Autore Topic: Nel ventre del cristianesimo  (Letto 14643 volte)

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Offline Salar de Uyuni

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Re:Nel ventre del cristianesimo
« Risposta #45 il: Febbraio 03, 2015, 10:10:43 am »
Citazione
in merito all'Egitto redo che questo provenga da una moda del 1700(epoca di esplosione della massoneria) che si rifaceva all'antico egitto , ove si formò l'idea che  i geroglifici erano il codice di un'antica lingua sapienzale

Personalmente ritengo che il legame massoneria-antico Egitto non sia solo una moda introdotta nel 1700,e ti faccio alcuni casi che secondo me possono fare riflettere:

Le madonne nere

Ampliamente diffuse in tutta Europa,qui vicino a me c'è n'è una a Oropa,in Sicilia c'è n'è un'altra a Tindari ,Messina .
La maggior parte delle madonne nere ha un'origine medioevale dunque ben prima della moda egizia del 1700,tuttavia qual è il significato di dare un colore della pelle nera,presso popoli bianchi,ad una figura tradizionalmente comunque NON di carnagione nera?

Questo è uno dei cavalli di battaglia dell'ermetismo di tutti i tempi:
Ovvero che quelle non sono raffigurazioni di Maria,ma di Iside,perchè come è ben noto,sia Iside che Osiride vengono rappresentati di colore nero,il colore della morte e della trasmutazione,trasmutazione che per l'antica religione egizia,avviene nelle tombe,operata dalla putrefazione,a cui segue una sorta di purificazione senza la quale l'anima non può entrare nell'aldilà.
(Il valore iniziatico della morte)
Ma come facevano degli scultori e dei tagliapietrie medioevali a conoscere queste informazioni ,se la stele di rosetta è stata scoperta ai tempi di Napoleone?


Ne risulta che si abbeverassero a delle altri fonti tradizionali.

Così il valore iniziatico della morte è ben presente anche nella religione cristiana, Cristo per entrare nella sua gloria deve giacere nelle tenebre della morte e del sepolcro,quasi che senza questa stessa esperienza,egli che pure è Dio,non è completo,mentre dopo assuge a una gloria che paradossalmente se avesse rifiutato il suo destino gli sarebbe stata preclusa.

Come ho già detto è ben visibile la somiglianza col detto evangelico ''il chicco di grano (e il grano era il Ba,la manifestazione terrena di Osiride)deve prima morire nel terreno per poi rinascere''



Come ho già detto è ben visibile la somiglianza col detto evangelico ''il chicco di grano (e il grano era il Ba,la manifestazione terrena di Osiride)deve prima morire nel terreno per poi rinascere e dare frutto''.

Il rapporto Massoneria-Cristianesimo,non è un rapporto di filiazione ed è sbagliato chiedersi secondo me,se sarebbe esistita una Massoneria senza il Cristianesimo,ma semmai è giusto chiedersi se  sarebbero potuti esistere il Cristianesimo e la Massoneria senza la tradizione sapienziale dell'antico Egito,riformulata poi con gli elementi ellenistici della gnosi Alessandrina.

Diciamo che da sempre il rapporto di odio fra Massoneria e Cristianesimo,affonda nell'odio profondo tra Cristianesimo e Gnosticismo che si contendono lo scettro di una tradizione da cui probabilmente originano entrambi.


Quindi sì esistono format culturali che si trasmettono nei millenni,ma la vera domanda non è se uno deriva dall'altro,ma perchè l'umanita riesce a conservare sebbene in vesti diversissime, nell'arco di 5000 anni uno stesso elemento (il valore iniziatico della morte) e ne abbandona invece altri nelle polveri della storia,forse che questi ''format culturali'',sono espressioni di alcune verità sull'anima umana che resistono alla disgregazione della storia,e alla disgregazione delle religioni stesse,e che passeranno dunque,di religione,in religione,di millennio,in millennio,perchè Nietszche avrà anche ragione a dire che Dio è morto,ma è forse questo il più grande ''mistero'',mistero che lungi dall'essere moderno veniva già celebrato nei templi di Osiride.

Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline vnd

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Re:Nel ventre del cristianesimo
« Risposta #46 il: Febbraio 03, 2015, 15:11:30 pm »
Personalmente ritengo che il legame massoneria-antico Egitto non sia solo una moda introdotta nel 1700,e ti faccio alcuni casi che secondo me possono fare riflettere:

Le madonne nere

Ampliamente diffuse in tutta Europa,qui vicino a me c'è n'è una a Oropa,in Sicilia c'è n'è un'altra a Tindari ,Messina .
La maggior parte delle madonne nere ha un'origine medioevale dunque ben prima della moda egizia del 1700,tuttavia qual è il significato di dare un colore della pelle nera,presso popoli bianchi,ad una figura tradizionalmente comunque NON di carnagione nera?

Sulle madonne nere esiste anche un'altra spiegazione.
Ossia quella del fumo delle candele che avrebbe negli anni annerito il legno della statua...
Almeno, questa è la versione delle guide turistiche di Loreto.
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Offline vnd

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Re:Nel ventre del cristianesimo
« Risposta #47 il: Febbraio 03, 2015, 15:27:23 pm »
(Il valore iniziatico della morte)
Ma come facevano degli scultori e dei tagliapietrie medioevali a conoscere queste informazioni ,se la stele di rosetta è stata scoperta ai tempi di Napoleone?

Purtuttavia anche il battesimo cristiano, che era fatto per immersione, rappresentava la morte e la rinascita.
Battesimo al quale si sottopose anche Gesù.
Non si può rinascere se non si muore.

In "La chiave di hiram" è illustrata la cerimonia iniziatica massonica e l'ingresso nel "gabinetto di riflessione" potrebbe essere una sorta di sepoltura.
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Offline Salar de Uyuni

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Re:Nel ventre del cristianesimo
« Risposta #48 il: Febbraio 03, 2015, 18:43:18 pm »
Citazione
Purtuttavia anche il battesimo cristiano, che era fatto per immersione, rappresentava la morte e la rinascita.
Battesimo al quale si sottopose anche Gesù.
Non si può rinascere se non si muore.

In "La chiave di hiram" è illustrata la cerimonia iniziatica massonica e l'ingresso nel "gabinetto di riflessione" potrebbe essere una sorta di sepoltura.

Certo,comunque la maggior parte delle madonne nere sono state create così tout court (la spiegazione della guida non sta in piedi,dovrebbe essere annerita tutta la parete non solo la madonna),quello che volevo dire è che se nel medioevo gli scultori e i tagliapietre sceglievano il colore nero,era perchè ne conoscevano il significato simbolico  per la religione egizia,e volevano lanciare un messaggio in codice agli altri che conoscevano quel codice,e questo lo facevano PRIMA che con la stele di rosetta fosse possibile decriptare i geroglifici,dunque essi si abbeveravano a una fonte loro propria che in qualche modo era a conoscenza dei misteri egizi.
Dunque stabilire un collegamento,seppure con le debite distanze storiche,fra la Massoneria,(e lo stesso Cristianesimo) e l'antica religione egizia,probabilmente non è del tutto peregrino NE' una semplice moda lanciata a fine 700.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline zagaro

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Re:Nel ventre del cristianesimo
« Risposta #49 il: Febbraio 03, 2015, 20:48:29 pm »
Certo,comunque la maggior parte delle madonne nere sono state create così tout court (la spiegazione della guida non sta in piedi,dovrebbe essere annerita tutta la parete non solo la madonna),quello che volevo dire è che se nel medioevo gli scultori e i tagliapietre sceglievano il colore nero,era perchè ne conoscevano il significato simbolico  per la religione egizia,e volevano lanciare un messaggio in codice agli altri che conoscevano quel codice,e questo lo facevano PRIMA che con la stele di rosetta fosse possibile decriptare i geroglifici,dunque essi si abbeveravano a una fonte loro propria che in qualche modo era a conoscenza dei misteri egizi.
Dunque stabilire un collegamento,seppure con le debite distanze storiche,fra la Massoneria,(e lo stesso Cristianesimo) e l'antica religione egizia,probabilmente non è del tutto peregrino NE' una semplice moda lanciata a fine 700.
fra il 1600 ed il 1700 il pensiero filosofico alfine di dimostrare le proprie asserzioni crea  il metodo di elaborare mondi fantastici o perfetti: 'Utopia'  di Tommaso Moro o 'La Citta del Sole' di Campanella,  'Nuova Atlantide' di Bacone e così via. è anche il tempo degli alchemici 'Si sedis non is' tanto per ricordarci qualcosa.
ed in tutto questo fermento di nuova ricerca che nasce dalla movida accesa dagli Iluministi nasce i mito delle origini, cioè la ricerca del luogo primordiale del sapere.
e ci può stare un posto migliore dell'Egitto delle misteriose piramidi.
un mio conterraneo di nome Giuseppe Balsamo, meglio conosciuto come  il 'Conte di Cagliostro' sfruttò al massimo questa voglia di esotismo , fino   acredr nei geroglifici egizi che nessun sapeva cosa fossero nel 1700

