Proposta choc in Svezia: inviare le multe a casa in buste «speciali» e riconoscibili
Il ministro: «Così questi signori si vergogneranno davanti a familiari e vicini»I clienti, le prostitute e la «lettera scarlatta»Proposta choc in Svezia: inviare le multe a casa in buste «speciali» e riconoscibiliBRUXELLES— Poveri «torsk », come nei bar di Stoccolma o Malmoe vengono chiamati certi maschiacci dai perenni ardori. Per loro, già oggi c’è la galera: fino a 6 mesi di reclusione, per chi viene beccato con una prostituta. Perché come dice la «Sexkoplagen», o «Legge sulla compravendita del sesso» varata nel 1999, vendere sesso non è reato: comprarlo, sì. Ma d’ora in poi, e proprio in quella Svezia un tempo patria della libertà sessuale, potrebbe esservi di peggio: una donna, il ministro della giustizia Beatrice Ask, propone infatti che la polizia spedisca a casa dei colpevoli una lettera con un marchio «dai colori vivaci» stampigliato all’esterno della busta.
Qualcosa che si veda da lontano, da molto lontano: che venga riconosciuto a colpo d’occhio dal postino, dal vicino di casa, e poi dalla moglie, o dall’anziana mamma che apre la porta al suono del campanello. Quei colori sulla busta dovrebbero essere «unici», riservati solo a quel tipo di reato. In una parola: facilmente riconoscibili a tutti. Così che, ha spiegato la ministra al giornale Aftonbladet, «questi signori si vergognino davanti ai loro familiari e ai vicini, come un tempo si vergognavano i criminali messi alla gogna sulla pubblica piazza». È seguito il diluvio. Al telegiornale della sera, lei ha poi detto che la sua era una proposta teorica: macché, le truppe erano ormai schierate, e nella sua stessa maggioranza di centrodestra la signora viene criticata da alcuni, osannata da altri. Mentre il suo predecessore socialdemocratico, il giallista Thomas Bodstrom, ne reclama le dimissioni.
Qualcuno è arrivato a parlare di una possibile crisi di governo. Ma è soprattutto sui blog, che grandinano i commenti pro e contro. Si va da «i maggiorenni possono fare quel che vogliono, ci mancherebbe», al «bene, avanti così, è l’unico sistema con certi porcaccioni», al «qui si calpesta l’essenza della democrazia: ognuno è innocente fino a prova contraria”. L’idea della signora Ask deve aver toccato un paio di nervi molto delicati nell’opinione pubblica. Come fece ai suoi tempi la «Sexkoplagen». Doveva colpire lo sfruttamento delle prostitute, e almeno in parte sembra che così sia stato: dal 1999 al 2002, secondo l’insospettabile voce della Bbc, le prostitute svedesi sono calate da 2500 a 1500. Ma i loro clienti, evidentemente, sono sempre legione. Per la verità, anche oggi un verbale arriva a casa dei «torsk » beccati in castagna. Ma in busta anonima: potrebbe essere un bollettino per la beneficenza. La ministra propone quel passo in più, piccolo ma esplosivo, della gogna domestica. Mezzo secolo fa, nel 1960, i tedeschi già usavano l’espressione «Schwedenfilm» per indicare i film assai scollacciati. Poco dopo, nel 1963, il rappresentante di pellicce Amedeo Ferretti si fermava per cavarsi un dente in un paesino della Svezia, perdeva la trebisonda per le bellezze molto disponibili del luogo, e finiva svenuto in una sauna. Era Alberto Sordi, ne «Il Diavolo»: e non 47, ma 470 anni, sembrano passati da allora.
Luigi Offeddu
24 marzo 2010http://www.corriere.it/esteri/10_marzo_24/I-clienti-le-prostitute-e-la-lettera-scarlatta-offeddu_0412fbb6-3715-11df-bfab-00144f02aabe.shtml