Quando si vuol mescolare il governo, la politica, lo stato con la religione, questo è quello che succede.
Quando i politici (scribi e farisei) dell'epoca cercavano di indurlo a schierarsi politicamente, si legge nel Vangelo che Gesù rispose: "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio". Ho sentito dare molte interpretazioni a questa frase, compresa una, spassosa, di un ex ministro nostrano che disse che era un invito a pagare le tasse, ma quella che ritengo più corretta me la insegnarono quando frequentavo il Catechismo, un milione di anni fa.
L'insegnante ci spiegò che, Gesù non voleva essere trascinato nelle liti umane perché, essendo venuto sulla terra per salvare tutti gli uomini, non voleva essere usato come pretesto contro nessuno di essi. Cosa che accade puntualmente tutte le volte che non si tengono religione e politica ben separate, il che non vuol dire che la politica non possa essere positivamente influenzata da principi religiosi.
So che sembra una contraddizione, ma molti dei cosiddetti fautori dell'ateismo di stato, della "laicità" dello stato e via dicendo, dimenticano che la libertà di religione, come è modernamente intesa, è uscita dall'Editto di Costantino (imperatore cristiano).
La libertà di religione, non dimentichiamolo, non vuol dire che ognuno è libero di recitare le sue preghiere in casa sua, ma, al contrario, sancisce che ciascuno può manifestare e praticare il proprio credo religioso pubblicamente!
Francamente non riesco a capire come l'umanità, che, grazie al Cristianesimo, ha impiegato circa duemila anni per uscire dalla barbarie, voglia ora tornarci in breve tempo. Perché, se mi spaventano gli attentati terroristici, mi spaventa ancora di più la "normalità" occidentale, che sfrutterà anche questi fatti per ridurre ulteriormente le già scarse libertà fondamentali.