Offline zagaro

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Re:Nel ventre del cristianesimo
« Risposta #50 il: Febbraio 03, 2015, 21:15:42 pm »
fra il 1600 ed il 1700 il pensiero filosofico alfine di dimostrare le proprie asserzioni crea  il metodo di elaborare mondi fantastici o perfetti: 'Utopia'  di Tommaso Moro o 'La Citta del Sole' di Campanella,  'Nuova Atlantide' di Bacone e così via. è anche il tempo degli alchemici 'Si sedis non is' tanto per ricordarci qualcosa.
ed in tutto questo fermento di nuova ricerca che nasce dalla movida accesa dagli Iluministi nasce i mito delle origini, cioè la ricerca del luogo primordiale del sapere.
e ci può stare un posto migliore dell'Egitto delle misteriose piramidi.
un mio conterraneo di nome Giuseppe Balsamo, meglio conosciuto come  il 'Conte di Cagliostro' sfruttò al massimo questa voglia di esotismo ,d'altronde nessuno  sapeva cosa fossero i geroglifici nel 1700
Giordano Bruno, qualche secolo prima scriveva nel De Magia che i geroglifici egizi fossero addiritura la lingua degli dei, questo perché  gli Umanisti credevano  che il mitico Ermete Trimegisto non fu l'inventore dell'alfabeto ma di una forma di comunicazione più antica.
In merito alla Madonna nera di Tindari che vedo speso, vedo solamente una statua di una donna con bambino in stile sudanese o copto, poi ognuno può dargli il significato che vuole , ufficialmente  è una statua creata da un crociato francese nel medio oriente, 
http://www.entasis.it/febbraio_2001/madonna_tindari_(01).htm
« Ultima modifica: Febbraio 03, 2015, 21:33:10 pm da zagaro »

Offline Animus

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Re:Nel ventre del cristianesimo
« Risposta #51 il: Febbraio 04, 2015, 12:48:08 pm »
la più grande  invenzione del Cristianesimo come filosofia è stata il concetto di rappresentanza legale..
cosa diversa sono le invenzione  e scoperte operate da cristiani

Quisquilie, bazzecole, pinzillacchere, sciocchezzuole!
La più grande conquista del cristianesimo, dovuto alla sua "filosofia", ma che di fatto sia rispetto ad un certo tipo di filosofia che di  religioni "passive" (il buddhismo ad es.), non si limita all'osservazione/contemplazione, ma persegue la sua smodata ricerca "della verità" ("In interiore homine habitat veritas..."), infatti mentre i monaci buddhisti frequentavano i "carnai" per distaccarsene, quello cristiano ha preceduto il medico legale di millenni, è il dna, la sua codificazione e conseguente manipolazione.

Vuoi mettere i benefici e i cataclismi, causati da questo nuovo peccato della conoscenza rispetto alla "rappresentanza legale"? :doh:
Grasso che cola per un altro millennio per la casta che blatera in  nome del cielo!

« Ultima modifica: Febbraio 04, 2015, 13:06:30 pm da Animus »
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Offline zagaro

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Re:Nel ventre del cristianesimo
« Risposta #52 il: Febbraio 04, 2015, 14:05:53 pm »
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La più grande conquista del cristianesimo, dovuto alla sua "filosofia", ma che di fatto sia rispetto ad un certo tipo di filosofia che di  religioni "passive" (il buddhismo ad es.), non si limita all'osservazione/contemplazione, ma persegue la sua smodata ricerca "della verità" ("In interiore homine habitat veritas..."), infatti mentre i monaci buddhisti frequentavano i "carnai" per distaccarsene, quello cristiano ha preceduto il medico legale di millenni, è il dna, la sua codificazione e conseguente manipolazione.

