Intervista deliquio,perchè altri termini non ci sono,in cui viene lanciato il vulva-day.
Se ne sentiva il bisogno?
Un fantomatico dottor Puppo ci spiega come mai confondere la vulva con la vagina rende le donne discriminate e meri oggetti sessuali.
Commentare non ha senso,perchè in generale è uno sproloquio dalla a alla z,e quindi non sussiste neanche una tesi da smontare,è un non-sequitur di frasi atte alle captatio benevolentiae del mood femminista,giusto magari per essere gli organizzatori regionali di qualche eventucolo su scala locale dei vari one billion rising americani,giusto per ribadire,che sono IO IL DOTTOR PUPPO,CHE PER PRIMO HO MESSO IN GUARDIA CONTRO I PERICOLI MASCHILISTI DI CONFONDERE VULVA E VAGINA.
Bhe non c'è che dire:UOMINI CHE FANNO LA STORIA.
Io mi domando come si possa arrivare a questi livelli di sproloquio senza nessuno che alzi la mano è dica:
dottor Puppo sarà anche il giorno della vulva però lei che CAZZO sta dicendo?
14 febbraio, arriva il Vulva day
San Valentino, festa degli innamorati e V-day di Eve Ensler e di One Billion Rising. Le donne felici di essere tali, come persone dall’identità importante e unica, non come mero oggetto sessuale. Un miliardo di donne danzano la rivoluzione attraverso il Vagina day
Il 14 febbraio è la festa degli innamorati, ma anche l'appuntamento per il V-day, per tutte le donne e per gli uomini che vogliono capire. Foto: ©photoxpress.com/Dpaint
11/02/2014
LM&SDP
Il dott. Vincenzo Puppo, medico-sessuologo, ricercatore-scrittore del Centro Italiano di Sessuologia, ha creato un evento Facebook il V-day = VULVA-DAY. Il 14 febbraio (e tutti i giorni dell’anno) le donne devono “ballare”, mobilitarsi ad agire attivamente, per la donna in qualità di persona/essere umano e non come mero oggetto sessuale. L’opera teatrale di Eve Ensler, organizzato da One Billion Rising vuole essere un movimento contro la violenza delle donne. Ne abbiamo parlato con l'esperto.
Dott. Puppo, cosa sono monologhi della vagina di Eve Ensler?
«I monologhi della vagina (“The Vagina Monologues”) è un'opera teatrale (e libro) di Eve Ensler – drammaturga statunitense – rappresentata in tutto il mondo dal 1996. Lei scrisse i Monologhi per celebrare la vagina: Eve Ensler considera la vagina come strumento di emancipazione, attraverso il quale le donne possono ottenere una completa femminilità e sviluppare la propria individualità. Dal 1998 il significato dell'opera cambiò e, da celebrazione delle vagine e della femminilità, divenne la nascita di un movimento contro la violenza sulle donne».
Il 14 febbraio, oltre che San Valentino, non è anche il V-day, vagina-day, organizzato da One Billion Rising in tutto il mondo?
«Sì, i Monologhi furono la base di partenza del movimento V-Day, nato il 14 febbraio 1998, i cui partecipanti organizzano rappresentazioni teatrali dove le attrici leggono i Monologhi della vagina. Il ricavato viene di solito devoluto ad associazioni e programmi che assistono le donne vittime di violenza. One Billion Rising è un evento ufficiale del V-Day, di un solo giorno che si svolge ogni 14 febbraio, nel giorno di San Valentino, in tutto il mondo. Anche in moltissime città italiane associazioni di donne organizzano dei flash mob (riunione di un gruppo di persone in uno spazio pubblico per una durata di tempo breve), ballano la stessa coreografia, con la canzone “Break the chain”. Lo slogan della giornata è chiaro: “Un miliardo di donne che subiscono violenza sono un’atrocità. Un miliardo di donne che danzano una rivoluzione”, e quest’anno la mobilitazione di One Billion Rising sarà per la Giustizia (qui)».
Dott. Puppo, quindi lei è a favore di questa iniziativa, ma perché le donne non dovrebbero usare, identificarsi, e ballare, per la “vagina”?
«Le parole servono a comunicare, ma possono servire anche a cambiare la realtà: quando è usata solo la parola vagina in generale per i genitali femminili, quali sono le conseguenze per le bambine/ragazze/donne e per gli uomini? La vagina femminile (perché nessuno spiega che esiste anche una vagina maschile? Quindi “vagina” NON significa, identifica, automaticamente la “donna” (vedi qui). Si parla proprio di questo: è un organo sessuale interno, per la riproduzione, non ha altre funzioni (l’orgasmo vaginale non esiste, come abbiamo già spiegato in precedenza (vedi qui). Non si possono chiamare anche i genitali esterni femminili vagina, è un errore gravissimo: i genitali esterni sono solo la vulva!».
Perché usare “vagina” per tutti gli organi sessuali femminili è un errore gravissimo? Quali sono le “conseguenze”?
