Se per un momento immaginiamo che qualche centro di potere, in qualche posto, si sia prefisso lo scopo primario di contenere/far diminuire la popolazione mondiale, come, quali mezzi potrebbe realisticamente usare?
Proviamo a pensarci.
Anzitutto, la guerra, il più vecchio e collaudato dei sistemi. Sostenere che oggi non ci siano più guerre è negare l’evidenza. Nonostante tutti i proclami, nonostante tutte le dichiarazioni di volontà di pace, il mondo è pieno di guerre; l’unica differenza rispetto al passato è che oggi le guerre non vengono più dichiarate formalmente: a parole, tutti aborriscono la guerra, tutti sono contro i guerrafondai. Allora, come si fanno digerire ai popoli oggi, le guerre? Con l’indottrinamento! Servendosi della “neolingua” di Orwelliana memoria, basta non chiamarle guerre, ma “interventi “ , quando non addirittura “interventi umanitari”. Non si mandano più eserciti, ma si inviano forze di “dissuasione”,”contingenti di pace” eccetera. Questi pacifici interventi richiedono truppe armate con le armi più sofisticate, ma vanno a portare la pace (di solito in zone ricche di risorse naturali, petrolio, eccetera). Ricordate gli slogan del Grande Fratello: “La guerra è pace, la pace è guerra”? Non si è mai fatto tanto uso di questi slogan in aperta falsificazione della realtà come oggi! Eppoi, c’è sempre un cattivo, cattivissimo, pessimo, un Putin da combattere, no?
L’aborto. Cioè: la licenza di uccidere data, per legge, ad una categoria di persone su un’altra categoria di persone. Promulgare una legge del genere, ormai presente nei paesi cosiddetti “avanzati”, serve unicamente a privare un gruppo umano (i nascituri) del loro naturale diritto di esistere. Anche qui, la neolingua ci viene in aiuto: non si parla di omicidio, ma del diritto fondamentale della donna a decidere del proprio corpo (il feto si arrangi). Un altro fronte dell’eliminazione degli esseri umani considerati in soprannumero potrebbe essere quello dell’eutanasia, anche qui la neolingua è di aiuto, basta chiamarlo “diritto ad una morte dignitosa”, suicidio assistito, eccetera. Ci stanno lavorando…
La distruzione della famiglia. Anche qui, come nel caso della guerra, si usano slogan da Grande Fratello, che servono a mascherare il vero scopo; infatti, non si parla apertamente di distruggere la famiglia, anzi! Si parla, piuttosto, di nuove forme di famiglia, da affiancare alla “famiglia tradizionale”: così, chi pensa alla famiglia come qualcosa composto di un padre, una madre e dei figli, più zii e nonni vari, è subito servito: non sa stare al passo con i tempi.
In questo contesto, ciò che ciascuno vuol considerare famiglia diventa lecito e deve essere riconosciuto come “famiglia”. Ovviamente, in tutta questa operazione di truffa intellettuale viene omesso di dire che queste nuove “famiglie” saranno del tutto sterili, mancando ad esse un requisito fondamentale che è quello della procreazione, di generare una discendenza nell’unico modo conosciuto in natura: con l’unione tra un uomo e una donna. Anche in questo caso l’evidenza verrà negata, e si presenteranno al popolo le varie possibilità offerte dalle moderne conquiste della scienza (omettendo di dire quanto siano complesse e costose, oltreché innaturali), addossando la responsabilità della mancata procreazione allo Stato, che, non mettendo a disposizione di tutti i mezzi per la fecondazione assistita/surrogata/meccanizzata, viola il fondamentale diritto di ciascuno ad avere un figlio (bello, sano, intelligente, perfetto). Diritto che in natura, scientificamente parlando, non esiste, dato che solo i più robusti sopravvivono: non sarà politicamente corretto, ma è così che funziona la natura. Si tende inoltre a creare la scissione tra il sesso e la procreazione (sesso senza figli e figli senza sesso).
Contemporaneamente viene dato impulso alla accettazione e alla diffusione dei rapporti omosessuali e dell’omosessualità come cosa normale. Qui non è necessario scomodare Freud per capire che, per far accettare una cosa sostanzialmente anomala, se non contro natura come l’omosessualità, ci vuole un’azione di marketing notevole. Far percepire gli omosessuali come “discriminati” è un ottimo inizio; poi si passa a considerare coloro a cui non piacciono come persone “intolleranti”, “omofobe” eccetera. Da qui alla legge “contro l’omofobia” il passo è breve. Con questa legge si uccide la libertà di pensiero e di parola. Se vi sembra poco…
Non solo, ma le nuove generazioni dovrebbero essere indottrinate dalla più tenera età ad accettare l’idea che non esista alcuna differenza naturale, fisiologica, biologica, di base tra maschi e femmine, per cui andrebbe imposto a livello globale l’insegnamento dell’ideologia gender nelle scuole di ogni ordine e grado. Il progetto è impegnativo, ma anche qui ci stanno lavorando.
Alimentare e sviluppare il femminismo, con tutte le sue nefaste teorie, qui non c’è bisogno di dilungarsi, le conosciamo.
Ridurre drasticamente i rapporti tra uomini e donne (o almeno, renderli il più possibile difficoltosi): se, infatti, si crea con l’aiuto dei mezzi di (dis)informazione un clima di diffidenza, sospetto, paura per quel che riguarda i normali rapporti tra uomini e donne, questi vengono ridotti. Anche in questo caso l’ipocrisia è una costante: non si dice certo che terrorizzare uomini e donne sia un modo per tenerli lontani, anzi, a parole si lavora per rapporti più aperti e liberi. Ma mentre si magnificano le qualità del mondo nuovo con liberi rapporti, nella pratica si diffondono le paure più varie, facendo leva sui peggiori istinti umani. Qualche esempio:
Per le donne, paura delle malattie più varie (che, neanche a dirlo sono sessualmente trasmissibili sempre per colpa degli uomini), paura della violenza da parte degli uomini (anche dentro casa), paura degli stupri, paura dei pedofili (sempre uomini), invito alla denuncia degli uomini per qualsiasi nonnulla. Per gli uomini, la paura è prima di tutto quella della rovina economica conseguente alla “lesa maestà” femminile; lasci una donna, finisce un rapporto? Rischi ogni forma di vendetta , sotto forma di false accuse: di stupro, di stalking, eccetera. Le separazioni sono sempre costosissime e penalizzanti per gli uomini al punto che molti preferiscono emulare Socrate e tenersi una moglie rompicoglioni piuttosto che troncare un matrimonio.
Attraverso una propaganda mirata, si sostiene che in natura non esistano differenze tra uomini e donne, ma che queste siano frutto di un condizionamento sociale, cosicchè, facendo credere alle donne che il loro ruolo di madre sia una costrizione maschile e che siano invece destinate ad altre più appaganti “carriere”, si raggiunge lo scopo di distrarle dalla procreazione nell’età più adatta. Perché la scelta tra maternità e lavoro, è inevitabile, tanto inevitabile che, quando si presenta, lo slogan del grande fratello è che “le donne non devono esser costrette a scegliere” tra lavoro e carriera. La donna è talmente superiore che può avere entrambi, potrà sempre esser madre quando vorrà! Però, nel caso della donna, il richiamo della natura ad un ruolo materno è troppo “built-in” per poterlo ignorare per sempre e capita spesso che, quando poi le donne si accorgono di aver scelto comunque e di aver fatta la scelta sbagliata, sia ormai tardi per avere figli.
Insomma, se proviamo ad immaginare ciò che dicevo nel primo paragrafo, molte cose diventano comprensibili, e vanno al loro posto…