Vuoi mettere i benefici e i cataclismi, causati da questo nuovo peccato della conoscenza rispetto alla "rappresentanza legale"? :doh:
Grasso che cola per un altro millennio per la casta che blatera in  nome del cielo!

un uomo che prega, è anche  un uomo che compra, che produce e che governa e/o elegge.
ed in economia  quelli che si classificano come  'i beni della vita' possono anche essere dei semplici costrutti ideali come potrebbero essere i 'diritti di autore'.
ora che ti piaccia o no, la rappresentanza legale deriva proprio dal cristianesimo, da quel costrutto mentale dall'essere tutti noi membra di cristo, e dallo sviluppo di questo concetto riversato nel'economia è nata la rapprentanza legale, ovvero un membro che si siede a tavolo del c.d.a.  che conta un voto al suo interno, ma che all'esterno rappresenta tutto il c.d.a. .
buona bile!


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Re:Nel ventre del cristianesimo
« Risposta #53 il: Febbraio 04, 2015, 14:12:42 pm »
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La più grande conquista del cristianesimo, dovuto alla sua "filosofia", ma che di fatto sia rispetto ad un certo tipo di filosofia che di  religioni "passive" (il buddhismo ad es.), non si limita all'osservazione/contemplazione, ma persegue la sua smodata ricerca "della verità" ("In interiore homine habitat veritas..."), infatti mentre i monaci buddhisti frequentavano i "carnai" per distaccarsene, quello cristiano ha preceduto il medico legale di millenni, è il dna, la sua codificazione e conseguente manipolazione.

Vuoi mettere i benefici e i cataclismi, causati da questo nuovo peccato della conoscenza rispetto alla "rappresentanza legale"? :doh:
Grasso che cola per un altro millennio per la casta che blatera in  nome del cielo!



Sai com'è, Animus, ci sono caste che blaterano in nome del cielo e caste che blaterano in nome di ideali terreni, il progresso,
la crescita, la patria, lo Stato, il socialismo, il comunismo, la razza, il popolo e via dicendo. Il mondo extracristiano non è stato
immune da "manipolazioni" e "falsificazioni". Non per nulla La Rochefoucault diceva che "nel cuore umano esiste una genesi
continua di passioni e l'esaurirsi di una corrisponde sempre all'affermazione di un'altra". Parafrasando La Rochefoucault direi
che nell'umanità esiste una genesi continua di valori e di visioni e l'esaurirsi degli uni (e delle une) corrisponde quasi sempre
all'affermazione di altri valori e altre visioni. E corrispondentemente, all'esigenza delle relative "falsificazioni" e "manipolazioni".

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Re:Nel ventre del cristianesimo
« Risposta #54 il: Febbraio 04, 2015, 16:33:24 pm »
ora che ti piaccia o no, la rappresentanza legale deriva proprio dal cristianesimo, da quel costrutto mentale dall'essere tutti noi membra di cristo, e dallo sviluppo di questo concetto riversato nel'economia è nata la rapprentanza legale, ovvero un membro che si siede a tavolo del c.d.a.  che conta un voto al suo interno, ma che all'esterno rappresenta tutto il c.d.a. .
buona bile!

Ho capito, ma chi se ne frega!
Io ti metto sul piatto la manipolazione dell'uomo a partire della sua genesi, il suo contunuto informativo,e tu mi parli dei cda.
Ma dai....
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Re:Nel ventre del cristianesimo
« Risposta #56 il: Febbraio 08, 2015, 18:54:48 pm »
@Animus
Che fai? Citi Nietzsche? Quel Nietzsche che si scagliava contro il cristianesimo perchè parlava di uguaglianza degli uomini - di tutti gli uomini - davanti a dio? Quel Nietzsche che si scagliava contro il cristianesimo perchè lo vedeva come ostacolo culturale alla affermazione dei nuovi dèi?

Di fatto ogni religione che vuole elevare gli individui a dèi - e che quindi cerca una base teorica e teologica per giustificare l'individualismo e il totalitarismo - si trova costretto a combattere il cristianesimo e a volerlo eliminare.
E l'ateismo/individualismo che animava il "contra" di Nietzsche contro il cristianesimo è una religione. E' una religione che pretende di elevare l'individuo a dio.

