Ecco come titola il corriere della sera sulla tragedia del traghetto in Adriatico. All'interno si spiega che in questa Italia misogina, in tragedie del genere le donne hanno ancora la precedenza nelle operazioni di salvataggio, da qui si immagina quello che può essere capitato a bordo.
Rimane il titolo vergognoso di un giornale che è sempre più imbarazzante.
Un capitano di lungo corso ebbe a dire: "Sulle navi che affondano non ci sono femministe". Nel senso che, al dunque, quando
c'è da salvare la pelle, la precedenza nelle azioni di soccorso la pretendono, eccome. Salvo poi a dire, cessato il pericolo, che le
donne DEVONO avere gli stessi diritti e opportunità degli uomini. Beninteso, i privilegi e le esenzioni DEVONO parimenti rimanere.
Quelli che volevano salire davanti alle donne, secondo le testimonianze, erano uomini iracheni, turchi e pachistani. E si capisce:
da loro non si usa salvare PRIMA le donne e i bambini. Nella loro cultura è l'uomo che deve avere la precedenza appunto
perchè la loro cultura esalta l'uomo e la figura maschile. Invece di riconoscere freddamente questo fatto "ci si indigna".
Eh già, da tempo noi occidentali abbiamo preso il vizio (mai perso) di insegnare ad altri popoli, culture e civiltà le buone
maniere. Anche se per questi popoli, culture e civiltà buone maniere non sono. E tra queste buone maniere, in prima fila
campeggiano i diritti, le esenzioni ei privilegi delle donne.