«Perché così tutte le donne (e uomini) imparano da piccoli che NON hanno genitali esterni! A tutte le bambine fanno credere che “lì sotto” hanno solo un “buco”, questa è la causa principale per cui le donne sono considerate inferiori e diverse (questo grazie anche al maschilista Freud). Per cui sono considerate solo un oggetto sessuale a disposizione del piacere maschile (vedi anche le mutilazioni genitali femminili: per eliminarle è importantissimo usare vulva). Le parole sono potenti: chiamare le cose con il loro nome è un gesto rivoluzionario (citazione molto diffusa da donne, femministe ecc. di Rosa Luxemburg, famosa filosofa e rivoluzionaria tedesca, perché questo non deve valere per tutto il corpo della donna? Conoscere il significato delle parole è importante, perché quello che sta dietro le parole può lasciare un segno indelebile nella vita delle persone: usare solo vagina, impedisce alle donne di ragionare sul proprio corpo, condiziona la percezione femminile creando nella mente delle donne un’immagine sbagliata (la vulva non esiste) dei propri organi genitali (c’è solo un “buco”), e blocca subito qualsiasi riflessione (e libertà) sulla sessualità/piacere/orgasmo femminile, e contribuisce all’auto-oggettivazione delle ragazze. Ma perché la parola vulva (il termine scientifico corretto) è censurata? A chi fa paura? Bisogna prendere le distanze da un modello di sessualità di tipo procreativo in cui alla donna viene imposto il piacere vaginale. Il femminismo per essere veramente tale e portare alla liberazione delle donne deve partire dalla liberazione sessuale e da un discorso sulla sessualità: Carla Lonzi, la donna clitoridea e la donna vaginale».
Dott. Puppo, ma allora per quale immagine femminile ballano le donne in tutto il mondo il 14 febbraio?
«Per capirlo bene bisogna anche tradurre il testo della canzone su cui sono basate le coreografie con cui le donne ballano, dal titolo “Break The Chain”, e in particolare una frase: “We are mothers, we are teachers”, cioè “Noi siamo madri, noi siamo maestre”. Quindi gli uomini che ascoltano cosa capiscono? Che donna = vagina, mamma e maestra. Nel mio evento Facebook, Vulva day, parlo di grande “beffa” per le donne e per le femministe di tutto il mondo, perché negli uomini di tutto il mondo il 14 febbraio viene rinforzata la mentalità maschilista: vagina/orgasmo vaginale = riproduzione, donne oggetto sessuale, cultura del buco, inferiorità, sessismo, disfunzioni sessuali e mutilazioni genitali femminili, violenza contro le donne, culto del pene».
In conclusione, il vulva day come dovrebbe essere per lei?
«Le donne devono “ballare” e mobilitarsi ad agire attivamente, per essere considerate persone/esseri umani (queste parole devono sempre essere presenti nella canzone per la coreografia), per la vulva e i dialoghi della vulva (non per la vagina e i monologhi della vagina). Pensate se il 14 febbraio, l’8 marzo e tutti i giorni dell’anno, un miliardo e più di donne insieme urlano ai maschi nelle piazze, scuole, teatri ecc. che hanno una VULVA e che sono PERSONE, non oggetti/una vagina/buco: è più di una rivoluzione (anche per i maschi): VULVA/orgasmo femminile = piacere, le donne sono persone-esseri umani, libertà, rispetto, uguaglianza, parità, prevenzione delle violenze, delle disfunzioni sessuali e delle mutilazioni genitali. Per le donne (e uomini) che si preparano per ballare il 14 febbraio questa è la mia proposta: ogni volta che vi riunite a fare le prove del ballo, prima o alla fine, guardate alcuni video da youtube/newsexology, poi ne discutete insieme e cercate di aggregare altre ragazze (e ragazzi) su questi argomenti».
«Il 14 febbraio (e poi quando volete a scuola eccetera) fate vedere a tutte/i quello/i che più vi coinvolge/aggrega: - commenti di ragazze che hanno subito violenze - il monologo sullo stupro di Franca Rame (ma perché non citare le italiane? perché accettare passivamente sempre solo quello che viene dagli USA? Dopo quasi 20 anni con la “vagina” di Eve Ensler quali sono i risultati per le donne? Vedi ad esempio negli USA: una donna su cinque, fino a 22 milioni di persone, sono state violentate nella loro vita, nei campus universitari, ci sono video per le scuole - commenti di donne sulla rivoluzione sessuale - uomini e bambini nei mass-media: si devono eliminare/combattere anche i modelli e l'educazione maschilista».
E’ dunque di fondamentale importanza che tutte le donne comincino a esprimere al massimo la loro identità individuale, la loro forza, il loro valore e a far capire – a chi ancora non lo ha compreso – che non sono né esseri inferiori né meri oggetti sessuali. Il 14 febbraio – e ogni giorno dell’anno – ogni donna, se vuole, può ballare la rivoluzione dell’universo femminile.