Animus...la tua sub-cultura francamente mi fa troppo ridere. Quindi non ti rispondo io...non ci riesco. Ti faccio rispondere dalla grande Oriana Fallaci. Atea, ma - al contrario di te - molto preparata e seria.

Buona lettura. Chissà...magari impari qualcosa. :D

Tratto da "La forza della ragione".
(perchè un po' di sana cultura occidentale non fa mai male...e c'è sempre da imparare) 

"Io sono un'atea cristiana. Non credo in ciò che indichiamo col termine Dio. L'ho già scritto nella mia prima «Sfera Armillare». Dal giorno in cui m'accorsi di non crederci, (cosa che avvenne assai presto cioè quando da ragazzina incominciai a logorarmi sull'atroce dilemma ma-Dio-c'è-o-non-c'è), penso che Dio sia stato creato dagli uomini e non viceversa. Penso che gli uomini lo abbiano inventato per solitudine, impotenza, disperazione. Cioè per dare una risposta al mistero dell' esistenza, per attenuare le irresolubili domande che la vita ci butta in faccia... Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. Che cosa c' era prima di noi e di questi mondi, miliardi di mondi, che con tanta precisione girano nell' universo. Che cosa ci sarà dopo...

Penso che l'abbiano inventato anche per debolezza, cioè per paura di vivere e di morire. Vivere è molto difficile, morire è sempre un dispiacere, e il concetto d'un Dio che aiuta ad affrontare le due imprese può dare un sollievo infinito: lo capisco bene. Infatti invidio chi crede. A volte ne sono addirittura gelosa. Mai, però, fino a maturare il sospetto quindi la speranza che quel Dio esista. Che con tutti quei miliardi di mondi abbia il tempo e il modo per rintracciare me, occuparsi di me. Ergo, me la cavo da sola. Quasi ciò non bastasse, sopporto male le chiese. I loro dogmi, le loro liturgie, la loro presunta autorità spirituale, il loro potere. E coi preti vado poco d' accordo. Perfino quando si tratta di persone intelligenti o innocenti non riesco a dimenticare che stanno al servizio di quel potere, e v' è sempre il momento in cui il mio innato anticlericalismo riaffiora. Un momento in cui sorrido al fantasma del mio nonno materno che era un anarchico ottocentesco e cantava: «Con le budella dei preti impiccheremo i re».

Tuttavia, ripeto, sono cristiana. Lo sono anche se rifiuto vari precetti del cristianesimo. Ad esempio la faccenda del porgere l' altra guancia, del perdonare. (Errore che incoraggia la cattiveria e che non commetto mai). E lo sono perché il discorso che sta alla base del cristianesimo mi piace. Mi convince. Mi seduce a tal punto che non vi trovo alcun contrasto col mio ateismo e il mio laicismo. Parlo del discorso fatto da Gesù di Nazareth, ovvio, non di quello elaborato o distorto o tradito dalla Chiesa Cattolica ed anche dalle Chiese Protestanti. Il discorso, voglio dire, che scavalcando la metafisica si concentra sull' Uomo. Che riconoscendo il libero arbitrio cioè rivendicando la coscienza dell' Uomo ci rende responsabili delle nostre azioni, padroni del nostro destino.

Ci vedo un inno alla Ragione, al raziocinio, in quel discorso. E poiché ove c' è raziocinio c' è scelta, ove c' è scelta c' è libertà, ci vedo un inno alla Libertà. Nel medesimo tempo ci vedo il superamento del Dio inventato dagli uomini per solitudine, impotenza, disperazione, debolezza, paura di vivere e di morire. Ci vedo l' oscuramento del Dio astratto onnipotente spietato di quasi tutte le religioni. Zeus che incenerisce con i suoi fulmini, Geova che ricatta con le sue minacce e le sue vendette, Allah che soggioga con le sue crudeltà e le sue insensatezze. E al posto di quei tiranni invisibili, intangibili, un' idea che nessuno aveva mai avuto comunque mai divulgato. L' idea del Dio che diventa Uomo ossia l' idea dell' Uomo che diventa Dio, Dio di sé stesso. Un Dio con due braccia e due gambe, un Dio di carne che va in giro a fare o tentar di fare la Rivoluzione dell' Anima. Che parlando d' un Creatore assiso in Cielo (sennò chi ascolterebbe, chi capirebbe?) si presenta come suo figlio e spiega che tutti gli uomini sono suoi fratelli, quindi a loro volta figli di quel Dio e in grado di esercitare la loro essenza divina. Esercitarla predicando il Bene che è frutto della Ragione, della Libertà, distribuendo l' Amore che prima d' essere un sentimento è un ragionamento. Un sillogismo anzi un entimèma da cui deduci che la bontà è intelligenza e la cattiveria è cretineria.

