di un perdono (forse) e di una espiazione a suon di metodo Ludovico, occhi bene aperti, sulle brutalità che altri uomini commettono sulle donne. Pensateci su e poi ditemi la vostra.
Notevole... davvero notevole...
Una femminista capace di mettere le idee secondo ordine logico...
Quasi come se fosse una persona normale.