Un Dio, infine, che il dramma dell' Etica lo affronta da uomo. Col cervello di un uomo, il cuore di un uomo, le parole di un uomo, i gesti di un uomo, ed altro che mitezza! Altro che dolcezza, tenerezza, lasciate-che-i-pargoli-vengano-a-me! Come un uomo prende a botte i farisei e i rabbini che fanno mercimonio della religione. Come un uomo affronta il tema del laicismo: date -a - Cesare - quel - che - è - di - Cesare - e - a - Dio - quel - ch' è - di - Dio. Come un uomo ferma i vigliacchi che stanno per lapidare l' adultera: chi-è-senza-peccato-scagli-la-prima-pietra. Come un uomo tuona contro la schiavitù, e chi aveva mai tuonato contro la schiavitù?!? Chi aveva mai detto che la schiavitù è inaccettabile inammissibile inconcepibile?

Come un uomo, in breve, si batte. Si rode, tribola, sbaglia, soffre, certamente pecca, e infine muore. Senza morire perché la vita non muore. Rinasce sempre, resuscita sempre, è eterna. E, insieme al discorso sulla Ragione, l' idea della Vita che non muore è il punto che mi convince di più. Che mi seduce di più. Perché in essa vedo il rifiuto della Morte, l' apoteosi della Vita. La passione per la Vita che è cattiva, sì, mangia sé stessa, ma è Vita e il contrario della Vita è il nulla.

I principii, insomma, che stanno alla base della nostra civiltà. Stamani mi sono riletta il famoso saggio che Benedetto Croce pubblicò nel 1942: «Perché non possiamo non dirci cristiani». (Sì, quello dove a disdoro dei professorini che esaltano il Faro-di-Luce-islamico osserva: «La lunga età di gloria che fu chiamata Medioevo completò il cristianizzamento dei barbari e animò la difesa contro l' Islam, così minaccioso alla civiltà europea»).

E due cose, in quel saggio, mi colpiscono a fondo: il lapidario giudizio con cui egli esalta ciò che io chiamo Rivoluzione dell' Anima, e la forza con cui sostiene che tutte le rivoluzioni venute dopo sono derivate da quella. «Il cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l' umanità abbia mai compiuto. Nessun' altra regge al confronto. Rispetto a lei tutte sembrano limitate». Del resto non c' è bisogno di Croce per rendersi conto che senza il Cristianesimo non ci sarebbe stato il Rinascimento, non ci sarebbe stato l' Illuminismo, non ci sarebbe stata nemmeno la Rivoluzione Francese che malgrado le sue mostruosità era nata dal rispetto per l' Uomo e che in quel senso qualcosa di positivo ha lasciato o pungolato. Non ci sarebbe stato nemmeno il socialismo o meglio l' esperimento socialista. Quell' esperimento che è fallito in modo così disastroso ma che, come la Rivoluzione Francese, qualcosa di positivo ha lasciato o pungolato. E tantomeno ci sarebbe stato il liberalismo. Quel liberalismo che non può non essere alla base d' una società civile, e che oggi chiunque accetta o finge di accettare. (A parole, perfino gli ex-trinariciuti e i neo-trinariciuti).

A parer mio non ci sarebbe stato neanche l' ormai defunto femminismo, sicché guarda: spogliato delle belle fiabe sui miracoli e sulle fisiche resurrezioni, lavato delle sovrastrutture cattoliche, liberato dei ceppi dottrinari cioè ricondotto all' idea geniale dello splendido nazareno, il Cristianesimo è davvero una irresistibile provocazione. Una clamorosa scommessa che l' uomo fa con sé stesso.